23 November, 2024
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Claudia Firino 3

La Giunta regionale ha stanziato quattro milioni di euro per lo sviluppo del cinema in Sardegna. Tra le novità del nuovo bando è previsto il finanziamento di un’opera prima.
«Nel 2015, dopo cinque anni – ha detto Claudia Firino – abbiamo riaperto i bandi per il cinema, e per il secondo anno diamo continuità e sostegno al settore. Per il bando precedente le richieste sono state numerose e per ragioni economiche non potevano essere tutte accolte. Solo per quest’anno dunque, in vista di una regolarizzazione delle procedure e con la riapertura dei nuovi bandi, si è deciso di scorrere le graduatorie 2015 e finanziare i lavori meritevoli di lungo e cortometraggio, destinando loro una parte dei fondi.»
«Investiamo nella creatività dei giovani – ha aggiunto l’assessore – e degli autori esordienti destinando per quest’anno 200mila euro della quota dello stanziamento 2016 riservata alla coproduzione di lungometraggi, a un’opera prima.»
I 4 milioni di euro saranno così ripartiti: 550mila euro andranno alla Fondazione Sardegna Film Commission, che riceverà altri 400mila euro di contributo, stabilito dalla Legge di stabilità 2016, che prevede anche ulteriori 25mila euro per l’Associazione Argonauti che si occuperà dell’organizzazione della rassegna cinematografica “Festival di Tavolara”.
Altri 21,5mila euro copriranno le spese per il funzionamento della Commissione tecnico-artistica e per la Consulta regionale per il Cinema. Per lo sviluppo della sceneggiatura andranno 200mila euro, 250mila saranno destinati alla produzione di cortometraggi, 140mila euro ai progetti di diffusione e distribuzione di opere cinematografiche di interesse regionale. Per la coproduzione di lungometraggi 1milione 650mila euro.
Sono destinati 743,5mila euro a eventi di Promozione della Cultura Cinematografica, come circuiti, rassegne e festival, e ancora 445mila euro alla didattica e alla ricerca sul cinema e l’audiovisivo.

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Scatta l’emergenza sangue in Sardegna. Parte da Guasila un progetto per tentare di recuperare una grande fetta di donatori, con una struttura adeguata che possa servire tutta l’area della Trexenta. L’iniziativa è del capogruppo di “Progetto Guasila” Claudio Fenu che – con la sinergia del presidente dell’Avis comunale Ottavio Milia – ha presentato all’Azienda sanitaria locale di Cagliari un piano per il riutilizzo di un caseggiato di piazza Gramsci.

«Una struttura – evidenzia Fenu, in un documento inviato al Commissario straordinario della Asl 8 Savina Ortu – che potrebbe essere trasformato in Centro permanente per i donatori di sangue, che potrebbe dare un grosso sostegno vista la carenza di disponibilità di sacche ematiche in Sardegna. Un deficit cronico per il territorio, con molti talassemici della Trexenta in grosse difficoltà per le trasfusioni. Un’emergenza che diventa maggiormente acuta nel corso dell’estate, come sempre accade da anni, ma che non può essere considerata ormai periodica». Da qui l’esigenza di trovare nuovi edifici, maggiormente attrezzati e con impianti all’avanguardia.

«La struttura di piazza Gramsci, con il trasferimento dei servizi della Asl nei locali della biblioteca comunale – spiegano Fenu e Milia – è ormai da anni in stato di abbandono. L’associazione di volontariato Avis intende quindi avanzare un progetto di recupero finalizzato alla riapertura e al riutilizzo del caseggiato, eseguendo a titolo gratuito tutte le attività di progettazione ed esecuzione dei lavori necessari. Un edificio che potrebbe così diventare un polo di riferimento per i donatori di sangue del territorio della Trexenta, rappresentando un presidio sanitario di primo livello per arrivare all’autosufficienza in materia di donazioni di sangue». Il progetto per il restyling della struttura è pronto. «Occorre – conclude Fenu – solo il lasciapassare dell’azienda sanitaria di Cagliari per avere un complesso all’avanguardia a Guasila».

