Fabio Enne (Cisl): «La situazione Ati-Ifras è sempre più incerta.»
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«La situazione della società Ati-Ifras sta precipitando. Stipendi non versati, tagli alle risorse regionali, le prospettive sono sempre più incerte. Occorre costituire immediatamente un tavolo tra la società, la Regione e le parti sociali prima che sia troppo tardi, gennaio 2017 è alle porte e si rischia un impasse per lavoratori impiegati e per i cantieri in essere.»
A lanciare un nuovo grido d’allarme per la situazione della società Ati-Ifras è oggi Fabio Enne, segretario generale Ust-Cisl del Sulcis Iglesiente.
«La società Ati-Ifras – aggiunge Fabio Enne -, nata per occuparsi di bonifiche ambientali si trova in una situazione di grave stallo. 520 persone appese ad un filo, la convenzione con la Regione scade a dicembre 2016 e, quantomeno per ora, la Giunta non ha nessuna intenzione di rinnovarla. Ripetono che occorre fare una gara internazionale senza però programmarne l’indizione, senza studiare metodi atti a garantire il proseguo dell’impiego per i lavoratori. Questa è l’ennesima dimostrazione che la Giunta regionale non governa l’isola con lungimiranza, bensì con poca attenzione verso le problematiche legate al settore occupazionale. Insomma, il presidente Pigliaru verrà ricordato come un Governatore poco attento al lavoro.»
«Alla poca lungimiranza della Giunta regionale, si sommano le tante responsabilità della società Ati Ifrass che, anche in quest’occasione dimostra di non riuscire a governare il percorso affidatole decenni fa dalla Regione. La società ha responsabilità in merito all’organizzazione del lavoro, ai ritardi nell’erogazione degli stipendi e alla gestione interna poco oculata. Temiamo, tra qualche mese, di ritrovarci ancora una volta con oltre cinquecento lavoratori per strada a causa di un malcostume conclamato che non permette di affrontare i problemi per tempo. Siamo alle solite, il disagio economico nel Sulcis è talmente elevato – conclude Fabio Enne – e si corre il rischio serio di disordini sociali così come sta accadendo in queste ultime settimane in Francia.»
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