19 November, 2024
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Incendio a CFadda copia

Sulla base di una convenzione, firmata nel maggio 2016, l’Associazione di volontariato di Protezione civile Radio Club e il Servizio protezione del comune di Carbonia hanno realizzato un manifesto informativo per la prevenzione degli incendi.

Il manifesto fornisce utili consigli per evitare gli incendi boschivi e su come comportarsi quando l’incendio è in corso. Sarà distribuito nei negozi della città e affisso nei luoghi maggiormente frequentati.

L’iniziativa ha lo scopo di attivare una campagna di sensibilizzazione alla lotta agli incendi, anche alla luce dei recenti episodi che si sono verificati nella nostra città e nelle aree vicine al centro urbano.

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In Sardegna ci sono 35 microbirrifici e il consumo pro capite di birra è pari 61,7 litri anno: più del doppio del dato italiano. Partendo da questi numeri i Riformatori sardi hanno scritto una proposta di legge che è stata presentata questa mattina in Consiglio regionale, con l’obiettivo di regolamentare questo settore ma, soprattutto, di incentivarlo e di sostenere l’intera filiera: dalla coltivazione di orzo e malto alla vendita anche on line, alla valenza turistica che un prodotto di nicchia, al pari delle eccellenze enogastronomiche, rappresenta. «E’ un’ottima occasione di crescita sana per la Sardegna – ha spiegato il primo firmatario del testo, Luigi Crisponi – l’attenzione che le multinazionali della birra hanno concretamente verso il mercato sardo, anche con importanti investimenti di pubblicità, ci impone di sostenere il prodotto meno commerciale sotto il profilo dei numeri ma altrettanto importante. Anche perché ormai l’Isola vanta un cultura di queste produzioni, con oltre vent’anni di esperienza sul campo».

Nel dettaglio, la proposta di legge istituisce la figura del maestro birraio e disciplina i rapporti tra i birrifici artigianali sardi e la Regione, sostenendo l’associazionismo tra i produttori. E’ prevista anche l’istituzione di un marchio di qualità e tutela e mezzo milione di euro per il 2016 per incentivare l’acquisto di attrezzature (400mila), per le campagne di informazione (50mila) e per la formazione del personale (50mila), che oggi sfiora un centinaio di addetti diretti oltre all’indotto in agricoltura e commercio anche on line.

Per il capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa, «questa iniziativa di legge si inserisce nell’ambito delle iniziative legislative dei Riformatori sardi, tese ad accantonare le politiche dell’assistenza, del tutto fallimentari e da sostituire invece con aiuti concreti allo sviluppo economico. Abbiamo proposto al Consiglio regionale interventi a favore del golf, del turismo nautico, delle strutture ricettive e adesso questo testo a favore dei birrifici artigianali, che speriamo possa essere condiviso da tutti i partiti».

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Nuova manifestazione dei lavoratori aderenti al sindacato autonomo Fials (Federazione italiana autonoma lavoratori della sanità), questa mattina, in via Dalmazia, a Carbonia, davanti all’ingresso del Centro direzionale della Asl 7. Al centro della protesta, messa in atto mentre negli uffici al primo piano del centro direzionale era in corso un incontro tra la direzione aziendale e le organizzazioni sindacali confederali CGI. CISL e UIL sulla produttività, l’annoso problema delle fasce.

«Non barattiamo le fasce con la produttività» riportava uno degli striscioni esposti durante la manifestazione. Per capire meglio le ragioni della protesta, abbiamo intervistato Renzo Mongittu, componente della Fials nella Rsu aziendale.

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Miniera Monteponi 1 copia

E’ online il link per la presentazione delle domande relative al bando per gli aiuti alle imprese per la competitività nell’ambito del progetto strategico Sulcis.

Potranno beneficiare delle agevolazioni le micro o piccole imprese (MPMI), operanti da almeno 3 anni che intendano realizzare un piano per lo sviluppo aziendale nel territorio dei comuni della ex Provincia di Carbonia Iglesias esclusivamente finalizzato ad aumentare la competitività dell’impresa.

