E’ stato presentato ieri, al T Hotel di Cagliari, alla presenza dell’assessore Claudia Firino, il gioco Wecoop.
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E’ stato presentato ieri, al T Hotel di Cagliari, alla presenza dell’assessore regionale della Pubblica istruzione Claudia Firino e Carlo Tedde, Vittorio Pelligra e Antonio Fadda, referenti del progetto, il gioco che ha lo scopo di attivare percorsi formativi rivolti agli studenti delle scuole medie superiori, e sensibilizzare l’opinione pubblica ai temi relativi all’alfabetizzazione economico-finanziaria e alla imprenditorialità. Lo strumento principale di questo percorso formativo è proprio il gioco Wecoop, nato in Sardegna dalla collaborazione tra il Consorzio Solidarietà con l’Università di Cagliari, attraverso lo spin-off SmartLab, e un gruppo di giovani economisti, matematici, pedagogisti e designer che hanno concepito e portato a realizzazione l’idea.
«E’ un progetto innovativo e interessante per i giovani – ha detto Claudia Firino – e in sintonia con le politiche regionali che stiamo portando avanti per ciò che concerne il mondo della scuola, e anche sul fronte dei programmi di alternanza scuola-lavoro. Questo progetto guida in maniera intelligente alla cooperazione anche nel mondo del lavoro, non sempre caratterizzato da uno spirito collaborativo.»
L’assessore della Pubblica Istruzione ha più volte ribadito il concetto che per raggiungere un obiettivo comune sia necessario lavorare in gruppo, in modo convinto e solidale. «In Sardegna progetti come Wecoop – ha spiegato Claudia Firino – insegnano che quando un obiettivo non è condiviso da più soggetti ha altissime probabilità di fallire; al contrario può mettere radici quando in tanti ci si sente parte di una comunità sociale, di un gruppo affiatato in cui si spartiscono fiducia e sperimentazione». Alla platea degli studenti l’assessore ha ricordato le politiche scolastiche che la Regione sta portando avanti.
«I progetti Iscol@ e Tutti a Iscol@ hanno le finalità di combattere la dispersione scolastica, favorire l’inclusione e rendere le scuole luoghi di crescita e confronto attivo. Vogliamo che i ragazzi abbiano strutture meno chiuse e più progetti e laboratori nei quali confrontarsi e scambiare saperi ed idee. Dobbiamo capire quale futuro lavorativo si prospetta per gli studenti e, in ogni caso, renderli protagonisti del lavoro che già svolgono. È fondamentale – ha concluso l’assessore della Pubblica istruzione – che questo passaggio sia guidato da regole chiare e certe, così come stiamo facendo sull’alternanza scuola lavoro.»
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