14 consiglieri del centrosinistra dicono alla chiusura della Scuola di polizia a cavallo di Foresta Burgos.
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14 consiglieri del centrosinistra questa mattina hanno presentato una mozione urgente in Consiglio regionale, con la quale dicono «No alla chiusura della Scuola di polizia a cavallo di Foresta Burgos. La Giunta regionale insista con il Governo nazionale per scongiurarne la soppressione». «La paventata chiusura della Scuola di Polizia rappresenta un colpo durissimo a un territorio che soffre una drammatica crisi sociale e occupazionale – afferma Daniele Cocco, capogruppo di Sel e primo firmatario della mozione – da una parte si parla di lotta allo spopolamento e dall’altra si cancellano i rari presidi dello Stato nelle zone interne».
La Scuola di Polizia a cavallo di Foresta Burgos venne istituita nel 2004 dal ministero degli Interni. Per la realizzazione delle opere furono impegnati 15 milioni di euro di fondi europei destinati al Piano nazionale di sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno. La Scuola, costruita su un’area di 24 ettari e dotata di un maneggio al coperto e 150 posti letto, venne inaugurata nel 2011. «Era la risposta dello Stato all’escalation della violenza nelle zone interne, alle minacce e agli attentati subiti dagli amministratori pubblici sfociati nel 2004 nell’uccisione del padre del sindaco di Burgos Pino Tilocca – ricorda Cocco – ad appena cinque anni di distanza si decide di chiuderla. Un provvedimento inaccettabile per i comuni del Goceano che avevano scommesso sull’iniziativa. Senza la Scuola il territorio dovrà dire addio alla possibilità di creare posti di lavoro durevoli nei settori dell’accoglienza, dei servizi e della manutenzione oltre a quelli dell’indotto».
I firmatari della mozione chiedono per questo uno sforzo ulteriore alla Giunta nel confronto con il Governo: «Francesco Pigliaru ha dimostrato sensibilità – prosegue Cocco – ora serve un tentativo ulteriore per convincere l’esecutivo nazionale. Ancora una volta la Sardegna viene penalizzata: tra le due scuole presenti in Italia, l’altra si trova a Ladispoli, si è deciso di sopprimere la nostra».
La mozione del centrosinistra non si limita però al mero “rivendicazionismo”. «Se la decisione dovesse essere confermata – conclude Daniele Cocco – la questione dovrà essere portata immediatamente all’attenzione del Consiglio. Serve un serio progetto di riqualificazione per evitare che la struttura vada in malora. Il rischio è che un immenso patrimonio vada disperso».
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