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L’esclusione dell’estate medioevale di Iglesias e della discesa dei candelieri dai finanziamenti dei grandi eventi turistici dell’Isola, il cui progetto è stato dichiarato inammissibile dall’assessorato regionale al turismo, ha scatenato la reazione del capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, che ha presentato un’interpellanza urgente.

«E’ un affronto – denuncia Gianluigi Rubiu -. Con un criterio discrezionale sono state soppresse dal cartellone degli eventi di richiamo turistico – spiega Rubiu – delle manifestazioni che negli anni sono diventate un’occasione unica per la riscoperta delle tradizioni ultrasecolari e per la valorizzazione dell’identità storica, oltre che un evento che porta a Iglesias migliaia di vacanzieri e amanti della cultura. E’ stato adottato un criterio discrezionale sul quale  vogliamo vederci chiaro, visto che a fronte della soppressione di eventi storici sono stati dichiarati ammissibili festival teatrali e sagre gastronomiche che non hanno impatto positivo sul turismo e sull’economia isolana.».

Nell’interpellanza, Gianluigi Rubiu sollecita il reinserimento della discesa dei candelieri e dell’estate medioevale tra le rassegne di richiamo turistico: «Un atto dovuto – conclude Gianluigi Rubiu – considerato che la manifestazione vanta radici antichissime e un collegamento con la storia culturale della vecchia Villa di Chiesa».

Corteo medievale

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Centrale Grazia Deledda Enel 85 copia

Domani mattina la commissione “Attività Produttive” esprimerà il parere di propria competenza sul Piano energetico regionale, dopo aver concluso in tarda serata il ciclo di audizioni sul testo approvato dalla Giunta, ascoltando le valutazioni dei sindacati, delle forze datoriali e delle associazioni ambientaliste.

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno espresso un giudizio positivo sull’impianto del provvedimento: «Finalmente la Sardegna si dota di un Piano energetico – ha detto il segretario della Filtcem-Cgil Salvatore Cappai – la metanizzazione dell’Isola sarebbe un’opera di portata storica. Adesso c’è bisogno di tempi certi e di risposte concrete per attuare il progetto». Stessa preoccupazione espressa dai colleghi di Cisl e Uil Marco Nappi e Salvatore Sini che hanno paventato il rischio di lungaggini negli iter autorizzativi per la realizzazione delle infrastrutture (depositi Gnl, rigassificatori, rete di distribuzione): «L’importante è che si proceda rapidamente – hanno sottolineato Nappi e Sini – solo così la Sardegna potrà colmare il gap con le altre regioni italiane ed europee. Sarà compito della Regione fare in modo che il metano arrivi ai sardi a prezzi contenuti, in linea con la media italiana». Qualche dubbio invece è stato espresso sull’obiettivo dell’abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 entro il 2030. «E’ un’indicazione condivisibile ma difficile da attuare – ha detto Marco Marras della Flaei – Cisl – occorre indicare con più precisione la strada da seguire per centrare l’obiettivo».

L’approvazione del Piano energetico e la sua impostazione “flessibile” con la previsione di diverse fonti di approvvigionamento, è stata valutata positivamente anche dai rappresentanti delle forze datoriali.

Il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, ha però sollecitato più chiarezza sui tempi e sulle modalità di raggiungimento degli obiettivi: «Il Piano è pieno di buoni propositi ma bisogna dare una linea chiara se non si vuole correre il rischio di farlo diventare un libro dei sogni – ha detto Scanu – sui progetti di efficientamento energetico, iter autorizzativi per le infrastrutture del gas metano e utilizzo delle fonti rinnovabili sono necessari ulteriori approfondimenti».

