18 July, 2024
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L’Agenzia regionale per la ricerca in agricoltura (Agris), nell’ambito del progetto “Caratterizzazione chimico-fisica e funzionale di alcuni prodotti di origine animale” ha indetto una selezione per il conferimento di una borsa di studio della durata di 18 mesi per laureati in chimica e titoli equipollenti.
La finalità del bando è quella di sviluppare attività di studio e ricerca nell’ambito della valorizzazione dei prodotti di origine animale attraverso la loro caratterizzazione e lo studio delle loro proprietà funzionali in determinate fasce della popolazione.
Questi i requisiti richiesti:
– possesso del diploma di laurea vecchio ordinamento o diploma appartenente alla classe della laurea specialistica/magistrale in chimica e titoli equipollenti;
– adeguata conoscenza scritta e parlata della lingua inglese.
Le attività saranno svolte prevalentemente presso la sede del Servizio Ricerca Prodotti Origine Animale in località Bonassai, SS 291, km 18,600 – Sassari.
L’importo della borsa è di 22.500 euro annui lordi.
Le domande dovranno pervenire entro le entro le ore 13.00 del giorno 29 febbraio 2016.

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Si sono svolte questa mattina, nella II commissione del Consiglio regionale, le audizioni dei lavoratori in utilizzo del Sulcis Iglesiente e del Parco Geominerario.

«Il passaggio dagli Enti locali ai cantieri verdi – ha dichiarato Salvina Mereu, rappresentante dei cosiddetti “lavoratori in utilizzo” del Sulcis Iglesiente (circa 400 in tutta la Sardegna) – è stato traumatico sia perché sono stati azzerati i percorsi formativi, sia soprattutto perché molte risorse vengono drenate dalla cooperative e fra lavoratori sono emerse forti differenze contrattuali e retributive, sempre a loro svantaggio.»

Nello specifico, i lavoratori in utilizzo provengono da realtà industriali scomparse dal mercato e, da oltre 10 anni, al centro di un tormentato percorso di ricollocazione fra cassa integrazione, mobilità e proroghe susseguitesi negli anni.

Soffermandosi ancora sui cantieri verdi, Salvina Mereu ha parlato di una «situazione a due velocità in cui molti lavoratori, a causa della breve durata dei contratti, non riescono nemmeno a maturare i requisiti di accesso all’indennità di disoccupazione». «Quanto alla finanziaria – ha aggiunto – lo stanziamento previsto (3 milioni di euro) secondo noi basterebbe solo per pochi mesi».

Giorgio Piras ha esposto alla commissione la difficile situazione dei lavoratori del Parco Geominerario (oltre 500) i cui contratti di lavoro potrebbero scadere alla fine di quest’anno, assieme alla convenzione con i soggetti attuatori degli interventi.

«Siamo molto preoccupati – ha detto Giorgio Piras – perché dopo 14 anni non abbiamo alcuna certezza; il progetto di recupero e bonifica degli ex siti minerari non è stato realizzato nonostante le risorse disponibili e le possibili soluzioni in grado di garantirci una continuità lavorativa sono sempre più lontane.»

Lavoratori in utilizzo 2

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Casa dello studente Cagliari 1 copia

 

Il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, sollecita un maggiore sostegno alle università isolane, con un incremento delle risorse destinate al diritto allo studio.

«Una situazione scaturita – sottolinea Gianluigi Rubiu – anche dall’introduzione del nuovo Isee, che limita la platea degli studenti beneficiari degli aiuti. Abbiamo chiesto alla Regione di intervenire per una modifica volta ad implementare le risorse. Nulla è stato fatto. Non basta. Gli atenei isolani aspettano ancora degli investimenti sulle infrastrutture, tesi a riqualificare gli spazi destinati agli studenti.»

Da qui la protesta di UniCa 2.0 sotto il palazzo del consiglio regionale di via Roma.

«La Sardegna è ancora in ritardo nella spesa per borse di studio, formazione e ricerca – conclude Gianluigi Rubiu -. Ecco perché tantissimi giovani scelgono un percorso di studi nelle università della Penisola o, peggio ancora, negli atenei esteri».