I settori ammessi sono tutti i settori produttivi orientati a favorire il rilancio e lo sviluppo su nuove basi della tradizione industriale (industria sostenibile), turistica ed agroindustriale del Sulcis Iglesiente.

Gli interventi ammessi riguarderanno piani finalizzati ad aumentare la competitività della micro, piccola e media impresa di valore compreso tra 15.000 e 150.000 euro, al netto di Iva, coperti per almeno il 25% con mezzi propri e/o finanziamenti di terzi.

Gli aiuti saranno concessi sotto forma di sovvenzione a fondo perduto per l’abbattimento della quota capitale dei finanziamenti, nella misura variabile tra il 10 ed il 70%, in base ai regolamenti comunitari applicati, calcolata sui costi ammissibili.
La procedura sarà valutativa a sportello, nei limiti della dotazione finanziaria.

6.555.000 euro le risorse disponibili che saranno ripartite in modo da garantire ai settori prioritari una quota pari al 50% e la copertura integrale di almeno un piano per settore.

Per informazioni sul bando contattare Invitalia – Unità di assistenza tecnica, Sviluppo progetti di impresa nel Sulcis Iglesiente, Palazzo Bellavista Monteponi – 09016 Iglesias (CI) al numero telefonico + 39 345 8858080 o inviare una email all’indirizzo: info.sulcisincentivi@invitalia.it e al responsabile del procedimento, la dott.ssa Federica Todde, via email all’indirizzo: Indirizzo emailbandi.pi@regione.sardegna.it .

Eventuali informazioni sul procedimento possono essere richieste presso l’Ufficio relazioni con il pubblico del Centro regionale di programmazione in Via Cesare Battisti snc, o tramite email all’indirizzo: crp.urp@regione.sardegna.it .

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Logo Findomestic

Findomestic Banca è la società italiana specializzata nel credito alle famiglie del gruppo BNP Paribas in Italia, leader in Europa con oltre 200.000 collaboratori, che rientra fra i sei gruppi bancari più solidi al mondo con una presenza in 85 paesi. Entrare in Findomestic significa condividere senso della sfida, proattività, coinvolgimento attivo e etica professionale: valori che le oltre duemila persone che lavorano con il gruppo bancario mettono in opera ogni giorno.

«Siamo interessati ad individuare giovani brillanti e dinamici, sempre pronti al cambiamento, con un forte orientamento al cliente e all’innovazione, capaci di lavorare in gruppo e prendere decisioni rapide e coerenti con gli obiettivi e i valori aziendali. Per soddisfare le esigenze di sviluppo, avviamo periodicamente percorsi di selezione principalmente nelle maggiori città italiane» questo il messaggio con cui Findomestic accoglie gli aspiranti candidati, che continua così: «I ruoli d’ingresso… 

L’articolo integrale è consultabile nel sito http://www.diariolavoro.it/lavoro_findomestic.html .

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Banda Brigata Sassari 2 copia

I rappresentanti del Centro Democratico Sardegna in Consiglio regionale, Roberto Desini e Annamaria Busia, hanno presentato un’interpellanza con cui chiedono al presidente Pigliaru e alla Giunta regionale se siano a conoscenza del futuro assetto della Brigata Sassari, tenuto conto della probabile riduzione del numero delle brigate attualmente esistenti nel territorio italiano nell’ambito della programmata revisione delle strutture operative delle Forze Armate, e se abbiano notizie ufficiali riguardo alla possibilità o meno che sia completato l’iter di attivazione del Reggimento logistico con sede a Cagliari.

Allo stesso tempo, i due consiglieri regionali del Centro Democratico chiedono alla Giunta e al presidente Pigliaru se non ritengano necessario intervenire tempestivamente al fine di impedire l’eventuale chiusura del Comando della Brigata Sassari o il ridimensionamento della Brigata stessa e per promuovere il completamento del Reggimento logistico con sede a Cagliari.

