18 July, 2024
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Tredici milioni di euro per il 2016 e oltre 70 fino al 2020 per il sostegno all’industria creativa e culturale e per i servizi digitali nel campo della cultura. La previsione, decisa dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore Claudia Firino, e presentata alla stampa dal presidente Francesco Pigliaru e dall’assessore Cultura, è una prima risposta a un comparto prezioso, che da anni chiede risorse e attenzioni, ed è l’attuazione di un metodo, quello della programmazione unitaria, grazie al quale si utilizzano le risorse a favore delle imprese e associazioni culturali in modo organico e pianificato.

«La cultura, per la Sardegna, è un settore cruciale e strategico almeno quanto l’agroalimentare, con cui condivide le potenzialità di creare benessere diffuso, soprattutto nelle zone interne – ha sottolineato il presidente Francesco Pigliaru –. L’investimento ha un moltiplicatore importante e siamo molto contenti di poter parlare di giacimenti di valore che possono essere distribuiti nel territorio. Ma è necessario puntare su progetti di qualità, evitando qualunque tipo di finanziamento a pioggia. Quella che presentiamo oggi è la linea che abbiamo individuato ma, come altre volte, lasciamo un margine di tempo tra la delibera e il bando, così da proseguire nell’ascolto degli operatori culturali e poter accogliere suggerimenti in grado di migliorare la nostra proposta.»

“Stanziamo risorse importanti per un comparto che da tempo attende strumenti nuovi per crescere, progettare e guardare oltre i confini della nostra Isola – dice l’assessore della Cultura Claudia Firino -. La delibera conclude il lungo percorso di programmazione dei fondi Por che porterà in poche settimane all’approvazione degli avvisi pubblici: risorse che vanno ad aggiungersi a quelle di parte regionale che, con molto impegno, siamo riusciti a lasciare invariate per il 2016. Avremo bandi in cui l’attenzione sarà rivolta ai progetti più che a chi li propone – aggiunge Claudia Firino -, misure che serviranno a rendere più forti le nostre imprese creative e culturali, perché possano sperimentare processi innovativi senza rinunciare alle loro radici e identità. Un percorso di cui beneficeranno anche i tanti operatori che attendono opportunità per migliorare le proprie competenze e capacità. Gli strumenti messi in campo – conclude l’assessore della Cultura – rispondono alle esigenze più volte manifestate in questi due anni dalle diverse aree del comparto: dalla tutela dei beni culturali alle arti visive, dallo spettacolo dal vivo in tutte le sue forme, all’editoria alla valorizzazione delle nostre espressioni identitarie.»

L’atto della Giunta assegna complessivamente la somma di 13.666.350 euro per l’annualità 2016 e 73.326.237 euro per il settennio di programmazione 2014-2020. Gli interventi programmati sono dieci, a valere sul Por Fesr: otto sull’Asse III del “Competitività del sistema produttivo” e due sull’Asse II “Agenda Digitale”. 900mila euro sono destinati all’intervento LiberLab, rivolto a progetti di internazionalizzazione nei mercati interessati alla cultura sarda; 900mila a IdentityLab per lo sviluppo di servizi e prodotti culturali e creativi della Sardegna; per Desiderata Library e l’implementazione della piattaforma editoriale sono previsti 200mila euro, per Culture Voucher, ovvero l’emissione di voucher destinati all’acquisto di servizi che facciano crescere le imprese del settore, sono disponibili due milioni. Cinque milioni di euro andranno a CulturLab, per progetti culturali innovativi. L’intervento CreativityLab, con 1,16 milioni, propone progetti di gestione di spazi culturali e creativi in immobili di proprietà del demanio regionale; Domos de sa cultura, con un sostegno finanziario di un milione, riguarda servizi integrati per la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale dell’isola. Un altro milione andrà a sostenere l’impegno di ScrabbleLab, per la realizzazione delle Residenze artistiche sarde. Infine due strumenti dedicati all’Ict. Paris, il Sistema regionale integrato per l’accesso unitario alle risorse informative in ambito ABM (Archivi Biblioteche Musei), avrà 500mila euro di finanziamento; un milione servirà per la realizzazione di strumenti per il miglioramento dell’accesso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione dei beni culturali attraverso Andalas de Cultura.

