23 December, 2024
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Nuova durissima critica del segretario generale UST CISL del Sulcis Iglesiente, Fabio Enne, alla Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru.

«L’esecutivo guidato dal presidente Pigliaru sconta un ritardo tragico nella gestione delle innumerevoli emergenze che riguardano la nostra isola; finora è stata incapace di portare a termine gli impegni presi con le parti sociali – scrive Fabio Enne in una Nota diffusa stamane -. Con la mobilitazione generale popolare partita il 1 febbraio si è voluto offrire un segnale al Governo Regionale. Abbiamo, insieme a tutti i soggetti organizzatori, provato a rendere partecipe il presidente Pigliaru delle emergenze che impediscono all’economia isolana di ripartire, proponendo un percorso serio e concreto.»

«Nei giorni scorsi abbiamo inviato una relazione e l’ennesima richiesta di incontro – aggiunge Fabio Enne -. Ad oggi tutto tace, nessuna apertura al dialogo. Calpestano ciò che resta delle macerie industriali, senza creare alternative al deserto sociale ed economico in cui versano i diversi settori merceologici. E’ una situazione anacronistica: per poter interloquire con il governo regionale o nazionale pare si debba ricorrere ad azioni estreme, cortei, blocchi stradali, occupazioni, sembra che oramai siano indispensabili e necessari per poter essere ascoltati.»

«La tattica usata, ossia quella di non far nulla per alleviare il disagio sociale e la precaria situazione economica, la dice lunga sulla sensibilità e il rispetto verso l’intera collettività, da parte di chi ha la responsabilità politica di amministrare. Confermando tuttavia la grande responsabilità esercitata in occasione delle mobilitazioni e rispettosi della Settimana Santa, attenderemo ancora qualche giorno. In assenza di segnali tangibili e fatti reali, siamo pronti a ricominciare da dove ci eravamo lasciati. Siamo risoluti a dirigerci verso il capoluogo sardo, forti dei nostri diritti e armati di democrazia – conclude Fabio Enne -, attiveremo tutte le azioni atte a prefigurare un futuro dignitoso per il lavoro e l’economia del nostro territorio.»

Fabio Enne 58

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Sono in programma oggi le partite di ritorno delle semifinali della Coppa Italia Dilettanti di Promozione regionale: Orrolese-Carbonia e Macomerese-Bosa.

Orrolese-Carbonia verrà diretta da Gabriele Caggiari di Cagliari (assistenti di linea Alberto Murru e Luigi Satta di Cagliari), l’inizio è fissato alle ore 15.30. Si parte dal 2 a 2 maturato sette giorni fa a Carbonia.

Macomerese-Bosa verrà diretta da Andrea Pani di Sassari (assistenti di linea Giuseppe Ruzzone e Carlo Sanna di Ozieri), l’inizio è fissato alle ore 18.30. Si p<rte dal 2 a 0 per il Hosa maturato il 2 marzo scorso.

Ricordiamo che sette giorni fa è sfumata a due minuti dalla fine la vittoria del Carbonia sull’Orrolese, capolista del campionato di Promozione, nella partita di andata. Nel primo tempo il Carbonia aveva dominato l’Orrolese, andando in goal prima con Giuseppe Corona, al 13′, poi con Daniele Contu, al 38′. La squadra ospite aveva reagito nel secondo tempo, dimezzando lo svantaggio al 10′ con un calcio di rigore concesso con un discusso fallo di mano in area di Fabiano Todde e trasformato da Alberto Usai.

Il Carbonia aveva poi controllato il gioco e il risultato, rischiando decisamente poco, segnando anche il terzo goal, con Nicola Boi, annullato per fuorigioco di Fabiano Todde, fino al 43′, quando una distrazione del reparto difensivo aveva consentito a Matteo Mura di pareggiare i conti con un bel colpo di testa, su calcio d’angolo battuto da Alberto Usai.

Carbonia - Orrolese 2Goal annullato al CarboniaCarbonia - Orrolese 4 Carbonia - Orrolese 3 Carbonia - Orrolese 1 Giancarlo Porcu Andrea Marongiu copiaStefano Demontis

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato oggi l’articolo 2 della Manovra Finanziaria, disego di legge 297 “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (legge di stabilità 2016) e relativi allegati”.

In apertura di seduta il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime degli attentati terroristici di Bruxelles.

«Quanto accaduto a Bruxelles questa mattina sconcerta e addolora – ha detto il presidente Gianfranco Ganau – gli attentati all’aeroporto internazionale e alla metropolitana della capitale belga, rivendicati qualche ora fa dall’Isis, ci lasciano basiti e increduli».

Il massimo rappresentante dell’Assemblea Sarda ha poi ricordato il pesante bilancio dei due attentati (34 morti e decine di feriti) e puntato l’attenzione sulla necessità di uno sforzo ulteriore per garantire la sicurezza dei cittadini e la loro incolumità. «La paura, però,  non può e non deve vincere perché è l’unico vero obiettivo dei terroristi che con i loro attacchi feroci e mirati vogliono distruggere quei valori di civiltà, democrazia, libertà e pace, così duramente conquistati dall’Europa – ha proseguito Ganau – l’unico argine al terrorismo che continua inesorabilmente a dilagare,  sono il dialogo,  la politica e la diplomazia per favorire in quei paesi del Nord dell’Africa a pochi chilometri dalle nostre coste,  il sostegno alle democrazie, come quella tunisina e l’appoggio, ad esempio, per la formazione di un esecutivo di unità nazionale in Libia. Contro ogni forma di estremismo occorrono unità, determinazione e impegno perché la soluzione non può certo essere la guerra perché è questo il vero pericolo che si rischia di correre: un vortice di violenza e terrore che porterà ancora morte e distruzione». Ganau ha infine espresso la solidarietà dell’Assemblea sarda alle famiglie delle vittime di Bruxelles e a tutto il popolo belga. Un pensiero e un messaggio di vicinanza è stato inoltre rivolto ai familiari delle studentesse Erasmus, morte nel tragico incidente avvenuto ieri in Catalogna.

Osservato il minuto di silenzio, il Consiglio è passato all’esame del provvedimento all’ordine del giorno: la manovra finanziaria 2016-2018.

Ha quindi chiesto la parola il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha voluto ricordare la clamorosa azione di lotta intrapresa da tre sindacalisti dell’Alcoa, saliti ieri sui silos dello stabilimento di Portovesme per protestare contro i ritardi nella soluzione della vertenza. «Oltre al pensiero rivolto alle vittime dei terribili attentati di Bruxelles – ha detto Rubiu – mi sembra giusto ricordare anche i drammi di casa nostra. Per questo chiedo che domani venga posticipata di un’ora la seduta pomeridiana del Consiglio regionale in modo da consentire ai consiglieri che lo ritenessero opportuno di andare a Portovesme a portare la loro solidarietà ai lavoratori dell’Alcoa». La richiesta è stata accolta dal Consiglio, il presidente Ganau ha comunicato che i lavori di domani pomeriggio inizieranno alle 16.30.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 2 “Interventi per lo sviluppo e il sostegno dei sistemi produttivi regionali” e dei relativi emendamenti.

