18 August, 2024
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Sa Duchessa copia

Giovedì 21 luglio, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00, l’aula magna Motzo – Sa Duchessa, via Is Mirrionis, n. 1, Cagliari – ospita “com.unica senza frontiere 7”. Organizzato dal corso di laurea in Scienze della comunicazione (facoltà Studi umanistici, Università di Cagliari) in concomitanza con la chiusura dell’anno accademico e l’apertura delle iscrizioni, l’evento battezzato Summer open day, prevede seminari, dibattiti, divulgazione di contatti e informazioni, la visita della facoltà.

La comunicazione utile: salute, cultura, innovazione è la cornice del Summer open day.  Sulla divulgazione scientifica gli studenti sono stati coinvolti durante l’anno accademico in attività legate a efficacia comunicativa, analisi delle fallacie dell’argomentazione, semplificazione del linguaggio in particolare su temi legati a salute, benessere e alimentazione. Al dibattito prendono parte Andrea Volterrani (sociologo), Oreste Gentilini (medico-oncologo), Alessandro Lovari (sociologo), Andrea Mameli (divulgatore scientifico), Francesco Birocchi (presidente Ordine giornalisti Sardegna), Alessandra Guigoni (antropologa), Enrico Cicalò (architetto). La seconda sessione verte su Comunicazione pubblica e innovazione. Dalle nuove tecnologie ai media digitali specie nella valorizzazione dei beni culturali, comunicazione pubblica e didattica. In scaletta interventi di, tra gli altri, Fabrizio Frongia (presidente associazione Imago Mundi), Alice Soru (Open Campus), Riccardo Porcu (direzione comunicazione Regione Sardegna), Franca Tuveri (assessore cultura Guspini), Vito Biolchini (blogger). Prevista la presentazione di vari progetti curati dagli studenti di Scienze della comunicazione.

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Palazzo del Consiglio regionale A

«Il progetto di riforma costituzionale su cui i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi con il referendum, al di là degli effetti politici generali, avrà pesanti ricadute negative anche sull’autonomia speciale della Sardegna.»
Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Rossomori Paolo Zedda, primo firmatario di una mozione sottoscritta anche da consiglieri di Sel, Psd’Az e Cps, con cui si sollecitano il presidente della Regione e quello del Consiglio (per le rispettive competenze) ad assumere una posizione forte a difesa dell’autonomia regionale.

Nel dispositivo della mozione, in concreto, si impegna il presidente della Regione «ad esplicitare la contrarietà della Regione alla riforma costituzionale ed a promuovere le opportune iniziative per favorire il più ampio dibattito fra le forze politiche». Al presidente del Consiglio, invece, viene rivolto l’invito ad adoperarsi «per dare attuazione alla risoluzione n. 3/2014 sul Percorso delle riforme» che dovrà portare alla scrittura di una nuova “Costituzione sarda”.
L’on. Paolo Zedda, nel suo intervento, si è soffermato in dettaglio sulle conseguenze reali che potrebbe avere l’approvazione della riforma costituzionale in Sardegna, con particolare riferimento «alle materie finora con competenza concorrente come energia e ambiente che passerebbero interamente allo Stato, con in più una clausola di supremazia che lo Stato potrebbe esercitare anche su materie di competenza regionale davanti ad un non meglio precisato “interesse nazionale”».
Sulla possibilità che la riforma produca tali effetti in Sardegna (come nelle altre Regioni a Statuto speciale) soltanto dopo la revisione degli Statuti, l’esponente dei Rossomori, ha espresso molte preoccupazioni, “sia perché la fase di transizione sarebbe caratterizzata da provvisorietà ed incertezza su contenuti e tempi sia perché non ci convince il riferimento all’intesa con lo Stato sul nuovo Statuto, che si colloca in un rapporto istituzionale non paritario”
«In definitiva – ha concluso l’on. Paolo Zedda – la riforma ha un impianto centralista ed esprime una filosofia opposta alla nostra, noi siamo per la tutela delle minoranze e delle componenti identitarie della società e nello specifico vogliamo affermare la nostra specialità sarda fondata la storia, la lingua e la cultura.»

