23 November, 2024
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Nel mese di agosto l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras ha annunciato che entro la fine del 2018 il gas Metano arriverà nelle case dei sardi. Dopo anni di discussioni dei vari governi regionali che si sono succeduti sulle modalità di approvvigionamento della suddetta fonte energetica, l’attuale esecutivo guidato dal presidente Francesco Pigliaru ha scelto la formula dei depositi costieri come la più immediata e conveniente per colmare il gap storico che annovera la Regione Sardegna come l’unica in Italia (e forse in Europa) a non poter usufruire di questa importante risorsa con tutto ciò che ne consegue in termini di mancata competitività delle aziende ed eccessiva spesa nelle bollette energetiche per i privati.

L’infrastrutturazione prevederà un investimento di 228 milioni di euro per la costruzione di 38 depositi di stoccaggio (3 già costruiti e in procinto di essere inaugurati) e di 578 milioni di euro per la costruzione della dorsale di approvvigionamento in tutta l’isola.

Un importante investimento, quindi, che oltre a colmare lo storico gap sopracitato, permetterà per alcuni anni l’occupazione nelle operazioni di realizzazione di un numero rilevante di lavoratori metalmeccanici: tubisti, saldatori, carpentieri, meccanici e manutentori saranno solo alcune delle figure professionali più importanti richieste per la costruzione delle infrastrutture.

Il forte auspicio da molti condiviso (e la conseguente istanza rivolta a coloro che istituzionalmente e imprenditorialmente governeranno i processi di realizzazione delle infrastrutture), è quello che i lavoratori ad essere collocati all’interno delle aziende che si aggiudicheranno nei prossimi mesi gli appalti, siano i metalmeccanici del Sulcis Iglesiente e di altre realtà industriali della Sardegna fuoriusciti dai cicli produttivi.

Tali lavoratori, già ampiamente professionalizzati ed esperti nel settore metalmeccanico, garantirebbero le indispensabili competenze per svolgere nel migliore dei modi le significative e delicate lavorazioni.

Peraltro, in attesa della risoluzione positiva delle svariate vertenze industriali sarde, questa opportunità lavorativa garantirebbe una soluzione ponte per tutti coloro che espulsi da anni dai cicli produttivi, hanno perso o stanno per perdere ogni capacità di sostentamento economico per se stessi e per le proprie famiglie. E da un’altra prospettiva permetterebbe anche di mantenere inalterato nella nostra isola quel grande capitale umano di professionalità del mondo metalmeccanico che altrimenti, progressivamente, si disperderà nel percorso obbligato dell’emigrazione forzata in Italia e all’estero per tanti lavoratori senza più alternativa.

A tale proposito, l’assessorato regionale del Lavoro di concerto con quello dell’Industria e la neonata ANPAL (nuova Agenzia per il Lavoro), potrebbero instaurare una cabina di regia apposita (o anche utilizzare quelle esistenti come nel caso del Piano Sulcis) nella quale identificare e verificare tutte le professionalità dei lavoratori in oggetto fornendo inoltre gli strumenti di “politiche attive per il lavoro” (sgravi e incentivi per la ricollocazione) atti a rendere conveniente una loro eventuale assunzione alle aziende che materialmente si aggiudicheranno i lavori.

