Cristiano Erriu: «La Sardegna al primo posto in Italia per l’attenzione dedicata al paesaggio è il risultato di una politica di tutela giudiziosa».
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«Il dato del Rapporto Ambiente Italia 2016, che mette la Sardegna al primo posto tra le regioni italiane per l’attenzione dedicata al proprio paesaggio e all’integrità dei territori, non è casuale ma è il risultato di una politica di tutela accorta e giudiziosa che la Regione intende mantenere e rilanciare». Lo dice l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, il giorno dopo la presentazione dello studio condotto da Legambiente sulle coste di tutto il Paese.
«A questo proposito – aggiunge Cristiano Erriu – è arrivato il momento di completare questo processo virtuoso affiancando allo strumento della tutela paesaggistica, il PPR, il riferimento normativo che consenta di mettere a frutto, a vantaggio della comunità isolana, l’immenso valore rappresentato dall’eccellenza ambientale e paesaggistica, attraverso buone pratiche rivolte al turismo sostenibile e destagionalizzato, e anche alla produzione agroalimentare. Se il puro dato numerico riportato nel Rapporto rappresenta un motivo di grande soddisfazione, è innegabile che molto vada ancora fatto in termini di manutenzione dei territori, di ricucitura delle periferie urbane, di adeguamento dell’offerta turistica, di valorizzazione delle produzioni agricole di qualità e di cura e protezione delle più delicate eccellenze ambientali. Il testo unico di prossima presentazione, vale a dire la legge di governo del territorio che la Giunta si appresta a discutere, punta a rispondere a queste esigenze con norme rivolte alla riduzione al minimo del nuovo consumo di suolo attraverso il contrasto della pura rendita fondiaria, alla valorizzazione in termini paesaggistici e produttivi dei territori rurali e all’innalzamento della qualità dell’offerta turistica che trae la sua ragion d’essere proprio dalla conservazione dei grandi valori paesaggistici evidenziati dal Rapporto. Ogni tentativo, palese o nascosto, di frenare il processo riformatore – conclude Cristiano Erriu – torna inevitabilmente a danno del popolo sardo.»
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