25 November, 2024
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INVITO SEMINARIO 12 FEBBRAIO

Servizi alla persona, accreditamento e alternativa agli appalti. E’ il tema del seminario che si svolgerà venerdì 12 febbraio nella sala convegni della Fondazione Banco di Sardegna in via Salvatore da Horta 2, a Cagliari, a partire dalle 9.00. All’iniziativa, promossa da Legacoop Cagliari e Legacoop Sardegna, partecipano l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, il presidente dell’Anci Pier Sandro Scano, il responsabile integrazione socio sanitaria e politiche per la non autosufficienza della Regione Emilia Romagna Fabrizio Raffaele, il responsabile dell’area welfare di Legacoop Bologna, il presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori. Apertura lavori Daniela Schirru presidente Legacoop Cagliari.

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Domani, giovedì 11 febbraio, anche al Policlinico Duilio Casula si celebra la XXIV Giornata Mondiale del Malato.
Saranno interessati diversi reparti tra cui, in maniera particolare, i reparti Chirurgici, l’Otorino e l’Oncologia. Da metà mattina i reparti saranno animati da volontari e pazienti coordinati dal cappellano padre Giuseppe Carrucciu, che porteranno un momento di serenità tra i pazienti ricoverati nei presidi dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. 

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Con le due distinte audizioni dei rappresentanti delle associazioni del settore pesca e di quello dello spettacolo si sono conclusme domani alle 10.00, alla presenza  dell’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, si svolgerà la discussione generale sulla Manovra 2016.

Questa mattina i responsabili regionali di Agci-Agrital, Giovanni Loi; di Legacoop – dipartimento pesca, Gabriele Chessa; dell’associazione armatori motopescherecci sardi, Renato Murgia, hanno portato all’attenzione del parlamentino del Bilancio le difficoltà del comparto della pesca, unitamente alla richiesta di nuovi stanziamenti a favore di un settore che è stato definito “fondamentale per l’economia isolana”. «Contiamo 1.300 imbarcazioni – ha spiegato Giovanni Loi – 3.000 buste paga dirette e mille operatori nelle attività in laguna, per un indotto complessivo che assicura il reddito a circa diecimila persone in Sardegna». Le richieste avanzate alla commissione riguardano principalmente il finanziamento di un progetto di manutenzione straordinaria delle lagune e stanziamenti adeguati per il ristoro dei danni causati dai cormorani nelle aree umide e dai delfini in mare. A questo proposito, Gabriele Chessa (Legacoop) ha dichiarato la contrarietà delle associazioni della pesca per la decisione della giunta di unificare in un unico capitolo di bilancio (1 milione di euro di stanziamento complessivo) il ristoro dei danni provocati dalla fauna selvatica in agricoltura e quelli provocati ai pescatori («l’agricoltura assorbirebbe il 98% dei fondi»). L’ulteriore sottolineatura critica ha riguardato l’azzeramento delle risorse al fondo solidarietà della pesca.

Il presidente dell’associazione degli armatori dei motopescherecci, ha denunciato “il basissimo livello di spesa” delle risorse del fondo europeo per la pesca (FeP): «Sulla programmazione 2007-2013 la Regione sarda ha restituito il 40% delle risorse assegnate a causa del mancato raccordo tra le diverse agenzie e l’assessorato ed anche perché i bandi sono datati nell’impostazione e del tutto inadeguati».

Le associazioni della pesca hanno dunque rammentato le difficoltà delle aziende nell’accesso al credito ed hanno concluso definendo “offensivo” lo stanziamento di centomila euro per i danni causati dai delfini: «Con una flotta di mille barche significano dieci euro a imbarcazione e il tutto sta a significare che è inutile istruire la pratica per domandare il ristoro dei danni»

A seguire si sono svolte le audizioni di rappresentanti delle associazioni del settore dello spettacolo in Sardegna. Piero Marras e Lelio Lecis (Agis); Massimiliano Leoni (Agis – Asmed); Antioco Usala e Giulio Landis (Cosass), Marco Benoni (Federcultura – Confoccop) hanno portato all’attenzione della commissione Bilancio la drammatica situazione del settore che – così è stato affermato – senza il ripristino degli stanziamenti in bilancio rischia la scomparsa.

Piero Marras, Lelio Lecis, Marco Benoni e Giulio Landis hanno ricordato la continua riduzione, nel corso degli ultimi anni,  dei fondi destinati alla cultura e alle rappresentazioni artistiche ed hanno chiesto con forza, uno stanziamento di almeno 10 milioni sul capitolo di spesa destinato ai contributi per le attività teatrali, musicali e alle iniziative culturali, nonché l’approvazione di una legge regionale sullo spettacolo.

