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Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna ha approvato oggi il resoconto intermedio di gestione consolidato del Banco di Sardegna e delle sue controllate, riferito al 31 marzo 2016.
Il primo trimestre dell’esercizio 2016 continua ad essere condizionato da un quadro macroeconomico incerto, con una ancora debole domanda di finanziamenti per nuovi investimenti. Il trend degli impieghi con clientela è in leggera ripresa, mentre la raccolta complessiva registra un buon incremento. Il risultato netto consolidato, benché penalizzato dalla flessione del margine d’interesse con tassi di riferimento su livelli particolarmente bassi, è stato influenzato positivamente dalla necessità di minori rettifiche di valore stanziate sui crediti deteriorati, pur mantenendo adeguati tassi di copertura; si conferma la tenuta delle commissioni, nonostante le turbolenze dei mercati finanziari nei primi due mesi dell’anno, e il contenimento dei costi operativi.
Risultati di conto economico consolidato dei primi tre mesi del 2016.
Sotto il profilo reddituale, il margine di interesse si attesta a 58,7 milioni, in calo del 6,2% rispetto all’analogo periodo del 2015, ancora condizionato dai livelli addirittura negativi dei tassi base di riferimento. Rispetto all’ultimo trimestre del 2015, la riduzione è minima e legata all’effetto giorni in meno.
Le commissioni nette si posizionano a 35,6 milioni, in sostanziale stabilità rispetto ai primi tre mesi del periodo a raffronto. Si registrano miglioramenti principalmente nei servizi di gestione, intermediazione e consulenza, in particolare nel collocamento titoli (+1,1 milioni) e nella distribuzione di servizi assicurativi (+0,5 milioni).
In contrazione l’apporto del comparto finanziario che ha prodotto un risultato netto positivo di 2,4 milioni, a fronte dei 17 milioni rilevati nell’analogo periodo dello scorso esercizio per effetto delle minori cessioni di titoli realizzate nell’esercizio.
Il margine di intermediazione perviene a 96,7 milioni (-16,1%), contro i 115,3 milioni di marzo 2016.
Le rettifiche di valore nette per deterioramento dei crediti e altre operazioni finanziarie pervengono a complessivi 12,3 milioni, in diminuzione di 4,6 milioni rispetto ai 16,9 milioni stanziati nel primo trimestre dell’esercizio precedente (-27,2%), pur mantenendo un presidio sul portafoglio sempre attento e puntuale e un indice di copertura molto elevato. Con riferimento alle operazioni per cassa, le rettifiche nette sui crediti, pari a 12,8 milioni, sono riconducibili a rettifiche di valore per 41,8 milioni, relative al comparto crediti in sofferenza per 20,1 milioni e a quello delle inadempienze probabili per 19,2 milioni. Nell’ambito delle riprese di valore, che assommano a 29 milioni, 19,5 milioni sono riferiti alle sofferenze e 8,1 milioni alle inadempienze probabili.
I costi operativi si attestano a 78,6 milioni, in leggera riduzione rispetto ai 78,9 milioni del primo trimestre 2015. In tale ambito, fra le spese amministrative, pari complessivamente a 84,8 milioni (+2,7%), le spese per il personale assommano a 42,8 milioni, con una diminuzione di 1,1 milioni (-2,5%); le altre spese amministrative, pari a 42 milioni, si incrementano nel periodo di 3,3 milioni (+8,7%), principalmente in relazione all’aumento degli oneri per servizi amministrativi e delle spese per ICT.
Gli accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri pervengono a 1,7 milioni, in riduzione di 1,9 milioni rispetto all’analogo periodo a raffronto. Le rettifiche di valore su attività materiali e immateriali assommano a 2,4 milioni (-0,3 milioni). Gli altri oneri/proventi di gestione si portano a 10,2 milioni (+0,3 milioni).
L’utile generato dall’operatività corrente al lordo delle imposte perviene a 6,7 milioni, in calo di 13 milioni rispetto ai 19,7 milioni dell’analogo periodo del 2015 per effetto di minori plusvalenze da realizzo del portafoglio titoli; dedotti gli accantonamenti per le imposte del periodo, pari a 2,1 milioni e l’utile di pertinenza di terzi pari a 0,5 milioni, si determina un utile netto consolidato della sub-holding di 4,1 milioni, a raffronto con i 12,4 milioni del periodo precedente.