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I Comuni sardi possono assumere nuovo personale. La notizia, a firma del direttore dell’Ufficio per l’organizzazione e il lavoro pubblico Maria Barilà, arriva da Roma: il Dipartimento della Funzione pubblica, che già nelle scorse settimane aveva autorizzato i Comuni di alcune Regioni a Statuto ordinario ad assumere a seguito della ricollocazione del personale delle province, dopo le continue interlocuzioni con l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha dato il via libera anche alla Sardegna. Naturalmente, le Amministrazioni comunali dovranno rispettare le limitazioni finanziarie previste e modificate di recente dal decreto legge enti locali.

«Il proficuo lavoro messo in campo con il Dipartimento della Funzione pubblica – commenta l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu – consente di raggiungere un risultato atteso da tutti e dare risposte concrete ai numerosi Comuni che lamentano carenze di personale. Oggi, di fatto, inizia la fase due della riforma degli enti locali della Sardegna. Subito dopo la pausa di ferragosto, alla fine del mese, convocherò la Conferenza permanente Regione-Enti locali e i tavoli con le organizzazioni sindacali, ai quali illustreremo la bozza di Piano di riordino territoriale e la delibera sui principi di trasferimento del personale delle Province.»

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«L’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu deve revocare la gara d’appalto per il servizio di vigilanza nelle Asl e nelle pubbliche amministrazioni: determinerà un taglio delle retribuzioni che porterà molti stipendi a 6/700 euro al mese, un nuovo sottoproletariato indegno di un paese civile». A dirlo è il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa.

«Forse la Giunta Pigliaru vuole ampliare la platea delle famiglie che saranno costrette a chiedere l’elemosina di cittadinanza; ed è la ulteriore dimostrazione che, come diceva Montanelli, la sinistra ama così tanto i poveri che cerca sempre di aumentarne il numero – aggiunge Michele Cossa. -, ma stavolta hanno superato il limite della decenza, soprattutto dopo che il Consiglio regionale, ben prima che venisse bandita la gara, aveva approvato la risoluzione n. 12/2015, che mirava proprio ad evitare che si potessero creare situazioni di questo genere, già viste l’anno scorso con l’appalto di vigilanza degli uffici regionali, che ha messo in ginocchio decine di lavoratori.»

«La Giunta ponga riparo a questa vergogna, che forse è in linea con i valori del PD ma che rappresenta – conclude Michele Cossa – un insulto alla Costituzione repubblicana e alla dignità persone.»

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E’ iniziata presto la giornata odierna al ventinovesimo festival Time in Jazz, che si preannuncia come sempre fitta di appuntamenti: alle 9.00 del mattino a Berchidda, nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano (patrono del paese), messa musicata “Lucia e gli occhi santi”, dedicata alla santa compatrona di Berchidda e, per i devoti, protettrice degli occhi e della vista. Ad accompagnare la funzione religiosa, il flicorno dell’enfant du pays Paolo Fresu e il Quartetto Alborada: Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola, Piero Salvatori al violoncello. Nato nel 1996, il complesso d’archi ha un repertorio che, accanto alle composizioni originali per l’ensemble, privilegia la musica barocca e del Novecento con particolare attenzione per gli autori minimalisti. L’incontro fra Paolo Fresu e il Quartetto Alborada, già apprezzato in tante occasioni, è la testimonianza della poliedricità del trombettista di Berchidda, sempre pronto a misurare la sua ormai riconosciuta freschezza e naturalezza artistica con un mondo “classico” che ha reso proprio nella sua originale interpretazione.

Per Paolo Fresu altro impegno a mezzogiorno nella suggestiva cornice del Castello Doria a Chiaramonti, dove incontra il polistrumentista Mino Cinelu che così, dopo il duo della sera prima con Rita Marcotulli, sarà parte di un nuovo, inedito dialogo in musica. Classe 1957, natali francesi con radici paterne in Martinica, Cinelu è un musicista eclettico, che ha collaborato con nomi del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Stevie Wonder e Lou Reed, tra i tanti, costruendo la sua fama sulla facilità di confrontarsi con un’ampia gamma di stili. Compositore, produttore e band leader, alla testa del World Jazz Ensemble dimostra la sua maturità artistica e la passione per le nuove sonorità, un’attitudine propria anche di Paolo Fresu, che, partendo dai territori del jazz è sempre capace di andare oltre le convenzioni di genere entrando in sintonia con musicisti provenienti da contesti eterogenei, dal pop alla musica tradizionale, dalla musica colta alla canzone d’autore.

