Stamane il Comitato Uniti per la Salute ha illustrato in Consiglio regionale le ragioni della vertenza sulla sanità iglesiente.
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Questa mattina il presidente del Comitato Uniti per la Salute, Paride Reale e la dott.ssa Bruna Moi hanno illustrato in Consiglio regionale i contenuti dell’esposto al centro del quale vi è il trasferimento dei reparti e dei servizi degli Ospedali di Iglesias.
«Considerata l’opera demolitrice della Sanità Iglesiente e sulcitana abbiamo ritenuto necessario depositare un esposto presso la stazione dei carabinieri di Iglesias e la procura della Repubblica di Cagliari – hanno esordito i rappresentanti del Comitato -. Nel suddetto esposto abbiamo specificato alcuni aspetti. In primo luogo è indispensabile precisare che in data 20.04.2016, con nota indirizzata al commissario straordinario della ASL n. 7 di Carbonia, Antonio Onnis, il Direttore di Servizio dell’assessorato regionale della Sanità, Marcello Tidore, scriveva testualmente:
Oggetto: Completamento delle attività di trasferimento Reparti e Servizi negli ospedali di Iglesias.
In riferimento alla Vs. nota PG/2016/8374 del 13/04/2016, con cui si informa lo scrivente Servizio circa l’avvenuto trasferimento del Reparto di Medicina interna e che risulta in conclusione il trasferimento della sede del Pronto Soccorso presso il presidio CTO, si fa presente quanto segue.
Per gli interventi di adattamento, diversa utilizzazione, ampliamento, trasformazione o trasferimento in altra sede delle strutture esistenti, la normativa regionale vigente prevede che i rappresentati legali delle strutture sanitarie e sociosanitarie interessate, siano esse pubbliche o private, adempiano alle procedure previste per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione, al funzionamento e/o all’accreditamento istituzionale, a seconda dei casi.
Si sottolinea che in assenza di formale autorizzazione, ottenuta secondo le modalità e procedure previste dalla L.R. 10/2016 e correlata normativa regionale vigente, nessuna attività sanitaria può in alcun modo essere intrapresa. Si resta pertanto in attesa delle richieste autorizzative (una per ogni trasferimento effettuato) secondo le note procedure di cui al relativo sito internet di questo Assessorato.»
«Appare evidente – aggiunge Paride Reale – la violazione delle norme richiamate dal dirigente dell’assessorato regionale della Sanità e appare, altresì, superflua ogni ulteriore considerazione. In secondo luogo abbiamo ritenuto informare la procura di quanto i medici, pubblicamente, hanno dichiarato e raccontato. Facciamo un solo esempio tra i tanti: Come saprete ad Iglesias è stato chiuso l’ospedale Santa Barbara, bene uno degli aspetti più gravi è “l’abbandono e/o l’isolamento” della rianimazione presso il Presidio Ospedaliero del S. Barbara, che continua ad operare senza più alcun servizio di supporto (chirurgia, medicina, TAC, cardiologia, etc.), è del tutto evidente che ciò provocherà in ogni occasione il trasferimento (dal CTO, unico ospedale iglesiente rimasto, verso la rianimazione) in barella e in ambulanza di pazienti critici, altamente instabili (talvolta non trasportabili): appare evidente il rischio clinico non sostenibile a cui sono sottoposti i pazienti e la conseguente responsabilità del personale della rianimazione.»
Paride Reale e Bruna Moi hanno sottolineato, infine, quelli che il Comitato ritiene siano gli altri disservizi, sottolineando che «appare palese l’assenza degli standard di sicurezza, imposti alle strutture accreditate (pubbliche o private che siano). Standard necessari al fine di garantire la qualità del servizio e la sua efficienza», ragioni per le quali hanno deciso di presentare un circostanziato esposto all’Arma dei Carabinieri.