Ieri il Comitato uniti per la salute di Iglesias è stato ascoltato dalla Commissione d’Inchiesta sulla Sanità in Sardegna.
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Ieri, come già anticipato in una nota pubblicata stamane, il Comitato uniti per la salute di Iglesias è stato ascoltato dalla commissione d’Inchiesta sulla Sanità in Sardegna.
«L’incontro c’è stato nonostante il Partito Democratico abbia cercato di impedirlo – si legge in una nota del Comitato -. E’ stata consegnata al presidente e ai commissari una relazione sullo stato della ASL 7 di Carbonia. Il comitato ringrazia il presidente della commissione d’Inchiesta ed i commissari che hanno deciso di ascoltare le ragioni del Comitato. Il Comitato ha messo in evidenza l’irregolare chiusura del Santa Barbara di Iglesias e la sostanziale chiusura del CTO di Iglesias. Ha rilevato i conti in rosso della ASL 7 (il calo della produzione nel primo trimestre del 2016 – l’aumento della mobilità passiva) e le finte inaugurazioni, come quella delle sale operatorie del Sirai di Carbonia prive delle autorizzazioni.»
«Il Comitato – prosegue la nota – ha ricordato che la legge ha previsto l’introduzione di standard di sicurezza, imposti alle strutture accreditate, al fine di garantire la qualità del servizio e la sua efficienza, sotto il profilo delle dotazioni strumentali e tecnologiche, in un’ottica sempre di tutela della salute del paziente. Previsioni che, contenute nella legislazione pubblicistica, sono destinate a saldarsi, nel versante privatistico del rapporto con l’utente, con l’art. 101 del cod. del consumo che, nel riconoscimento in capo all’utente di un diritto “al rispetto di standard di qualità predeterminati e adeguatamente resi pubblici”, rende esigibile dall’utente l’attuazione di quegli adempimenti organizzativi che siano diretti a garantire l’appropriatezza clinica e organizzativa dell’assistenza sanitaria e la qualità delle prestazioni. Questo ed altri indici normativi rivelano come l’attenzione del legislatore sanitario si sia dunque spostata dalla prestazione professionale del singolo medico, inserito in un’organizzazione, all’attività assistenziale svolta dai Servizi sanitari regionali e dagli enti o istituti di rilievo nazionale: ciò in un’ottica volta a promuovere una concezione dinamica del servizio in cui coniugare il profilo terapeutico/assistenziale dell’attività sanitaria con quello più strettamente organizzativo relativo all’erogazione del servizio.»
«Il Comitato ha evidenziato che la ASL 7 ha attualmente un’organizzazione che accresce il rischio clinico. Infine, ha chiesto, fornendo dati e fatti precisi e circostanziati, che se la Commissione d’inchiesta dovesse rilevare irregolarità e/o violazioni di legge, così come già è stato puntualmente rilevato dall’assessorato regionale della Sanità – conclude la nota -, di procedere ai sensi di legge, anche attraverso la trasmissione degli atti all’Autorità Giudiziaria.»
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