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Antonio Onnis 1

Il 5 febbraio 2016, nel corso della Conferenza territoriale sociosanitaria svoltasi presso la Direzione Generale della ASL 7, è stato deciso l’avvio del programma di diffusione dei defibrillatori in tutti i Comuni dell’ex provincia di Carbonia Iglesias.

Un defibrillatore in tutti i Comuni dell’ex provincia di Carbonia-Iglesias, un defibrillatore per ciascuna della 4 Case della Salute e formazione sull’utilizzo da parte degli operatori della ASL 7 con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone tra cui volontari e forze dell’ordine: questa in sintesi la decisione assunta da parte della Conferenza territoriale sociosanitaria che riunisce i Sindaci della Provincia e la Direzione della ASL 7. Tutti concordi nel riconoscere l’estrema importanza e validità di tale Programma dato che come sottolineato dal presidente della Conferenza «la sopravvivenza dei pazienti vittima di arresto cardiaco dipende da fattori noti, e cioè la necessità di prestare cura immediata ai primi sintomi dell’arresto cardiocircolatorio. Il primo strumento da utilizzare è sicuramente un defibrillatore in mani di chi sappia riconoscere, previa formazione, la necessità dell’intervento».

«La defibrillazione precoce praticata prima dell’arrivo del 118 può rappresentare ‘un’arma vincente’ in grado di salvare molte delle vittime di arresto cardiaco – ha sottolineato il Commissario straordinario della ASL 7 Antonio Onnis – perciò la diffusione degli strumenti necessari ad attuarla deve essere ampia e strategica.»

La Direzione Aziendale intende attivare una collaborazione anche con il Rotary provinciale che già procede con un’iniziativa in quest’ambito.

In Sardegna i dati del 118 attestano che ogni anno si verificano circa 800 arresti cardiaci nei luoghi pubblici e nei posti di lavoro (in Italia 60mila), con una mortalità del 98 per cento. Ma grazie a un pronto intervento con l’utilizzo di un defibrillatore semiautomatico, fino al 30 per cento delle persone colpite da infarto può essere salvato (ovvero 240 all’anno). Ecco perché installare un’apparecchiatura di questo genere nelle zone di grande afflusso ,oltre che negli impianti sportivi, diventa decisivo per salvare vite umane.

I defibrillatori sono dei dispositivi computerizzati semplici da utilizzarsi ma estremamente sicuri ed affidabili, che spiegano con comandi vocali e visivi al soccorritore come intervenire in caso di arresto cardiaco.

In particolare un defibrillatore semiautomatico o automatico esterno è utilizzabile da chiunque (dopo un breve corso di formazione): analizza autonomamente il ritmo cardiaco del paziente e determina se è necessaria l’erogazione di uno shock. Le istruzioni vocali e/o su schermo guidano il soccorritore durante l’esecuzione delle procedure di rianimazione cardiaca.  L’erogazione di una scossa elettrica al cuore colpito da arresto cardiaco improvviso blocca brevemente tutta l’attività elettrica cardiaca. Questa breve “interruzione” dal caos elettrico precedente può essere sufficiente per riavviare il battito cardiaco al ritmo normale.  Il soccorritore deve solo applicare gli elettrodi adesivi sul torace del paziente come indicato su un disegno sugli elettrodi stessi. In caso di richiesta da parte del defibrillatore di erogazione di shock, il soccorritore dovrà premere il pulsante lampeggiante di erogazione shock. Se la diagnosi da parte del defibrillatore non prevede l’erogazione dello shock, il defibrillatore è un dispositivo talmente sicuro che anche premendo accidentalmente il tasto di shock non viene erogata la scarica elettrica.

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

«Per il settore del cinema in Sardegna il 2015 è stato un anno di svolta perché, anche grazie alla certezza delle risorse disponibili fino al 2018 (3 milioni), è stato possibile impostare una buona programmazione pluriennale”.

