Ignazio Locci (FI): «L’aggiudicazione a una coop messinese del Servizio di assistenza domiciliare del Plus del Sulcis mette a rischio 90 unità lavorative».
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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci interviene sull’aggiudicazione a una cooperativa messinese del Servizio di assistenza domiciliare del Plus del Sulcis (Piano locale unitario servizi alla persona, Comune capofila Carbonia) per 2 milioni e 756mila euro per tre anni.
«Adesso a rischio ci sono 90 unità lavorative – dice Ignazio Locci -. Innanzitutto occorre chiedersi come sia possibile che una cooperativa esterna riesca a presentare un’offerta migliore di quelle avanzate dalle cooperative da anni operanti nel territorio. In secondo luogo, non ci si può esimere dal domandarsi per quale ragione chi ha preparato il bando non si sia impegnato per salvaguardare le competenze consolidate e professionali del Sulcis Iglesiente e abbia invece spalancato le porte ad un grosso sodalizio non sardo in grado (ma sarebbe il caso di piazzare la lente di ingrandimento) di proporre un’offerta fuori mercato.»
«A questo punto – aggiunge Ignazio Locci -, non ci resta che appellarci ai sindaci che rientrano nel Plus di Carbonia (Calasetta, Carbonia, Carloforte, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Tratalias, Villaperuccio) affinché vigilino per salvaguardare sia le 90 unità lavorative, sia i servizi alla persona. Gli aspetti da valutare sono molteplici: la gara d’appalto non ha brillato per trasparenza; è stata espletata a cavallo tra il vecchio e il nuovo codice degli appalti; e la proclamazione del vincitore è stata rimandata costantemente fino all’annuncio arrivato dopo il ballottaggio del 19 giugno scorso.»
«Gli amministratori locali del Sulcis non devono consentire l’ingresso nel nostro territorio a imprese non locali che potrebbero incidere negativamente nel nostro mercato, peraltro in questo caso retto dal lavoro femminile. Ed è altresì importante – conclude Ignazio Locci – che gli amministratori impediscano che le antipatie e le simpatie locali di qualche funzionario pubblico si intromettano nelle procedure pubbliche condizionando l’economia del territorio.»
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