Sentito il parere di Commissione e Giunta, il presidente Ganau ha dato la parola alla consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda che ha bocciato senza mezzi termini  il contenuto della norma. «Questo articolo doveva indicare le linee di pianificazione e di sostegno ai sistemi produttivi regionali – ha affermato Zedda – mette invece a disposizione cifre irrisorie che non risolvono nulla. La norma va cassata, il contenuto non è degno di un documento di pianificazione e programmazione. Non si parla di agricoltura, industria, turismo, di nessuna attività strategica per il settore economico». Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (FdI): «Se io fossi un imprenditore non sardo e volessi farmi un’idea sulle linee di investimento sulle quali lavorare andrei a leggere l’articolo 2 della legge – ha rimarcato Truzzu – ma vedendo i contenuti mi renderei conto che siamo al sistema delle mancette per gli amici e gli amici degli amici». L’esponente di Fratelli d’Italia ha poi sottolineato l’esiguità delle risorse messe a disposizione (“non si arriva a un milione di euro”) e la presenza di provvedimenti che niente hanno a che fare con il rilancio del sistema economico come i 500mila euro a favore dei comuni per l’acquisto di porzioni di rete di distribuzione elettrica..

Per Luigi Crisponi (Riformatori) l’articolo 2 «sembra una barzelletta, una presa per i fondelli, non si può parlare di sostegno al sistema produttivo con 850mila euro».

Crisponi ha sottolineato l’assenza di provvedimenti a favore dei settori trainanti dell’economia isolana come il turismo, l’artigianato e il commercio. «Mi sarei aspettato una proposta seria – ha concluso Crisponi – stiamo davvero parlando di sviluppo? L’articolo va cassato. Non aveva nemmeno senso inserirlo in finanziaria».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Marco Tedde (Forza Italia). «Siamo di fronte a una serie di norme intruse, le definirei anche norme-mancetta. Non è possibile inserire in finanziaria articoli di questa portata, cosa c’entra l’accesso di giovani agricoltori alla terra? Per questo ci sono le norme statali, queste mancette non possono avere ingresso e trovare asilo nella legge di stabilità».

Tedde ha poi ricordato le norme a favore dei pescatori e dei campeggi per le quali però non si indicano risorse. Il consigliere azzurro ha quindi concluso il suo intervento rivolgendosi all’assessore Raffaele Paci: «Faccia una riflessione, lei non ha avuto la forza di opporsi».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha suggerito di modificare gli obiettivi della norma. «Finanziare l’acquisto di porzioni di rete di distribuzione elettrica significa mettere ancora una volta le mani in tasca ai cittadini – ha detto Tocco – in questo modo si rischia di far aumentare la Tasi, sarebbe stato meglio puntare su fonti energetiche alternative. L’articolo 2 non aiuta inoltre le attività produttive, non c’è un progetto complessivo per lo sviluppo».

Molto critico anche Oscar Cherchi (Forza Italia) secondo il quale l’articolo 2 rappresenta «una presa in giro»  e mette in evidenza la miopia della maggioranza che non ha un progetto di sviluppo generale. «Con questa norma si cerca di aiutare gli assessori a risolvere qualche piccolo problema. Un esempio per tutti: si proseguono attività iniziate nella passata legislatura nel settore agricolo. Per questo ho chiesto a Pigliaru di rivedere le deleghe per avere un progetto generale che consenta lo sviluppo del settore».

Angelo Carta (Psd’Az) ha invece segnalato l’urgenza di procedere a una legge organica per rendere più agile il primo insediamento dei giovani in agricoltura. «Questo articolo non risolve nulla – ha detto Carta – il problema di molti comuni sono le concessioni sui terreni gravati da usi civici, si tratta di appezzamenti che possono essere concessi solo per uso pascolo con autorizzazioni annuali, mentre la legge sul primo insediamento in agricoltura richiede concessioni quinquennali. Se non si mette mano al problema sarà impossibile favorire l’ingresso di giovani in agricoltura».

Il consigliere sardista Marcello Orrù, dopo aver sottolineato che quello in discussione «è l’articolo più importante di finanziaria» ha affermato che «ha un titolo fantastico ma è vuoto di contenuti perché parla di delfini, tende da campeggio e balli in maschera e ciò significa non rendersi conto dei veri problemi della Sardegna».  Non vedo proprio, ha aggiunto, «come si possa avere su queste basi una visione ottimistica della realtà sarda, mentre oltre 10.000 aziende hanno chiuso dall’insediamento di questa Giunta e migliaia di lavoratori sopravvivono grazie agli ammortizzatori sociali, peraltro pagati con molti mesi di ritardo; così si condanna la Sardegna all’arretratezza perpetua».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto che «se ci fosse Desini ne approfitterei per fargli capire cosa vuol dire senz’anima, anzi mi sembra una situazione da zombie affermare pomposamente che si vuole sostenere lo sviluppo mentre tutto si riduce a piccoli e piccolissimi interventi senza prospettiva; manca un principio guida, una idea forte». Le cose più importanti per la Sardegna non ci sono scritte, ha concluso, «così si sta alimentando con poche risorse un sistema improduttivo».

Il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha ricordato che «la finanziaria è solo una parte della manovra, anzi nella finanziaria si interviene solo dove non è possibile farlo con leggi di settore; nella manovra, al contrario di quanto sostiene l’opposizione, ci sono fondi per il lavoro e la competitività per oltre 700 milioni ed oltre 500 per l’agenda digitale, per non parlare di altri 15 milioni sempre per il lavoro solo negli emendamenti».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha ribadito la mancata corrispondenza del titolo al contenuto dell’articolo «che forse Raffaele Paci ha subito, passando sopra a ben dieci commi (compresa la voce sui campeggi priva di stanziamento) in cui si parla di piccoli interventi e norme intruse senza toccare minimamente i temi dello sviluppo; si resta stupefatti constatando quanto ci si trova lontani da una vera legge finanziaria, che dovrebbe contenere la filosofia dell’intervento della Regione sul sistema economico regionale».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha detto che «articoli di questo tipo non possono restare anonimi perché sono evidenti gli interessi, e in buona parte anche i nomi, che si vuole tutelare; si fa una grande fatica a percepire una qualche visione in 200.000 per i carburanti agricoli o quella sorta di piano camper o piano tenda, o una qualche coerenza con quella filosofia di tutela integrale della costa di cui tanto si vanta la sinistra; ci voleva una visione altissima e invece manca anche una piccola idea dello sviluppo della Sardegna, mentre le aziende chiudono ed i lavoratori vanno a casa».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha messo l’accento sul fatto che «i nostri emendamenti soppressivi hanno lo scopo di far emergere la verità e sotto questo profilo vorrei che l’assessore Paci, da bravo economista, indicasse quali sono a suo giudizio i veri interventi per lo sviluppo, a meno che non sia cambiata la stessa idea di sviluppo che abbiamo conosciuto; la verità e che non c’è niente per i settori produttivi, sono prebende varie da distribuire fra i consiglieri regionali del centro sinistra, c’è perfino l’aumento della cubature del 40% dopo che ci avete accusato per di essere i peggiori cementificatori». Ma è possibile, ha concluso, «che ci siamo 200 milioni per le politiche del lavoro e non ne troviamo 3 per l’Ente foreste?».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Sdl) ha lamentato che il dibattito in Consiglio  «travalica il gioco delle parti e la stessa minoranza, in effetti, ha espresso un’unica censura riguardante il titolo; i 200 milioni sulle politiche del lavoro sono veri come altri estremamente concreti come quello di una strada che garantisce il collegamento ad un sito industriale».