Lo ha dichiarato Marco Benoni, vice presidente della Fondazione Sardegna Film Commission, davanti alla seconda commissione (Lavoro-Cultura) presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd) che ha avviato un ciclo di audizioni di tutti i soggetti che operano nei settori del cinema, dello spettacolo e della cultura.

Nel suo intervento, Benoni ha espresso un giudizio positivo sulla finanziaria, sottolineando fra l’altro che «la legge sul cinema sta iniziando a dare i suoi frutti» ma ha chiesto alla Regione «uno sforzo ulteriore”» in termini di risorse aggiuntive per consentire alla Fondazione di sviluppare la sua capacità di attrarre nuove produzioni cinematografiche in Sardegna, ruolo che già svolgono da tempo e con successo le diverse Film Commission regionali.

Per l’associazione Moviementu, Paolo Floris si è soffermato sulle ricadute positive dei bandi regionali «che hanno fatto respirare il settore consentendo la ripartenza di molte attività ed aprendo nuovi spazi alle diverse anime della cinematografia sarda».

Nella sua doppia veste di portavoce della associazioni che operano nello spettacolo Marco Benoni ha ricordato «la crisi di cui il settore soffre da molti anni, dovuta in parte alla congiuntura globale ed in parte ad una specificità della Sardegna che, dal 2011 ad oggi, ha registrato una riduzione delle risorse fra il 30 ed il 35%»«Il mondo dello spettacolo non è volontariato – ha aggiunto – ma un campo in cui lavorano professionisti ed imprese e circa 1000 persone; la strada maestra, dunque, è quella della continuità ed occorrono risorse maggiori per garantire al settore il minimo vitale». Proponiamo, ha concluso, «che il fondo per lo spettacolo passi dagli attuali 7.5 milioni ad almeno 10.5».

A nome di Assoartisti-Confesercenti Maria Virginia Siriu ha richiamato l’attenzione della commissione sulle realtà più piccole, lamentando che «la revisione dei criteri per l’assegnazione dei fondi introdotta dalla Regione nel 2013 ha determinato un taglio reale delle risorse di circa il 50%: siamo oltre la soglia di pericolo».

Concetta Vacca, di Assobande, ha posto l’accento sulla gravità della crisi che attraversa il mondo della cultura, affermando che «il movimento bandistico è fatto da volontari, soprattutto giovani, che fanno musica gratuitamente nei grandi e nei piccoli centri pagando i diritti Siae; ora siamo a rischio estinzione perché le risorse della Regione sono le uniche su cui possiamo contare».

Bustianu Pilosu, coordinatore dell’associazione Campos che riunisce autori, artisti e musicisti della tradizione sarda (più di 1000 secondo un primo censimento) ha messo in evidenza la peculiarità della cultura tradizionale «per certi aspetti più famosa nel mondo che in Sardegna, che finora si è dimostrata capace di vivere di niente (appena 60.000 euro) e, di fatto, è fuori dalla normativa regionale di settore; chiediamo di poter essere inseriti con una voce stabile, per la realtà che rappresentiamo e soprattutto per il grandissimo numero di appassionati».

Il presidente della commissione Gavino Manca ha ricordato nelle conclusioni che «nonostante una situazione generale di grande difficoltà, già dal 2015 la Regione ha dato segnali concreti al mondo della cultura, un settore su cui vogliamo continuare ad investire perché riteniamo che possa dare un contributo importante alla crescita della Sardegna». «Al di là del perimetro della finanziaria di quest’anno – ha proseguito – faremo un ragionamento complessivo, sia per valutare i risultati delle leggi di settore e vedere come e dove migliorarle, che per verificare alcune situazioni specifiche che, in un contesto per molti aspetti positivo, hanno fatto registrare penalizzazioni eccessive».

Ne parleremo, ha infine annunciato, subito dopo la legge di riforma del lavoro.