Manolo Mureddu

Rappresentante sindacale Fsm-Cisl Portovesme

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«L’Isola di Sant’Antioco ha urgente necessità di servizi per la pesca e per la nautica da diporto. Ma di questo passo, tra scarsa navigabilità della laguna (compromessa a causa delle boe di segnalazione quasi completamente assenti) e pontili acquistati anni fa e mai posizionati, pescatori e diportisti dovranno attendere ancora a lungo. Va da sé che anche il rilancio turistico dell’Isola e dell’intero arcipelago sulcitano risulti fortemente compromesso da una politica non all’altezza del compito.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Nel lontano 2004, il comune di Sant’Antioco aveva acquistato alcuni pontili che sarebbero dovuti essere posizionati nel lungomare antiochense, con lo scopo di incrementare i posti barca e i servizi collegati – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -. Ma, a distanza di 12 anni, quelle attrezzature non sono mai state rese fruibili: giacciono in un anonimo spiazzo del porto commerciale, abbandonate all’incuria e al degrado. Nel frattempo, in tutti questi anni, sono state prese di mira dai soliti vandali che le hanno rovinate e saccheggiate. Soldi pubblici ancora una volta spesi con leggerezza. Questa è la dimostrazione lampante che il tema del rilancio della laguna sia un argomento visibilmente trascurato dall’Amministrazione comunale. Sono tuttavia convinto – conclude Ignazio Locci – che ci sia ancora il tempo per recuperare, rimettendo i pontili in sesto al fine di renderli finalmente fruibili per la nostra importante flotta da pesca e per i numerosi diportisti che scelgono la laguna antiochense per le proprie attività.»

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Lunedì 5 settembre, alle 9.00, prende il via a Pula – edificio 2 Parco tecnologico, Sardegna ricerche – l’edizione 2016 della Summer School in Computer Security e Privacy. “Building Trust in the Information Age” è la cornice dell’evento organizzato dagli specialisti Giorgio Giacinto, Davide Ariu e Igino Corona con il Pra Lab (Pattern Recognition and Applications Lab) del dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica (il Diee è diretto da Fabrizio Pilo, facoltà di Ingegneria e Architettura) dell’Università di Cagliari.

L’ateneo è da sempre particolarmente attento alle mutazioni e innovazioni tecnologiche inerenti il settore della sicurezza informatica. Gli specialisti del Diee costituiscono una delle eccellenze dell’Università di Cagliari. «Il massiccio utilizzo dei personal computer e la diffusione di Internet ha permesso un cambiamento rapido e dirompente delle relazioni e dell’organizzazione sociale – spiega il professor Fabio Roli, responsabile del Pra Lab -. In questo ambito virtuale e in rapida evoluzione agiscono criminali informatici sempre più abili e la sicurezza – compito impegnativo dal punto di vista tecnico e sociale – risulta imprescindibile e tra i primi problemi da affrontare e risolvere.»

La Summer School – finanziata da Sardegna Ricerche – fornisce una panoramica precisa degli attuali scenari in tema di Cybercrime con l’indicazione delle direzioni future per attività di ricerca, contrasto e buone pratiche. Dopo le positive esperienze dei tre corsi precedenti – dal 2012 al 2014 – il programma prevede circa 28 ore di lectures, conferenze, sessioni poster e incontri interattivi guidati da esperti internazionali. «Sono sei i temi principali sui quali – aggiunge il professor Giacinto – ci soffermiamo: attacchi mirati, modellazione minacce e investigazione, rilevamento automatico e caratterizzazione di codice vulnerabile, economia e malware, sicurezza web, machine learning offensive ed ingegneria sociale.»

Da segnalare, oltre all’intervento del professor Giacinto, le lectures di Aylin Caliskan-Islam (Princeton University, Usa), Michel Van Eeten (Delft University of Technology, Olanda), Lorenzo Cavallaro (Royal Holloway, Università di Londra), Fabian Yamaguchi (Technische Universität Braunschweig, Germania), Miguel P. Correia (Instituto Superior Técnico, Lisbona), Fabio Massacci (Università di Trento), Enrico Frumento (Cefriel, Politecnico di Milano), Marco Morana (Cybersecurity strategy at Citi – Florida, Usa), Matteo Meucci (Owasp, Roma), Battista Biggio (Università di Cagliari).

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Prenderà il via domani, 1 settembre 2016, la XXXI edizione del festival “Ai Confini Tra Sardegna e Jazz”L’associazione culturale Punta Giara anche quest’anno ha allestito un programma ad altissima caratura che ha suscitato interesse e rispetto sia in ambito nazionale che internazionale.