Subito dopo l’Aula ha respinto gli emendamenti n.24, 424 e 486 con 21 voti favorevoli e 25 contrari.

Successivamente si è aperta la discussione sugli emendamenti nn. 25, 434 e 487.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il consigliere Gaetano Ledda (Misto) ha chiesto la ragioni per le quali è stata dichiarata l’inammissibilità dei suoi emendamenti in materia di compiti dell’agenzia agricola Agea e sulla stabilizzazione dei lavoratori Aras. Mi sembra una decisione anomala, ha concluso, «visto che le stesse proposte sono state esaminate ed approvate dalla commissione».

Il presidente Ganau ha spiegato che le proposte in oggetto, modificando leggi di settore ed intervenendo sulla materia del personale, costituiscono precisi motivi di inammissibilità.

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha osservato che, in realtà, si tratta di proposte che intervengono su razionalizzazione di spesa e semplificazione delle procedure; il giudizio quindi andrebbe sospeso, considerando l’utilità del loro contributo.

Il presidente Ganau ha ribadito che le cause di inammissibilità sono puntualmente indicate dalle norme.

Successivamente il Consiglio ha respinto gli emendamenti nn. 25, 484, 487, 26,488, 27, 425, 489, 28, 426, 29 e 427.

Si è quindi aperta la discussione sugli emendamenti nn. 30 e 428.

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sottolineato che, anche in materia di provvedimenti per occupazione, «non possiamo che far notare una profonda mancanza di visione perché sarebbe stato davvero auspicabile impegnarsi per qualcosa di concreto, mentre è molto riduttivo concentrarsi su questa parte della legge 28 anziché dare vita ad un programma organico capace di valorizzare nuove tipologie economiche».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha dichiarato che «probabilmente i padri costituenti si stanno rivoltando nella tomba, perché la maggioranza è stata prima capace di approvare una norma che modifica il codice di procedura civile determinando l’impignorabilità di alcuni crediti, ora stiamo rischiando una bruttissima figura inventando una specie di condono perché si concede a chi ha sbagliato di fare altre scelte, mentre invece il principio guida deve essere: chi sbaglia paga».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di «stravolgimento della legge 28, che peraltro ha movimentato risorse ingenti senza raggiungere gli obiettivi, l’operazione che si propone è inaccettabile, perché si sta sanando chi ha costruito un albergo o una iniziativa con quei fondi, legittimando cambio di destinazioni da produttive a residenziali e viceversa». La maggioranza non si rende conto, ha concluso, «che così com’è scritta la norma ha un effetto devastante, perché pretende di trasformare il fango in oro».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha definito il provvedimento «un’altra di quelle cose che nascondono operazioni pericolosissime per consentire a pochi fortunati di cambiare destinazioni d’uso dimenticando che hanno sempre vincoli temporali; nei fatti, declassando la destinazione produttiva si apre a residenze di vario tipo, per esempio socio sanitarie, nascondendosi dietro una legge che voleva aiutare  giovani rilanciando il turismo».

La consigliere Rossella Pinna (Pd) ha definito le preoccupazioni della minoranza «del tutto infondate; la norma prevede chiaramente il riferimento a chi non ha ancora completato gli interventi e può entrare nel mercato con una proposta di diversa che comunque rientra nell’abito della stessa legge».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha insistito invece sul fatto che «la preoccupazione ci sta tutta perché si sta cambiando a posteriori le condizioni dei bandi emanati a suo tempo; Italo Svevo nella coscienza di Zeno riproponeva il tormento del malato nel seguire il percorso indicato dal medico, qui invece salvando il salvabile a tutti i costi non è possibile, ci sono errori gravi e in più la norma non serve a raggiungere gli scopi».

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha affermato che se gli investimenti consentiti con le leggi 28\84 e della legge n.1\2002 non sono stati completati è inopportuno consentirne la modifica.

Il consigliere, Paolo Truzzu (Misto-Fd’I) ha dichiarato: «Se chi ha utilizzato i contributi regionali non ha realizzato l’investimento deve rendere i contributi a suo tempo ricevuto». Truzzu ha evidenziato che l’ultimo finanziamento della legge 28 è datato “qualche decennio” ed è, dunque, “difficile giustificare a distanza di 16 anni chi non ha completato gli investimenti”.

Posto in votazione l’emendamento n.30 uguale al n. 428 non è stato approvato con 27 contrari e 20 favorevoli.

Il presidente del Consiglio, ha annunciato la votazione dell’emendamento n. 31, uguale al n.429, e la consigliera Alessandra Zedda (Fi) si è espressa a favore della soppressione del comma 7 all’articolo 2. Così come il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, che ha ricordato che la legge 28 “chiusa nel 2000” non è mai stata notificata all’Unione europea ed ha affermato: «Volete consentire a chi avrebbe dovuto restituire il contributo la trasformazione in sanatoria dell’investimento».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha dichiarato voto a favore dell’emendamento soppressivo ed ha ricordato il dettato delle direttive di attuazione della legge 1\2002 evidenziando che “le direttive di attuazione fanno riferimento ai vincoli comunitari e dunque si rischia di riproporre il caso degli operatori del settore turistico ricettivo costretti a restituire i contributi della legge 9”.

Anche il consigliere, Marco Tedde (Fi) si è detto favorevole alla soppressione ed ha accusato la Giunta di essere “distratta sul tema dello sviluppo economico”.

Il consigliere, Mario Floris (Misto-Uds) ha ricordato “il grande dibattito a suo tempo sviluppatosi in Consiglio sulla legge 28” e i positivi risultati conseguiti con l’applicazione della norme per agevolare l’occupazione giovanile. «Visto l’importanza dell’argomento – ha concluso – sospendiamo un attimo i lavori e cerchiamo di modificare in positivo le disposizioni della legge 28».

Posto in votazione l’emendamento n.31, uguale al n. 429, non è stato approvato con 24 contrari e 18 a favore.

Sull’emendamento n. 32, uguale al n. 430 e al n. 490, è intervenuto il consigliere, Oscar Cherchi (Fi), che ha invitato l’assessore dell’Agricoltura a spiegare se il dettato del comma 8 (introduce la possibilità di dare in affitto o a titolo gratuito terreni  a giovani agricoltori) sia o no in contrasto con le misure del Psr. La consigliera, Alessandra Zedda (Fi), ha criticato la scarsa attenzione che la finanziaria riserva all’Agricoltura («un settore da potenziare con risorse che non ci sono in questa finanziaria») ed ha definito il comma 8 “una semplice norma di principio”. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha proposto l’introduzione del “fide pascolo” insieme con l’affitto: «Una formula veloce e corretta che è utilizzata con successo in molti Comuni della Sardegna per gli usi civici»

Il consigliere Marco Tedde (Fi), ha criticato la formulazione del comma 8 («è una disposizione bucolica non finanziaria») ed ha espresso contrarietà “alla locuzione classica del mondo ambientalista” e cioè quella riportata sempre nel comma 8 “contenere il consumo dei suoli agricoli”. Luigi Crisponi (Riformatori) ha sottolineato la genericità del comma 8: «E’ un pasticcio e merita di essere soppresso». Mentre il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha ricordato che il comma è stato approvato all’unanimità in commissione e ha invitato la maggioranza a valutare la proposta dell’introduzione del “fide pascoli” formulata da Angelo Carta. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis (Fi) ha criticato al formulazione del testo («la norma così come è congegnata non consente di conseguire la finalità di concedere terre coltivabili ai giovani agricoltori») ed ha chiesto una breve sospensione per giungere ad una migliore formulazione.

