23 November, 2024
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Questo pomeriggio il Movimento 5 Stelle ha riempito per la seconda volta in 68 giorni l’anfiteatro di piazza Marmilla, a Carbonia, in occasione del comizio per il ballottaggio delle elezioni amministrative in programma domenica 19 giugno, la candidata del Movimento 5 Stelle, Paola Massidda e il sindaco uscente del centrosinistra, Giuseppe Casti. Per l’occasione sono arrivati all’anfiteatro e nell’area circostante, tantissimi elettori di Paola Massidda ma anche rappresentanti e sostenitori del movimento da quasi tutta la Sardegna: da Olbia a Porto Torres, da Dorgali a Oristano, da Cagliari, ad Assemini, da Gonnesa a Tratalias e tanti altri centri.

Alla vigilia di un appuntamento così importante, il Movimento 5 Stelle ha giocato una carta importante, riportando in città il deputato Alessandro Di Battista, uno dei leader del movimento a livello nazionale, che il 3 aprile, quando la campagna elettorale non era ancora ufficialmente iniziata, riempì di persone e di entusiasmo l’anfiteatro e il centro della città.

Con Alessandro Di Battista, per sostenere Paola Massidda nel testa a testa con Giuseppe Casti, sono arrivati i parlamentari Andrea Vallascas, Manuela Serra, Emanuela Corda, Alfonso Bonafede e i sindaci di Assemini Mario Puddu, Porto Torres Sean Wheeler e Dorgali Itria Fancello.

Il Movimento 5 Stelle, all’esordio sulla scena politica cittadina a livello di elezioni amministrative, punta a fare la storia, scalzando per la prima volta il centrosinistra dalla guida del comune minerario. L’entusiasmo per il risultato raggiunto domenica scorsa è grande e, nonostante il ritardo accusato al primo turno nei confronti della coalizione di centrosinistra che sostiene il sindaco uscente Giuseppe Casti, l’esito della sfida si presenta assolutamente imprevedibile, legato a diversi fattori: capacità delle due parti di confermare i voti ottenuti al primo turno, affluenza ai seggi e posizione che assumeranno candidati ed elettori delle liste rimaste escluse dal ballottaggio.

Al primo turno, cinque giorni fa, il sindaco uscente, Giuseppe Casti, sostenuto da 5 liste, ha ottenuto 6.074 voti, il 36,15%; Paola Massidda, sostenuta dalla sola lista del Movimento 5 Stelle, ha ottenuto 3.688 voti, il 21,95%.

Le liste della coalizione che sostiene Giuseppe Casti hanno ottenuto 6.737 voti, il 40,10%; la lista del Movimento 5 Stelle ha ottenuto 3.009 voti, il 17,91%.

Allegato un ricco album fotografico.

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Domani, 11 giugno, nella piazzetta Don Bosco, dietro la chiesa, si svolgerà la prima delle quattro sagre in programma a Serbariu, denominata sagra della “Pecora in cappotto” e della “Suppa cotta”, entrambi piatti della nostra tradizione culinaria.

Cosciente che da diversi anni le nostre tradizioni tendono sempre più a scomparire, da diversi anni il comitato che si occupa dei festeggiamenti dei santi patroni San Narciso e Santa Giuliana, vuole rivalutare oltre che con le tradizioni culturali che contraddistinguono il paese di Serbariu, anche la cucina tipica sarda che racchiude tutti i valori propri della cultura contadina e agropastorale che è fortemente radicata nei suoi abitanti. L’intento, ovviamente, è anche e, soprattutto, stare insieme in compagnia, in un clima sereno e ospitale, assieme ad un accompagnamento musicale con il karaoke e la degustazione dei nostro dolci, trascorrendo una serata diversa dal solito.

Le prossime sagre si terranno il 9 luglio con un altro piatto tipico quali sono le fave lesse. Il 6 agosto le lumache al sugo. Il 17 settembre, infine, in occasione della festa patronale, i zappueddus e la salsiccia arrosto.