Il tema che si svilupperà nei dieci giorni di concerti sarà basato sul rapporto che intercorre fra Frank Zappa e la musica jazz.

La curiosità che sta alla base di questo progetto è in quale modo l’enorme produzione del musicista di Baltimora può considerarsi eredità per il futuro a distanza di 26 anni dalla morte del grandissimo compositore contemporaneo.

La prima serata vedrà alternarsi sul palco il poliedrico batterista americano Sean Noonan e la violoncellista Tomeka Reid.

Sean Noonan è un batterista e compositore che ha sperimentato e continua a farlo, ogni angolo dell’universo musicale. Il suo è un approccio “punk” alla musica alla quale conferisce una forza devastante portandola in direzioni nuove attraverso una geniale miscellanea sonora sospesa tra ritmi afro-metropolitani e jazz contemporaneo. Si esibirà con il suo trio composto da Johnny Richards (tastiere) e Michael Bardon (basso)  in un progetto chiamato “Memorable Sticks”. 

Il set successivo sarà tutto per una vecchia conoscenza del palco del Nuraghe, Tomeka Reid.

La violoncellista chicagoana si presenterà col suo quartetto composto da Mary Halvorson (chitarra), Jason Roebke (basso) e Tomas Fujiwara (batteria). Questo è il primo progetto che la vede anche nel ruolo di leader.

Il suo stile melodico e raffinato l’ha fatta diventare un punto di riferimento importantissimo per il jazz che conta. Le sue collaborazioni con Braxton, Roscoe e Nicole Mitchell sono la testimonianza della sua sensibilità musicale e capacità tecnica. Domani sarà sul palco in veste di compositrice e guida di un ensemble che sorprenderà per groove ed tensione melodica.

Memorable Sticks by Sean Noonan Trio

Il batterista / compositore Sean Noonan vede se stesso come un cantoutore dei giorni nostri. Con lo spirito di quei  narratori africani, Noonan vaga per il mondo raccogliendo storie, leggende e folklore come un Alan Lomax punk jazz. I tesori che trova lungo il percorso vengono filtrati attraverso la sua particolare visione per diventare suoni imprevedibili che arrivano da lontano e articolano uno spettro di suoni che  Noonan combina con l’eloquenza di un bardo irlandese, i ritmi narrativi di Samuel Beckett, e la fisicità grezza di un pugile di strada.

Un batterista irlandese-americano con una inclinazione teatrale e una passione per i ritmi africani, le escursioni di Noonan riportano entrambe le geografie, lo portano agli angoli lontani del mondo per studiare le tradizioni culturali e concettuali mentre esplora i limiti esterni della musica tra Harmolodic jazz, rock bleeding-edge o influenze classiche d’avanguardia. La sua teoria dell’“errante folk” cattura l’inafferrabilità della continua evoluzione delle tradizioni musicali del mondo e li orienta nuovamente attraverso la sua particolare lente.

Quella musa nomade ha portato Noonan in un gran numero di direzioni inaspettate, con conseguente esplosione di pubblicazioni dinamiche  e progetti che abbracciano più di 19 album e centinaia di performance in più di una dozzina di paesi, tra cui ad esempio festival internazionali come Vilnius Jazz Festival, Vancouver Jazz, Caldaro Pop Festival, Festival del Cinema americano, EFG London Jazz, Bergen Natt Jazz e Jazz Liegi. Ha lavorato con una serie incredibile di artisti provenienti da tutta la mappa letteraria e musicale, tra cui Abdoulaye Diabaté, Marc Ribot, Jamaaladeen Tacuma, Mat Maneri, Susan McKeown, e di Can Malcolm Mooney.