Lo stato patrimoniale consolidato al 31 marzo 2016.
Gli impieghi netti verso la clientela si attestano a 8 miliardi, in aumento dell’1,1% rispetto al 31 dicembre 2015. La disamina della distribuzione per forma tecnica dell’area performing degli impieghi, che evidenzia un incremento generalizzato di tutte le forme tecniche di impiego, mostra come la principale tipologia di operazioni sia rappresentata dai mutui che, con 4,2 miliardi, rappresentano il 52,9% del totale dei crediti. Il segmento a breve dei conti correnti si attesta a 1,1 miliardi, in crescita dello 0,4% rispetto alla fine del 2015, con una incidenza sull’intero portafoglio pari al 14,1%. Il settore del credito al consumo, con 0,6 miliardi, risulta in aumento dello 0,5% sul dato di fine esercizio, mentre il comparto delle altre operazioni, che include le altre sovvenzioni, gli anticipi effetti e in generale il rischio di portafoglio, si porta a 0,8 miliardi, in crescita del 6,9% nel confronto con fine dicembre 2015.
I crediti deteriorati pervengono complessivamente, in termini lordi, a 2,4 miliardi e risultano presidiati da rettifiche di valore per oltre 1 miliardo, che portano il valore netto a 1,3 miliardi in aumento dell’1,1% rispetto al dato di fine anno. L’incidenza dell’esposizione netta dei crediti dubbi in rapporto agli impieghi complessivi si attesta al 16% e il rapporto di copertura si porta al 46,4%, in linea rispetto al dato di fine 2015 (46,5%). Le sofferenze nette assommano a 759,4 milioni in crescita del 2,1%, con un grado di copertura pari al 56,9%. Le inadempienze probabili pervengono a 491 milioni in aumento dell’1% sul dato di fine esercizio 2015 e con un indice di copertura del 18%. Le esposizioni scadute deteriorate (in calo del 17,4%) si portano, a valori netti, a 31,1 milioni, con rettifiche di valore per 3 milioni e un grado di copertura dell’8,9%. Sul portafoglio dei crediti in bonis, che rappresentano l’84% del totale degli impieghi netti, sono state stanziate rettifiche di valore per 35,2 milioni che determinano un rapporto di copertura dello 0,5%.
Sostanzialmente stabili le attività finanziarie in portafoglio, costituite per lo più da titoli di Stato italiani, che ammontano al 31 marzo 2016 a quasi un miliardo (+0,6% rispetto alla fine dell’esercizio precedente). 4
La posizione interbancaria netta registra un saldo positivo di 3,5 miliardi, in crescita del 16,4% rispetto alla fine dell’esercizio 2015 (+496 milioni).
La raccolta diretta da clientela perviene complessivamente a 11,6 miliardi, in aumento del 3,6% rispetto agli 11,2 miliardi di fine esercizio 2015 (+0,4 miliardi), quasi interamente ascrivibile all’incremento delle operazioni di pronti contro termine. Ancora in linea con l’andamento dell’intero sistema bancario, la dinamica ha confermato nei primi tre mesi dell’esercizio una netta divaricazione tra fonti a breve e a medio-lungo termine. Più in dettaglio, i conti correnti mantengono il proprio peso percentuale sul totale dell’aggregato intorno al 60% e raggiungono i 6,9 miliardi (+0,7% rispetto a fine dicembre 2015), mentre i depositi a risparmio si attestano a 523,7 milioni, in calo dell’1,6%. Le operazioni di pronti contro termine con clientela si posizionano a 2,4 miliardi, in crescita del 31,1% (+572 milioni), incrementando ulteriormente il peso sull’intero aggregato al 20,8%. I certificati di deposito confermano il calo tendenziale dello scorso esercizio, attestandosi a 335 milioni, in diminuzione da inizio anno di 42 milioni (-11,2%). Il comparto obbligazionario è risultato in calo dell’11,5%, posizionandosi a fine marzo 2016 a 1,2 miliardi, mantenendo il proprio peso percentuale sul totale dell’aggregato oltre il 10%.
La raccolta indiretta si posiziona a 3,9 miliardi, in calo dell’1,7% rispetto ai volumi di fine dicembre 2015; nel dettaglio la componente gestita (fondi comuni di investimento e gestioni patrimoniali) si mantiene in sostanziale stabilità su dicembre 2015 (+0,1%), mentre segna un aumento del 6,6% su base annua. I premi assicurativi rilevano un aumento del 4,8%, mentre i titoli di terzi in deposito mostrano un calo del 7,3%.