Subito dopo è stata la volta della Federazione della Stampa e dell’Ordine dei Giornalisti. Per la Fnsi il segretario regionale Celestino Tabasso ha affermato che, «dopo l’intervento forte della Regione che ha dato sollievo al settore televisivo in profonda crisi, restano le emergenze di nuovi media come la radiofonia ed i giornali on line ai quali occorre rivolgere molta attenzione, anche perché hanno costi di esercizio più bassi rispetto ai media tradizionali ed un grande radicamento nei territori». «In prospettiva – ha concluso – crediamo sia urgente una riforma della legge regionale sull’editoria, all’interno della quale il settore dell’informazione va separato, a nostro giudizio, da quello dell’editoria classica, ed aperto ai nuovi mezzi di comunicazione».

Il presidente dell’Ordine Francesco Birocchi si è soffermato invece sul dato occupazionale della crisi dell’informazione in Sardegna, ricordando che «più della metà del circa 500 professionisti attivi in Sardegna è precario o non ha un contratto stabile, il settore è attraversato da una crisi strutturale da cui si può iniziare ad uscire anche con il sostegno pubblico a nuovi mezzi come il web ma soprattutto assicurando una crescita nella qualità».

A nome degli Editori sardi dell’Ares (di cui fanno parte 26 case editrici sarde in cui lavorando circa 200 persone) Simonetta Castia ha lamentato il sostanziale “disimpegno della Regione”, disimpegno che a suo giudizio si è manifestato anche con un taglio significativo delle risorse assegnate in alcune occasioni molto importanti per l’editoria sarda, come la Fiera del Libro, il progetto per l’Editoria digitale, il bando per la competitività delle imprese e la promozione della cultura della Sardegna. Anche gli editori hanno sollecitato la riforma della legge sull’editoria (la n. 22/98) utilizzando i contributi della commissione mista di esperti che, hanno ancora sottolineato criticamente, «esiste da tempo ma non è mai stata convocata».

Nel rappresentare la situazione di una realtà storica della Sardegna come l’Isre (Istituto superiore regionale etnografico) il presidente Bruno Murgia ha messo l’accento sulla capacità dell’istituto di «allargare il suo campo di azione nella cultura, veicolando con nuovi mezzi espressivi il grande messaggio identitario della Sardegna». «Chiediamo risorse aggiuntive – ha detto – per fare e non per esistere, abbiamo grandi progetti e persone molto motivate a realizzarli ma per competere e far emergere la qualità delle nostre proposte anche nella cultura c’è bisogno di specialisti».

Nella Fondazione Nivola, ha osservato la presidente Giuliana Altea, «c’è molto volontariato a cominciare dal consiglio di amministrazione ma soprattutto la volontà di proporre alla Sardegna (e non solo) una programmazione aperta alle altre realtà dell’isola ed alle più importanti istituzioni culturali ma i fondi regionali ci consentono appena di coprire i costi di funzionamento». «Abbiamo bisogno di più risorse – ha concluso – perché pensiamo di poter dare col nostro lavoro una spinta alla diversificazione delle nostre attività per conquistare spazi di autonomia che ci rendano sempre meno dipendenti dal sostegno della Regione».

Come rappresentante della Coop Athena di Tempio, che dal 1998 gestisce il sistema bibliotecario della Gallura, Immacolata Sanna ha rivolto un appello alla Regione per un settore che «tutti i giorni fornisce ai cittadini servizi gratuiti di qualità ma viene considerato la Cenerentola della cultura». La Sanna ha poi espresso preoccupazione per l’impostazione della finanziaria relativa al settore, con cui i costi del sistema bibliotecario regionale vengono ripartiti fra Regione e Comuni, con questi ultimo che dovranno farsi carico del 15% delle spese. I Comuni non ce la faranno, ha sostenuto la Sanna, «e quelli più piccoli saranno costretti a chiudere le biblioteche».

Luigi Manias ha richiamato l’attenzione della commissione sulla specificità della Biblioteca gramsciana, «il fondo librario più articolato d’Italia con oltre 5.000 volumi che rappresentano un riferimento specialistico per studiosi e ricercatori». «Dal 2007 – ha ricordato – abbiamo costituito una onlus che, attraverso una rete sempre più sviluppata di collaborazioni nazionali ed internazionali, ha realizzato eventi culturali legati all’opera gramsciana; chiediamo alla Regione di poter proseguire questo percorso virtuoso».