«La Brigata Sassari attualmente è una delle unità italiane più presenti in operazioni di risoluzione delle crisi internazionali ed è classificata dall’Esercito come “forza di proiezione” – spiegano i consiglieri – ha partecipato sinora a dodici campagne in vari teatri internazionali, di cui le più recenti in Afghanistan con un intervento di peacekeeping e l’operazione Leonte in Libano, dove è attualmente impegnata.»

Le preoccupazioni sul futuro della Brigata Sassari sono giustificate da più di un elemento:

• la chiusura e riconfigurazione del Comando 2° FOD di cui fa parte la Brigata Sassari, che, sulla base della ristrutturazione delle Forze armate, disposta dal Governo nazionale, nei giorni scorsi ha trasferito tutte le funzioni al riconfigurato Comando Forze di Difesa Interregionale Sud; questa riorganizzazione rientra nell’ambito di un’ampia razionalizzazione delle strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche delle Forze Armate, anche attraverso la soppressione o l’accorpamento delle stesse, in modo da conseguire una contrazione strutturale complessiva non inferiore al 30 per cento entro sei anni dalla data di entrata in vigore dei predetti decreti legislativi;

• la Caserma “La Marmora” di Sassari, sede del Comando Brigata Sassari, è al centro di una trattativa che vede il comune di Sassari, l’Ersu di Sassari e l’Università sassarese impegnate a provvedere all’attivazione e alla positiva conclusione delle trattative con il ministero della Difesa e l’Agenzia del Demanio dirette alla dismissione dell’ex Caserma Lamarmora per il successivo utilizzo come residenza studentesca;

• lo Stato Maggiore dell’Esercito ha da tempo previsto la costituzione di due nuovi Reggimenti della Brigata Sassari, di cui un Reggimento logistico con sede a Cagliari, la cui realizzazione consentirebbe il rientro nell’Isola di circa 500 militari sardi attualmente in servizio nelle altre Regioni d’Italia e delle relative famiglie; il Reggimento logistico in questione, che sarebbe dovuto essere operativo da circa un anno e mezzo, ad oggi non risulta attivato, dato che, a differenza di quanto avvenuto in tutte le altre brigate dell’Esercito, esiste esclusivamente il Nucleo Iniziale di Formazione;

• come riportato dagli organi di stampa, quest’anno per la prima volta la Brigata Sassari non era stata inizialmente invitata dallo Stato Maggiore dell’Esercito a partecipare alla parata per la Festa della Repubblica, salvo, poi, un ripensamento dell’ultim’ora;

Tutte queste circostanze alimentano fondatamente la preoccupazione, che da tempo serpeggia tra i militari sardi, circa la possibile prossima chiusura del Comando della Brigata Sassari, del 3° Reggimento Bersaglieri e del Reggimento Logistico, e il conseguente passaggio dei due reggimenti storici e del 3° Reggimento genio alle dipendenze di altro Comando Brigata, dislocato nella Penisola. Tale evenienza comporterebbe non solo il blocco definitivo dell’afflusso dei circa cinquecento uomini preventivati per il reggimento sopraccitato, ma anche il ridimensionamento o il trasferimento della Brigata Sassari (o di sue unità) in altre sedi fuori Regione, con ripercussioni sia in termini sociali ed economici che di immagine per la stessa Regione Sardegna. La Brigata Sassari, infatti, è stata una delle prime Grandi Unità dell’Esercito in espansione, da attualmente lavoro a circa 4000 persone tra militari e civili (senza contare il 1° Reggimento Corazzato di Capo Teulada e ventimila soldati che ogni anno frequentano detto Poligono) ed è composta per la gran parte da militari e personale sardo, che in caso di chiusura sarebbero costretti a trasferirsi con le loro famiglie portando via con loro rilevanti risorse.

