Tra CISL e CGIL si acuiscono le divisioni emerse negli ultimi giorni sulla mobilitazione del territorio iniziata il 1° febbraio.
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Si acuiscono le divisioni tra CISL e CGIL emerse negli ultimi giorni sulla mobilitazione del territorio iniziata il 1° febbraio. Dopo il botta e risposta di ieri sera tra il segretario generale della CGIL Roberto Puddu e il segretario generale della CISL Fabio Enne, tra i principali promotori della mobilitazione, non condivisa dalla CGIL.
Stamane Roberto Puddu ha così commentato nel suo profilo facebook, la replica di Fabio Enne al comunicato della CGIL, entrambi pubblicati integralmente su www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com .
«Non saprei davvero cosa aggiungere al nostro comunicato (e dico nostro perché è di TUTTA la CGIL) che risponde alle richieste e anzi alle pretese formulate con urla a mezzo stampa. Certe affermazioni fatte da chi ha storia ben diversa dalla nostra e da chi, incoerentemente, si accompagna con responsabili, oggi sofferenti per la perdita del potere, delle peggiori nefandezze materiali e morali nei confronti del lavoro nel territorio e non solo, ed altri in perenne campagna elettorale, stanno a dimostrare ancora di più la correttezza della nostra decisione. Noi le bandiere, come parti della stessa CISL (sulla quale dovrebbe avere attenzione il segretario generale di quella organizzazione) non le ammaineremo mai, perché facendolo rinunceremo alla nostra identità e rappresentanza. Cosa che solo a pensarla, per quanto mi riguarda personalmente, mi porterebbe a trarne immediatamente le conseguenti conclusioni! Ma che volete… capisco che abbiamo differenti considerazioni della Organizzazione che abbiamo l’onore di rappresentare. Per questo e perché ognuno di noi ha il suo stile, condivido nella mia pagina la lettera del mio “collega”, dalla quale però se togliamo le offese, l’innalzamento dei toni, l’immaginazione del forte gesticolare e la presunzione della suprema ragione alla quale annettere tutti e tutto (magari anche le parti della sua stessa Organizzazione che non lo seguono e ai quali nega la possibilità del confronto unitario dei rispettivi gruppi dirigenti). Ecco se togliamo quelle poche cose, che qualificano chi scrive, a me non pare rimanga molto.»
Alle 12.24 Fabio Enne ha replicato ancora al segretario generale della CGIL, con un comunicato che riportiamo pure integralmente.
«Il buon gusto non costa niente, ma se non ce l’hai non lo puoi comprare. Basterebbe questa locuzione per rispondere alle fantasiose denigrazioni del Segretario della CGIL. Tutto ciò, però, non è rilevante per quelle migliaia di disoccupati che percorrono le strade del Sulcis Iglesiente e della Sardegna. Non è importante per i lavoratori dell’Alcoa e di tutte quelle aziende in crisi per le quali la politica e, oggettivamente, il sindacato ha voluto o potuto fare ben poco.»
Siamo stanchi di un sindacato che funge da cinghia di trasmissione del partito di riferimento. Siamo infiacchiti da un sindacato che occupa e agita la piazza solo per ragioni politiche. Il Sulcis Iglesiente è attraversato da un disfacimento sociale ed economico senza precedenti. Ovunque si scorgono macerie. La disgrazia è che siamo al cospetto finanche di una crisi di idee e di progettualità. Alzare la voce e manifestare il dissenso contro il Governo nazionale e regionale per denunciare l’inefficacia degli strumenti in campo, non ci sembra un atto di lesa maestà. Il Piano Sulcis rappresenta un fallimento.»
Non possiamo più perdere tempo. Non possiamo essere accondiscendenti nei confronti di nessuno. Le famiglie indigenti nell’Isola sono 108mila. La quota di famiglie in povertà, secondo l’Istat, è pari al 15%, una percentuale ben più alta di quella nazionale che risulta del 10,3%, e indiscutibilmente più elevata rispetto a quella delle regioni del Centro (6,3%) e del Nord (4,9%) del Paese. Ancora più alta risulta la percentuale nel Sulcis Iglesiente con i suoi 37mila disoccupati.
E’ in nome di quei poveri, di quelle famiglie, di quei disoccupati, di coloro che rischiano di perdere il lavoro che chiediamo insistentemente al Governo di ascoltarci.
Mio caro Segretario della CGIL, ho scelto di essere l’amico di quella moltitudine di persone in difficoltà, non di un partito.
Inoltre, La invito a concentrarsi ed occuparsi della Sua organizzazione e Le ricordo che l’assemblea organizzativa CISL del Sulcis Iglesiente, il 5 ottobre 2015, ha votato, praticamente all’unanimità (110 quadri e delegati favorevoli, 11 astenuti) il documento finale che prevedeva, tra i tanti obiettivi, la MOBILITAZIONE GENERALE POPOLARE.»
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