I risultati assumono molte forme, ogni tanto sorprendenti e creative come l’ultimo lavoro: attualmente include il Pavees Eletric Trio, con il tastierista Johnny Richards di base in UK e il bassista Michael Bardon, e rappresenta  l’ultimo capitolo della serie della  Pavees Dance  di Noonan che combina funk, punk e jazz con lo spirito dei viandanti irlandesi; Zappanation,  progetto di una ensamble di 10 pezzi  che insieme ionizzano la musica di Frank Zappa e Edgard Varèse; Bartalk, un assolo di batteria in una  performance spasmodica; Brooklyn Lager Trio, un bavarese punk-jazz sax / chitarra / una triade dibatteria  (alcuni credono Noonan è la reincarnazione di re Ludwig II, l’ultimo monarca bavarese); o la sua serie continua di concerti di percussione per orchestra.

Tutto è iniziato nella città di Brockton, Massachusetts, città natale di pugili leggendari Rocky Marciano e Marvin Hagler – forse ci danno  qualche spiegazione sullo spirito combattivo del batterista. Noonan ha lasciato Brockton per studiare musica al Boston Berklee College of Music e ha conseguito il Master in composizione musicale dal Aaron Copland Music School nel Queens, NY. Ha trascorso una parte di quegli anni sull’isola di Sanibel, in Florida, appoggio del  leggendario cantante di Hollywood Marni Nixon – una  improbabile fucina  della teatralità che avrebbe poi portato nelle proprie esibizioni.

Noonan ha fatto il suo debutto discografico con un Trio Jazz acustico di pianoforte, con il bassista / educatore John Lockwood of The Fringe. Si stabilì a New York City nel 1999, integrandosi rapidamente con la fruttuosa scena underground  che emerge dalla famosa fabbrica Knitting. Ha formato l’importante jazz-punk trio THE HUB con il bassista Tim Dahl e il sassofonista Paul-Alexandre Meurens così come un progetto di duo eclettico con il chitarrista Aram Bajakian, ma il suo percorso è stato deviato quattro anni più tardi, quando un incidente d’auto quasi mortale in Italia lo ha portato per  il lungo periodo di recupero  a dedicarsi  alla combinazione i suoi due amori musicali: jazz e ritmi africani.

La conseguente voglia di viaggiare lo ha portato nel 2008 in un viaggio in Bamako, in Mali e fare una prima esperienza da  Occidentale con le tradizioni dei cantori africani accanto al cantante / chitarrista del Mali Abdoulaye Diabaté. Quel viaggio culminò con l’album multi-culturale Boxing Dreams, una manifestazione del progetto amorfo afro-celtico punk-jazz di Noonan  prodotta dalla Noon, che ha pubblicato cinque diversi  album  tra il 2006 e il 2011 ed è stato oggetto di documentario del regista Tom Asma Essere prodotta da Noon .

Tomeka Reid Quartet

Recentemente descritta come un “New Jazz Power Source” dal New York Times, la Chicagoana violoncellista/compositrice/didatta Tomeka Reid si è rivelata uno  dei musicisti più originali, versatili, e curiosi della vivace  scena musicale creativa di Chicago  negli ultimi dieci anni. 

La Reid è un’artista versatile e instancabile, sia nella sua città che oltre i confini americani . Inoltre il suo stile unico  che unisce una sensibilità melodica sopraffina combinata ad un personale senso del groove abbellisce le opere di luminari come la flautista Nicole Mitchell, Anthony Braxton, Roscoe Mitchell, Dee Alexander. Mike Reid prediligendo al contempo i suoi album in trio in collaborazione con Silvia Bolognesi e Mazz Swift (Hear in now). Il Tomeka Reid Quartet è la sua prima opera da leader, un quartetto intenso ed emozionante, che amabilmente si ascolta in una successione di dieci brani come da ultima pubblicazione discografica,  magistralmente scritti ed arrangiati per l’ensemble, un collettivo di giovani musicisti con già bagaglio umano e professionale notevole sull’asse New York – Chicago.