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Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha firmato l’ordinanza che consentirà ai pubblici esercizi, da mercoledì 6 luglio a domenica 11 settembre, di organizzare piccoli intrattenimenti e spettacoli all’aperto su aree pubbliche, con l’utilizzo di strumenti musicali, impianti elettroacustici di amplificazione e diffusione sonora.

Dopo aver sentito l’Arpas e le associazioni di categoria, il comune di Carbonia ha adottato le misure per garantire il giusto equilibrio tra il riposo delle persone e le esigenze dei pubblici esercizi.

Le finalità che l’Amministrazione comunale intende perseguire sono: incrementare l’occupazione nel settore delle attività produttive e contenere il fenomeno del pendolarismo notturno di cittadini verso altre località, con vantaggio per la sicurezza delle persone.

In alcuni casi, i piccoli intrattenimenti e le relative emissioni sonore possono provocare disturbo o disagio per i cittadini residenti nelle aree interessate. Per questo motivo l’ordinanza che disciplina gli orari degli intrattenimenti e le emissioni sonore intende tutelare i diritti di tutti.

I piccoli intrattenimenti devono rispettare alcune regole:

– dovranno essere preceduti dalla consegna all’Ufficio Polizia Amministrativa del modulo per la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività). La SCIA deve essere consegnata entro 3 giorni dall’evento/i, conl’indicazione delle date di svolgimento.

– le emissioni sonore dovranno rispettare i seguenti orari: dalle ore 19.00 sino alle ore 1.00 del giorno successivo e dovranno rispettare i limiti di emissione ed immissione previsti per legge.

Gli spettacoli di qualsiasi genere, fermo restando l’obbligo diautorizzazione, devono rispettare le stesse condizioni.

In caso di violazione dell’ordinanza n. 211 del 4 luglio 2016 sono previste diverse sanzioni amministrative.

Per ulteriori informazioni: Polizia Amministrativa, via Mazzini 68, dalle ore 10.00 alle ore 13.00. Tel. 0781.62257.

Piazza Roma Carbonia 2

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Porto Flavia 1 colore copia

Un gruppo di guide ha inviato una lettera aperta al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sulla grave situazione in cui versano i siti del Parco Geominerario che potrebbe compromettere l’attività del parco, con grave danno per la già difficile economia locale e la visibilità della Sardegna.

Di seguito il testo integrale.

Gentile Presidente Pigliaru,

siamo un gruppo di Guide che fanno parte, come liberi professionisti, della Short List istituita dal Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna (attraverso deliberazione del commissario straordinario n. 34 del 14.07.15), e che si trovano impegnate a prestare il proprio servizio nei siti del Parco Geominerario dei comuni di Iglesias (Porto Flavia, Villamarina, Grotta di Santa Barbara) e Buggerru (Galleria Henry) attualmente aperti al pubblico.

Ci rivolgiamo a Lei per segnalarLe una serie di gravi problematiche connesse alla nostra esperienza lavorativa, sperando che possa intervenire al più presto per trovare una soluzione che possa migliorare il servizio reso e garantire continuità e programmazione per la fruizione turistica dei siti.

Attualmente ci troviamo in una situazione di “emergenza” per cui, a causa del mancato o precario accordo tra Parco, Igea e Comuni, l’apertura dei siti non è garantita come da calendario e ciò comporta, oltre che una conseguente mediocre gestione di questi ultimi, anche la mancata certezza del loro destino.

Chiediamo:

  1. che venga firmato questo accordo
  2. che venga fatto in maniera lungimirante
  3. che sia valido per un lasso di tempo ampio, che possa permettere una corretta gestione dei siti.

Chiediamo, inoltre, che venga fatta luce sulle motivazioni che hanno portato il ministero dell’Ambiente alla mancata approvazione del bilancio preventivo del Parco Geominerario che, peraltro, aveva già trovato approvazione presso il ministero dello Sviluppo economico.