Assente il presidente della Fondazione Garibaldi Mario Birardi, è toccato al capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta sollevare il problema della presenza della Regione nell’istituzione, nata in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia ed ospitata a Caprera nel forte di Abbuticci, risalente alla seconda guerra mondiale e completamente ristrutturato. E’un luogo, ha detto fra l’altro Zanchetta, «che racconta la vita e l’opera di Garibaldi al mondo e la Sardegna non può essere assente da questo formidabile veicolo di cultura».

La commissione, infine, ha ascoltato i rappresentanti delle Scuole civiche di musica, 41 strutture presenti in un territorio comprendente 100 comuni, con 12.000 alunni ed 800 docenti.

A nome delle scuole, Andrea Santucciu ha espresso apprezzamento per l’intervento aggiuntivo operato dalla Regione lo scorso anno, che ha permesso alle scuole di operare in un quadro di maggiore stabilità. «Le scuole civiche di musica – ha ricordato – sopperiscono anche alle carenze dello Stato nella pubblica istruzione, nei territori come nel rapporto con le Università». Sulla finanziaria, Santucciu ha chiesto alla Regione un ulteriore sforzo per assicurare la continuità didattica delle strutture ed un nuovo regolamento per impostare una programmazione pluriennale ed incrementare gli iscritti.

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Jack Devecchi, capitano della Dinamo Banco di Sardegna.

Jack Devecchi, capitano della Dinamo Banco di Sardegna.

Il campionato di basket italiano si ferma per lasciare spazio alla Final Eight di Coppa Italia in programma nel fine settimana al Forum di Assago. Tre giorni di grande spettacolo a partire da venerdì 19 febbraio con i quarti di finale: alle 12.00 Tesi Group Pistoia-Dolomiti Trento, alle 15.15 Vanoli Cremona-Banco di Sardegna Sassari quindi, alle 18.15, Grissin Bon Reggio Emilia-Sidigas Avellino e infine, alle 20.45, EA7 Armani Milano-Umana Venezia. Il giorno dopo spazio alle semifinali e domenica 21 febbraio la finalissima. In rappresentanza del Banco di Sardegna Sassari detentore del titolo, e reduce dalla vittoria in campionato a Venezia, erano presenti il coach Marco Calvani e il capitano Jack Devecchi. «L’equilibrio di questa prima parte della stagione che ha portato a Milano tanti nomi nuovi, è il miglior presupposto per un evento di grande successo che contribuirà ad accrescere presso il pubblico l’interesse per il basket», ha dichiarato Fernando Marino, presidente della Lega Basket.

Calvani, consapevole dell’importanza di difendere il titolo, in fase di presentazione ha dichiarato: «Siamo stati bravi a conquistare la coppa nelle ultime due edizioni e speriamo di far bene anche questa volta». La formazione sassarese se la vedrà al debutto, come detto, con Cremona, un’autentica mina vagante e lo si capisce dalle parole del suo coach Cesare Pancotto: «Siamo i ribelli del campionato». Sassari parte favorita contro i lombardi che hanno qualche problema (McGee è reduce da infortunio e Vitali è in dubbio), si può notare anche dalla quota di 1.80 di Snai riportata su Wincomparator, più bassa rispetto al 2.10 attribuito da Eurobet al Cremona.

I favori del pronostico pendono anche dalla parte di Milano nella sfida contro Venezia e non solo visto che le scarpette rosse giocheranno in casa: «Stiamo andando bene e la strada è tracciata – ha detto il coach croato Jasmin Repesa -. Dobbiamo lavorare con umiltà: inserire tre giocatori nuovi non è facile neanche prima della stagione, figuriamoci durante. Giocare davanti a i nostri tifosi è un bel vantaggio, è una competizione dove non ci sono favoriti, ma dobbiamo fare di tutto per provare a portarla a casa».