Nel pomeriggio (ore 18.00), all’indomani della sua esibizione in piano solo a Telti, torna in azione anche Stefano Battaglia, stavolta a Tula, nella chiesa medievale di Santa Maria di Coros, e alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria. Una formazione che respira all’unisono sulle ali del massimo interplay, protagonista degli ultimi tre album pubblicati dal pianista milanese per l’etichetta ECM: “The River Of Anyder”, “Songways” e “In The Morning”; un tributo, quest’ultimo, al compositore americano Alec Wilder (1907-1980), sulla cui opera Stefano Battaglia ha lavorato per anni, spaziando in modo trasversale dalle popular songs alle art songs, dalla musica per il teatro all’opera, dalla night music ai lavori per l’infanzia.

Altre sonorità e atmosfere, alle 21.30 in piazza del Popolo a Berchidda, con il progetto Last of songs della cantante (e attrice) Irit Dekel e del polistrumentista Eldad Zitrin (fisarmonica, tastiere, chitarra), qui affiancati da Adi Hartzvi al contrabbasso e Elad Cohen Bonen alla batteria e alle percussioni. Un sodalizio nato nel 2011, quello tra i due artisti israeliani, e approdato l’anno scorso al primo, omonimo album: un disco caratterizzato dalla riuscita combinazione di differenti stili e colori musicali – jazz, folk contemporaneo, pop tradizionale -in una originale rilettura di canzoni classiche come “Willow Weep For Me”, “Bye Bye Love”, “You Don’t Know What Love Is”, “Good Morning Heartache”, tra le altre.

Poi, nella seconda parte della serata, sul palco di Berchidda piazza le tende Bombino con il suo desert blues. Goumar Almoctar, questo il nome all’anagrafe del chitarrista, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, in lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Bombino si rifà alle sonorità tipiche degli anni Sessanta e Settanta, da Jimi Hendrix a Jimmy Page, inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg; le sue melodie elettrizzanti trasudano un groove irresistibile, una versione del blues densa e magmatica. Tre gli album all’attivo: “Agadez”, del 2011, seguito nel 2013 dall’acclamatissimo “Nomad” e quest’anno da “Azel”, registrato a Woodstock: un vero e proprio sogno diventato realtà per un artista che considera Jimi Hendrix e Carlos Santana tra le sue maggiori fonti di ispirazione. Con Bombino, oggi sul palco di Berchidda, saliranno Avi Salloway alla chitarra, calabash e voce, Youba Dia al basso e voce, e Corey Wilhelm al djembe.

Spenti i riflettori in piazza del Popolo, la vigilia di Ferragosto riserva un fine serata scoppiettante al Parco della Musica di Berchidda con le due formazioni del paese a base di fiati: la Banda Bernardo De Muro di Berchidda e la Funky Jazz Orkestra. La scaletta prevede una prima parte con la Funky Jazz Orkestra alle prese con la “Freesuite”, un’idea originale del suo direttore Antonio Meloni e di Paolo Fresu, incentrata su brani scelti prevalentemente dal repertorio del quintetto storico del trombettista, debitamente arrangiati e rivisitati su misura delle caratteristiche espressive e tecniche dei ventidue elementi della formazione berchiddese. Sarà poi la volta della Bernardo De Muro, la “storica” banda del paese, nata nel 1913, fucina per giovani talenti, compreso Paolo Fresu, che ancora undicenne ha mosso tra i suoi ranghi i primi passi nella musica. Previsti anche momenti in cui i due organici suoneranno insieme, e la partecipazione di solisti ospiti tra cui il trombonista Salvatore Moraccini e lo stesso Fresu.