Violoncellista dal  tono splendido, precisione tecnica, e capacità di comporre con una  melodica sopraffina, la ritroviamo a capo del quartetto da leader, al loro debutto omonimo composto dal suo collaboratore di vecchia data Jason Roebke al basso, la chitarrista Mary Halvorson, e il batterista Toma Fujiwara. 

Intensità e un lirismo profondo sono immediatamente percepibili  nelle composizioni eseguite dal quartet. Nonostante la loro intrigante complessa trama vi è ampio spazio per l’espressione individuale di ognuno dei componenti. 

Fin dai primi assaggi della sua musica citiamo Eric Dolpy’s 17 west unico pezzo non originale della produzione del quartetto, è ovvio che Tomeka affonda le sue radici e la sua essenza nella migliore tradizione AACM di Chicago.

Tutti i pezzi che il gruppo esegue e sono registrati nell’album di esordio son ben composti e potremmo dire ‘ groovy’, spesso molto orecchiabili e contenenti improvvisazioni complesse che mai diventano caotiche, urlate o troppo chiassose. I suoi modelli sono Billy Bragg (e Nicole Mitchell), e suonando la sua musica moderna restituisce l’ascoltatore indietro ai tempi in cui le composizioni jazz erano memorabili, ben eseguite e armoniche.

La band suona con affiatamento  dato che la musica in questo caso  è più accessibile rispetto alle normali produzione dei solisti membri del Quartetto (Maria Halvorson e il bassista Jason Roebke), questo album è una eccellente introduzione al mondo della moderna musica avventurosa invito esplicito ad accogliere nuovi accolit. Allo stesso tempo, il debutto di Tomeka può attrarre molti ascoltatori più conservatori che di solito ha paura del cosiddetto “jazz d’avanguardia”. I membri del Quartetto sono dotati di un superbo cameratismo tra loro. 

Il debutto di Reid è un lavoro stimolante ed affascinante che mette in mostra l’arte del violoncello al suo meglio. La sua squisita abilità strumentale, così come la sua scrittura brillante fanno di questa produzione musicale un momento singolare. 

Immancabili i personali tributi ai maestri veterani: “Etoile” riecheggia le sonorità del violinista Stuff Smith con il suo senso di languido swing e lunghe linee eleganti; “Bounce di Billy Bang”, un saluto alla dipartita del violinista free-jazz, non è che uno dei tanti pezzi in cui l’interazione Reid e Halvorson di entrambi è di fuoco e finessed lasciando spazio durante l’evoluzione musicale  anche ad improvvisazioni , caratterizzati da tenera malinconia dove ancora una volta i musicisti si  sincronizzano emotivamente.

E’ un lavoro completo con un senso di tessitura e melodia che richiamano all’appello sial il  gruppo di appassionati di jazz meno cerebrali, nonché coloro che sono interessati più visceralmente alla musica sperimentale  esplorando territori musicali  con energia e un senso di  irriducibile di avventura

Il Quartetto Tomeka Reid in qualche modo alleggerisce  la linea tra approccio “convenzionale” e “avanguardia” al jazz, al jazz, imperdibile per incalliti appassionati di musica.

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«In Sardegna la situazione è al collasso e questo fatto sembra non importare al Governo. Dopo i nuovi e consistenti sbarchi sulle spiagge del Sulcis, è confermato che a Cagliari oggi arriverà la nave militare «James Joyce» con altri 650 migranti a bordo.» 

Lo afferma Stefano Maullu, europarlamentare Forza Italia.

«Lo spirito di accoglienza dei sardi e degli italiani non si mette in discussione – aggiunge l’europarlamentare di origini sarde – , ma occorre porre un freno a questa politica irresponsabile che mette in ginocchio una regione e che non riesce certamente a risolvere in questo modo il problema dei migranti ma al contrario crea un grave danno al territorio sardo. È ormai chiaro che l’isola da meta turistica sia diventata un nuovo punto di approdo per i migranti. È una situazione inaccettabile – conclude Stefano Maullu – che mette in evidenza il fallimento della nostra politica a livello internazionale.»

