Fabio Enne (Cisl): «La Regione è assente sulle misure di politiche attive del lavoro e sulla formazione professionale».
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«La Regione Autonoma, nonostante la crisi e le ingenti necessità, è clamorosamente assente in relazione alle misure di Politiche Attive del Lavoro e alla Formazione Professionale.» La denuncia arriva da Fabio Enne, segretario generale della Ust Cisl del Sulcis Iglesiente.
«Non decollano gli interventi per l’occupazione giovanile e per la ricollocazione dei lavoratori in mobilità e in Cig – aggiunge Fabio Enne -. Con un tasso di disoccupazione vicino al 17% la Regione Sardegna non riesce ad avviare le politiche attive del lavoro. Le misure previste per contrastare la disoccupazione e per promuovere la ricollocazione dei lavoratori in mobilità e Cig sono per la gran parte bloccate. Per le misure attivate, ad esempio i corsi di formazione professionale, non effettua i dovuti pagamenti in tempi accettabili, procurando un ulteriore disagio che si somma alla già forte precarietà.»
«Il Fondo sociale europeo 2014-2020 offre una quantità notevole di risorse finanziarie da spendere per le politiche attive del lavoro e la formazione professionale – sottolinea ancora Fabio Enne -. Ricordiamo, a mero titolo di esempio, la programmazione unitaria Ras denominata “priorità lavoro” n. 3 del 17.06.2015 che prevede per le sette misure d’intervento 325 milioni di euro, recuperando anche l’annualità 2014 non utilizzata. Il mancato utilizzo dei Fondi caratterizza negativamente l’attività propedeutica di una indispensabile riqualificazione finalizzata al reinserimento lavorativo o di prima occupazione.»
«Siamo di fronte ad uno stallo che non solo è improduttivo per il lavoro che manca, ma trascina nella sofferenza e nella precarietà anche tutti gli operatori della formazione professionale. È una situazione inaccettabile, per i lavoratori, per i giovani, per le famiglie e per le agenzie formative che anticipano le risorse finanziarie per conto della Regione. La Cisl del Sulcis Iglesiente prende nota, nella propria agenda – conclude Fabio Enne -, anche di questo evidente problema, dannoso per la ripresa economica e il rilancio dei territori.»
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