Oltre a questo, diversi sono stati gli eventi che hanno portato ad una escalation di disservizi nei siti minerari: a titolo esemplificativo si può citare il fatto che fino ad un mese fa, seppur con alcune criticità, i siti erano a regime, anche attraverso una turnazione delle guide professioniste che, in maniera improvvisa, è stata smantellata.

Perché pare che nessuno voglia permettere di portare avanti la fruizione corretta e continuativa dei siti di questo Parco?

Come Lei ben sa, la situazione del nostro territorio è gravata da problematiche importanti, tra cui una depressione economico-industriale senza precedenti.

La fruizione di tali siti rappresenta non solo una possibile ricchezza in termini economici per la zona ma anche un rilancio e una riqualificazione in termini di promozione per l’intero territorio regionale: non dimentichiamo che le immagini dei nostri siti minerari fungono ancora da importante attrattore per tantissimi visitatori; l’immagine della galleria di Porto Flavia vista dal mare ne è solo un esempio.

Gli arrivi nel Sulcis Iglesiente sono in crescita rispetto allo scorso anno, anche grazie al lavoro degli operatori turistici, guide comprese e questa situazione di assurdo disagio manda all’aria dei piccoli, ma importanti, traguardi che dovevano essere solo l’inizio di una nuova vita per il territorio.

Ciò che a noi sta a cuore è garantire un buon servizio e fare in modo che chi viene a visitare la nostra isola non solo vada via con uno splendido ricordo di essa, ma restituisca dei feedback positivi sui servizi trovati, capaci di contribuire a generare flussi turistici in ingresso e non mortificare un territorio già in ginocchio che dovrà, inevitabilmente, puntare sul turismo e sul suo patrimonio ambientale storico e culturale per riuscire a risollevare le proprie sorti.

In ultimo, non per importanza, rimane da affrontare l’incertezza del nostro futuro: i nostri profili sono tutti diversi, alcuni hanno lauree, altri dottorati, scuole di specializzazione, esperienza pluriennale nel campo del turismo, quasi tutti parlano una o due lingue straniere. Tanti profili diversi, ma con una passione comune per il mondo minerario. Professionalità e competenze che rappresentano una risorsa per i siti e per il territorio in generale e che hanno permesso di registrare un buon numero di visitatori che hanno potuto usufruire di servizi di visite guidate in italiano e in lingua durante tutto l’anno.

Certi che possa comprendere le nostre preoccupazioni e che possa intervenire per dirimere tale situazione e prendere una posizione chiara e forte al riguardo.