Funky Jazz Orkestra (foto Roberto Cifarelli)

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Alborada e Paolo Fresu Banda B.Demuro 001 10.08.2009 (P.Ninfa) Mino Cinelu Bombino (m)

Paolo Fresu _2015 (ph © Roberto Cifarelli1905)

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Stefano Battaglia Trio (foto@Caterina Di Perri)04

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Seconda serata, a Nureci, per Mamma Blues, la tre giorni dedicata alla musica del diavolo in programma fino a Ferragosto nel centro dell’Alta Marmilla a chiusura della diciottesima edizione del Festival Dromos. Oggi l’Arena Mamma Blues accoglie Pat Thomas, la “Golden Voice Of Africa”, in concerto (alle 22) con la Kwashibu Area Band, formazione guidata dal polistrumentista Kwame Yeboah e dal sassofonista Ben Abarbanel-Wolff al sax, con Philip Sindy alla tromba, Emmanuel Opoku Ware alle tastiere e alla chitarra, Emmanuel Ofori al basso, Prince Larbi alla batteria ed Eric Owusu alle percussioni. Prima di salire sul palcoscenico un altro appuntamento attende il cantante ghanese: uno spazio di confronto con il pubblico alle 20.00 alla Corte Saba.

“Prima rock star” del Ghana, Pat Thomas è una delle figure centrali di quella generazione di musicisti che negli anni Sessanta e Settanta diedero nuova linfa all’highlife – il genere musicale nato agli inizi degli anni Cinquanta, e caratterizzato dal connubio tra ritmi tradizionali, influssi caraibici e strumenti occidentali -, innestando nuovi arrangiamenti e contaminazioni con l’Afrobeat, le sonorità afro-disco e i fiati del jazz. Fondamentale, all’inizio della sua carriera, l’incontro con il chitarrista, compositore, arrangiatore, bandleader e produttore Ebo Taylor, altro protagonista della scena musicale ghanese già dalla fine degli anni Cinquanta.

Quest’ultimo compare anche nel nuovo disco di Pat Thomas, uscito la scorsa estate per l’etichetta di culto londinese Strut e realizzato con la Kwashibu Area Band con la collaborazione di un altro nome di spicco della musica africana, il batterista nigeriano Tony Allen (anche lui ospite di Dromos lo scorso 6 agosto a Baratili San Pietro). Il lavoro discografico ripercorre i quasi cinquant’anni di musica del cantante ghanese, donando nuova luce a un importante percorso culturale, e proiettandolo verso il futuro.  

A precedere il concerto di Pat Thomas & Kwashibu Area Band, nella prima parte della serata all’Arena Mamma Blues riflettori puntati su Moses Concas, il ventiseienne musicista sardo vincitore quest’anno di Italia’s Got Talent, con la sua straordinaria combinazione di armonica a bocca e beatbox che ha conquistato il cuore dei giudici e degli spettatori. Al talent televisivo è approdato dopo anni di pratica, due dei quali passati a Londra, la città dove vive. 

Il dopofestival nei Giardini del Sottomonte, intorno alla mezzanotte, vede invece di scena il Rubens Power Trio. Il gruppo isolano, formato da Rubens Massidda alla voce e alla chitarra, Mauro Mulas all’organo hammond e Matteo Ledda alla batteria, propone un repertorio a base di rock and blues, con rivisitazioni del grande Robert Johnson, dei maestri del Chicago blues come Muddy Waters, John lee Hoocker e Little Walter, e di formazioni degli anni Sessanta come i Cream e la Jimi Hendrix Experience. 

Lunedì (15 agosto) il gran finale di Dromos nella notte di Ferragosto è con una star internazionale del calibro di Sarah Jane Morris. La cantante inglese incontra il pubblico alle 20.00 alla Corte Saba e alle 22.00 sale sul palco dell’Arena Mamma Blues, accompagnata da Tony Remy alla chitarra, Alastair Gavin alle tastiere, Henry Thomas al basso e Liam Genockey alla batteria. Apertura di serata e dopo festival con il blues, le sonorità funk e la black music dei Bad Blues Quartet, formazione cagliaritana che riunisce cantante Eleonora Usala, Federico Valenti alla chitarra, Simone “Speemo” Arca al basso e Francesco “Frank” Stara alla batteria.

