24 November, 2024
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Era il 1981 quando la città di Carbonia diede i natali al piccolo, oggi uomo, Giorgio Manca, che a 6 anni divenne campione regionale di pattinaggio artistico. I suoi allenatori erano Efisio Scioni e Assunta Demuro.

Tutto sembrava segnato! Le sue vittorie però non lo portarono nella Penisola e forse per questo lasciò il pattinaggio e, ancora adolescente, si avvicinò alla boxe, sport ben più adeguato alle “esplosioni” dovute all’età. Di pari passo iniziò a potenziare i suoi muscoli in palestra.

Un forte cambiamento nella sua vita sportiva, Giorgio sperava tanto di salire presto sul ring, ma in due anni non fece neanche un incontro importante compatibile con i suoi sogni e le sue aspettative. «Bisogna essere pronti al 100%» diceva il suo allenatore.

A quel punto, Giorgio si rese conto che forse neanche quello era il suo destino… A 19 anni partì per svolgere il servizio militare e, ciononostante, continuò i suoi allenamenti con i guantoni.

L’anno successivo una missione lo portò in Kosovo. Al suo rientro appese i guantoni della boxe per indossare quelli della “kick boxing semi contact”. L‘allenamento era molto duro, come nella boxe, ma di gran lunga più divertente. Ricevette la sua prima cintura ma non andò oltre il terzo posto. «La mia concentrazione era più su come mettere ko l’avversario, piuttosto che su come raggiungere la tecnica perfetta», racconta Giorgio.

Arrivò però la sua seconda missione che stavolta lo portò in Iraq. «Le ore lavorative erano estenuanti – racconta Giorgio – tanto che con la mia squadra cominciai a seguire delle schede di allenamento con l’obiettivo della crescita muscolare, presto iniziai a vedere dei risultati, forse anche dovuti al fatto che partivo già in buona forma fisica, dato lo sport praticato in precedenza. Iniziai a provare delle sensazioni e presto mi resi conto che erano quella giuste, la mia autostima iniziò a crescere ma… ricevetti la mia destinazione finale come bersagliere in provincia di Pordenone, pensai perfino di cambiare lavoro, ma la mia compagna, oggi mia moglie,  mi convinse a provare ad accettare la mia destinazione con positività».

Tanti cambiamenti minavano in continuazione la tranquillità della vita di Giorgio che nella nuova destinazione non si trovava bene, tanto ad arrivare ad abbandonare persino lo sport che, sin da piccolo, era il suo passatempo preferito.

Arrivò la sua terza missione, meta Libano, e proprio in quella occasione Giorgio si rese conto che il suo fisico non era più lo stesso, una battuta del suo capitano lo fece riflettere tanto da portare avanti una sfida con se stesso «sarebbe tornato quello di prima anzi meglio!»

Nel giro di tre mesi Giorgio riuscì a tornare al suo peso forma, tanto che nel 2009 iniziò a gareggiare, sotto le cure di un preparatore, e nessun impegno, neanche le missioni, lo hanno più allontanato dal suo obiettivo.

Nel 2011 durante una missione in Afghanistan, Giorgio vince il primo premio per la sua categoria in un campo dell’esercito statunitense.

Nel 2013 un infortunio rimette in discussione i suoi obiettivi sportivi, ma non si lascia intimorire, combatte e alla sua prima gara di body building si classifica ottavo su trentadue atleti partecipanti. «Un’emozione unica quella provata in quel momento ed in tutte le altre gare successive.»

Da quel momento una pioggia di attestati e diplomi arriva a colorare la vita di Giorgio Manca: personal trainer, preparatore atletico, educatore alimentare…

«Quando salgo sul palco sono soddisfatto della mia forma, risultato dei miei tanti sacrifici, anche quando sento il dolore determinato da alcune pose, continuo a sorridere e a ripetermi che non devo mollare, che devo resistere per poi raggiungere la serenità che sempre mi investe a fine gara». Il bambino è cresciuto, è diventato prima adolescente ed ora uomo, al suo preparatore da quasi due anni, Alberto Grazia, a sua moglie e a sua figlia deve il supporto più grande per uno stile di vita completamente diverso dal loro.

In questa stagione sportiva Giorgio Manca non è mai sceso dal podio, la sua tenacia e suoi sacrifici sono stati premiati, tanti premi lo hanno fatto sempre restare in pole position sino al fantastico primo premio alla gara Mister Universo della federazione IBFA di Biagio Filizola conquistato il 3 luglio a Sapri.