L’on. Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha ripreso il tema dell’applicazione della riforma alla Regioni speciali, sostenendo fra l’altro che «molte delle nostre competenze saranno cancellate o ridotte mentre noi vogliamo poter decidere su materie come energia, ambiente e fisco».
Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha affermato che «lo scopo della mozione è aprire un dibattito ampio e partecipato in Sardegna, per scardinare la logica del pensiero unico nazionale che lascia nell’ombra i problemi concreti dei sardi; con la riforma degli Enti locali abbiamo stabilito il principio della perequazione fra territori e contrasteremo in ogni modo un nuovo progetto centralista che porterebbe ad una ulteriore marginalizzazione delle periferie».
«Sul piano politico – ha detto il consigliere sardista Christian Solinas – emerge che una significativa componente del Consiglio regionale ha sulla riforma una visione comune che va oltre gli schieramenti; non siamo interessati ad un referendum sul Governo nazionale ma ci interessa molto lavorare per la Sardegna di domani». «Di qui – ha aggiunto – l’impegno per il nuovo Statuto che, secondo noi, dovrà scaturire da una Assemblea costituente aperta a tutte le componenti della società sarda».
Per il Cps il capogruppo Pierfranco Zanchetta ha espresso tutte le sue riserve nei confronti di «una riforma che ha come obiettivo finale la cancellazione delle Regioni, noi crediamo invece che la Regione sarda vada ricostruita su basi nuove puntando molto su uno schema di federalismo interno che valorizza i Comuni».
Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus, di Sel, ha illustrato nel dettaglio l’impatto concreto della riforma sull’ordinamento regionale. «Il Consiglio – ha osservato – dovrà fare i conti con i risultati del referendum, quali che siano, e credo che la commissione Autonomia debba confrontarsi valutare da subito su alcuni aspetti, dall’organizzazione della Regione alla stessa riforma degli Enti locali, con realismo e con attenzione particolare ai problemi finanziari». «Anch’io – ha aggiunto – sono convinto che l’attacco complessivo al regionalismo non risparmierà le Regioni speciali; è vero che il sistema regionale nel suo complesso non è stato capace di auto-riformarsi ma, proprio per questo la Sardegna deve muoversi in modo intelligente, spiegando ai cittadini i rischi della riforma e proponendo progetti forti di auto-riforma».
Il consigliere di Cps Antonio Gaia, infine, ha lamentato che «la riforma, nei fatti, aumenta la distanza fra cittadini, politica ed istituzioni; con la riduzione della rappresentanza calerà ancora la partecipazione alla vita pubblica e questo è un male per la democrazia che non determina nessun aumento di efficienza e nessun risparmio».

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Municipio Teulada 139 copia
Dopo il grande successo della Serie di Seminari di Musica, Canto e Danza Popolare, “Mare e Miniere” prosegue la sua programmazione con due appuntamenti da non perdere che si terranno a Teulada nel Giardino dell’Ex Casa Baronale Sanjust. Si parte venerdì 15 luglio, alle ore 21,00, con lo spettacolo “AMAIUS – Contus de oi cun sa maia de àturus tempus” con Elena Ledda (voce), Simonetta Soro (voce), Mauro Palmas (madole), Marcello Peghin (chitarra) e Silvano Lobina (basso). Elena Ledda presenta un originale viaggio poetico nel quale offre al pubblico, con la singolare forza espressiva della sua voce struggenti ed evocative storie che trasudano passione e raccontano l’amore dell’artista per la sua terra. Un lavoro di straordinaria intensità dove l’antico e il nuovo si fondono in continuazione nella versatile e potente voce della cantante. Il progetto nasce dal desiderio di contribuire al riconoscimento alla lingua sarda dell’efficacia e della contemporaneità nelle sue infinite possibilità di espressione. Proseguendo il lavoro di riproposizione di temi universali (nascita, crescita, lavoro, sacralità) legati fortemente alla tradizione, nasce un percorso interamente scritto in lingua sarda da Maria Gabriela Ledda, che sviluppa questi temi nella dimensione della nostra contemporaneità. Storie di vita quotidiana, sogni e desideri di uomini e donne della nostra realtà raccontate con il canto da Elena Ledda e Simonetta Soro. Canti accompagnati da musiche originali influenzate da atmosfere jazz e mediterranee alternate a cadenze ora malinconiche, ora amare,  ora dolci e vitali magistralmente esaltate  da preziosi arrangiamenti. Con lei  l’immancabile ensemble di primo livello composto da: Mauro Palmas, da sempre compagno dei percorsi musicali della cantante con la sua mandola, Silvano Lobina al basso, Simonetta Soro (voce) e Marcello Peghin alla chitarra.
Venerdì 22 luglio alle 21,00 si prosegue con TAMA TRIO, in un’inedita formazione con Mauro Palmas (mandola e liuto cantabile), e Pietro Cernuto (ciaramedda a paru, friscalettu) ai quali si aggiungerà come ospite Gabriella Aiello (voce). Le eleganti trame sonore intessute dal liuto cantabile e dalla mandola di Mauro Palmas, i suoni antichi degli aerofoni di Pietro Cernuto, e la straordinaria voce di Gabriella Aiello, condurranno il pubblico in un suggestivo viaggio sonoro “a voce, a corde, a pizzico, a fiato e a percussione” tutto giocato sugli intrecci tra le tradizioni dell’Italia Meridionale con la tradizione partenopea che si stringe in un abbraccio a quella sarda e poi ancora a quella siciliana. Le magnifiche architetture sonore si fondono, così, in un magico incontro ora con la voce intensa della Aiello, ora con quella passionale ed intimista di Cernuto, nell’alternarsi tra intensi canti d’amore, travolgenti tammuriate, e spaccati poetici di rara bellezza. Nato dall’incontro tra Mauro Palmas, Pietro Cernuto e Nando Citarella, tre eccezionali strumentisti che hanno incrociato i rispetti background artistici, il TAMA TRIO rappresenta uno dei progetti artistici più originali della scena musicale italiana, tanto per la modularità a geometrie variabili del suo organico, quanto per la sua peculiare ricerca sonora che prende le mosse dalle tradizioni musicali del Sud Italia per toccare ora la canzone d’autore, ora i suoni speziati del Mediterraneo.