Martedì (16 agosto) un ulteriore appuntamento fuori programma: la band romana Fleurs du Mal in concerto alle 19 (ad ingresso gratuito), nella piscina dell’Arena Mamma Blues.

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Nuovo appuntamento, domenica sera, per tutti gli amanti del divertimento e dello swing: Paolo Belli arriva al Palapaise di Carloforte (Via Pianosa ex campo sportivo Pino Solitario) in occasione del “Carloforte Summer Festival”, kermesse musicale organizzata dal Comune di Carloforte, con #sialodatalamusica, il Tour 2016.

Lo spettacolo di Paolo Belli e Big Band è ritmo coinvolgente e puro divertimento, un mix vincente fatto di musica e gag esilaranti che coinvolgono i suoi musicisti sul palco ma anche il pubblico presente in piazza. Non un semplice concerto, ma un vero e proprio show, condito dallo stile inimitabile ed inconfondibile di Paolo, fatto di swing travolgente e tanto divertimento. Non mancano inoltre gli omaggi ad alcuni maestri che hanno influenzato la sua carriera, tra i quali Renato Carosone, Enzo Jannacci e Paolo Conte. Al tour di #sialodatalamusica il compito di ripetere il successo delle tournée che negli ultimi anni lo hanno visto protagonista sui palchi di tutta Italia, con un crescente apprezzamento di pubblico e critica, arrivando a segnare nel 2015 la cifra “record” di 50 date nei 12 mesi. 

Anche questo nuovo tour ha una forte componente “social”, grazie a foto e dirette video postate su Facebook e Twitter in tempo reale.

La big band di Paolo Belli è composta da: Mauro Parma (batteria), Enzo Proietti (piano e hammond), Gaetano Puzzutiello (contrabasso e basso), Peppe Stefanelli (percussioni), Paolo Varoli (chitarre e banjo), Pierluigi Bastioli (trombone e basso tuba), Nicola Bertoncin(tromba), Daniele Bocchini (trombone), Gabriele Costantini (sax contralto e tenore), Davide Ghidoni (tromba) e Marco Postacchini (flauto, sax baritono e tenore).

Info biglietti: Platea 17,50 € – Tribuna 22,50 € – Acquisti online www.boxofficesardegna.it – Infopoint Comune di Carloforte Piazza Carlo Emanuiele III.

ph©campanini/baracchi

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Galleria Henry 1

Dopo l’annunciato passaggio di Porto Flavia al comune di Iglesias, Galleria Henry passerà al comune di Buggerru. «In questi giorni si è tanto parlato della Galleria Henry e del trasferimento della proprietà al comune di Buggerru – scrive il sindaco di Buggerru, Laura Cappelli, nel suo profilo facebook -. Non appena l’atto verrà formalizzato, è intendimento dell’Amministrazione, porre in rete sia la Galleria, sia il Museo del Minatore».
«Le due strutture dovranno lavorare parallelamente, in quanto l’attrattiva creata dalla notorietà della Henry verrà “sfruttata” per far conoscere ai tanti visitatori, il nostro Museo del Minatore – aggiunge il nuovo sindaco di Buggerru -. Sabato 13 agosto, alle ore 21,30, il Museo aprirà al pubblico, per esporre un lavoro consistente nel recupero di decine di disegni realizzati dai tecnici delle miniere e salvati in maniera del tutto occasionale. La mostra – conclude Laura Cappelli – è curata dal nostro assessore della Cultura, Simona Spada, la quale, con il prezioso aiuto dei consiglieri, dell’ingegner Stefano Massole e del signor Carlo Plaisant, ha svolto un lavoro interessante e prezioso.»