Apprezzamento per l’approvazione del Piano è stata espressa anche dal presidente di Confapi Gianfrancesco Lecca: «Il varo del Pears rappresenta un passo importante per favorire la crescita dell’Isola – ha detto Lecca – bisogna però garantire tempi certi per il processo di metanizzazione a costi accessibili per le imprese. In attesa del completamento delle opere, occorre puntare a una riduzione della carbon tax su gpl e gasolio per consentire una riduzione della bolletta energetica per le aziende sarde». Per Confapi, inoltre, è urgente fare chiarezza sulle autorizzazioni per la realizzazione delle infrastrutture del gas metano: «La Giunta ancora non ha chiarito la questione – ha concluso Lecca – si rimanda tutto alla firma del Patto per la Sardegna con il Governo. Speriamo che in quella occasione arrivi una risposta definitiva».

Forti perplessità sul Piano sono state invece espresse da Legambiente. Secondo il presidente del Comitato Scientifico dell’associazione ambientalista Vincenzo Tiana la proposta di riduzione del 50% delle emissioni di CO2 è formulata con enunciazioni contraddittorie che rendono praticamente impossibile il raggiungimento degli obiettivi dichiarati».

Per Legambiente la strada da seguire è quella dell’innovazione, delle produzioni a basso contenuto energetico e alto know-how, della ricerca e delle nuove tecnologie. «Serve un  crono programma per il superamento definitivo del carbone e la graduale dismissione del comparto termoelettrico la cui produzione di energia deriva per il 71% da fonti fossili».

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«Nei prossimi giorni convocherò i massimi organismi provinciali per analizzare il momento che vive il nostro partito, come ho sempre fatto mi assumerò le responsabilità della situazione, lo farò insieme a tutto il gruppo dirigente, compagni e amici che negli anni mi hanno accompagnato in questo impegnativo percorso di crescita umana e politica.»

Sono le prime parole di Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito Democratico, due giorni dopo la pesantissima sconfitta subita dal sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, nel ballottaggio con il candidato del Movimento 5 Stelle Paola Massidda, eletta con 9.129 voti, il 61,60%.

La “storica” sconfitta di Carbonia, città che fino a domenica era stata da sempre amministrata dalla sinistra e/o dal centrosinistra, è arrivata due settimane dopo altre due sconfitte, sicuramente meno “fragorose” ma ugualmente molto pesanti, maturate a San Giovanni Suergiu e Gonnesa, dove se è vero che in competizione c’erano delle liste civiche, è altrettanto vero che i candidati alla carica di sindaco erano, nel primo caso il segretario cittadino del PD, Antonio Fanni (Elvira Usai è stata eletta con il 55,18% dei voti, Antonio Fanni s’è fermato al 30,61%), nel secondo il vicesindaco uscente Piergiorgio Lenzu, scelto dalle primarie del PD, con capolista Pietro Cocco, capogruppo del PD in Consiglio regionale e sindaco negli ultimi 10 anni (Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto di misura alle primarie, ha vinto con una lista alternativa ottenendo il 45,10% dei voti, Piergiorgio Lenzu s’è fermato al 42,23%).

Daniele Reginali 2

 

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«Oggi abbiamo appreso che la gara d’appalto per l’assistenza domiciliare che è stata svolta a cura del comune di Carbonia capofila per il tutto il Sulcis nell’ambito dei Plus, è stata assegnata ad una cooperativa siciliana.» A scriverlo, in una nota, è Giorgio Alimonda, sindaco del comune di Portoscuso.
«E’ assurdo pensare – aggiunge Giorgio Alimonda – che chi ha organizzato l’appalto, chiariamolo subito previsto dalla legge, non abbia saputo o potuto garantire i servizi alle cooperative sociali locali che da anni e anni operano nel settore. Ci sembra assurdo pensare che una cooperativa siciliana riesca a garantire prezzi e progetti migliori delle aziende locali presenti su ogni comune del Sulcis. Questo fatto comporterà certamente altri sacrifici in termini di posti di lavoro e altro impoverimento ulteriore della nostra terra. Ma figuriamoci se solo pensassimo noi sardi di andare in Sicilia! Non ci farebbero neanche partecipare…»
«Il comune di Portoscuso – conclude il sindaco di Portoscuso – inoltrerà una nota di protesta al comune capofila e alla regione e valuterà se e come uscire dal vincolo del Plus per poter salvaguardare le persone e le professionalità locali che in tutti questi anni hanno garantito e garantiscono con pieno merito un servizio sempre più importante e apprezzato come l assistenza domiciliare attraverso le cooperative sociali locali.»