Le sue ambizioni sono «volare sempre più in alto» ed essendo diventato istruttore di discipline sportive nella caserma G. Duca, a Verona, uno dei suoi obiettivi è fortificare l’autostima dei suoi allievi.

E’ proprio questo il motivo che mi ha spinto a raccontarvi la sua storia… esempi come questi devono essere da stimolo per tutte le persone che credono nell’importanza di praticare uno sport a livello agonistico, per curare il fisico e la mente, portandoli al raggiungimento di un equilibrio stabile.

Ma a Giorgio non manca neanche il buon cuore e lo dimostra partecipando a gare di beneficienza e dimostrando doti di “grande campione” sotto più punti di vista: sportivo ed umano, doti pressoché inscindibili fra loro.

Nadia Pische

Giorgio Manca 5 Giorgio Manca 4 Giorgio Manca 3 Giorgio Manca 2 Giorgio Manca 1

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Le dune e Porto Pino 1 copia

I risultati conclusivi di Goletta Verde 2016, la storica campagna estiva di Legambiente, realizzata grazie al sostegno del Consorzio obbligatorio degli oli usati (COOU) e dei partner tecnici NAU e Novamont, sono stati presentati oggi a Roma da Serena Carpentieri e Giorgio Zampetti, rispettivamente responsabile Campagne e responsabile Scientifico di Legambiente e da Andrea Di Stefano di Novamont, che hanno illustrato il quadro emerso dalla campagna di monitoraggio scientifico, durante i due mesi di viaggio di Goletta Verde partita dalla Liguria e conclusasi in Friuli Venezia Giulia.

I punti di prelievo sono stati selezionati grazie al lavoro dei circoli di Legambiente e alle segnalazioni dei cittadini giunte attraverso il servizio SOS Goletta. Il monitoraggio di Goletta Verde ha l’obiettivo di rilevare e denunciare la presenza di scarichi non depurati che continuano a riversarsi in mare e non vuole sostituirsi a quello delle autorità preposte ai controlli sulla balneazione. Proprio per questo, i prelievi sono concentrati nei punti critici: foci di piccoli e grandi corsi d’acqua, di fossi, canali e scarichi, che costituiscono i principali veicoli dell’inquinamento da batteri fecali in mare, dove sussiste il “maggior rischio” di contaminazione.

I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto del ministero della Salute del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

Su 265 campioni di acqua analizzati, il 52% è risultato con cariche batteriche elevate. Circa 25% della popolazione italiana ancora non coperta da depurazione. Scarichi non depurati peggiori nemici del turismo. Scarsa l’informazione ai cittadini: pochi i cartelli di divieto di balneazione e quelli informativi sulla qualità delle acque. Ma un modello positivo esiste: le aree marine protette che favoriscono la ricerca, promuovono il turismo sostenibile, creano occasioni di buona economia.

Un punto inquinato ogni 54 km di costa, ancora una volta sotto accusa la mancata depurazione. Dei 265 punti monitorati, uno ogni 28 km di costa, dal laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente, il 52% è risultato inquinato o fortemente inquinato. L’88% di queste criticità è in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa. Più della metà di questi sono in prossimità di spiagge e stabilimenti e quindi frequentati da bagnanti.

«Purtroppo i risultati deludenti in prossimità di foci, fossi e canali non ci sorprendono – commenta Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – dal momento che il problema riguarda non solo le aree costiere ma interessa gran parte del territorio nazionale. Nonostante siano passati 11 anni dalle scadenze previste dalla direttiva europea sulla depurazione, l’Italia, infatti, è ancora in fortissimo ritardo.  Circa il 25% della popolazione non è coperta da un adeguato servizio di depurazione e un terzo degli agglomerati urbani a livello nazionale è coinvolto da provvedimenti della Commissione europea. Sul nostro Paese pesano già due condanne e una terza procedura d’infrazione. Oltre i costi ambientali, ci sono inoltre quelli economici a carico della collettività: a partire dal 2016, il nostro Paese dovrà pagare 480 milioni di euro all’anno, fino al completamento degli interventi di adeguamento.»

Nel fare un bilancio del monitoraggio di Goletta Verde, è importante specificare che le differenti condizioni meteorologiche riscontrate al momento dei prelievi, la variabilità del numero di presenze nelle località costiere e le caratteristiche morfologiche che variano da regione a regione, non consentono di stilare una classifica nazionale. Si distingue positivamente la Sardegna, con poche criticità riscontrate solo in corrispondenza di foci di corsi d’acqua o canali. Buona anche la performance della Puglia, in cui si è registrato un miglioramento rispetto allo scorso anno. Mentre in alto Adriatico la situazione migliore si registra in Veneto. Le situazioni più critiche si trovano, invece, in Calabria, interessata nelle ultime settimane anche da diverse proteste da parte delle comunità locali per “mare sporco”, da divieti di balneazione e da interventi delle forze dell’ordine per irregolarità nel servizio di depurazione, nelleMarche e in Abruzzo, regioni penalizzate anche dall’elevato numero di corsi d’acqua, canali e fossi che sfociano in mare.