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E’ quello di Chia il mare più bello d’Italia. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato oggi da Legambiente e Touring Club Italiano che hanno presentato oggi Il mare più bello, la nuova Guida blu, il meglio del mare e dei laghi in Italia. Alle spalle di Chia troviamo nell’ordine Pollica (SA), Castiglione della Pescaia (GR), Posada (NU), Santa Marina Salina (ME), San Vito Lo Capo (TP), Vernazza (SP), Maratea (PZ), Capalbio (GR), Otranto (LE), Polignano a Mare (BA), Bosa (OR), Melendugno (LE), Camerota (SA), Baunei (OG), quindi le new entry della classifica del mare più bello 2016, Castro (LE) e Santa Teresa di Gallura (OT), e poi Roccella Jonica (RC).

Con ben 5 località, è la Sardegna la prima classificata tra le regioni, seguita dalla Puglia con 4 località a 5 vele. Accanto alle classifiche delle località costiere, Legambiente ha accorpato le località in comprensori turisticisulla base di aree geografiche definite più da un’offerta omogenea che da confini amministrativi. Anche in questo caso, la Sardegna primeggia con la Costa nord-occidentale e il Parco dell’Asinara.

Il mare più bello 2016, guida blu 2016, «racconta oltre 300 centri costieri, ma non pretende di essere un censimento delle aree balneari italiane, piuttosto ne rappresenta una selezione, in base a criteri principalmente ispirati alla qualità dell’ambiente in generale e alla buona gestione del territorio. La selezione delle località, curata come ogni anno dall’Istituto di ricerca Ambiente Italia, contempla le valutazioni espresse sulla base delle analisi delle acque effettuate da Goletta Verde, i dati raccolti dai circoli locali di Legambiente e quelli elaborati da diverse banche dati sulla gestione dei servizi territoriali e turistici.

Tra le località premiate con le 4 vele spiccano Toscana, Puglia, Sicilia e, soprattutto, ancora la Sardegna.

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«La Giunta Pigliaru reperisca immediatamente le risorse per garantire continuità ai progetti dei musei e dei siti archeologici.» Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna che sottolinea come «ancora una volta gli operatori di musei e siti archeologici sardi si vedono costretti ad appellarsi ad una Giunta regionale incapace di garantire continuità alla fruizione dei beni culturali della Sardegna, perché per nulla lungimirante e dedita soltanto all’attività del taglio indiscriminato ai fondi».

«Il rischio, denunciato in ripetute circostanze – sottolinea ancora Ignazio Locci -, è che se la Regione non recupera le somme necessarie (circa due milioni e mezzo di euro), da settembre sarà a repentaglio l’apertura di numerosi musei e siti archeologici dell’Isola. Ma gli appelli lanciati all’assessore Claudia Firino entrano in un orecchio ed escono dall’altro. Al massimo, ciò che si può riuscire a strappare è la solita promessa da marinaio del presidente Pigliaru, che già in passato aveva rassicurato gli operatori del settore. Ma tant’è: oggi siamo ancora qui a chiedere atti concreti per assicurare la normale attività dei siti.»

Museo Sant'Antioco

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Manifesto ballo sardo 2016

Sabato pomeriggio, sul piazzale della galleria Villamarina a Monteponi, a partire dalle 18.00, si svolgerà la II edizione della manifestazione Ballo sardo a Monteponi. 

L’appuntamento è la conclusione del corso di Cultura e tradizioni locali frequentato dagli alunni di alcune classi, medie e elementari, degli istituti comprensivi Costantino Nivola e Pietro Allori di Iglesias. Il corso è stato organizzato dall’associazione Scu.Di.Mi. di Iglesias – responsabile del laboratorio-museo istituito nella ex scuola elementare del villaggio minerario – come percorso di conoscenza della cultura e delle tradizioni locali, nell’ambito del progetto pluriennale Andaus a sa scola de Miniera, finanziato dal comune di Iglesias. 

Per lo svolgimento del corso l’associazione ha collaborato con il Gruppo folk Città di Iglesias, che in più incontri ha spiegato ai bambini non solo i passi di danza, ma anche caratteristiche e significati del costume tradizionale e i metodi di preparazione di pane e pasta tradizionali. 

Per questo importante appuntamento, centinaia di bambini, accompagnati dai loro genitori, animeranno Monteponi con una grande festa e ci farebbe piacere avervi tra noi per raccontarla.