Il capogruppo Psd’Az, Carta, ha quindi formulato l’emendamento orale: «al comma 8 dell’articolo 2, dopo le parole “cessione in affitto” aggiungere  le parola “o fide pascolo” e il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, è intervenuto per esprimersi a favore sia dell’emendamento orale che della proposta di sospensione avanzata da Pietro Pittalis.

L’Aula si è espressa però contro la sospensione e non ha dichiarato contrarietà per la modifica orale avanzata dal capogruppo della minoranza Angelo Carta (Psd’Az).

Si è quindi proceduto con la votazione dell’emendamento soppressivo n. 32, uguale al n.430 e al n. 490, che non è stato approvato con 29 contrari e 15 favorevoli. (A.M.)

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento 491, soppressivo parziale del comma 8 dell’articolo 2.

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc e primo firmatario della proposta correttiva, ha sostenuto che è ridicolo prevedere la dicitura “consumo dei suoli” in campo agricolo. «Lavorare un terreno non significa consumarlo – ha detto – per questo il comma va abrogato».

Daniele Cocco, capogruppo di (Sel), ha difeso il contenuto della norma. «Noi con questo comma vogliamo dire che il terreno va destinato esclusivamente all’agricoltura evitando altre attività». E’ quindi intervenuto Gianluigi Rubiu che ha annunciato il ritiro dell’emendamento 491.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento soppressivo parziale 33 (Pittalis e più) identico agli emendamenti 431(Truzzu) e 492 (Rubiu e più) con i quali si proponeva la cancellazione del comma 9 dell’articolo 2.  

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il suo voto a favore «Dopo i giovani agricoltori volete prendere di mira anche i pescatori – ha detto la consigliera azzurra – come si fa a prevedere un reddito ulteriore per una categoria che fatica ad avere un reddito ordinario? Non riusciamo a mettere mano a una legge organica di settore, anziché pensare a un piano complessivo ci occupiamo di questioni minori».

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, ha contestato la formulazione della norma. «Vi siete superati con invenzioni difficili da comprendere – ha detto Rubiu – prevedete un progetto sperimentale per le attività di pesca-turismo, fish-watching e visite turistiche nelle zone colpite dai danni da delfini. Mi spiegate cosa significa? O è un errore causato dal copia-incolla oppure è frutto della fantasia di qualcuno».

Anche Luigi Crisponi (Riformatori) ha espresso forti perplessità sulla norma: «Vedo che l’assessore si nasconde perché si vergogna. Il testo dell’articolo fa riferimento a settori produttivi ma non si capisce se si parla di operatori della pesca o imprenditori ittici – ha rimarcato Crisponi – questi ultimi sono stati normati con la legge 11 del 2015 che tutela ittiturismo e pesca-turismo. Non si capisce il senso di questo articolo. Vorrei capire se si possono inserire anche i cacciatori. E’ un pasticcio, non è chiaro di che cosa si parla».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ribadito il suo giudizio negativo sulla manovra finanziaria. «Anche in questo articolo sono presenti una serie di norme intruse inserite dalla Commissione che ha radicalmente modificato il disegno di legge originario. Vorrei sapere chi è l’autore di questo comma che sembra una goliardata ma è invece caratterizzato dalla volontà di dare risposte a una certa categoria in vista delle elezioni amministrative». Tedde, dopo aver ricordato che la legge di stabilità impone la discussione di provvedimenti finanziari di larga portata e non di piccoli progetti, ha chiesto lumi alla maggioranza sulle risorse disponibili per attuare le previsioni dell’articolo 2.

Oscar Cherchi (Forza Italia) pur riconoscendo le difficoltà dei piccoli pescatori per i danni causati dai delfini ha detto di ritenere inadeguato un intervento come quello previsto dal comma 9 dell’articolo 2. «La norma va cassata per ripristinare un percorso differente, magari discutendone in modo più appropriato in Commissione».

Luca Pizzuto (Sel) ha svelato all’Aula di essere lui l’estensore del comma 9 rivendicandone con orgoglio il contenuto. «Cerchiamo, come sempre, di schierarci dalla parte degli ultimi e degli emarginati – ha spiegato Pizzuto -abbiamo raccolto un’istanza forte proveniente dalla piccola pesca . Ormai non bastano più i dissuasori, i delfini aspettano le barche all’uscita dal porto e le seguono al largo, una volta gettate le reti mangiano il pesce e causano danni alle attrezzature. Il nostro obiettivo è costruire insieme ai pescatori un progetto che consenta di trasformare il delfino in una risorsa e non in un problema. Si potrebbero portare famiglie e bambini a vedere i delfini e pensare alla figura del pescatore non in contrasto con il delfino ma come un amico, un custode del mare. Proviamo a dare una risposta sperimentale che non ha precedenti».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis rivolgendosi al presidente della Commissione “Attività Produttive” ,Luigi Lotto, ha chiesto chiarimenti sulla norma in discussione. «Se il presidente Lotto riesce a convincermi sull’utilità di questa norma sono pronto a votarla. Quello che ha detto Pizzuto mi convince invece a mantenere l’emendamento soppressivo – ha affermato il capogruppo di Fi – che senso ha proporre un emendamento quando un progetto sperimentale può essere proposto direttamente dall’assessore? Questo è il punto debole del ragionamento: Pizzuto pone il problema serio dei danni alla piccola pesca ma non c’è la previsione di un centesimo di risorse finalizzate al ristoro dei danni. Questo è il problema che ci si deve porre in finanziaria, non è questa la sede per discutere di questa materia. Stiamo dando l’idea che il problema si possa risolvere in questo modo».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha ricordato che il problema dei danni causati al settore ittico non riguarda solo la piccola pesca. «Nei giorni scorsi abbiamo sentito in audizione in V Commissione i rappresentanti dei compendi ittici di Cabras e Marceddì che hanno parlato dei danni ingenti causati dai cormorani- ha detto Carta – 15mila uccelli mangiano ogni giorno quintali di pesce causando un danno di 4 milioni di euro all’anno. Questo è un problema che dovrebbe essere affrontato in finanziaria. Parlare di danni dei delfini mi sembra esagerato».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto di apprezzare il chiarimento di Pizzuto: «Ne condividiamo la ratio ma non si può inserire questo problema in finanziaria – ha detto Rubiu -Pizzuto ritiri l’emendamento e si pensi a un provvedimento complessivo da discutere in Commissione».