Il patrimonio netto consolidato si attesta al 31 marzo 2016 a 1.267 milioni e risulta in crescita rispetto al saldo dell’esercizio precedente di 8,8 milioni.Principali fatti di rilievo intervenuti successivamente alla chiusura del periodo ed evoluzione prevedibile della gestione
In data successiva alla chiusura del periodo non sono emersi fatti significativi tali da influire sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della banca e delle sue controllate.
In data 14 aprile 2016 l’Assemblea dei soci del Banco di Sardegna ha deliberato, tra l’altro, l’approvazione del bilancio d’esercizio 2015 e, conseguentemente, la proposta di copertura della perdita dell’esercizio mediante utilizzo della riserva disponibile. Nella medesima data l’Assemblea ordinaria del Banco di Sardegna ha provveduto al rinnovo del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale, per il triennio 2016-2018.
In data 9 aprile 2016 l’Assemblea dei soci della Banca di Sassari ha deliberato, tra l’altro, l’approvazione del bilancio d’esercizio 2015 e, conseguentemente, la proposta di riparto dell’utile presentata dal Consiglio d’amministrazione, che prevedeva l’assegnazione a riserve patrimoniali di 3,5 milioni e la distribuzione di dividendi per 2,2 milioni.
L’evoluzione della gestione della sub-holding dovrebbe beneficiare del leggero miglioramento del quadro macroeconomico a livello regionale previsto per il 2016, che potrebbe fornire un impulso positivo alla ripresa degli investimenti e dei consumi e consentire di poter tornare a crescere anche sul fronte dei crediti. Infatti, la dinamica degli impieghi è attesa in lenta ripresa dai minimi del 2014, mentre l’andamento della raccolta sarà condizionata dalle scelte di portafoglio delle famiglie che dovrebbero privilegiare i fondi comuni, i prodotti assicurativi o forme di deposito che assicurino rendimenti più elevati della raccolta a vista. Sul fronte dei ricavi, il margine d’interesse sarà ancora penalizzato dalla dinamica dei tassi base di riferimento, ormai su valori addirittura negativi, mentre le commissioni dovrebbero consolidarsi su livelli più elevati; dal lato dei costi, si continuerà nella ricerca di sinergie e risparmi strutturali, con effetti positivi sulla redditività di medio periodo.
Sarà prioritario realizzare i progetti e le azioni indicate nel Piano industriale 2015-2017, finalizzati a ottimizzare il posizionamento sul mercato e la qualità dei servizi offerti, in particolare il piano di razionalizzazione della rete sportelli del Polo Sardo – con l’integrazione degli sportelli della Banca di Sassari in quelli del Banco di Sardegna e la successiva cessione della quota di maggioranza dal Banco di Sardegna alla capogruppo Banca popolare dell’Emilia Romagna – che sarà di supporto al rafforzamento della spinta commerciale. L’intera struttura aziendale sta lavorando con grande determinazione sul lancio di nuove iniziative commerciali, sulla formazione del personale e sul posizionamento territoriale, al fine di migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi, prestando altresì particolare attenzione alla solidità patrimoniale e al profilo di rischio e liquidità.
Ad integrazione delle anzidette informazioni si allegano i prospetti di Stato patrimoniale e Conto economico consolidati inclusi nel Resoconto intermedio di gestione approvato dal Consiglio di Amministrazione. Si precisa che tali schemi e lo stesso resoconto non sono oggetto di verifica da parte della società di revisione.
Si precisa che con riferimento alle recenti disposizioni normative intervenute con modifica del TUF (D.Lgs. 25 del 15 febbraio 2016), che fanno seguito alla Direttiva europea 2013/5/UE (Trasparency II), in attesa di specifiche disposizioni regolamentari da parte di Consob, il Banco di Sardegna, in linea con gli orientamenti del Gruppo di appartenenza, ha deciso su base volontaria di provvedere, in continuità con il passato, alla pubblicazione del Resoconto intermedio di gestione consolidato al 31 marzo 2016. Tale scelta non rappresenta alcun impegno per il futuro a mantenere tale impostazione, quindi a pubblicare informazioni trimestrali e resoconti intermedi di gestione.