Giorgio Alimonda 86 copia

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

La commissione di inchiesta sull’efficienza ed i costi del sistema sanitario regionale, presieduta dall’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha sentito in audizione i rappresentanti sindacali dei medici e degli infermieri.

Angela Vacca, della Fum, ha richiamato l’attenzione della commissione su un dato strutturale molto a suo giudizio molto preoccupante che riguarda i servizi veterinari: su 350 sanitari pubblici circa 150 hanno superato i 60 anni ed una situazione analoga si registra anche nel personale tecnico ed amministrativo. «E’ urgente quindi – ha affermato – dare corso al turn-over per evitare gravi conseguenze sul sistema nei prossimi 4-5anni. Per quanto concerne le realtà ospedaliera, vi sono molti punti del contratto che devono ancora essere definiti, a cominciare dalle differenze normative e retributive che si registrano nelle diverse aziende per gli stessi incarichi». Sul problema della Asl unica, infine, Vacca ha espresso una valutazione negativa sostenendo che «non sarà certo la soluzione perché, in concreto, è sempre mancato il controllo della Regione sul sistema sanitario».

A nome della Uil medici Rosanna Pintore ha ripreso il tema della carenza di personale, «che rende molto più difficile la gestione quotidiana delle attività e pesa in negativo sulla funzionalità della sanità sarda; c’è il rischio che fra pochi anni il sistema arrivi al collasso a causa dello stress degli operatori, col risultato che aumenteranno i viaggi della speranza fuori della Sardegna e la spesa pubblica del settore».

«Il sistema sanitario regionale – ha dichiarato Luigi Mascia, della Cimo – si è progressivamente snaturato perché molti medici svolgono di fatto mansioni esclusivamente burocratiche e la componente amministrativa, che secondo la normativa nazionale non dovrebbe superare il 7%, in Sardegna è doppia e quasi tripla; è necessaria perciò una radicale inversione di tendenza.»

Sempre in materia di personale Enrico Giua (Anpo-primari) ha messo l’accento sulla presenza «di aree molto consistenti di precariato fra i medici, con contratti che vengono rinnovati di 6 mesi in 6 mesi in molti casi da oltre 10 anni». Parlando del riassetto della rete ospedaliera, secondo Giua non ci potrà essere «senza prima predisporre una rete efficiente di servizi sul territorio; cominciando dal vertice ci saranno conseguenze negative sui pazienti soprattutto nelle zone interne dell’Isola».

L’equilibrio fra la rete ospedaliera e quella dei servizi sul territorio è stato al centro anche dell’intervento di Susanna Montaldo (Anaoo-Assomed) per la quale «il sistema regionale è privo di meccanismi efficaci di controllo della spesa ed anzi si assiste alla continua proliferazione di servizi, con relativo aumento di costi, mentre nelle strutture sarde il personale lavora in condizioni di emergenza, sia per l’entrata in vigore della nuova normativa europea sugli orari di lavori che per le carenze delle piante organiche».

Cesare Iesu, dell’Aaroi-Emac ha criticato in primo luogo la mancata applicazione della legge relativa alla terapia del dolore, anch’essa a suo avviso “fonte di sprechi” evidenziando inoltre le gravi lacune del servizio di emergenza-urgenza, «indispensabile per dare un assetto razionale alla rete, invece la gara per l’elisoccorso è ancora al palo e in queste condizioni, ad estate già cominciata, rischiamo di non poter trasferire i pazienti da una struttura all’altra prima di 6-7 ore, in certe zone della Sardegna”.

