Si moltiplicano le prese di posizione delle forze politiche e dei gruppi consiliari sulla cancellazione degli aumenti di Irap e Irpef.
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Si moltiplicano le prese di posizione delle forze politiche e dei gruppi del Consiglio regionale sulla decisione della Giunta Pigliaru di cancellare l’aumento di Irap ed Irpef per l’appianamento del deficit della Sanità.
Dopo i Riformatori sardi, sulla materia intervengono i consiglieri regionali di Sel Sardegna, Rossomori, Partito Socialista, Unione Popolare Cristiana.
«Apprezziamo lo sforzo della Giunta e la conseguente sospensione degli aumenti IRAP e IRPEF. Questa decisione va nel senso auspicato dalle forze politiche che compongono la maggioranza e alleggerisce in maniera importante il lavoro del Consiglio sulla Legge di stabilità 2016 – si legge in una nota -. Restano però ancora aperti nodi per noi ineludibili: il ciclo di audizioni che ha visto impegnata la commissione bilancio nelle settimane passate ha fotografato un’Isola molto lontana dal superamento della crisi economica e sociale, che necessita di strumenti per rilanciare comparti produttivi in grande difficoltà e alleviare le sofferenze, in particolar modo per le zone interne e più periferiche della Sardegna.»
«La discussione della legge di stabilità 2016 non deve e non può ridursi a mero adempimento burocratico per il Consiglio regionale e per le forze politiche democratiche, progressiste e identitarie che compongono la maggioranza al governo della Regione – aggiungono i consiglieri regionali di Sel Sardegna, Rossomori, Partito Socialista, Unione Popolare Cristiana -. Alcune misure presenti nel testo esitato dalla Giunta rischiano, se non corrette in Consiglio regionale, di non risolvere i problemi e, in alcuni casi, di acuire le difficoltà:
- In primo luogo, crediamo sia urgente e irrimandabile il ripristino dei livelli relativi alla spesa sociale.
Gli stanziamenti relativi al finanziamento della L. 162 e della L. 20, il sostegno alle estreme povertà, il finanziamento dei cantieri sociali e verdi, il pagamento dei lavoratori in utilizzo e socialmente utili, i fondi stanziati per coprire il diritto allo studio non sono adeguati alle esigenze, come tra l’altro sancito durante i lavori della conferenza organizzata ieri dall’”Alleanza contro la povertà”. - Occorre affrontare le emergenze aperte e evitare di crearne di nuove. L’Università sarda penalizzata da politiche nazionali che hanno ulteriormente accentuato le disparità tra gli atenei del nord e il resto del Paese necessita di risposte immediate. Allo stesso modo occorre un intervento che permetta al tessuto culturale dell’Isola di sopravvivere, compensando i tagli dei trasferimenti statali al comparto spettacolo e adeguando gli stanziamenti ormai storicizzati che da sempre consentono di garantire il mantenimento in tutto il territorio regionale di musei, biblioteche e scuole.
- E’ indispensabile investire risorse in politiche di sviluppo capaci di rilanciare e in alcuni casi tenere in piedi i comparti produttivi dell’isola con un’attenzione particolare alle zone interne soggette a uno spopolamento che la classe dirigente alla guida dell’Isola non può permettersi di considerare irreversibile.»
«Appare evidente come mezzi e fini siano pericolosamente sproporzionati e che il livello stimato delle entrate di cui dispone la Regione non sia in grado oggi di garantire risposte ai tanti problemi aperti. La vertenza entrate ci appare tutt’altro che risolta. Senza la possibilità di utilizzare in maniera piena e senza limiti le riserve erariali e senza un’azione forte sugli accantonamenti, che nei fatti reintroducono sotto mentite spoglie i meccanismi restrittivi del Patto di stabilità, l’accordo tra Stato e regione sottoscritto nel maggio 2014 rischia di rimanere una riforma monca, priva di effetti o addirittura con effetti negativi sull’economia sarda.
Solo dirimendo questi temi – concludono i consiglieri regionali di Sel Sardegna, Rossomori, Partito Socialista, Unione Popolare Cristiana – potremo dotare la Sardegna di un bilancio che non rimandi a domani problemi che necessitano di una soluzione oggi.»
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