Il consigliere Ignazio Locci (Fi), ha quindi confermato l’insufficiente stanziamento nel capitolo di bilancio («le associazioni hanno definito insufficiente una dotazione di 7,5 milioni ma i fondi sono ancora meno perché si fermano a poco più di 5 milioni di euro») ed il consigliere dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha proposto la presentazione di un emendamento bipartisan per lo stanziamento delle risorse necessarie a non far morire l’industria dello spettacolo in Sardegna. A favore di iniziative per la valorizzazione delle attività culturali ed artistiche si sono espressi Annamaria Busia (Cd); Christian Solinas (Psd’Az) e Gianfranco Congiu (Pds).

Il presidente della commissione, Franco Sabatini (Pd), in conclusione dei lavori, non ha nascosto il disappunto per l’insufficiente stanziamento dei fondi ed ha affermato che, già in sede di predisposizione della manovra, aveva invitato l’esecutivo ad assicurare gli stanziamenti necessarie allo spettacolo e ad un’altra serie di voci del bilancio che continuano, invece, a non avere certezze sul livello di dotazione finanziaria. 

 

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La V commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale ha concluso questa mattina il ciclo di audizioni sulle proposte di legge presentate dai consiglieri Daniela Forma (Pd) e Luigi Crisponi (Pd) in materia di panificazione e tutela dei pani tipici della Sardegna.

Il parlamentino presieduto da Luigi Lotto ha sentito i  docenti universitari Costantino Palmas e Antonio Farris e il presidente dell’Associazione “Pane al pane” Tommaso Sussarello.

Il prof. Farris ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione e offerto alcuni spunti di riflessione: «Questa norma rappresenta un passo in avanti per tentare di mettere ordine in un settore senza regole e garantire il consumatore – ha detto Farris – introdurre una distinzione netta tra pane fresco e pane congelato contribuirà a fare chiarezza. La legge però potrebbe osare di più prevedendo una tutela più marcata per le produzioni tipiche. Se si vuole salvare la tipicità dei nostri pani, occorre incentivare la coltivazione del grano sardo e puntare sulle produzioni a lievitazione naturale».

Antonio Farris ha poi smentito che in Sardegna non esista una produzione cerealicola sufficiente per coprire la richiesta dell’industria del pane: «In Sardegna si coltivano attualmente 35mila ettari a grano, in passato la superficie seminata arrivava a 90mila ettari. Oggi si può incentivare il ritorno alla terra, ci sono realtà che già lo fanno con le filiere corte. Non è necessario produrre grano duro per tutti i tipi di pane, è sufficiente farlo per quelli tipici».

Sulle tipologie di pane da tutelare, il docente dell’Università di Sassari ha ricordato che la Regione ha a disposizione un lavoro fatto nel 2002 con i disciplinari di produzione di sei pani tipici: carasau, cocoi, modditzosu, pistocu, tzichi e spianata. «Questo lavoro potrebbe essere utilizzato in legge – ha concluso Farris – basterebbero alcune piccole modifiche».

Il prof. Costantino Palmas ha invece puntato l’attenzione sui risultati della ricerca condotta dall’Università di Cagliari sulle proprietà del pane tipico. «Gli studi effettuati su 50 pazienti diabetici hanno dimostrato che il consumo di pane a lievitazione naturale “aggiusta” la mucosa intestinale e riduce il consumo di insulina – ha spiegato Palmas – i risultati sono straordinari: oltre a migliorare salute dei pazienti, un’alimentazione corretta consente di ridurre notevolmente i costi a carico del sistema sanitario». Palmas ha poi citato come esempio l’esperienza virtuosa portata avanti a Settimo San Pietro dove i panificatori locali si sono consorziati per la produzione del civraxiu. «Qualche anno fa è nato il “Borgo del Pane”, un esempio di filiera corta che ha creato reddito consentendo ai piccoli produttori di proporsi sul mercato con un prodotto di altissima qualità».

Sulla necessità di valorizzare le produzioni tipiche ha insistito anche il presidente dell’Associazione “Pane al pane” Tommaso Sussarello che ogni anno, in collaborazione con la Camera di Commercio di Sassari, valuta e seleziona i pani tipici presentati dai produttori locali in occasione della Cavalcata Sarda. «Sono produzioni che hanno un grande valore sul mercato – ha detto Sussarello – le tipicità possono rappresentare la Sardegna nel mondo. La legge non può non tenerne conto».