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Uno dei sassofonisti più importanti della scena jazzistica internazionale tiene banco a Berchidda nella sesta giornata di Time in Jazz. Charles Lloyd è l’atteso protagonista della serata di domani (sabato 13) in piazza del Popolo, “palco centrale” del festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale (ma con appuntamenti sparsi anche in altri centri del nord Sardegna). Classe 1938, direttore musicale nel gruppo di Chico Hamilton e poi compagno di band di Cannonball Adderley nei primi anni Sessanta, Charles Lloyd ha guidato nella seconda metà di quel decennio una formazione storica (con un giovanissimo Keith Jarrett, tra gli altri membri) che ha registrato uno dei primi album jazz a vendere oltre un milione di copie (“Forest Flower”, 1967). Praticamente assente dalla scena jazz negli anni Settanta, il sassofonista compare invece in dischi dei Doors, dei Canned Heat e dei Beach Boys. Avvicinato dal pianista Michel Petrucciani nel 1981 riprende a suonare per due anni, per poi ritirarsi di nuovo. Torna a esibirsi occasionalmente nel 1987 e 1988, poi nel 1989 ricomincia a girare. Inizia anche a registrare per l’ECM, inaugurando una lunga serie di dischi in cui figurano musicisti come Bobo Stenson, Billy Hart, Billy Higgins, John Abercrombie, Brad Mehldau, Geri Allen, Zakir Hussain. Uscito lo scorso gennaio per la Blue Note, “I Long To See You”, la sua più recente fatica discografica, lo vede in compagnia, tra gli altri, del chitarrista Bill Frisell. Jason Moran al pianoforte, Harish Raghavan al contrabbasso e Eric Harland alla batteria sono invece i membri del suo quartetto di scena nel secondo set di domani (sabato 13) a Berchidda.

A precedere il concerto Charles Lloyd, la prima parte della serata, con inizio alle 21.30, propone una produzione originale del festival con l’inedito incontro tra due musicisti dalle diverse esperienze e provenienze artistiche: la pianista romana Rita Marcotulli, nome di primo piano della scena jazzistica italiana, e l’eclettico polistrumentista francese, con radici in Martinica, Mino Cinelu. Un duo che promette sorprese, sull’onda della vocazione alla sperimentazione e all’interplay che caratterizza entrambi. Partita da studi classici per approdare al jazz, Rita Marcotulli raggiunge presto il successo grazie al suo stile intimo e allo stesso tempo capace di amplificare le emozioni, che la porta a calcare le scene internazionali accanto a jazzisti come Jon Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Joe Lovano, Michel Portal, Enrico Rava, Pat Metheny, Billy Cobham. Originario della Martinica, Mino Cinelu è un artista dai molti talenti, come testimonia anche il lungo e prestigioso elenco delle sue collaborazioni, in studio di registrazione e sul palco, con artisti di ambiti diversi (jazz, funk, rap, electro, flamenco e pop) e del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Sting, Lou Reed, Antonio Carlos Jobim, Brandford Marsalis, Cassandra Wilson, Dizzy Gillespie, Elton John, Gato Barbieri, Gil Evans, Kenny Barron, Laurie Anderson, Pat Metheny, Pino Daniele, Richard Galliano, Stevie Wonder, Wayne Shorter, Zucchero, per fare qualche nome. 

Rita Marcotulli arriverà all’appuntamento serale in piazza del Popolo reduce dall’altro impegno che la attende invece in mattinata, a mezzogiorno, nei pressi di Loiri San Paolo, sulla spiaggia di Porto Taverna, con il progetto BAM, acronimo ricavato dalle iniziali dei tre componenti dell’organico: l’eclettico contrabbassista pugliese Marco Bardoscia, il versatile quartetto d’archi Alborada (Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello) e appunto, Rita Marcotulli. Un progetto nato da un’idea di Bardoscia e della violinista Sonia Peana, e che si muove, originariamente, intorno a brani dello stesso contrabbassista e adattamenti studiati per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del quartetto Alborada, lasciando spazio anche all’improvvisazione. Le diverse fonti musicali si fondono per dare spazio a qualcosa di nuovo, fresco e originale, tra sonorità macedoni, isolane e mediterranee, che emergono naturalmente e senza forzature, sottolineando l’essenza stessa di ogni componente: il quartetto d’archi svolge un ruolo di sostegno ai solisti e, al tempo stesso, è anche una terza entità musicale autonoma.

