Elisabetta Falchi: «La pesca e la lavorazione del tonno sono attività da rilanciare con una forte azione sul ministero per ottenere un aumento delle quote».
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«La pesca e la lavorazione del tonno sono attività da rilanciare con una forte azione sul ministero per ottenere un aumento delle quote: abbiamo quella che per ora è l’unico sistema di tonnare fisse attive in Italia, qui a Carloforte, e possiamo ripartire dalla sua storia, dalla sua tradizione anche culinaria e dal suo richiamo turistico, dimostrato in questi giorni dal sempre affollatissimo Girotonno». Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, in visita nell’isola di San Pietro in occasione della manifestazione dedicata alla tradizione culturale e culinaria legata alla pesca del tonno rosso.
«Sposiamo la linea dell’emendamento dell’eurodeputata Pd Renata Briano, approvato dal Parlamento europeo nello scorso gennaio: favorire i sistemi di pesca artigianale del tonno, ecocompatibili e poco impattanti, è la nostra battaglia e intendiamo portarla avanti nei confronti del Mipaaf, che finora ha danneggiato le tonnare e favorito la pesca industriale, mettendo a rischio la sopravvivenza di un sistema di pesca antichissimo – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura -. Le tonnare sono spesso penalizzate dalle quote, con le ovvie conseguenze in termini di posti di lavoro e di mancate possibilità di sviluppo per una zona dell’isola in crisi profonda».
«Come testimonia il successo della kermesse del Girotonno, intorno alla pesca del tonno rosso in Sardegna gravita un patrimonio di conoscenze storiche, culturali e gastronomiche – ha spiegato ancora Elisabetta Falchi -. Per favorire la crescita economica di questa particolare pesca, anche con l’obiettivo di legarla alla lavorazione e trasformazione del pescato, sosterremo il ricorso degli operatori contro il decreto ministeriale che fissa la ripartizione delle quote, anche per quest’anno in modo penalizzante, e impedisce l’ingresso di nuove barche in quello che sembra un sistema chiuso, a protezione di interessi consolidati e non più attuali e giustificati”.
«Ciò che la Regione chiederà – ha ribadito Elisabetta Falchi – è che venga concesso anche all’isola come ad altre regioni la possibilità di operare con tutti i sistemi di pesca che l’Europa riconosce all’Italia e sui quali puntiamo per un rilancio sostenibile. In particolare, nel momento in cui le quote stanno aumentando e si ragiona di consentire impianti di tonnara fissa in altre regioni italiane, noi rivendichiamo il diritto di praticare la pesca con altri sistemi che oggi sono preclusi, come le barche da palangaro».
«La Regione farà la propria parte sui tavoli romani ma – ha concluso Elisabetta Falchi – il sistema consortile delle tonnare, che è piccolo rispetto alla grande pesca industriale che sta depredando senza criterio la risorsa tonno, può essere competitivo solo se lavora unito e in modo sinergico, senza spaccature, con politiche e strategie collettive che puntino sulla tipicità e sulla grande qualità del prodotto per aprire nuovi mercati al nostro pescato: la storia di Carloforte e degli altri areali di pesca della Sardegna diventino il valore aggiunto di un sistema produttivo che deve finalmente essere messo nelle condizioni di progettare un futuro più brillante.»
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