Alessandro Nasone (Nursind-infermieri) ha detto che «il sistema sanitario regionale è troppo costoso perché non è mai stato organizzato mettendo al centro il cittadino come utente del servizio pubblico; i ricoveri ospedalieri hanno costi elevatissimi mentre sarebbe possibile risparmiare risorse ingenti curando molti pazienti presso le strutture del territorio o, quando possibile, a casa». «Le priorità della riforma – ha osservato – vanno invertite, prima bisogna pensare alle cure territoriali e poi a quelle ospedaliere, che vanno riservate ai casi acuti non parla dei pazienti ma degli incarichi».

Gianluca Chelo, anch’egli di Nursind, ha ricordato fra l’altro che anche nella professione infermieristica esiste un problema «di età avanzata e di carichi di lavoro fortemente appesantiti dalla carenza delle piante organiche». Quanto alla crescita anomale degli accessi impropri agli ospedali, Chelo ritiene che ciò sia riconducibile «alla scarsa efficienza delle rete territoriale e domiciliare, un vuoto del sistema che potrebbe essere colmato sia con il potenziamento delle strutture di base che con l’istituzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia».

Al termine degli interventi dei rappresentanti sindacali si è sviluppato all’interno della commissione un ampio dibattito nel corso del quale hanno preso la parola i consiglieri regionali Roberto Deriu (Pd), i capigruppo di Sdl Roberto Desini, di Sel Daniele Cocco e di Cps Pierfranco Zanchetta ed Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia). Tutti, con sottolineature diverse, hanno manifestato l’esigenza di correggere l’accesso della componente amministrativa nelle aziende sanitarie sarde, sollecitando in proposito l’acquisizione di dati certi e dettagliati. Inoltre, sono state segnalate con forza le anomalie provenienti da alcune realtà riguardanti, a parte il surplus di personale amministrativo, l’istituzione di nuovi servizi, la larga discrezionalità delle commissioni di concorso, le assunzioni non giustificate, gli aumenti di spesa immotivati; tutti elementi che, secondo i consiglieri, configurano una sorta di sconfinamento dei commissari delle Asl rispetto ai limiti del mandato loro assegnato.

Il presidente della commissione Attilio Dedoni, nelle conclusioni, ha dichiarato che la richiesta di dati certi ed aggiornati sulla composizione del personale delle Asl «è una richiesta quanto mai opportuna, perché nessun cambiamento sarà possibile se non preceduto da un intervento incisivo sulle risorse umane ed il loro corretto utilizzo». Quanto all’eccessivo potere in capo alle figure dei commissari, a giudizio di Dedoni, «è presente in tutte le aziende, dove i commissari hanno operato come figure autonome al di là del perimetro tracciato dell’ordinaria amministrazione; sono emersi alcuni fatti gravi di cui ritengo che altre istituzioni dovranno occuparsi».

 

 

 