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Tra il 2014 e 2015, le imprese sono calate del 3,2% (-461 unità) e gli addetti del 15,6% (-7mila occupati) mentre è cresciuto il valore aggiunto del comparto tra il 2013 e 2014: +8,2% per un controvalore di +137milioni di euro.

Sono questi i dati sulla Sardegna del Dossier “Trend delle Costruzioni”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, su fonte Unioncamere e Istat, che ha analizzato la situazione dell’edilizia sarda dal 2008 alla fine del 2015.

«Il settore non riparte perché la domanda, del privato e del pubblico, è insufficiente – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – la disponibilità economica di famiglie e attività produttive non consente investimenti mentre gli enti pubblici non riescono a garantire adeguati bandi d’appalto per sostenere una ripresa concreta, per non parlare delle difficoltà che sta creando il nuovo Codice degli Appalti». «A ciò bisogna aggiungere la tassazione, di imprese e immobili, sempre troppo elevata –aggiunge Meloni – e la concorrenza sleale del sommerso, data dalle imprese che hanno chiuso e che si sono riproposte in un “mondo parallelo, sempre più incontrollabile».

Confartigianato Edilizia Sardegna ricorda come il settore si regga ancora sui bonus per ristrutturazioni e risparmio energetico, e sul “Piano Casa”, le uniche soluzioni concrete che, in questi anni di crisi devastante, hanno permesso a molte imprese di rimanere in vita, anche se la sola incentivazione del privato non basta più: serve la domanda pubblica.

Il tanto denigrato, bistrattato e accusato “Piano Casa”, quello vecchio e quello in scadenza alla fine dell’anno – prosegue il presidente degli edili di Confartigianato – per migliaia di imprese, e per i loro dipendenti, rappresenta tuttora un’àncora di salvezza: che nessuno ce lo tocchi, almeno finché non verrà approvata la legge urbanistica che, dovrebbe, “stabilizzare”, interventi di questo tipo ed il testo unico dell’edilizia. Abbiamo paura che si possa ripetere la stessa situazione di 2 anni fa dove per parecchi mesi, cittadini e imprese rimasero senza normativa di riferimento e sospesi tra leggi diverse”.

E proprio sulla nuova legge urbanistica, Confartigianato Edilizia Sardegna lancia un messaggio all’Assessore: «Di questo argomento, fondamentale per il prossimo sviluppo del settore, non sappiamo ancora nulla tranne che, come riportato sui giornali, alcuni hanno potuto già visionare il testo e fare delle osservazioni – sottolinea Meloni – per questo, nell’ottica della consueta collaborazione con l’assessorato dell’Urbanistica, anche la nostra Associazione è interessata a leggere la bozza per ragionare insieme di proposte ed eventuali miglioramenti».