Il presidente Luigi Lotto ha spiegato che l’orientamento della Commissione è quello di arrivare in tempi rapidi a un Testo Unico. «Le due proposte in discussione possono essere integrate e ampliate – ha detto Lotto – obiettivo primario è arrivare a una disciplina organica dell’attività di panificazione che tuteli produttori e consumatori. Grande attenzione sarà riservata anche ai pani tipici e alla valorizzazione delle filiere corte. La speranza è quella di arrivare ad individuare almeno un marchio Dop e a definire 4 o 5 disciplinari di produzione».

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Il comune di Carbonia ha pubblicato l’avviso pubblico per le manifestazione di interesse rivolte ai soggetti del Terzo Settore che, nell’ambito di progetti realizzati insieme al Comune, consentiranno a chi beneficia di un sostegno al reddito di svolgere attività di volontariato per la propria Comunità.

Il Comune, dopo aver approvato le linee di indirizzo, mette in pratica le opportunità offerte dal progetto “Diamoci una mano” promosso dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.

Per la rilevanza sociale di queste iniziative che consentiranno ai soggetti coinvolti non soltanto di sviluppare nuove competenze, ma anche di rendere un servizio utile alla Comunità, l’Amministrazione comunale intende valutare l’interesse di coloro che, in forma gratuita, possano collaborare alla progettazione e gestione delle stesse iniziative.

I soggetti interessati, in forma singola o associata, dovranno far pervenire la propria manifestazione di interesse, al protocollo generale del comune di Carbonia, in Piazza Roma, direttamente a mano o tramite corriere o con raccomandata A/R. La manifestazione di interesse deve essere contenuta in  busta chiusa, indirizzata ai Servizi Sociali del Comune di Carbonia, e deve pervenire entro le ore 12.00 del 25 febbraio 2016.

«Le possibilità offerte da questo strumento sono finalizzate al coinvolgimento e alla partecipazione attiva del Cittadino. Vogliono rappresentare uno stimolo per coloro che percepiscono il sostegno al reddito che, in questo modo, possono sentirsi utili e maturare nuove competenze e conoscenze. Questo intervento – conclude Maria Marongiu, assessore delle Politiche sociali del comune di Carbonia – rappresenta anche una forma di giustizia sociale, perché chi è aiutato dalla Comunità, con una qualsivoglia forma di assistenza economica, a sua volta può restituire alla città, attraverso il lavoro volontario, il bene ottenuto.»

Maria Marongiu 4

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Tore Cherchi 5 copia

«Chi sono i soggetti attuatori dei circa 70 interventi inseriti nel Piano Sulcis e della spesa di fondi pubblici che ammonta a circa 620 milioni di euro? Con lo strumento della delega, oltre 35 interventi sono stati assegnati ad Enti locali e loro consorzi. Si tratta, per lo più, sebbene non esclusivamente, di investimenti in infrastrutture e bonifiche che spaziano da importi modesti a decine di milioni di euro. Le risorse assegnate agli Enti Locali ammontano a oltre 130 milioni di euro, pari a un quinto del totale.»

Lo scrive in una nota diffusa nel pomeriggio, Tore Cherchi, coordinatore del Piano nominato dalla Giunta regionale.

Le società di capitale a controllo pubblico sono titolari dell’attuazione di 17 interventi finanziati con circa 195 milioni di euro, pari al 30% del totale. Fra le società pubbliche spiccano Anas SpA (viabilità per 56 milioni di euro), Igea SpA (bonifiche per circa 70 milioni di euro), Sotacarbo SpA (ricerca tecnologica, oltre38 milioni di euro).

La Regione è direttamente soggetto attuatore di interventi per complessivi 66 milioni di euro, attraverso l’assessorato del Bilancio e della Programmazione (incentivi alle imprese per complessivi 44,5 milioni di euro), l’assessorato dei Lavori pubblici (porti e altro per 19 milioni di euro) e l’assessorato del Lavoro (2,5 milioni di euro).

Lo Stato gestisce direttamente attraverso il ministero dello Sviluppo Economico la Zona Franca Urbana che sta erogando 125 milioni di euro di detrazioni fiscali essenzialmente in favore delle micro-piccole imprese artigiane e del piccolo commercio e, attraverso Invitalia, 105 milioni di euro per contratti di sviluppo in maggior parte già impegnati.

«Tutte le Istituzioni, comprese quelle locali – sottolinea Tore Cherchi -, sono state impegnate nell’attuazione con deleghe e finanziamenti specifici. Ogni soggetto è stato messo nelle condizioni di far fronte alla propria parte a partire dalla disponibilità delle risorse.»

Nel quadro finanziario compaiono i primi investimenti privati, direttamente o indirettamente trainati dal Piano. Fra questi due contratti di sviluppo (Eurallumina già deliberato, e Bioedilizia in istruttoria), nove iniziative in agroalimentare e turismo e due interventi di bonifica (Alcoa e Portovesme, risorse tutte private per circa 50 milioni di euro).

