Domani mattina la commissione “Attività Produttive” esprimerà il parere di propria competenza sul Piano energetico regionale.
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Domani mattina la commissione “Attività Produttive” esprimerà il parere di propria competenza sul Piano energetico regionale, dopo aver concluso in tarda serata il ciclo di audizioni sul testo approvato dalla Giunta, ascoltando le valutazioni dei sindacati, delle forze datoriali e delle associazioni ambientaliste.
I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno espresso un giudizio positivo sull’impianto del provvedimento: «Finalmente la Sardegna si dota di un Piano energetico – ha detto il segretario della Filtcem-Cgil Salvatore Cappai – la metanizzazione dell’Isola sarebbe un’opera di portata storica. Adesso c’è bisogno di tempi certi e di risposte concrete per attuare il progetto». Stessa preoccupazione espressa dai colleghi di Cisl e Uil Marco Nappi e Salvatore Sini che hanno paventato il rischio di lungaggini negli iter autorizzativi per la realizzazione delle infrastrutture (depositi Gnl, rigassificatori, rete di distribuzione): «L’importante è che si proceda rapidamente – hanno sottolineato Nappi e Sini – solo così la Sardegna potrà colmare il gap con le altre regioni italiane ed europee. Sarà compito della Regione fare in modo che il metano arrivi ai sardi a prezzi contenuti, in linea con la media italiana». Qualche dubbio invece è stato espresso sull’obiettivo dell’abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 entro il 2030. «E’ un’indicazione condivisibile ma difficile da attuare – ha detto Marco Marras della Flaei – Cisl – occorre indicare con più precisione la strada da seguire per centrare l’obiettivo».
L’approvazione del Piano energetico e la sua impostazione “flessibile” con la previsione di diverse fonti di approvvigionamento, è stata valutata positivamente anche dai rappresentanti delle forze datoriali.
Il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, ha però sollecitato più chiarezza sui tempi e sulle modalità di raggiungimento degli obiettivi: «Il Piano è pieno di buoni propositi ma bisogna dare una linea chiara se non si vuole correre il rischio di farlo diventare un libro dei sogni – ha detto Scanu – sui progetti di efficientamento energetico, iter autorizzativi per le infrastrutture del gas metano e utilizzo delle fonti rinnovabili sono necessari ulteriori approfondimenti».
Apprezzamento per l’approvazione del Piano è stata espressa anche dal presidente di Confapi Gianfrancesco Lecca: «Il varo del Pears rappresenta un passo importante per favorire la crescita dell’Isola – ha detto Lecca – bisogna però garantire tempi certi per il processo di metanizzazione a costi accessibili per le imprese. In attesa del completamento delle opere, occorre puntare a una riduzione della carbon tax su gpl e gasolio per consentire una riduzione della bolletta energetica per le aziende sarde». Per Confapi, inoltre, è urgente fare chiarezza sulle autorizzazioni per la realizzazione delle infrastrutture del gas metano: «La Giunta ancora non ha chiarito la questione – ha concluso Lecca – si rimanda tutto alla firma del Patto per la Sardegna con il Governo. Speriamo che in quella occasione arrivi una risposta definitiva».
Forti perplessità sul Piano sono state invece espresse da Legambiente. Secondo il presidente del Comitato Scientifico dell’associazione ambientalista Vincenzo Tiana la proposta di riduzione del 50% delle emissioni di CO2 è formulata con enunciazioni contraddittorie che rendono praticamente impossibile il raggiungimento degli obiettivi dichiarati».
Per Legambiente la strada da seguire è quella dell’innovazione, delle produzioni a basso contenuto energetico e alto know-how, della ricerca e delle nuove tecnologie. «Serve un crono programma per il superamento definitivo del carbone e la graduale dismissione del comparto termoelettrico la cui produzione di energia deriva per il 71% da fonti fossili».
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