Gli edili artigiani, in ogni caso, puntano sempre più sulla riqualificazione degli edifici e sul recupero dei centri urbani. «Crediamo fortemente nella ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato – specifica il presidente – per ridare dignità ai centri abitati e offrire lavoro alle imprese. A breve formalizzeremo una proposta all’assessore Cristiano Erriu e al presidente Pigliaru per chiedere incentivi, sgravi o defiscalizzazione sia per gli interventi di riqualificazione, sia per le attività artigianali che poi vorranno insediarsi negli edifici recuperati. Sarebbe un’ottima occasione per far rivivere il “cuore” dei nostri centri sempre più in difficoltà e contemporaneamente dare una boccata d’ossigeno all’edilizia».

Per ultimo Meloni sottolinea, ancora una volta, la gravosità del carico fiscale e burocratico verso le imprese e gli immobili: «Avere una impresa significa sfidare quotidianamente l’ignoto; tra mancati pagamenti, tasse da pagare con regolarità anche se non si lavora, adempimenti sempre più complicati e leggi che si “attorcigliano” l’una con l’altra, fare impresa è veramente una “impresa”. Meloni poi punta il dito sul caso dei lavoratori in distacco internazionale: “I controlli sono insufficienti; in questo modo avviene un fenomeno di dumping tra imprese con lavoratori assunti e operanti in Italia e imprese con lavoratori assunti in un paese prevalentemente dell’est europa e operanti in Italia senza rispettare le norme sul distacco, In questo modo il salario può essere uguale ma la contribuzione e la tassazione sono più basse fino anche a due terzi in alcuni casi». «In più – conclude – il carico fiscale continua a colpire in maniera devastante la proprietà privata. Sarebbe auspicabile, da parte del Governo una correzione delle politiche fiscali sull’immobiliare che hanno caratterizzato gli anni precedenti».

Nella nostra regione, le imprese delle costruzioni rappresentano circa il 37% del totale delle attività produttive artigiane. Tra le vecchie province, quella col più altro numero di aziende è Sassari (Gallura inclusa) con 5.199. Tra il 2009 e il 2015 questo territorio ha subito una riduzione del 16,9%. Solo nell’ultimo anno il calo è stato del 3,2%. Segue Cagliari con 4.673 imprese (calo del 17,4% tra il 2008 e 2015 e del 3% nell’ultimo anno. Segue Nuoro con 2.735 e un calo del 18,5% nel lungo periodo e del 3,2% nel breve. Chiude Oristano con 1.263 imprese e un calo del 15,1% tra il 2008 e il 2015 e del 4,7% nell’ultimo anno.

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Aias Cortoghiana

Nuova manifestazione di protesta dei lavoratori dell’Aias e della Fondazione Stefania Randazzo, stamattina davanti all’assessorato regionale alla sanità, per sollecitare risposte politiche alla loro vertenza. Il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, esprime solidarietà per i disagi dei lavoratori. «C’è una forte preoccupazione per le condizioni di lavoro difficili che da mesi devono affrontare i dipendenti dell’Aias – dice Gianluigi Rubiu, presente al sit-in di protesta -. Una pattuglia di circa 1.400 professionisti del settore che non percepisce gli emolumenti a causa del ritardo della Regione nell’erogazione dei finanziamenti. E’ assurdo che la vertenza sia stata trascinata sino ad oggi, con decine di strutture in tutta la Sardegna che rischiano la chiusura e pazienti senza la dovuta assistenza. La speranza è che il vertice in prefettura – conclude Gianluigi Rubiu – possa produrre lo sblocco della trattativa, con gli stanziamenti dovuti per l’attività sociale e sanitaria dell’azienda e la stipula della convenzione con la Regione per il 2016.»

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Federico Strina, 70 anni, dirigente industriale in pensione, è il nuovo presidente del Consorzio Industriale Provinciale Carbonia-Iglesias. La sua nomina, nell’aria da alcune settimane, dopo le dimissioni del sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, è stata ufficializzata con l’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione. Federico Strina è stato indicato dal comune di Portoscuso. Il nuovo Consiglio d’Amministrazione è completato da due sindaci eletti lo scorso 5 giugno, il primo cittadino di Gonnesa Hansel Christian Cabiddu e la collega di San Giovanni Suergiu Elvira Usai. Restano fuori dal Cda il sindaco di Carbonia Paola Massidda e quello di Tratalias Marco Antonio Piras. La mancata elezione del sindaco di Carbonia è una novità assoluta, in quanto fino a ieri il comune minerario era stato sempre rappresentato nel Cda e spesso aveva espresso anche il presidente.