Il presidente della V commissione Luigi Lotto (Pd) ha detto di comprendere l’obiettivo di fondo del consigliere Pizzuto. «Lo rassicuro sul fatto che la legge 11 del 2015 affronta questo problema e lo può risolvere – ha spiegato Lotto – l’articolo 12 prevede la fattispecie, questo comma non fa che rafforzare il concetto».

Il capogruppo dei Cristiano Socialisti Popolari Pierfranco Zanchetta ha detto di condividere la proposta contenuta nel comma 9 dell’articolo 2. «La norma cerca di spiegare che, con l’attività dei piccoli operatori e con la loro conoscenza delle aree marine, si possono incrementare le attività complementari come la pesca turismo. Il comma 9 non va in contraddizione con altre norme ma implementa gli interventi».

Il consigliere dell’Uds Mario Floris ha rivolto un monito all’Aula sull’esigenza di fare chiarezza sulla tecnica legislativa. «Esistono diverse circolari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica che invitano le assemblee legislative a non  improvvisare ma a essere precise – ha spiegato Floris – nessuna norma può essere neutra, tutte devono fare riferimento ad altre norme. Noi approviamo articoli scritti da noi stessi che non rispettano la tecnica legislativa. E’ necessario specializzarsi, si facciano corsi specifici. Altrimenti si alza la mano senza capire».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto di comprendere le motivazioni che hanno indotto il collega Pizzuto a scrivere il contenuto del comma 9 dell’articolo 2 ma di non condividerne la soluzione indicata «I delfini distruggono le reti, il povero pescatore non lo si convince a modificare le sue attitudini. Servono un progetto serio e risorse adeguate per dare una mano alla piccola pesca che rappresenta una parte importante della nostra tradizione e una garanzia per far arrivare sui banchi dei mercati pesce sano e genuino».

Fabrizio Anedda, capogruppo del Misto, dopo aver ricordato una sua recente partecipazione a un convegno sulla pesca, ha giudicato “insufficienti” le proposte contenute nella norma in discussione per risolvere i problemi del comparto. «Non basta un comma o un semplice emendamento – ha detto Anedda – serve un progetto complessivo per tutti i danni causati al settore».

Per il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni la vera questione è che «questa finanziaria non ha anima, carattere e indirizzo. E’ un affastellato di considerazioni personali. La finanziaria dovrebbe contenere norme armoniche, ci sono invece disposizioni che cozzano una contro l’altra. Non c’è un punto di arrivo e mi sembra che manchi anche un punto di partenza».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha precisato che la finanziaria stanzia 1,3 milioni di euro per i danni causati dai cormorani e 100mila euro per quelli provocati dai delfini. «Condivido l’obiettivo della proposta – ha detto Sabatini – il comparto della pesca è sottovalutato e spesso dimenticato. Nello scorso settennio quasi tutti i fondi della programmazione europea sono stati restituiti. Ogni assessorato ha cercato di liberarsi del problema, questo comparto meriterebbe invece l’istituzione di una direzione generale. Dalla pesca-turismo potrebbero arrivare molti posti di lavoro».

Secondo Mario Tendas (Pd), il comma 9 dell’articolo 2 affronta una parte limitata di un problema molto più complesso. «C’è la questione dei danni causati nelle lagune dai cormorani – ha ricordato Tendas – se si parla di fauna selvatica bisogna comprendere anche quelli causati da cinghiali, daini etc. Il problema sta crescendo in modo esponenziale. Nell’oristanese sono presenti circa 18mila cormorani, erano 13mila cinque anni fa. Tutto passa attraverso gli abbattimenti controllati ma serve approvare un piano faunistico regionale che ancora non abbiamo, altrimenti il problema non si risolve».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti 33, 431 e 492 che sono stati respinti con 30 voti contrari e 15 a favore.

Successivamente sono stati messi in votazione gli emendamenti soppressivi totale del del comma 10 n.34 (Pittalis e più), uguale al 432 (Truzzu) che il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli, un contrario ed un astenuto. Di conseguenza viene abrogato il comma 10 dell’art.2 che prevedeva “nelle aree all’aperto”, modificando la legge regionale 22/84 sulla classificazione delle strutture ricettive, “la presenza di tende, caravan o altri manufatti in muratura e non, fino al 40% della superficie complessiva della struttura”.

Subito dopo l’Aula ha respinto a maggioranza una serie di emendamenti presentati dall’opposizione.

A seguire il presidente ha messo in votazione il testo dell’art. 3.

Intervenendo per dichiarazione di voto il consigliere Peppino Pinna (Udc) si è dichiarato «sorpreso e deluso dall’assessore Paci e dal presidente della commissione Sabatini per aver espresso parere contrario su un emendamento, da me presentato, che ristabiliva un equilibrio fra il comune di Barrali, che beneficia di un intervento per completare un’opera incompiuta, e quello di Ossi per 800.000 che si trova in condizioni analoghe; ritengo la decisione ingiusta, perché segue la logica di due pesi e due misure».

Il presidente ha ricordato che occorre prima mettere in votazione il testo dell’art.3, che l’Aula ha approvato con 31 voti favorevoli e 15 contrari.

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.498, oggetto dell’intervento del consigliere Peppino Pinna.

Sulla proposta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che, dopo un ulteriore esame della proposta, la stessa sarà inserita nella programmazione territoriale dell’area vasta di Sassari, dove troverà adeguata copertura.

Il consigliere Pinna, dopo la dichiarazione dell’assessore Paci, ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Subito dopo il Consiglio ha approvato, con 29 voti favorevoli e 3 contrari, l’emendamento n.713 (Sabatini e più) che prevede l’utilizzo di spese ed economie di gestione per programmare interventi a sostegno dell’imprenditoria femminile.

Subito dopo è stato messo in votazione l’emendamento n.298

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), primo firmatario, ha affermato che la proposta ha la finalità di «sollevare il livello di attenzione su quanto succede in Sardegna dopo il  dibattito dei giorni scorsi su cui sono intervenuti fra gli altri il presidente della Fondazione Banco di Sardegna Antonello Cabras e l’economista Paolo Savona, per affermare che se si continua ad investire alcuni settori avviati su un binario morto solo per garantire l’esistente, resta al palo un modello di sviluppo alternativo». C’è invece un nuovo mondo, ha concluso Truzzu, «che ha capacità e competenza su cui la Regione non investe neanche un euro nonostante non sia una moda passeggera; sarebbe giusto dunque dare un segnale con un intervento di 3 milioni».

Al voto, l’emendamento è stato respinto.

Successivamente l’Aula ha esaminato l’emendamento n.299

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), primo firmatario, ha ricordato che «si tratta di un altro emendamento importante, dopo il finanziamento di 150.000 euro per la filiera cerealicola, sarebbe necessario investire altri 150.000 euro a tutela dell’olio sardo dopo le note vicende del prodotto tunisino che potrebbe minacciare il nostro pur essendo di qualità inferiore e mescolato con additivi chimici; su questo sfidiamo la maggioranza».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha concordato con Truzzu chiedendo l’attenzione del Consiglio, «con un intervento modesto ma significativo» e ricordando che il recente premio Ercole olivario cui hanno partecipato ben 250 produttori è stato vinto da azienda sarda di Oliena; a quella azienda come a tante altre della filiera dobbiamo mandare un segnale della Regione».