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«Ben 17 milioni di euro in meno per l’erogazione di provvidenze a favore di talassemici, nefropatici, linfopatici ed emofilici; per il trasporto dei disabili, per il pagamento delle rette di ricovero per l’assistenza residenziale ed erogazione dei sussidi a persone affette da patologie psichiatriche (cosiddetta legge 20). Dallo stanziamento di 47 milioni di euro del 2015 si è passati ai 30 previsti per il 2016. Una mannaia che ancora una volta si abbatte sugli ultimi, sulle persone in difficoltà.»

La denuncia arriva da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Con la Finanziaria 2016 – aggiunge Locci – la Giunta dei professori conferma di voler andare dritta sulla sua strada armata esclusivamente di calcolatrice e cesoia. E poco importa se a farne le spese saranno i cittadini. Un taglio di risorse che si tramuterà in un immenso problema per gli Enti locali, che rischieranno di non poter fronteggiare le esigenze degli aventi diritto. Noi ci opponiamo a questa politica dei tagli che ormai contraddistingue l’operato del centrosinistra, e nelle sedi opportune cercheremo di dare il nostro contributo affinché si ripristino i fondi necessari. Siamo inoltre convinti – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – che sia necessario mettere comunque mano al sistema per riformarlo ed eliminare le sacche di abuso, soprattutto quelle della legge 20, ovvero dei sofferenti psichici.»

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Un rilevatore di allagamento del ponte sul Rio Sestu, in via Santa Caterina in caso di allerta meteo: l’Amministrazione​ ​comunale di Elmas, con una determina, si attiva per scongiurare i pericoli derivanti dagli eventi atmosferici.

Il comando di Polizia Locale, insieme ai tecnici del settore Ambiente del comune di Elmas, nei vari sopralluoghi hanno rilevato che, in occasione delle forti precipitazioni, proprio quel ponte viene completamente allagato impedendo la percorribilità veicolare e pedonale e creando così un grave pericolo per l’incolumità delle persone.

Il sistema rilevatore di allagamento, la cui fornitura e posa in opera avverrà tramite il Mepa (Mercato elettronico della ​P​ubblica ​A​mministrazione), verrà alimentato con un pannello fotovoltaico e posizionato nei pressi del ponte. Avrà lo scopo di informare gli utenti della strada, nei modi previsti dal Codice stradale, del divieto di transito e di accesso alla stessa struttura, tramite cartelli stradali e segnali luminosi come la luce gialla a intermittenza e la luce rossa che si attiverà in ambo i sensi di marcia quando il fiume sarà in piena​.​

Elmas lavori

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Maccus

Domenica 14 febbraio, alle ore 17.00, festa di Carnevale al Ghetto degli ebrei di Cagliari, con le Matte Maschere MACCUS di Virginia Viviano. Un tuffo nel passato per ritrovare le fiabe e imparare a giocare.

Matte Maschere Maccus è una festa/spettacolo del Teatro Circo Maccus nei panni di una compagnia di Giullari Acrobati Musici e Saltimbanco medioevali che coinvolgerà tutti i bambini con numeri di acrobatica aerea su tessuti e trapezi, giocoleria, fuoco,  musica e canti dal vivo. La festa sarà un viaggio avventuroso e affascinante per conquistare la chiave dello scrigno magico della fantasia.

Verranno formate due squadre: I Paladini Alati e i Cavalieri Invincibili. Ciascuna avrà un suo stendardo e un suo colore. Dopo la lettura del Bando di Gara si darà inizio al Torneo. Chi vincerà avrà salvato la principessa rinchiusa sulla torre (il trapezio volante). Sarà proprio lei dall’alto della sua torre proporre gli enigmi da risolvere e le prove da affrontare. La tenzone prevede prove d’abilità come camminare su un filo teso, salire in cima ad una pertica, tirare con fionda e arco ad un bersaglio, e giochi a squadre come il tiro della corda, la cavallina e luna monta, etc. etc. Non mancheranno sorprese lazzi e scherzi, perché Matte Maschere Maccus vi farà sognare!

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Iglesias 2 copia

Oggi, 10 febbraio, si celebra la Giornata del ricordo per le vittime della carneficina delle foibe nella Venezia Giulia e nell’Istria ed il conseguente esodo da quelle terre di oltre trecentomila connazionali. Questa data fu istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92 «al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

«Dobbiamo fare memoria di questa tragedia – commenta il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo – in cui moltissimi nostri connazionali furono barbaramente trucidati alla fine della seconda guerra mondiale nell’orrore delle foibe per far diventare il ricordo di quel che è stato un monito per noi tutti, perché queste fatti non accadano più.»