 

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Dopo alcuni anni di assenza, il calcio a cinque ritorna a Carbonia con una squadra iscritta al campionato regionale di serie C2. L’ASD Carbonia Calcio a 5 ha iniziato la preparazione lunedì pomeriggio, sotto la guida dei tecnici Maurizio Pinna (1°) e Alfonso Ollargiu (2°), sul campo polivalente di via Balilla. Le partite verranno disputate sul parquet del Palazzetto dello sport di via delle Cernitrici.

La società è guidata dal presidente Luciano Zara e comprende il vicepresidente Federico Zara, il segretario Bruno Roccasalva, il direttore tenico Giorgio Dessì che curerà anche la preparazione dei portieri con Davide Sabiu, e i consiglieri Mauro Barlini e Duilio Tatti (protagonisti di una brillante stagione del calcio a 5 a Carbonia con la Pol. Mediterranea che per alcuni anni ha organizzato anche tornei estivi a livello mondiale sia in campo maschile sia femminile). Dirigente della squadra juniores Roberto Floris. L’addetto agli arbitri è Pasquale Formicola.

L’organico della prima squadra è composto dai seguenti giocatori: Antonio De Menna, Salvatore Carta, Alessio Sabiu, Francesco Cannas, Federico Tolu, Federico Zara, Mattia Zara, Salvatore Pinna, Danilo Usai, Massimo Secchi, Achraf, Roberto Atzori, Mirko Atzori, Andrea Uras, Gianluca Serra e Vincenzo Sorrentino. Faranno parte dell’organico della squadra juniores, ancora in allestimento, che sarà guidata da Francesco Cannas (1°) e Federico Zara (collaboratore) i giocatori Roberto Floris, Emanuele Calaresu, Davide Quartu e Gianluca Riu.

Il campionato regionale di serie C2 (suddiviso in due gironi) dovrebbe iniziare a metà ottobre.

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L’inizio di un nuovo giorno segnato da una luce dorata che dona al cielo toni di colore sempre nuovi capaci di richiamare pace e serenità.

A questo magico evento sono state dedicate dai “più grandi”, frasi e poesie talmente toccanti da evocare i sentimenti più nascosti insiti nell’animo umano.

Douglas Adams scrive: «C’è un momento in ciascuna alba in cui la luce è come sospesa; un istante magico dove tutto può succedere. La creazione trattiene il suo respiro».

Italo Calvino invece esprime così il suo pensiero sull’alba: «E’ l’ora in cui le cose perdono la consistenza d’ombra che le ha accompagnate nella notte e riacquistano poco a poco i colori, ma intanto attraversano come un limbo incerto, appena sfiorate e quasi alonate dalla luce: l’ora in cui meno si è sicuri dell’esistenza del mondo».

L’alba che entra silenziosa e lucente nella vita di noi tutti, accarezzando i nostri sogni e dando vita ogni giorno a nuovi pensieri. Un quadro sempre diverso legato ad un magico lampo di luce che rischiara il cielo in tutta la sua bellezza. Di seguito alcuni miei scatti nello straordinario scenario del golfo di Cala di Volpe, a testimonianza delle parole che splendidamente raccontano questo evento quotidiano.

Nadia Pische

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Dopo il terribile terremoto che ha devastato la città di Amatrice, il mondo del jazz si sente obbligato ad una partecipazione attiva che contribuisca, seppur in maniera infinitesimale alla ricostruzione di una parte della città. Per portare a compimento questo progetto è stata organizzata una maratona benefica che ha lo scopo di raccogliere fondi destinati al restauro del Cinema Teatro Comunale “Giuseppe Garibaldi” di Amatrice.