Le porgiamo i nostri più cordiali saluti

Le guide turistiche e ambientali

Maria Cristina Batzella

Maria Irene Pellizer

Laura Sedda

Marta Macrì

Mattia Sanna Montanelli

Oscar Cara

Maria Laura Mocci

Valeria Mele

Sara Marrocu

Stefano Sedda

Matilde Omezzolli Gadducci

Emanuela Rubiu

Francesca Romana Casula

Tiziana Dedòla

Patrizia Deidda

Renato Capocchia

Fiorella Caria

Francesca Contini

Emanuela Atzeni

Anna Maria Sanna

Silvana Curti

Tiziana Puddu

Marco Serra

Giovanna Orrù

Roberto Angius

Michele Pinna

Mario Pilloni

Lorella Steri

Fabiano Concas

Francesca Serra

Raffaela Pischedda

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Si è rinnovato anche quest’anno a Sant’Antioco il pellegrinaggio notturno in onore della Madonna delle Grazie. Intorno alle quattro del mattino del due luglio scorso un centinaio di persone si sono date appuntamento in piazza De Gasperi, di fronte alla Basilica dedicata a Sant’Antioco Martire. Da li i numerosi fedeli si sono incaminati sulla statale 126 alla volta di Calasetta, dove il secondo giorno di luglio viene venerata la Madonna delle Grazie, per raggingere la chiesa in tempo per la prima messa che viene celebrata alle sette. Un corteo aperto, come ormai prassi, dall’auto dei carabinieri di Sant’Antioco che insieme alla pattuglia della polizia municipale hanno scortato i pellegrini che per tutto il percorso hanno recitato il rosario,preghiere e cantato inni sacri. Dopo essere giunti a Calasetta e scoltata la prima messa e essersi rinvocillati sono rientrati a Sant’Antioco questa volta usufruendo dei mezzi pubblici o a borde delle auto di parenti giunti con tranquillità a Calasetta. Il pellegrinaggio a piedi per ascoltare la prima messa in onore della Madonna delle Grazie a Calasetta, si perde nel tempo. Sembra sia iniziato per lo scioglimento di un voto da parte di una famiglia. Ai componenenti della famiglia si aggiunsero poi negli anni parenti, amici e conoscenti sino a farlo diventare un vero e proprio tradizionale pellegrinaggio notturno. Inizialmente il tragitto si faceva utilizzando lo spazio a lato della vecchia ferrovia. Una volta chiuso l’esercizio ferroviaria l’usanza per diversi anni venne abbandonata per poi riprendere con rinnovato entusiasmo e fede negli anni novanta usufruendo come tragitto questa volta la statale 126.

Tito Siddi

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il dialogo edizione speciale

Un’edizione speciale del “Il Dialogo”, il settimanale della parrocchia di Santa Maria Goretti di Sant’Antioco, contenente la ristampa del numero unico “Campane a festa”, è stato distribuito gratuitamente ai fedeli in occasione della festa patronale. Pubblicato nel 1966, a cura di dottor Luciano Ibba e di Giampaolo Piras, rispettivamente direttore responsabile e redattore che hanno dato il benestare per la ristampa, racconta la consacrazione della nuova chiesa parrocchiale dedicata a Maria Goretti. Il vecchio giornale messo a diposizione da Rita Sabeddu, una parrocchiana che lo ha conservato per ricordo, ha dato la possibilità alla redazione di “il Dialogo” di poterlo riproporre con un altro numero unico, per farne un omaggio ai fedeli della parrocchia in occasione della festa patronale di Santa Maria Goretti di ieri, 6 luglio, che ha segnato anche il sessantesimo anniversario della fondazione della comunità parrocchiale.

L’edizione speciale del giornalino parrocchiale, con una nuova copertina a colori, ha voluto così ricordare, a distanza di cinquant’anni, una pagina di fede, di volontà, voglia di fare e di carità cristiana di sacerdoti operosi che si intreccia con gli ultimi sessant’anni della storia di Sant’Antioco. E’ il sogno diventato realtà di costruire una nuova chiesa che inizia i primi passi subito dopo la guerra, in un’Italia devastata e povera, dove le periferie, come a Sant’Antioco, non facevano eccezione. Con la gente che riprendeva a vivere, a pregare e ripopolare la città, si materializzava il sogno di edificare un nuovo edifico sacro: è la chiesa della nuova parrocchia dedicata a Santa Maria Goretti in una zona allora periferica del paese che però vede crescere abitanti che risiedono in nuove case private e popolari. Il numero unico  di “Campane a Festa” di cinquant’anni fa, oltre a narrare la storia della nascita della nuova parrocchia e del nuovo tempio, racconta anche le speranze di una comunità che dai focolari delle abitazioni, si sono concretizzate in nuove opportunità di aggregazione sociale, nello sport e nella cultura di cui Sant’Antioco è fucina. Racconta dei tanti benefattori che si sono spesi affinché il sogno di don Antonio Mereu, il primo parroco dell’allora neonata parrocchia, potesse concretizzarsi, come poi è avvenuto. E il nome di don Antonio Mereu è destinato a durare nel tempo, nei ricordi degli antiochensi.

Un comitato spontaneo ha già raccolto oltre 500 firme per una petizione che chiede al sindaco di intitolare lo spazio davanti alla chiesa di Santa Maria Goretti come “Sagrato don Antonio Mereu”.

Tito Siddi