Il consigliere Fabrizio Anedda, rispondendo ai colleghi che hanno citato illustri economisti ha ricordato che «forse hanno dimenticato che non si va avanti senza un progetto industriale per l’agricoltura, perché nel passato le risorse per progetti e molte consulenze hanno consumato risorse preziose destinate alle imprese».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha auspicato che l’assessore assuma le opportune iniziative «a tutela dei produttori sardi dopo il voto di Soru che ha votato a favore dell’olio tunisino senza dazi, cosa che sta passando sotto silenzio; poi anche Pigliaru è andato in Tunisia ma il governo regionale è rimasto in silenzio, eppure gli operatori hanno bisogno di un segnale dalla Regione».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Assessore Falchi, a nome della Giunta, ha assicurato che «il settore olivicolo viene considerato importante e strategico dalla Regione; a breve si apriranno i tavoli di filiera per mettere a punto politiche di settore inserite nel Piano di sviluppo rurale, sarà grande opportunità per rilanciare i nostri prodotti di qualità, dopo mancanza di scelte politiche incisive del passato». Quanto alla concessione delle terre ai giovani, per l’assessore «sono una opportunità importante perché, pur non prevedendo risorse, aprono spazi per il primo insediamento dei giovani in agricoltura, con procedure più semplici».

L’emendamento è stato poi respinto. Successivamente sono stati messi in votazione l’emendamento n.500 assieme all’emendamento collegato n.790.

Il Consiglio ha approvato l’emendamento principale n.500, presentato dalla Giunta regionale, che prevede l’assegnazione di 200.000 a favore delle camere di Commercio “per azione di animazione territoriale a favore del sistema delle imprese”. E’stato invece respinto l’emendamento collegato n. 790.

Posto in votazione non è stato approvato l’emendamento 791 all’emendamento 736 che è stato approvato con successiva votazione (29 sì, 19 no) e autorizza un contributo straordinario di 200mila euro a Laore.

Posto in votazione l’emendamento 265, il presentatore Alessandro Unali (SdL) ha accolto l’invito al ritiro soltanto dopo le rassicurazioni dell’assessore Paci circa l’impegno a favore della ricerca e dei centri di ricerca. Ma l’emendamento è stato posto in votazione e non approvato (20 sì e 26 no) dopo che era stato fatto proprio dal capogruppo del Psd’Az, Carta. Non approvato (28 no e 19 sì) l’emendamento n. 300 mentre è stato approvato con 40 a favore, 3 contrari e 4 astenuti, l’emendamento n. 796 che sostituisce totalmente l’aggiuntivo n. 243 e autorizza un contributo di un milione e mezzo di euro al dipartimento aerospaziale della Sardegna. Non approvati in sequenza: il 244 e il 245. Sull’emendamento 246 è intervenuto il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) che ha accusato la Giunta e la maggioranza di scarsa attenzione per il settore del piccolo commercio e dell’artigianato. A favore dell’emendamento sono intervenuti anche Marco Tedde (Fi) e il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, mentre il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha evidenziato che nella scorsa legislatura non si è registrato alcun intervento per il commercio e l’artigianato ma soltanto per la promozione turistica. Quindi hanno dichiarato voto a favore del 246 Giuseppe Fasolino (Fi) («emendamento importante perché riguarda i piccoli esercizi pubblici che hanno la possibilità di creare economia e ricchezza in Sardegna») e Paolo Truzzu (Misto-FdI): emendamento in linea con le nuove strategie dell’Ue non più rivolte a sostenere solo le grandi aziende. Dunque, è intervenuto l’assessore del Bilancio e della Programmazione per ribadire che “per la prima volta il commercio può avere accesso ai fondi europei e si è registrato un’enorme interesse delle associazioni dei commercianti per gli interventi a catalogo, a sportello a sostegno del settore”

L’Aula non ha approvato l’emendamento 246 ( 27 no e 16 sì), né il 247 (il consigliere Crisponi ha replciato ad Anedda in sede di dichiarazione di voto sulle mancate azioni a sostegno del piccolo commercio) e neppure il n. 248 (27 no e 17 sì).

Dopo non aver approvato il n. 501 (28 no e 16 sì) il Consiglio ha dato il via libera all’emendamento 502 (29 sì e 14 no) che su proposta della Giunta sulle operazioni finanziarie e creditizie riguardanti le imprese della cooperazione, ad eccezione delle coop agricole, della pesca e del credito. Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha quindi comunicato il ritiro degli emendamenti a sua firma, n. 503, 504, 505, 506 e 507. Posto in votazione l’emendamento 653 non è stato approvato (28 no e 17 sì) mentre è stato approvato all’unanimità, con l’aggiunta della firma anche del consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), l’emendamento n. 654 in materia di finanziamento delle politiche di internazionalizzazione. Non approvato il 655 (26 no e 17 sì), né il n.792, aggiuntivo del 737. Il capogruppo dell’Udc, Rubiu, ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 575 e dopo le dichiarazioni di voto a favore dei consiglieri Gaetano Ledda (Misto-La base),  Crisponi (Riformatori), Lotto (Pd) e Dedoni  è stato approvato con 39 favorevoli e 5 astenuti, emendamento n.737 che autorizza la spesa di 200.000 euro a favore delle società di gestione degli ippodromi di Villacidro, Sassari e Chilivani.

Accolto l’invito al ritiro dal primo firmatario (Sabatini) dell’emendamento 714, il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha dichiarato conclusi i lavori della seduta pomeridiana ed ha convocato il Consiglio domani mattina, alle 10.00.

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Si è concluso, a Roma, l’incontro tra il Governo nazionale e la Regione Sardegna sull’emergenza Alcoa. Contrariamente a quanto era stato annunciato alla vigilia, al tavolo non ha partecipato il ministero dello Sviluppo economico. Sull’esito dell’incontro non ci sono ancora notizie ufficiali ma da indiscrezioni raccolte in serata, sarebbero emersi sviluppi moderatamente positivi per una ripresa concreta della trattativa, dopo la brusca frenata degli ultimi giorni e i timori che potesse fallire la trattativa in corso per l’acquisizione dello stabilimento da parte della multinazionale svizzera Glencore. Per avere conferme e magari ulteriori segnali positivi, occorrerà attendere qualche ora, probabilmente domani mattina.

A Portovesme, intanto, prosegue l’occupazione di uno dei silos dello stabilimento ex Alcoa da parte dei segretari confederali dei metalmeccanici Roberto Forresu della FIOM-CGIL, Rino Barca della FSM-CISL e Daniela Piras della UILM-UIL, che si apprestano a trascorrere la seconda notte a 60 metri di altezza, in condizioni climatiche decisamente meno miti rispetto a ieri. Oggi è piovuto per diverse ore e la situazione si è fatta decisamente difficile. Solo domattina, dopo aver avuto notizie certe sull’esito dell’incontro svoltosi oggi a Roma, verrà fatto l’esame della situazione e verrà deciso come andare avanti, anche se è assai probabile che la clamorosa manifestazione di protesta di Roberto Forresu, Rino Barca e Daniela Piras vada avanti.