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IMG_1255 20160714_044117Summer Is Mine 2015 1

E’ stata presentata questa mattina, nella sala riunioni della Torre Civica, alla presenza del sindaco di Carbonia Paola Massidda e dell’assessore Emanuela Rubiu, la quarta edizione del Summer Is Mine Festival, rassegna che corona un anno importante per l’Associazione Culturale Lee Van Cleef.

Il Summer Is Mine cresce, come dimostrano i dati raccolti nell’ultima edizione: dalle presenze sempre in aumento che premiano una programmazione attenta alle realtà locali e ai grandi nomi nazionali, alla copertura mediateca della manifestazione, arrivata anche sulle pagine importanti di magazine e siti musicali della penisola come SENTIREASCOLTARE (anche quest’anno prestigiosa Media Partner del festival insieme agli amici di MUMBLE: e DIYSCO), RUMORE o come il magazine americano SOUNDS BETTER WITH REVERB.

Come le precedenti tre edizioni, la manifestazione si svolgerà presso il Parco di Villa Sulcis a Carbonia. La scelta di una posizione nel cuore della città non è casuale ma è la ricerca di un abbraccio di tutta la cittadinanza affinché il Festival diventi un bene comune ed un investimento culturale a lungo termine.

Durante questi giorni si alterneranno sul palco artisti provenienti da ogni ambito musicale legati da produzioni originali in grado di rappresentare quella parte di musica prodotta in Italia con particolare attenzione alla Sardegna, musica che ha dimostrato il suo peso e valore in circuiti nazionali ed internazionali.

Due giorni di musica che vedranno alternarsi sul palco Lee Van Cleef, dieci tra le band più interessanti del panorama musicale italiano e isolano. Si parte venerdì 5 agosto con il concerto dei Safir Nòu, progetto di Antonio Firinu che oscilla tra il jazz e il post-rock; proprio al SIM presentaranno il disco Groundless, registrato tra Leon e Amsterdam nel 2015.

I locali Fujima, saranno i protagonisti del secondo set della serata: originari di Oristano ma di base a Cagliari, i Fujima sono ispirati tanto dai Jesus And Mary Chain quanto dai Pixies e sul palco riversano tutte queste influenze in un incendiario live.

Terza band della serata sono i milanesi DAGS!, che sono uno spasso a partire dal nome che hanno scelto. “Ti piacciono i coni?”: chi ha visto The Snatch, non può non ricordare lo zingaro Mickey e il suo strampalato dialetto gypsy-irlandese. Che c’entrano i coni con la terza band che suonerà al Summer Is Mine? Semplice: il loro nome è una citazione presa dritta-dritta dal famoso film dell’ex sig. Ciccone, Guy Ritchie. Quartetto ispirato da American Football, Mineral e Penfold, i cui componenti hanno saltellato tra le band più interessanti italiane dagli ultimi anni (Minnie’s, Satan is my brother e Verme), amano i coni, pardon i cani e si sono accasati su un’etichetta che ci piace molto che si chiama To Lose La Track.

Quarta formazione della serata saranno gli Ottone Pesante. Power Trio atipicissimo (vorrei vedere voi ad essere tipici con una tromba, un trombone e una batteria), suonano come se gli Slayer (sì, quelli di Reign in Blood) avessero deciso di trascrivere tutte le loro partiture per una brass band. Non è tanto chiaro, vero? Allora facciamo così: piazzatevi sotto il palco e poi ne riparliamo.

La quinta band della serata, non avrebbe bisogno di presentazioni: avevamo il nome dei Fuzz Orchestra nel taccuino dei sogni dalla primissima edizione, quella del 2013 ed è con una certa emozione che ne parliamo. Nel 2016 ci siamo riusciti. Hanno suonato con Afterhours, Calibro 35, Zeus!, girano in lungo e in largo per tutta l’Europa e sono apprezzati in ogni angolo del globo terracqueo. Mischiano apache-beat (grazie Klaus Dinger per la memorabile definizione), Tony Iommi e Morricone e dal 2006 mettono a ferro e fuoco i palchi e i locali di tutta la penisola. Cut-up cine-musicale. Heavy-kraut e Documentari Luce. E indossano pure degli abiti eleganti.