Decisamente più equilibrata, almeno sulla carta, l’altra parte del tabellone: il quarto di finale più incerto è quello tra la testa di serie numero uno Reggio Emilia e Avellino. Ma se da un lato gli emiliani si presentano all’appuntamento con tanti problemi fisici dei quali coach Max Menetti non ha ancora un quadro ben definito, Avellino si presenta al Forum ancora imbattuto nel 2016: la squadra campana non perde dal 23 dicembre. Infine, Trento-Pistoia, con quest’ultima allenata da Vincenzo Esposito, che vinse la Coppa Italia da giocatore quando vestiva la divisa di Caserta: «Sono orgoglioso di poter partecipare, all’inizio anno era un traguardo inimmaginabile ma ce lo siamo meritato anche se non ci arriviamo nel nostro momento. Nelle ultime settimane, però, abbiamo dimostrato di saper dare del filo da torcere a chiunque», ha detto il tecnico dai trascorsi anche in NBA con la maglia dei Toronto Raptors.

Tra le otto squadre in gara, è Milano a vantare più titoli, quattro, seguita dalla già citata Dinamo Sassari mentre per Avellino c’è una coppa in bacheca. Nel 2014, sempre al Forum di Assago, la Dinamo Sassari superò la Mens Sana Siena per 80-73, mentre nella passata edizione giocata al PalaDesio, i sardi ebbero la meglio su Milano per 101-94.

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L'italia che non si vede 2016 Short skin

Si terrà domenica 21 febbraio, alle ore 18.00, al Teatro Centrale di Piazza Roma a Carbonia, il primo dei sei appuntamenti con l’edizione 2016 della rassegna cinematografica “L’Italia che non si vede”.

La rassegna è organizzata dal Centro Servizi Culturali Carbonia Iglesias della Società Umanitaria e dal Circolo ARCI-UCCA La Gabbianella Fortunata, con il patrocinio del comune di Carbonia.

Il primo film in programma è Short skin. I dolori del giovane Edo, di Duccio Chiarini.

«Fin da quando è piccolo, il diciassettenne Edoardo soffre di una malformazione al prepuzio che lo rende timido e insicuro con le ragazze.

Chiuso nel suo microcosmo asessuato, reagisce infastidito alle pressioni del mondo esterno. Tutti attorno a lui sembrano parlare soltanto di sesso. A rompere il guscio di Edoardo non saranno tuttavia le pressioni del mondo esterno quanto il ravvicinato incontro con una ragazza conosciuta per caso.»

Prossimi film in programma della rassegna “L’Italia che non si vede”, sempre al Teatro Centrale:

Giovedì 25 febbraio, ore 21.00: Napolislam di Ernesto Pagano

Domenica 28 febbraio, ore 18.00: La bella gente di Ivano de Matteo

Domenica 13 marzo, ore 18.00: Vergine giurata di Laura Bispuri

Giovedì 17 marzo, ore 21.00: Memorie. In viaggio verso Auschwitz di Danilo Monte

Domenica 20 marzo, ore 18.00: Arianna di Carlo Lavagna

Ingresso: posto unico non numerato

Biglietto intero: 4 euro

Biglietto ridotto: 3 euro

Il botteghino aprirà un’ora prima dell’inizio di ciascuno spettacolo, presso

la biglietteria del Cine-Teatro Centrale.

Abbonamenti

Intero: 18 euro

Ridotto: 12 euro

La riduzione è valida per i tesserati Arci e Ficc e per i giovani fino ai 21 anni.

Gli abbonamenti saranno acquistabili presso La Fabbrica del Cinema – C.S.C. Carbonia Società Umanitaria (Spazio Ex – Di’, piazza Sergio Usai, Grande Miniera di Serbariu), a partire da martedì 16 febbraio fino a venerdì 19 febbraio, tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00, escluso venerdì pomeriggio.

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Nave Tirrenia JanasMOBY OTTA

Sconto del 25% sul viaggio successivo per ogni biglietto acquistato. Dopo Moby, anche Tirrenia parte con la grande offerta su tutti i collegamenti, in qualsiasi periodo dell’anno e quindi valida anche in altissima stagione.