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Il Gruppo Onorato ha vinto il !Business International Finance Award 2016!, premio dedicato a valorizzare le imprese che nell’ultimo biennio hanno realizzato nuovi progetti e strategie in ambito Amministrazione, Finanza e Controllo, Corporate Governance e Risk Management.

La giuria composta da otto esperti provenienti da diverse istituzioni e università, presieduta da Maurizio Dallocchio (professore di finanza aziendale all’Università Bocconi), ha scelto Onorato Armatori nella categoria Finanza, Working, Capital Management e Cash flow planning per l’innovativa operazione di rifinanziamento conclusa lo scorso febbraio.

Un’operazione, ideata dal Gruppo, che si è articolata:

– nell’emissione di un prestito obbligazionario Senior Secured Note di Euro 300 milioni (il “Prestito Obbligazionario”) rivolto ad investitori finanziari internazionali, con scadenza 2023, cedola al 7,75%, e rating Ba2 assegnato da Moody’s e BB- da S&P;

– nell’erogazione di un finanziamento garantito per complessivi 260 milioni di euro, di cui 60 milioni di euro di linea revolving per elasticità di cassa, (il “Finanziamento”), scadenza 2021.

La struttura complessiva dell’operazione è tra le più innovative mai realizzate da una realtà italiana, alla luce della contestuale emissione inaugurale di un prestito obbligazionario ed erogazione di un finanziamento in pool bancario.

Per quanto concerne il Prestito Obbligazionario, si è trattato della prima emissione inaugurale del 2016 in Europa e della prima emissione inaugurale di una società italiana dal 2014.

Un altro importante premio, dunque, per il Gruppo Onorato Armatori, che con Moby ha recentemente vinto l’Italia Travel Awards 2016 come “Migliore Compagnia di Traghetti”, mentre qualche mese fa aveva ricevuto il Sigillo di Qualità “Nr. 1 oro”, riconoscimento che l’Istituto tedesco Qualità e Finanza ha conferito alla Compagnia della Balena Blu per la qualità del servizio offerto. Una garanzia per i consumatori e di successo per le aziende.

Moby 9 copia

 

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Gli ultra 65enni non devono rappresentare un problema ma una preziosa risorsa per ogni comunità. In particolare in una regione come la Sardegna, che invecchia a ritmi da record e in cui, secondo le ultime proiezioni, già nel 2030 un abitante su tre avrà più di 60 anni. È questo il ragionamento che ha spinto le Acli sarde e la Fap (Federazione anziani e pensionati Acli) a elaborare una proposta di legge per la “Promozione della cittadinanza attiva e  del servizio civile delle persone anziane in Sardegna”, che sarà presentata sabato 11 giugno 2016, a partire dalle 10.30, nella sala convegni dell’Hotel Flora, in via Sassari 45 a Cagliari.

L’iniziativa delle Acli nasce dai numeri, chiari e allarmanti, sul futuro demografico della nostra Isola. In Sardegna, secondo l’elaborazione dei dati Istat realizzata da Iares (Istituto Acli per la ricerca e lo sviluppo), nel 2030 gli over 60 anni saranno il 33,8% della popolazione totale, e saliranno al 38,6% nel 2065. Nel frattempo, se non cambierà la tendenza in corso, andrà fuori controllo l’indice di dipendenza strutturale, cioè il rapporto tra la popolazione in età non attiva (da 0 a 14 anni e oltre i 65 anni) e la popolazione in età attiva (15‐64 anni): in Sardegna, nel 2011, il “peso” dei non attivi sugli attivi era del 46%, mentre nel 2030 sarà del 67,7% e nel 2065 salirà addirittura al 96,7%. Si consideri che valori dell’indice di dipendenza strutturale superiori al 50% sono un segno evidente di una situazione di squilibrio generazionale.

La Sardegna, dunque, è destinata a diventare sempre più vecchia e “squilibrata” nel rapporto tra le generazioni, soprattutto per merito dell’allungamento dell’aspettativa di vita e per colpa della denatalità e dell’emigrazione giovanile. Bisogna allora ripensare la “questione anziani” e accelerare sulle politiche per l’invecchiamento attivo. La proposta di legge delle Acli, in particolare, punta a promuovere fortemente la cittadinanza attiva e il servizio civile degli anziani sardi, nell’ambito della programmazione delle azioni del welfare locale e attraverso il più ampio coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore (soggetti sociali e solidali).