Dopo le bordate rock del venerdì, sabato 6 arriva portando sonorità più electro e danzerecce. Si parte alle 20:00 con Mario Nardi & U.S.D.E. (acronimo che sta per Underground Sunshine Drum Ensemble): progetto nato nel dicembre 2015 dalla collaborazione tra il cantautore Mario Nardi e il batterista Lorenzo Mele. Mario Nardi si trasferisce giovanissimo a Londra, dove muove  i primi passi come cantautore e dove incide This Music is Organic, licenziato dalla casa discografica 25 Hour Convenience Store Records di Gary Powell dei The Libertines. Il disco gli permette di suonare in lungo e in largo nella City e di aprire concerti per artisti internazionali come Jay Jay Johanson, Hermitage Green, Musica Nuda e Omar Pedrini. Nell’estate del 2015 abbandona Londra per tornare in Sardegna e dedicarsi a tempo pieno alla musica e a nuovi progetti: il 30 giugno hanno presentato il disco d’esordio licenziato dalla Van Music Records, giovane etichetta indipendente sarda.

Secondo set sarà appannaggio di Franksy Natra, alias dietro il quale si cela il musicista Stefano Podda. Accompagnato in questa occasione dalla back-band Kerosene Belt, Franksy presenterà in live il disco d’esordio Villa Gospel (pubblicato nel 2016 da SU SCANNU) e riproporrà in nuova veste, alcuni brani del suo progetto parallelo Takoma, già ospiti sul nostro palco nel 2014.

Prima ospite nazionale della seconda giornata sarà Sequoyah Tiger. Al secolo Leila Gharib, Sequoyah Tiger ha alle spalle diverse esperienze con altri progetti come Bikini The Cat e Barokthegreat e partecipazioni a festival importanti come il MI AMI di Milano, dove ha raccolto il plauso di pubblico e critica.

Quarto progetto della giornata è il ritorno sul palco Lee Van Cleef dei Plasma Expander. I Plasma sono una formazione cui siamo particolarmente legati: in primis perché sono tutti musicisti della nostra zona, che hanno visto il nostro festival crescere di anno in anno e che in fondo in fondo ci vogliono bene; in seconda istanza perché sono un gruppo che ha scritto con il loro verde disco di esordio (che guarda caso quest’anno spegne dieci candeline) una pagina importante per la scena impro/sperimentale italiana. Sul palco vedrete(e sentirete!)come è invecchiato bene. Ci piace pensare che l’input per questa reunion con la formazione originale sia partita da noi, dalla Lee Van Cleef, quindi ne rivendichiamo con orgoglio e con gioia la paternità. Chirurghi della destrutturazione, paladini krautici del motorik ma al contempo fieri paladini della guerra alla tirannia del 4/4, i Plasma Expander rovesceranno sul pubblico tutta la potenza di un disco che, nonostante siano passati dieci anni dalla sua pubblicazione, non mostra sul suo volto nessuna ruga. Plasma Expander performing 2006 GREEN ALBUM.

Il protagonista del set finale del Summer Is Mine 2016 è una delle più belle conferme della musica italiana degli ultimi anni: Cosmo. Nom de plume di Marco Jacopo Bianchi – meglio conosciuto anche in veste di frontman e leader dei Drink To Me, una delle band più solide e apprezzate del nostro panorama underground non ha paura di rischiare: la sua musica cerca di parlare un linguaggio nuovo, imbastardito dalle esperienze e dalla sperimentazione. Prova a far convivere una scrittura spiccatamente pop con un attitudine che pesca a piene mani dall’universo della musica da club e che guarda senza timidezza anche a mondi all’apparenza lontanissimi e irraggiungibili.

Le sue sono canzoni che si possono cantare a squarciagola, ma anche ballare senza sosta e senza prestare attenzione al testo. Oppure possono essere ascoltate nel silenzio di una stanza e arrivare dritte al cuore. Pop, lo ripetiamo, ma anche altro. Siete pronti per la festa?

Il Summer Is Mine Festival torna alla formula della due giorni (già sperimentata nel 2014) e accantona temporaneamente il palco/laboratorio Eli Wallach, dalla seconda edizione “casa” della band emergenti locali. È un esperimento, ma siamo sicuri che nelle prossime edizioni tornerà più strutturato e pronto ad accogliere tutte le band esordienti più interessanti che la nostra isola ha da offrire.

