Al candidato che vince il ballottaggio viene assegnato il 60% dei seggi indipendentemente dalla percentuale di voti ottenuta al 1° turno.
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Al candidato che vince il ballottaggio alle elezioni amministrative viene assegnato il 60% dei seggi indipendentemente dalla percentuale di voti ottenuta al 1° turno. I dubbi sollevati da più parti non hanno ragione di esistere, in base a quanto previsto dall’articolo 73 (Elezione del Consiglio comunale nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti) del TESTO UNICO DELLE LEGGI SULL’ORDINAMENTO DEGLI ENTI LOCALI approvato con Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 che al comma 10 riporta testualmente:
«Qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al primo turno, alla lista o al gruppo di liste a lui collegate che non abbia già conseguito, ai sensi del comma 8, almeno il 60 per cento dei seggi del Consiglio, ma abbia ottenuto almeno il 40 per cento dei voti validi, viene assegnato il 60 per cento dei seggi, sempreché nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate abbia superato il 50 per cento dei voti validi. Qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al secondo turno, alla lista o al gruppo di liste ad esso collegate che non abbia già conseguito, ai sensi del comma 8, almeno il 60 per cento dei seggi del Consiglio, viene assegnato il 60 per cento dei seggi, sempreché nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate al primo turno abbia già superato nel turno medesimo il 50 per cento dei voti validi. I restanti seggi vengono assegnati alle altre liste o gruppi di liste collegate ai sensi del comma 8.»
Come si vede, il riferimento al 40% dei voti validi per l’assegnazione del premio di maggioranza del 60% alla lista o al gruppo di liste a lui collegate, viene fatto solo nel caso di elezione del sindaco al primo turno, mentre nel caso di elezione del sindaco al secondo turno, viene assegnato il 60% dei seggi alla lista o al gruppo di liste ad esso collegate, indipendentemente dalla percentuale ottenuta al primo turno. In conseguenza di ciò, confermiamo che sia Giuseppe Casti sia Paola Massidda, vincendo il ballottaggio del 19 giugno si vedrebbero assegnato un premio di maggioranza del 60% dei seggi, arrotondato alla cifra superiore, quindi la maggioranza avrebbe 15 consiglieri, la minoranza i restanti 9.
Ripubblichiamo le due ipotesi di composizione del Consiglio comunale di Carbonia che potrebbero scaturire dal ballottaggio del 19 giugno 2016.
Giuseppe Casti, sostenuto da 5 liste, ha ottenuto 6.074 voti, il 36,15%; Paola Massidda, sostenuta dalla sola lista del Movimento 5 Stelle, ha ottenuto 3.688 voti, il 21,95%.
Le liste della coalizione che sostiene Giuseppe Casti hanno ottenuto 6.737 voti, il 40,10%; la lista del Movimento 5 Stelle ha ottenuto 3.009 voti, il 17,91%.
Le liste degli altri candidati a sindaco concorreranno all’assegnazione dei 24 seggi in misura variabile a seconda dell’esito del ballottaggio del 19 giugno.
Questa la composizione del nuovo Consiglio comunale, nelle due ipotesi che a vincere sia Giuseppe Casti o Paola Massidda.
Ipotesi n° 1: Viene eletto sindaco Giuseppe Casti
La coalizione di cinque liste collegata alla sua candidatura ottiene, con il premio di maggioranza del 60% (arrotondato all’unità superiore), 15 seggi, così distribuiti:
Partito Democratico 7 consiglieri: Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376; Ivonne Fraternale 313; Cinzia Grussu 311; Antonio Caggiari 270, Roberto Cotza 205, Fulvio Cabiddu 185.
Partito dei Sardi 3 consiglieri: Fabio Usai 854 preferenze; Nino Spanu 193; Giampaolo Puddu 138.
Sinistra Ecologia Libertà 2 consiglieri: Matteo Sestu 256 preferenze; Moreno Pilloni 174.
Cittadini per Carbonia 2 consiglieri: Pierangelo Porcu 193 preferenze; Claudia Di Marco 162.
Unione cittadina 1 consigliere: Roberto Concas 254 preferenze.
I 9 seggi (40% arrotondato all’unità inferiore) della minoranza sono così distribuiti:
Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.
Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.
Carbonia Rinasce 1 consigliere: Maria Luisa Poggi 219 preferenze.
Movimento 5 Stelle 3 consiglieri: Paola Massidda (candidata sindaco non eletto); Carla Mario 359 preferenze; Manolo Cossu 352.
Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).
Unidos 1 consigliere: Andrea Corda (candidato sindaco non eletto).
Ipotesi n° 2: Viene eletta sindaco Paola Massidda
La lista del Movimento 5 Stelle collegata alla sua candidatura ottiene, con il premio di maggioranza del 60% (arrotondato all’unità superiore), 15 seggi, così distribuiti:
Movimento 5 Stelle 15 consiglieri: Carla Mario 359 preferenze; Manolo Cossu 352; Marco Antonio Serafini 248; Eleonora Cera 240; Silvia Pinna 238; Gian Luca Lai 217; Paola Argiolas 185; Daniela Marras 168; Mauro Uccheddu 161; Maurizio Soddu 134; Matteo Piras 118; Angelo Rosas 94; Giorgio Santoru 94;Sabrina Soru 85, Elio Loi 84.
I 9 seggi (40% arrotondato all’unità inferiore) della minoranza sono così distribuiti:
Partito Democratico 4 consiglieri: Giuseppe Casti (candidato sindaco non eletto); Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376, Ivonne Fraternale 313.
Partito dei Sardi 1 consigliere: Fabio Usai 854 preferenze.
Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.
Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.
Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).
E’ evidente, dallo schema appena descritto, che le due ipotesi racchiudono scenari completamente differenti, non solo per i due candidati alla carica di sindaco, ma anche per i candidati alla carica di consigliere comunale, soprattutto per quelli che risulterebbero eletti nel caso vincesse Giuseppe Casti, di maggioranza e di opposizione, e quelli che, viceversa, verrebbero eletti nel caso vincesse Paola Massidda, di maggioranza e di opposizione.
E, a questo punto, sarà interessante verificare, nei prossimi dieci giorni di campagna elettorale, quale sarà la posizione che assumeranno i candidati che, comunque, non risulteranno eletti sia nell’una sia nell’altra ipotesi e, infine, quella dei candidati che verrebbero eletti o non eletti, nel caso a prevalere al ballottaggio fosse Giuseppe Casti o Paola Massidda.