I possibili ambiti di applicazione della proposta sono molteplici: si pensi all’innovativo filone degli orti sociali, finalizzati al recupero dell’autoproduzione alimentare, oppure alla collaborazione degli ultra 65enni nell’ambito sociale e sociosanitario, fino al sostegno in campo educativo e formativo.

La proposta di legge verrà presentata sabato 11 giugno nel corso di un convegno dal titolo “Anziani Risorsa Sociale”. Parteciperanno all’iniziativa il presidente delle Acli della Sardegna, Fabio Meloni, il segretario regionale di Fap Acli, Gaetano Tufariello e il segretario nazionale di Fap Acli, Serafino Ziglio.

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Il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma manifesta la propria preoccupazione per il recepimento tal quale dell’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome del 23 marzo 2011 sul documento riguardante i “Criteri per la riorganizzazione delle reti di offerta diagnostica di laboratorio”, fatto proprio dalla Giunta regionale con deliberazione n. 18/13 del 5 aprile 2016.

«Il nuovo modello organizzativo – dichiara Daniela Forma – prevede che per il rilascio o la conferma dell’accreditamento dei laboratori debba essere garantita la soglia minima di attività di 200.000 esami di laboratorio all’anno. Tale soglia, prevista dall’Accordo ora recepito, risulta assolutamente fuori misura rispetto all’attività attualmente svolta dai nostri laboratori accreditati e rischia di compromettere l’intero sistema.

L’obiettivo della Giunta regionale, coerentemente con il dispositivo dell’Accordo, sarebbe quello di obbligare i laboratori ad aggregarsi e organizzarsi in rete costituendo nuovi soggetti giuridici, anche o forse soprattutto di tipo pubblico-privato, ma gli effetti pratici – prosegue Daniela Forma – potrebbero invece tradursi in una implosione del sistema.»

Riportare in Sardegna un criterio per l’ottenimento dell’accreditamento così lontano dai volumi effettivamente erogati dai nostri laboratori, senza prima fare una valutazione compiuta sull’impatto che questo avrebbe sul nostro sistema, rischia a mio avviso di pregiudicare il raggiungimento di quegli obiettivi di efficacia e di efficienza che tale riorganizzazione si propone, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di numerosi laboratori privati.

«Per queste ragioni – aggiunge Daniela Forma – ho depositato insieme ai consiglieri regionali Sandro Collu, Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Gavino Manca, Antonio Solinas e Mario Tendas un’interrogazione rivolta al presidente della Giunta e all’assessore della Sanità nella quale si domanda:

Se prima di adottare la deliberazione della Giunta regionale n. 18/13 del 05/04/2016 sia stata fatta una ricognizione puntuale dei laboratori privati attualmente accreditati e del numero di prestazioni annue da loro effettuate, per comprendere quali ricadute il recepimento tal quale dell’Accordo del 23/03/2011 avrebbe avuto sul sistema dei laboratori diagnostici privati in Sardegna;

Se ritengano opportuno intervenire tempestivamente per rimodulare le soglie minime di attività necessarie per l’accreditamento al fine di scongiurare le difficoltà che determinerebbe l’obbligo per i laboratori privati di associarsi e il rischio di chiusura di molti di essi.»

«L’auspicio – conclude Daniela Forma – è che la Giunta regionale si impegni a rivedere le soglie minime di prestazioni necessarie per l’accreditamento, formulando una proposta che sia sostenibile e praticabile nel nostro contesto regionale, consentendo in tal modo alle tante strutture private che erogano servizi di diagnostica di laboratorio di continuare a dare il loro contributo per una offerta sanitaria regionale quanto più possibile efficiente ed appropriata.»

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«La Sardegna, grazie all’intervento della Regione, è stata l’unica ad ottenere il rinvio del pagamento dei conguagli stabiliti una tantum dall’Autorità sui consumi effettivi del 2012 fatturati entro il 2014; si tratta di somme già incassate per intero sul territorio nazionale mentre gli utenti sardi, invece, potranno pagare in media 150 euro in 4 anni divisi in 8 rate semestrali, pari a circa 3 euro al mese.»