Nel pomeriggio il festival fa tappa a Telti, dove, alle 18.00, nella chiesa di Santa Vittoria, è di scena un altro nome di spicco della scena jazzistica italiana, Stefano Battaglia, con un programma di improvvisazioni al piano che, sotto il titolo “Questo ricordo lo vorrei raccontare”, ripercorre in musica l’opera del fotografo Mario Giacomelli (1925-2000), ispirata dai versi di poeti come Emily Dickinson, Franco Costabile, Cesare Pavese, Edgar Lee Master. Classe 1965, Stefano Battaglia è un pianista attento al suono e alla melodia: forte di una solida preparazione musicale che l’ha portato dapprima a mettersi in luce in ambito “classico”, conta un vasto curriculum di collaborazioni importanti e progetti propri, qualcosa come tremila concerti all’attivo e una discografia di oltre cento titoli che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in patria e all’estero. Nel 2004 ha inaugurato la collaborazione con la prestigiosa etichetta tedesca ECM, che ha pubblicato cinque suoi album; i tre più recenti lo vedono alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria, che anche il pubblico di Time in Jazz potrà apprezzare in concerto domenica pomeriggio a Tula, nella chiesa di Santa Maria di Coros (ore 18.00).

BAM (ph © Roberto Cifarelli) m Mino Cinelu 1 Rita Marcotulli (foto di Paolo Soriani) (2m) Stefano Battaglia (foto@Caterina Di Perri)01 (m)Charles Lloyd (2m)

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E’ in programma oggi, per le vie del Centro Storico di Iglesias, la XXII edizione del Corteo Storico Medioevale “Città di Iglesias”, organizzato dalla Società dei Quartieri Medioevali di Villa Ecclesiae.

Ospiti di questa edizione del Corteo Storico Medioevale saranno la Compagnia Alfieri & Musici “L’Araba Fenice” di Corinaldo-Ancona  e il Gruppo Musici e Sbandieratori di Noale (Venezia).

Sfilerà nel corteo il gonfalone della città di Pisa, gemellata con Iglesias. Il corteo partirà alle ore 19.00 dal Parco dell’Associazione Mineraria Sarda di Via Roma.

Stamane, nella sala consiliare del Palazzo Municipale, si svolge la cerimonia celebrativa dei XXII del Corteo Storico Medioevale, con lo scambio di doni tra i gruppi partecipanti.

Anche quest’anno l’Estate Medioevale Iglesiente si arricchisce grazie alla rievocazione di vita medioevale “Iglesias A.D. 1323”, a cura della Società dei Balestrieri di Villa Ecclesiae. L’iniziativa è stata organizzata ieri e oggi nel chiostro di San Francesco.

Corteo medievale

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Un progetto in grado di dare una nuova spinta al settore dell’edilizia in Sardegna, mettendo regole certe e meno stringenti anche sul mondo delle campagne. A sollecitarlo è il capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha presentato una mozione per sbloccare la legge urbanistica: «Il rischio è, alla scadenza della normativa sul Piano casa (alla fine dell’anno) – sottolinea il capogruppo dell’Udc – che non ci possa essere nessuna legge di settore, creandosi così un pericoloso vuoto normativo, deleterio per il comparto, privo di una base operativa».

La Confartigianato lamenta un declino senza fine dell’edilizia isolana risucchiata nel vortice della crisi e con un piano casa ormai inadeguato a dare ossigeno al settore: «Il barometro dell’edilizia in Sardegna segna ancora bassa pressione, visto che tra il 2014 e il 2015 le imprese sono calate del 3,2 % (- 461 unità) e gli addetti del 15,6 per cento (pari a una contrazione di 6mila occupati) – aggiunge Gianluigi Rubiu -. C’è la necessità di ridare centralità all’industria del mattone, ponendo le basi per la ripresa delle imprese, con regole chiare sul territorio». L’assessore Cristiano Erriu ha promesso che l’intervento approderà presto in aula: «Ancora nulla è stato fatto – conclude Gianluigi Rubiu -. Diventa necessario, dunque, approvare una mozione per dare una legge urbanistica alla Sardegna, mettendo ordine ad un settore immobilizzato da norme restrittive e punitive. Un provvedimento snello e operativo che agevoli imprese, famiglie e il sistema economico isolano, uscendo da questioni puramente ideologiche che hanno sinora ingessato l’edilizia. Solo con una nuova legge l’urbanistica potrà trascinare in modo virtuoso i comparti del turismo, dell’artigianato e dell’agricoltura».