Il piano di dismissione di una parte del patrimonio immobiliare di Igea è criticato duramente dal deputato di Unidos Mauro Pili.
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Il piano di dismissione di una parte del patrimonio immobiliare, attualmente inutilizzato, di proprietà dell’Igea, avviato dalla Regione Sardegna, è criticata duramente dal deputato di Unidos Mauro Pili.
«Sostengono che si tratta di patrimonio di scarso pregio, ma nel bando hanno scritto terreni panorami unici ed esclusivi – scrive il deputato di Iglesias nel suo profilo facebook -. Leggo con stupore la dichiarazione anonima della Regione sulla vendita del patrimonio immobiliare. Prendo atto che dopo la mia denuncia sono stati costretti a pubblicare il bando che stavano tenendo nascosto con un malcostume che emerge ancora una volta nel governo della cosa pubblica. Affermare come fanno Pigliaru e compagni che si tratta di beni insignificanti e di scarso pregio significa confermare che abbiamo a che fare con un governo squallido e ignorante.»
«Sono talmente ignoranti che non sanno nemmeno di cosa stanno parlando e cercano di nascondere ancora una volta la realtà dei fatti -aggiunge Mauro Pili -. Sostenere che i terreni davanti al Pan di Zucchero sono di scarso pregio, significa ammettere di essere dei trogloditi, proprio perché dimostrano di ignorare anche i beni che stanno svendendo. Stiamo parlando di siti di importanza comunitaria, di un livello paesaggistico e naturalistico unici nel suo genere. Definirli di nessun pregio significa affermare che starebbero vendendo patacche e che nessuno li comprerà proprio perché di scarso pregio. Per quale motivo uno dovrebbe comprare un bene di scarso pregio?»
«Sono loro che hanno scritto nel bando che si tratta di beni unici, in posizioni spettacolari ed esclusive, con grandi panorami – sottolinea ancora Mauro Pili -. Definire di scarso pregio il villaggio Norman é roba da ignoranti e cialtroni da quattro soldi, pensare che Villa Pistis sia un bene insignificante conferma che abbiamo a che fare con gente senza scrupoli, insensibili e privi di qualsiasi onestà intellettuale.
Ed ora, solo perché colti con le mani nel sacco, arrivano a dire che la refurtiva che stavano vendendo non aveva nessun valore.
Peccato che se non avessi denunciato il misfatto tutto sarebbe rimasto segreto, così come appare singolare che alcuni altri beni previsti nella delibera della Regione siano fuori dal bando. Siccome esistono esempi noti di dirigenti politici della loro area politica che hanno acquistato quei beni sottobanco a quattro lire per poi farne ville a cinque stelle occorre vigilare e non solo.»
«Per quanto mi riguarda farebbero bene a bloccare il bando per manifesta illogicità e per un chiaro tentativo di fare cassa per coprire debiti svendendo il patrimonio minerario. È ovvio – conclude Mauro Pili – che metterò in campo ogni azione per smascherare questa ennesima truffa ai danni della storia mineraria.»
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