Lo ha dichiarato l’Ad di Abbanoa Alessandro Ramazzotti nel corso di una audizione davanti alla quarta commissione (Governo del territorio) presieduta dall’on. Antonello Solinas (Pd).

Riferendosi alle polemiche che hanno accompagnato il provvedimento, Ramazzotti ha lamentato «il clima di strumentalizzazione preoccupante che sta mettendo inutilmente in agitazione molte famiglie ed una sorta di tesseramento della protesta cui si era già assistito in occasione dei depositi cauzionali, poi riconosciuti (e non poteva essere altrimenti) del tutto legittimi».

«Siamo un’azienda che sta investendo risorse importanti – ha aggiunto Alessandro Ramazzotti ricordando fra l’altro l’impegno di 45 milioni per ridurre le perdite della rete – con i conti in ordine e programmi di riorganizzazione in parte già avviati che interesseranno gli sportelli sul territorio, le manutenzioni (con gli operatori che lavoreranno col tablet), le letture dei contatori (ne sono state effettuate più di 600.000 per poter lavorare su consumi reali e non presunti) ed i rapporti con l’utenza, grazie alla crescita costante del nostro call center con 30 unità.»

«Tuttavia – ha riconosciuto – la qualità complessiva del nostro servizio è ancora scadente sia a causa del gap infrastrutturale sia per un fatto di cultura e di scarsa conoscenza della complessità industriale del ciclo dell’acqua, tutti fattori riconducibili in qualche modo alla pesante eredità del passato; sappiamo che c’è da lavorare molto e siamo impegnati ogni giorno a migliorare l’efficienza dell’azienda, consapevoli che sarà un percorso difficile e necessariamente graduale.»

Soffermandosi poi sulla riscossione, Ramazzotti ha affermato che «purtroppo, la Sardegna è ancora una delle Regioni più morose ma, anche qui bisogna distinguere nel senso che, ad esempio, i pensionati sono ottimi pagatori ed è nostro compito anche separare i lupi dagli agnelli». «Siamo disponibili – ha detto infine – a lavorare a proposte come quella del bonus idrico, che già esiste in Veneto, per contribuire ad un fondo per il sostegno agli utenti più bisognosi e realmente in difficoltà».

Nel dibattito successivo, molto ampio ed articolato, hanno preso la parola i consiglieri regionali Ignazio Locci ed Alberto Randazzo (Forza Italia), Salvatore Demontis e Gianmario Tendas (Pd) Gianni Tatti e Gianluigi Rubiu (Udc), Giovanni Satta (Misto), Eugenio Lai (Sel), Pierfranco Zanchetta. Tutti, con sottolineature diverse, hanno criticato con forza quanti hanno voluto cavalcare alcune forme di protesta amplificando il malessere di molte comunità. Inoltre, hanno richiamato l’attenzione dell’Ad di Abbanoa sulla necessità urgente di intervenire in modo radicale per migliorare i rapporti fra azienda e cittadino-utente, anche collaborando su tematiche specifiche di interesse generale con le amministrazioni locali.

Nelle conclusioni, il presidente Antonio Solinas ha ricordato il costante impegno della commissione sui problemi del servizio idrico, «che produsse già alla fine del 2014 un primo risultato positivo con lo slittamento dei termini per il pagamento dei conguagli». «Vogliamo dire chiaramente – ha aggiunto – che Abbanoa non è una nostra controparte ma una azienda pubblica che, fra tante difficoltà, assicura ai sardi un servizio essenziale la cui qualità deve migliorare; sotto questo profilo non abbiamo difficoltà a riconoscere che quello delle relazioni fra Abbanoa e cittadino è un problema vero che si risolve certamente con una informazione più estesa e completa ma anche con interventi strutturali».

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Per consentire alle forze politiche di dichiarare presso la segreteria del Comune il collegamento con ulteriori liste, entro domenica 12 giugno, per il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative, previsto per il 19 giugno 2016, fermo restando i collegamenti del primo turno, la segreteria del comune di Carbonia, al secondo piano del Palazzo comunale di Piazza Roma, sarà aperta anche sabato 11 e domenica 12 giugno, dalle 10.00 alle 13.00.

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