Domani pomeriggio i lavoratori dell’Alcoa riceveranno la visita di alcuni consiglieri regionali. Su proposta del capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, infatti, è stata posticipata di un’ora la seduta pomeridiana del Consiglio regionale in programma domani, in modo da consentire ai consiglieri che lo ritenessero opportuno di andare a Portovesme a portare la loro solidarietà ai lavoratori dell’Alcoa». I lavori del Consiglio regionale domani pomeriggio inizieranno alle 16.30.

Alcoa 22 marzo 2016 BSilos occupato Alcoa 22 marzo 2016 A Alcoa 22 marzo 2016 D Alcoa 22 marzo 2016 C

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Sarà un incontro con gli assessori competenti convocato a brevissima scadenza (già nel primo pomeriggio di domani) ad individuare la possibilità di avviare le trattative per il contratto del personale dell’Ente foreste, scaduto nel 2010.

Lo ha comunicato ai rappresentanti sindacali dell’Ente (dopo contatti informali con gli assessori interessati del capogruppo del Pd Pietro Cocco) il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, al termine di un incontro cui hanno preso parte tutti i capigruppo. Gianfranco Ganau ha aggiunto che «si tratta di un risultato importante che consente di sbloccare la trattativa fra le parti e permette allo stesso Consiglio regionale di valutare meglio i suoi spazi di intervento, fermo restando che il quadro economico complessivo è molto difficile e l’iter della finanziaria è in una fase molto avanzata».

Nel corso dell’incontro, le organizzazioni sindacali hanno esposto ai presidenti dei gruppi consiliari tutta la loro preoccupazione per la situazione dell’Ente: contratto scaduto dal 2010, centinaia di dipendenti che svolgono mansioni superiori di cui sollecitano da tempo il riconoscimento, contenzioso molto elevato, oltre 1.200 precari in attesa di stabilizzazione, attesa per la riforma ancora all’esame della quarta commissione.

A fronte di un contesto così difficile, hanno ricordato i responsabili di Cgil, Cisl e Uil, lo stanziamento previsto dalla finanziaria per la contrattazione dell’Ente foreste è di appena 350.000, del tutto insufficiente per un ente con migliaia di dipendenti e con stipendi medi attorno ai mille euro mensili. Per noi, è stata la proposta di sintesi dei rappresentanti sindacali, sarebbero necessari almeno 3 milioni di euro. Fra le soluzioni ipotizzate per poter disporre di nuove risorse è stata indicata, sia pure in modo non unanime dalle tre sigle, quella di una anticipazione (almeno per il 2016) dei fondi accantonati per il Tfr dei lavoratori.

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Moby Drea Tirrenia Bithia

Moby e Tirrenia hanno deciso di prolungare per altri due mesi il buono sconto sul viaggio successivo, la grande offerta su tutti i collegamenti, in qualsiasi periodo dell’anno e quindi valida anche in altissima stagione.

Tutti i clienti che acquistano con le due Compagnie un viaggio in Sardegna, Corsica, Elba, Sicilia e Tremiti fino al prossimo 31 maggio, per partenze fino al prossimo 31 dicembre, riceveranno un buono sconto pari al 25% dell’importo pagato (al netto di tasse e diritti) su un nuovo biglietto per qualunque destinazione Moby o Tirrenia.

Il buono, che ha validità a partire dal terzo giorno successivo alla data di prenotazione, è cumulabile con tutte le offerte speciali delle due Compagnie (ad esclusione della tariffa flat riservata da Tirrenia ai residenti). Per avere maggiori dettagli sul buono sconto e conoscere tutte le promozioni in vigore www.moby.it e www.tirrenia.it.

Sulle navi Moby e Tirrenia c’è sempre qualcosa da fare grazie a tutti i servizi offerti a bordo: ristoranti à la carte o self-service, pizzerie, le aree bambini più grandi del Mediterraneo, la zona shopping, le eleganti cabine, le sale giochi, i cinema, le piscine con zona solarium. Un ambiente piacevole e cordiale per assicurare ai clienti il massimo comfort durante il viaggio.

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A cavallo, lungo i sentieri appena visibili della Gallura centrale, proprio come gli uomini degli stazzi di un tempo. La gara di Endurance che si è svolta ieri a Luogosanto ha rappresentato un ritorno alle origini per cavalli e cavalieri che hanno partecipato alla manifestazione sportiva organizzata nelle tenute Siddùra, a Luogosanto, dalla Fise Endurance in collaborazione con l’associazione Lu Juali e con il circolo ippico Li Nibbari di Santa Teresa Gallura.

La “Coppa Sardegna – Siddùra Endurance Cup” si è svolta in tre competizioni differenti: tre percorsi da 30, 60 e 90 chilometri, da ripetere su un circuito di 27 chilometri. La gara da 30 km è stata vinta da Anastasia Cassoni; in quella da 60 km ha trionfato Costantino Sanna mentre nel percorso più lungo, da 90 km, la vittoria è andata a Ignazio Mallei, in sella a Orchidea. La partenza e l’arrivo sono stati posizionati all’interno delle vigne Siddùra, nei pressi dell’ingresso della cantina. I 30 iscritti, e il centinaio di persone al seguito, hanno quindi potuto ammirare lo spettacolare fascino della vallata su cui sorge l’azienda agricola.

Per i partecipanti, non è stata una passeggiata come ha sottolineato Giancarlo Guaraglia, giudice nazionale e delegato tecnico Fise Endurance. «Il percorso è stato ricavato in una delle zone più belle della Sardegna, un percorso molto tecnico dove non prevale la velocità ma la resistenza del cavallo e l’abilità dei cavalieri. Si tratta di un vero percorso di Endurance, dove bisogna saper gestire le forze del cavallo».

Un circuito lungo gli antichi sentieri, ormai semidimenticati, che collegavano il Limbara con la punta nord della Sardegna: Santa Teresa Gallura. Anna Teresa Vincentelli, referente della Fise Endurance Sardegna: «Il percorso è molto tecnico, mi ricorda i veri percorsi delle vecchie gare di Endurance nelle quali contava l’abilità del fantino e la resistenza del cavallo».

Nelle gare di endurance c’è una tabella di tempi da rispettare, arrivando nel tempo stabilito. La classifica si stabilisce in base al tempo più vicino a quello determinato (00 in gergo) e soprattutto sulla base dei battiti cardiaci del cavallo, che non devono superare determinate soglie al minuto. Mauro Ardu, presidente commissione veterinaria: «In queste gare la salute del cavallo viene tutelata primariamente, prima della partenza il cavallo passa per un controllo veterinario della Commissione esaminatrice, poi ogni 30 km si ripassa per un “cancello” veterinario per stabilire se il cavallo è in grado di continuare il percorso».

Salvatore Azzena, comitato organizzatore: «Siamo molto soddisfatti, è stata una grande giornata. Avevamo un po’ di preoccupazione per i cavalieri su un percorso così complesso, molto impegnativo, ma tutto è andato bene e gli stessi partecipanti hanno apprezzato i paesaggi e il grande contesto naturalistico della manifestazione».

Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddura, ha detto: «Siamo onorati di aver ospitato questa bellissima competizione, che si sposa molto bene con le caratteristiche ambientali del nostro territorio. L’azienda è strettamente connessa alla comunità di Luogosanto ed è vicina a tutte le realtà associative che si occupano di valorizzare il contesto naturalistico della Sardegna».

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Ospedale Brotzu Cagliari2

Carenza di personale, turni massacranti e trasferimenti dei lavoratori tra i diversi dipartimenti. La denuncia arriva dal consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) che mette l’accento sul malessere dei dipendenti. «In tutti i reparti dell’ospedale, a causa della cronica carenza di personale, si registra il demansionamento di infermieri e operatori socio sanitari, che si trovano a svolgere attività non previste dal contratto di lavoro. Occorre che l’assessore si occupi dell’emergenza trovando soluzioni per dotare la struttura sanitaria di nuovo personale.»

Una situazione che è sfociata con una controversia giudiziaria: in alcune corsie è stata infatti aperta una causa contro il mancato riconoscimento delle riqualificazioni assegnate, con le sentenze che hanno dato ragione al personale.

«Un ospedale che si trova a spendere per il risarcimento – aggiunge Tocco – e non provvede alle assunzioni, da graduatorie esistenti e aperte, di nuovi infermieri e operatori socio assistenziali, dovrebbe interrogarsi sul futuro. L’azienda ospedaliera sul colle San Michele dovrebbe attrezzarsi per un salto di qualità, dando ai professionisti che operano all’interno della struttura tutti gli strumenti utili ad un’assistenza di primo livello». E, invece, ecco il paradosso: il Brotzu va in tilt per un giorno di ferie o malattia di un’infermiere o un operatore socio assistenziale.

«Una situazione che aumenta la tensione – conclude Tocco – visto che saltano i turni già stabiliti o, ancora peggio, ci sono dei trasferimenti da un reparto all’altro del complesso sanitario. Un disastro. Come se non bastasse, ci sono norme che vengono rispettate per togliere dei diritti ai lavoratori, che si trovano costretti a svolgere dei ruoli non prefissati in orari molte volte impossibili. Da qui la necessità ormai urgente di provvedere alla riqualificazione del personale con il reperimento di nuove figure dalle graduatorie già esistenti.»

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Ieri è stato presentato in anteprima mondiale nella sala conferenze del molo Ichnusa, a Cagliari, il progetto-workshop “Biolanclean-Prodotti innovativi realizzati con il 100 per cento di pura lana vergine di pecora sarda autoctona come mezzo per l’assorbimento e la biodegradazione di idrocarburi petroliferi“. Il progetto rientra nell’intervento Innova.re-Innovazione in rete.

Università di Cagliari con Edilana e le filiere Edizero Architecture of Peace. Nell’ambito della Giornata internazionale dell’acqua è stato presentato “Innovazioni sostenibili per la salute del mare-Per una architettura di pace senza petrolio senza inquinanti”. Il progetto verte sui salvamare assorbitori, “mangiapetrolio e mangiaveleni” con caratteristiche tecniche e ambientali uniche al mondo.

Gli sversamenti operativi causano il 25 per cento dell’inquinamento marittimo totale: una problematica ambientale quasi invisibile e mediaticamente assente sebbene sia ben 3 volte superiore all’inquinamento (8 per cento) causato dagli sversamenti da incidenti di navi, petroliere e piattaforme. I prodotti disinquinanti Salvamare GEOLANA SeaCleanup – linea  LANAturale Salute del Mare – sono stati sviluppati e implementati grazie alle attività  di studio e ricerca svolte dall’azienda di Guspini con l’Università di Cagliari nell’ambito del progetto di  sviluppo congiunto Università e Impresa, realizzato nell’ambito dell’intervento  INNOVA.RE  – Innovazione in Rete finanziato dal POR FESR 2007-2013.

I prodotti disinquinanti Salvamare-tecnologia Edilana, sono i primi al mondo a svolgere la duplice funzione di assorbimento e biodegradazione naturale (senza additivi aggiunti) degli idrocarburi petrolchimici sversati a mare durante le attività operative giornaliere di navigazione (trasporto, turismo, pesca). Ovvero, fungono da assorbitori e da minidepuratori naturali per assolvere  all’inquinamento marittimo giornaliero, presente nei porti, porticcioli con annessi stabilimenti balneari, zone costiere, aree di pesca, siti industriali.

Ai lavori sono intervenuti, tra gli altri, per l’ateneo di Cagliari Elena Tamburini (Disb – Dipartimento Scienze biomediche), Alessandra Carucci (pro rettore Internazionalizzazione, Dicaar-dipartimento Ingegneria civila, ambientale e architettura), Annalisa Bonfiglio (pro rettore Innovazione), Nicola Frigau (Disb), Marianna Perra (Dicaar), Andrea Piras (Disb), Francesco Vitali (Disb), Carla Mancosu (Disb) e Daniela Ducato (filierie Edizero).

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Sabato 19 marzo sono stati proclamati a Perugia i vincitori della XXIV edizione dell’Ercole Olivario, prestigioso concorso dedicato alle eccellenze olivicole italiane, indetto dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, con la collaborazione delle associazioni dei produttori olivicoli, degli enti e delle istituzioni impegnate nella valorizzazione dell’olio di qualità italiano.

La Sardegna si è aggiudicata due premi, entrambi grazie all’azienda agricola “Callicarpo”di Luisella Cogoni di Oliena, giovanissima imprenditrice che vanta una produzione eccellente.

L’olio Callicarpo, ottenuto da olive provenienti dall’oliva Bosana e Nera di Oliena, varietà autoctone del territorio, è il Primo classificato nella categoria olio extravergine di oliva fruttato intenso.

All’azienda “Callicarpo” è stato anche attribuito il Premio “Il Coraggio di fare Nuove Imprese Agricole”, riservato alle aziende finaliste avviate nell’ultimo quinquennio.

Questi due riconoscimenti ben riassumono gli sforzi della Camera di commercio di Nuoro intrapresi negli ultimi anni: incoraggiare e contribuire all’avvio di start up in tutti i settori, sostenendo gli “imprenditori di domani”, e innalzare la qualità dei prodotti locali, come l’olio extravergine, indirizzando i produttori verso percorsi sempre più virtuosi ed aiutando le imprese a entrare nei mercati di qualità.

Promuovere l’eccellenza dell’olio extravergine d’oliva 100% sardo in Italia e all’estero è una delle azioni da intraprendere per valorizzare non solo le nostre tavole ma tutto il territorio.

I numeri della XXIV edizione: 249 gli oli partecipanti, provenienti da 17 regioni della Penisola. 100 i finalisti, di cui 51 a denominazione d’origine (DOP e IGP) e 49 Extra; tra questi ben 30 biologici. E non è stato facile il compito svolto durante la fase finale della competizione dai 16 degustatori, eminenti esperti del settore, facenti parte della Giuria Nazionale, che hanno esaminato i “campioni” selezionati dalle 17 commissioni regionali. Elevatissimo è risultato infatti lo standard qualitativo di questa edizione, che ha visto dunque l’extravergine italiano riscattarsi dopo un’annata, quella 2014-2015, decisamente sfortunata.

callicarpo