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L’Agenzia Laore Sardegna, nell’ambito del progetto “Terre ai Giovani”, ha pubblicato il bando per l’assegnazione di terreni agricoli e a vocazione agricola destinati a imprenditori, giovani agricoltori di età non superiore ai 40 anni.
Questi i lotti dei terreni agricoli oggetto di assegnazione in concessione o in affitto di fondo rustico:
– Lotto 1 – terreni Laore di Monte Narba San Vito ettari 36.77.17 concessione;
– Lotto 2 – terreni Laore di Sa Segada e di Fighera Alghero ettari 16.24.57 concessione;
– Lotto 3 – terreni Laore dell‟Azienda Pimpisu Serramanna ettari 21.71.57 concessione;
– Lotto 4 – terreni Laore di Rumanedda Sassari ettari 6.21.14 concessione;
– Lotto 5 – terreni Monte Pascoli di San Michele Donori – Ussana ettari 138.83.04 affitto;
– Lotto 6 – terreni Monte Pascoli di Cixeddu Vallermosa ettari 350.04.55 affitto;
– Lotto 7 – azienda Is Figus Serramanna- Villasor ettari 24.06.83 affitto;
– Lotto 8 – azienda Porticciolo Alghero ettari 18.73.38 affitto;
– Lotto 9 – terreni Agris Azienda Giviamolas Villasor ettari 22.37.27 affitto;
– Lotto 10 – terreni Agris Azienda Giviamolas Villasor ettari 20.47.25 affitto;
– Lotto 11 – terreni Agris Azienda Giviamolas Villasor ettari 32.64.05 affitto.
I terreni sono destinati all’esercizio di attività agro-silvo-pastorali e ad attività ad esse funzionali  o complementari.
La partecipazione è riservata a imprese agricole, individuali o associate, nel dettaglio:
– coltivatori diretti,
– imprenditori Agricoli Professionali
– società agricole, in forma singola o associata.
La richiesta di assegnazione potrà essere presentata per più lotti ma, in ogni caso, il partecipante potrà aggiudicarsi in via definitiva un solo lotto.
Gli interessati, dovranno presentare la domanda di partecipazione entro le ore 12.00 del 31 agosto 2016 mediante consegna a mano o tramite posta all’indirizzo:
Agenzia Laore Sardegna, Servizio Patrimonio
via Caprera n. 8 – 09123 Cagliari

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L’Autorità di Gestione del programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020 ha approvato le candidature ammissibili relative al I avviso, assi 1-2-3, scaduto lo scorso 26 febbraio.
Su un totale di 144 progetti presentati, sono ben 141 le proposte che hanno superato la pre-istruttoria di eleggibilità e, quindi, ammesse alla successiva fase di valutazione.
Le 144 candidature pervenute sono prevalentemente concentrate, secondo appartenenza del capofila di progetto, sul versante italiano, in particolare nella regione Toscana dove si registra circa il 28% delle proposte presentate, a seguire Liguria e Sardegna, entrambe con circa il 22%, mentre Corsica e PACA (Provence-Alpes-Côte d’Azur) riportano, rispettivamente, il 12% e l’8% delle candidature. Per quanto riguarda le attività fuori area di cooperazione, il 7% delle proposte presenta un capofila localizzato in Toscana e il restante 1% in PACA.
Questa la ripartizione per assi prioritari:
– il 67% dei progetti eleggibili sono concentrati sull’Asse 1 (promozione della competitività delle imprese nelle filiere prioritarie transfrontaliere);
– il 28% sull’Asse 2 (protezione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali e gestione dei rischi)
– 5% sull’Asse 3 (miglioramento dell’accessibilità dei territori).
Relativamente alla Sardegna, sono 29 le candidature eleggibili con capofila sardo, prevalentemente distribuite sull’asse 2 e sull’asse 1, su un totale di 125 progetti (eleggibili) che vedono il coinvolgimento di partner sardi.
Per informazioni sul programma è possibile contattare i referenti del Centro regionale di programmazione:
Francesco Ventroni: fventroni@regione.sardegna.it
Michele De Francesco: mdefrancesco@regione.sardegna.it

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L’Enas, Ente acque della Sardegna, intende acquisire una manifestazione di interesse per la copertura dell’incarico di direttore del Servizio prevenzione e sicurezza (fascia media) presso la sede legale dell’Ente.
L’avviso, finalizzato all’individuazione di soggetti in possesso di caratteristiche, esperienze adeguate e competenze specifiche nelle materie attinenti l’incarico, è riservato a dirigenti del “Sistema regione”.
Gli interessati dovranno presentare la manifestazione di interesse entro le ore 14.00 del 4 luglio 2016 all’ufficio di Segreteria dell’Enas, via Mameli n. 88, Cagliari, tramite consegna a mano o mediante Pec all’indirizzo: protocollogenerale@pec.enas.sardegna.it .