Quest’anno l’Associazione Culturale Lee Van Cleef ha giocato la carta della autofinanziamento attraverso la piattaforma di Crowdfunding PRODUZIONI DAL BASSO. L’iniziativa ha permesso di racimolare fondi che sono stati utilizzati per l’acquisto di materiale e servizi per il festival di quest’anno. Un esperimento interessante che contiamo bissare nelle prossime stagioni e che siamo sicuri potrà portare sempre più donazioni alla nostra causa.

 

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Le segreterie territoriali FSM, FIOM, UILM e CUB del Sulcis Iglesiente replicano oggi alla durissima presa di posizione assunta ieri da Fabio Enne, segretario generale UST CISL del Sulcis Iglesiente, sulla vertenza Alcoa.

«Apprendiamo con favore la volontà esplicita di qualche organizzazione sindacale che attraverso un comunicato stampa anticipa la decisione di essere pronta, se non si dovesse aprire uno spiraglio risolutivo entro pochi mesi, a scendere in campo a gamba tesa per il bene dei lavoratori e delle loro famiglie – affermano oggi le segreterie territoriali FSM, FIOM, UILM e CUB del Sulcis Iglesiente -, perché riteniamo che, anche se in forte ritardo, la volontà di più forze a perseguire uno stesso obiettivo possa solo aumentare le possibilità che tale obiettivo venga raggiunto. Non capiamo, invece, quale interesse possa esserci a sminuire quanto fatto da altri distorcendone il significato e calunniandone le intenzioni.»

«La vertenza “Alcoa” rappresenta una delle lotte più difficili ed estenuanti che i metalmeccanici da anni stanno portando avanti, spesso proprio in assenza di coloro che oggi divulgano comunicati attraverso i quali vantano formule risolutive non ancora individuate, probabilmente nell’intento di soddisfare interessi diversi da quelli dei lavoratori e dello stabilimento ex Alcoa – aggiungono le segreterie territoriali FSM, FIOM, UILM e CUB del Sulcis Iglesiente -. Sino ad ora come FSM, FIOM, UILM e CUB, definiti in maniera provocatoria e volutamente offensiva “sindacati uniti appiattiti su ordini di partito”, abbiamo con forza respinto provocazioni ed illazioni degli spettatori passivi, maestri di penne e tastiere, ma oggi riteniamo, a differenza del passato, di voler difendere con forza e orgoglio, anche attraverso queste poche righe, la lotta che, unitamente ai lavoratori ed ai delegati sindacali, con iniziative locali e nazionali condivise, ha tenuto alta la dignità di un intero Territorio lasciando aperta un’opportunità che per “troppi” non esisteva, sino ad arrivare a garantire condizioni prima inarrivabili e motivo, in assenza di queste,  dello spegnimento degli impianti. E’ condivisibile la valutazione in merito ai tempi inaccettabili trascorsi, tutti noi sentiamo la responsabilità della sofferenza sociale che subiscono le famiglie e i lavoratori che sono privi anche del solo ammortizzatore sociale, ma mai, seppur senza portare a casa quanto sperato, abbiamo abbassato la guardia o smesso di lottare per rivendicarne il diritto. In conclusione, respingiamo con forza qualsiasi strumentalizzazione o attacco tesi solamente a dividere un movimento che, in questi anni, ha cercato sempre di trovare e costruire alleanze con l’unico fine di ottenere la ripartenza del lavoro, invitando tutti, invece, ad avere sentimenti e propositi di unione e condivisione in attesa di vedere l’unico epilogo auspicabile per la ripresa sociale del nostro Sulcis e cioè la rinascita del Polo Industriale di Portovesme partendo magari proprio dalla tanta attesa riapertura dello stabilimento ex Alcoa.»

Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 10

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“Processo all’uomo” è il titolo dello spettacolo teatrale che andrà in scena il 18 e il 19 luglio nel teatro dell’ex Vetreria di Pirri (ore 20.30), con la regia di Marta Proietti Orzella.
Lo spettacolo è l’esito scenico di un laboratorio condotto dalla scuola di arte drammatica di Cagliari in collaborazione con l’Unità Spinale del P.O. Marino della ASL di Cagliari.
Una commedia divertente ed esilarante, con un finale agrodolce, interpretato dalla Spinal cord company.