Se nell’edizione 2016 oltre la metà dei punti sono risultati inquinati, 1 su 5, soffre di ‘inquinamento cronico’, in quanto dal 2010 ad oggi è risultato fuori i limiti di legge per almeno 5 volte. Di questi il 94% corrisponde a foci di fiumi, torrenti, scarichi e canali. Tutte le regioni costiere hanno almeno un punto “malato cronico“, ma in alcune la situazione è particolarmente rilevante, con almeno 5 punti campionati che risultano inquinati ormai da anni (Marche, Liguria, Lazio, Campania e Calabria).

«Gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo – aggiunge Giorgio Zampetti -. Il nostro monitoraggio ha l’obiettivo di non fermarsi alla sola denuncia, ma soprattutto di avviare un approfondimento e confronto per fermare l’inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare. Per alcune situazioni critiche da diversi anni, grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine e le amministrazioni locali, si è arrivati a individuare le cause e risolvere il problema. Ora c’è la legge sugli ecoreati, che prevede anche il reato di inquinamento ambientale, valido strumento contro chi continua a scaricare illegalmente nei fiumi e nel mare.»

Tra le foci di fiumi, i fossi e i canali monitorati da Legambiente quest’estate, 1 su 3 non viene campionato dalle autorità competenti perché si tratta di luoghi non adibiti alla balneazione stando ai profili di costa redatti a inizio stagione da Regioni e Comuni. Spesso, però, sono frequentati dai bagnanti perché mancano i cartelli di divieto di balneazione, a cui dovrebbero provvedere i Comuni: assenti nell’74% dei punti visitati dai tecnici di Goletta Verde.

Ancora peggiore il dato sulla presenza dei cartelli informativi in spiaggia, che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi quattro anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa. Secondo la normativa, i Comuni costieri sono obbligati ad apporli ormai da due anni ma i tecnici di Goletta Verde li hanno avvistati solo nel 5% dei casi.

«Durante l’estate abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni di mare sporco da parte dei bagnanti grazie al servizio Sos Goletta – racconta Serena Carpentieri, responsabile Campagne di Legambiente -. Le persone sono spesso disorientate, non sanno a chi rivolgersi per denunciare casi di inquinamento, dove consultare i dati ufficiali, come capire se stanno facendo il bagno in acque sicure e controllate. È indispensabile che il Ministero della Salute istituisca un numero verde per raccogliere le segnalazioni di cittadini e turisti e avvii, in collaborazione con le Regioni e gli enti locali, una chiara campagna informativa. Infine, non è più tollerabile l’assenza di cartelli di divieto di balneazione nelle aree dove non si può fare il bagno e i cartelli informativi sulla qualità delle acque. L’accesso all’informazione è un diritto di cittadini e turisti e un dovere per le autorità competenti e per tutti i comuni costieri, cosi come previsto dalla normativa sulla balneazione.»

Va evidenziato, inoltre, l’inquinamento da rifiuti, che arrivano dai fiumi, dal mare e da terra e che accomunano tutti i 265 luoghi esaminati da Goletta Verde. Solo nel 14% di questi non è stata rinvenuta spazzatura, che molto spesso, invece, si accumula in vere e proprie discariche in mezzo alla sabbia. A farla da padrona è la plastica ma non mancano i rifiuti che derivano dall’inefficiente depurazione; le foci dei corsi d’acqua e i canali portano con sé non solo batteri ma anche rifiuti solidi buttati nel wc e che per mancata depurazione o scarichi illegali arrivano sulle spiagge. Cotton fioc, assorbenti, blister, addirittura deodoranti da wc che sono stati ritrovati nei pressi dei punti di campionamento nel 18% dei casi. E non è un caso che nell’83% di questi luoghi siano state riscontrate cariche batteriche oltre la norma, derivanti dalla stessa cattiva depurazione. Questi i primi elementi che emergono dai nuovi dati raccolti da Goletta Verde sulla presenza e la tipologia dei rifiuti in ambiente marino, nell’ambito di un’indagine, condotta con il contributo di Novamont e la collaborazione di Enea, che avrà come risultato non solo la quantificazione ma anche la caratterizzazione dei rifiuti presenti sulle spiagge e in mare.