L’iniziativa coinvolgerà tutta l’Italia ed anche l’Associazione Culturale Punta Giara ha deciso di parteciparvi in maniera totale.

L’associazione culturale Punta Giara ritiene che, per l’impegno civile che ha sempre contraddistinto il suo modo di agire, non soltanto nell’ambito musicale, sia doveroso contribuire in maniera attiva alla ricostruzione di un’intera società devastata dall’atroce calamità.

Per questo, a differenza del progetto iniziale che prevedeva la raccolta fondi durante un concerto del festival “Ai Confini Tra Sardegna e Jazz”, Punta Giara ha stabilito che il contributo si potrà offrire durante tutti i dieci giorni della rassegna. In aggiunta, durante la serata del 4 settembre, verrà devoluta da parte nostra la cifra normalmente corrisposta alla SIAE per ogni manifestazione artistica.

Nella storica cornice di Piazza del Nuraghe, a Sant’Anna Arresi, sarà allestito un banchetto per le donazioni dove ogni spettatore e cittadino potrà sentirsi libero di partecipare alla ricostruzione di un simbolo fondamentale della cultura e del tessuto sociale della città distrutta dal sisma e dell’Italia intera.

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Dopo la pausa estiva il Consiglio regionale tornerà a riunirsi domani, alle 10.30, per esaminare il disegno di legge n. 359/A – Giunta regionale – Interventi sul capitale della società di gestione dell’aeroporto di Alghero Sogeaal Spa.

Relatore di maggioranza del provvedimento il consigliere Salvatore Demontis, del Pd; per la minoranza la relazione sarà illustrata dal consigliere Giovanni Satta, del gruppo Misto.

E’stata intanto confermata per questo pomeriggio, ma posticipata alle 17.00, l’audizione in commissione Trasporti dell’assessore regionale Massimo Deiana che riferirà, appunto, sulle “problematiche relative alla privatizzazione della società aeroportuale di Alghero (Sogeaal)”.

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Prosegue la serie di incontri pubblici della Scuola Civica d’Arte Contemporanea di Iglesias con i protagonisti dell’arte contemporanea. Venerdì 2 Settembre saranno ben due gli artisti di fama internazionale invitati a presentare il loro percorso agli studenti della scuola ed alla comunità: Margherita Morgantin e Italo Zuffi.

Margherita Morgantin è nata a Venezia nel 1971 dove si è laureata in Architettura all’ I.U.A.V., dipartimento di Fisica Tecnica, studiando metodi di previsione della luce naturale; attualmente vive e lavora a Milano, è docente di Elementi di morfologia e dinamiche della forma all’Accademia di Belle Arti di Frosinone.La sua ricerca artistica parte dall’osservazione e dalla descrizione di situazioni reali che reinterpreta attraverso un’immaginazione quasi sognante. L’artista costruisce le sue storie attraverso sequenze di fotografie, alle quali aggiunge spesso alcuni tratti disegnati, che vengono montati in dissolvenza e video-proiettati. In alcune opere una colonna sonora accompagna la narrazione, che risulta volutamente frammentaria e senza tempo. Il concetto di tempo nelle opere dell’artista diventa altro: quasi un’ovattata dimensione descrittiva degli stati d’animo che il pubblico riesce a percepire, vivendoli, nelle sue opere. L’artista usa vari mezzi espressivi quali la performance, il video, il disegno, la fotografia e l’installazione.
Italo Zuffi è nato a Imola nel 1969, vive a Milano, insegna Tecniche Performative per le Arti Visive all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila ) ricorre a scultura, performance e scrittura per creare “non un disegno totale, bensì una serie indefinita di stanze” (Pier Luigi Tazzi). Studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e al Central Saint Martins College of Art & Design di Londra. Nel 2001 gli è stata assegnata la ‘Wheatley Bequest Fellowship in Fine Art’ all’Institute of Art & Design di Birmingham (UK).

 

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