Tutti i clienti che acquistano con le due Compagnie un viaggio in Sardegna, Corsica, Elba, Sicilia e Tremiti fino al prossimo 30 aprile, per partenze fino al prossimo 31 dicembre, riceveranno un buono sconto pari al 25% dell’importo pagato (al netto di tasse e diritti) su un nuovo biglietto per qualunque destinazione Moby o Tirrenia.

Il buono, che ha validità a partire dal terzo giorno successivo alla data di prenotazione, è cumulabile con tutte le offerte speciali delle due Compagnie (ad esclusione della tariffa flat riservata ai residenti).

Fino a 5.600 partenze per la Sardegna (fino a 17 al giorno) e più di 33mila passeggeri giornalieri nel 2016. Tirrenia e Moby offrono il più grande network di collegamenti e una vasta scelta di orari e porti di partenza, con la possibilità in alta stagione di viaggiare sia in notturna che in diurna grazie al potenziamento delle corse verso l’Isola. A bordo delle navi gli ospiti possono usufruire dei migliori servizi: ristoranti à la carte, pizzerie, le aree bambini più grandi del Mediterraneo, la zona shopping, le sale giochi, il cinema. Un ambiente piacevole e cordiale per assicurare ai clienti il massimo comfort durante il viaggio.

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Cattedrale Tratalias interni

Domenica 21 febbraio, alle ore 17.00, presso la chiesa Santa Maria di Monserrato (ex Cattedrale) di Tratalias, si terrà l’Incontro Diocesano dei Giovani, aperto a tutti i ragazzi e giovani della diocesi.

Il tema dell’incontro “Misericordiosi come il Padre” ci inserisce dentro il cammino dell’anno giubilare, per sperimentare la Grazia della Misericordia prevedendo anche la possibilità, per chiunque lo desideri, di potersi preparare a vivere il sacramento della Riconciliazione, attraverso una “creativa” attualizzazione della Parola di Dio.

Lo schema previsto per questo “appuntamento” è rivolto a tutti i giovani della diocesi, nessuno escluso, ed è anche tappa formativa sia per quanti si preparano a vivere la GMG di Cracovia che per tutti coloro che desiderano condividere il senso profondo del Giubileo e del pellegrinaggio interiore. Non è quindi riservato solo a chi concretamente incontrerà il Papa a Cracovia ma è per tutti i giovani.

Come ogni altro incontro di Pastorale Giovanile, è aperto a quanti vorranno unirsi a questa esperienza/preghiera, a prescindere dall’età anagrafica, per esprimere la comunione e l’attenzione ai cammini della nostra Chiesa.

L’equipe di Pastorale Giovanile invita e sollecita tutti voi a partecipare e far partecipare a questa tappa del cammino quaresimale della nostra Diocesi.

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«Siamo riusciti ad ottenere, per chi acquisterà lo stabilimento ex Alcoa, un prezzo per l’energia inferiore ai 30 euro a mw/h, che è il prezzo più basso praticato in Europa.»

Lo ha detto Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, poco fa, nel corso della trasmissione de La 7 Coffee Break, che si sta occupando della crisi industriale del Paese, con specifico riferimento all’ex Alcoa e all’Ilva di Taranto.

La proposta del Governo Renzi, prospettata ieri alle parti presenti all’incontro di Palazzo Chigi dal sottosegretario della Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, salvo imprevisti, sarà possibile grazie alla stipula di un accordo bilaterale con un produttore primario di energia operante in Sardegna.

Per la precisione, il prezzo che verrà proposto a Glencore, la multinazionale svizzera che già un anno fa ha dato la sua disponibilità a rilevare lo stabilimento a condizione che le vengano riconosciute condizioni tariffarie dell’energia elettrica in linea con la media europea, per 10 anni, dovrebbe oscillare tra i 28 e i 29 euro per mw/h.

Il ricorso ad accordi bilaterali consentirà di evitare il vaglio dell’Unione Europea che fino ad oggi ha sempre creato grossi ostacoli in tal senso, avanzando forti dubbi sullo “sconfinamento” verso gli “aiuti di Stato”.

Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 10