«L’acquisizione di importanti dati, sempre più approfonditi grazie allo sforzo di Goletta Verde, è uno degli obiettivi che spinge Novamont a sostenere le attività condotte dalla campagna – sottolinea Andrea Di Stefano, Responsabile Progetti Speciali – una fotografia puntuale dei problemi rappresenta un’opportunità per la ricerca di soluzioni che possano da una parte ridurre il rischio di inquinamento e dall’altra favorire l’adozione di stili di vita più sostenibili e all’insegna della minimizzazione dei rifiuti non riciclabili alla fonte.»

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è stato il main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 32 anni, il COOU garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 90% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. «La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi – spiega il presidente del COOU, Paolo Tomasi – rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio con la sua filiera non evita solo una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese».

Il viaggio di Goletta Verde è stato accompagnato dalla mostra itinerante “30 anni dalla parte del mare”, realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare e la collaborazione del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e delle aree marine protette di Cinque Terre, Secche di Tor Paterno, Regno di Nettuno, Costa degli Infreschi e della Masseta, Capo Carbonara, Isole Egadi e Isola di Ustica e di Federparchi. Per illustrare come negli ultimi trent’anni sia cresciuta l’attenzione e la sensibilità del Paese verso le azioni di tutela e valorizzazione della risorsa mare. Dalle battaglie degli anni ‘80 contro gli scarichi selvaggi in mare, alla legge sulle aree protette e sulla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, passando per la prima commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, le battaglie contro i condoni edilizi e gli abbattimenti degli ecomostri, termine coniato da Legambiente nell’avviare la grande battaglia contro gli abusi, molti dei quali realizzati a picco sul mare e in aree di pregio. Infine la legge tanto attesa sugli ecoreati, il collegato ambientale e l’approvazione il 15 giugno scorso della norma sulle agenzie ambientali, che rappresenta il terzo anello di una serie di riforme ambientali indispensabili per avviare una riconversione ecologica dell’Italia. Importanti traguardi che consentono di misurare quanta strada sia stata fatta e indicare il modello di sviluppo da mettere in campo. Il modello concreto è quello delle Aree marine protette che favoriscono la ricerca, promuovono il turismo sostenibile, creano occasioni di buona economia e pratiche virtuose che sono diventate modello ed esempio per i territori circostanti rappresentando un vero e proprio volano economico e da questa consapevolezza occorre ripartire.

 

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE 2016

(I prelievi sono stati effettuati dal 08 giugno al 08 agosto 2016)

Regione

Km di costa

Punti

monitorati

Totale oltre

i limiti

Dati di dettaglio punti inquinati

Fortemente
inquinati

Inquinati

Abruzzo

126

9

7

6

1

Basilicata

62

4

3

3

0

Calabria

714

24

18

15

3

Campania

470

31

20

16

4

Emilia Romagna

163

12

3

1

2

Friuli Venezia Giulia

117,8

8

3

1

2

Lazio

361,5

23

16

13

3

Liguria

349

24

16

12

4

Marche

173

12

9

9

0

Molise

35,4

3

2

1

1

Puglia

865

30

7

6

1

Sardegna

1731

29

6

5

1

Sicilia

1484

26

17

17

0

Toscana

601

19

9

8

1

Veneto

160

11

1

1

0

TOTALI

7.412,6

265

137

114

23

Su www.legambiente.it/golettaverde in sezione Analisi, è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.

LEGENDA

Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e Decreto del Ministero della Salute del 30 marzo 2010) i giudizi di Goletta Verde si esprimono sulla base dello schema seguente:

INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml

FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml

Stato delle inadempienze e condanne a carico dell’Italia nei confronti dell’attuazione della Direttiva 91/271/CE.

Regione/

Prov. Autonoma

Tot agglomerati* 2013 (Istat)

Totale agglomerati* in infrazione e/o condannati

% agglomerati in infraz. o condannati sul totale regionale

C 565-10

C 85-13

Proced. Infraz.

2014-2059

Campania

151

122

81%

10

0

115

Sicilia

336

244

73%

62

5

175

Calabria

239

148

62%

18

0

130

Marche

91

47

52%

0

2

47

Basilicata

85

41

48%

0

0

41

Lombardia

391

125

32%

0

14

114

Liguria

60

18

30%

9

0

9

Sardegna

240

66

28%

0

3

64

Puglia

171

44

26%

6

2

37

Friuli Venezia Giulia

84

20

24%

2

10

8

Umbria

38

9

24%

0

0

9

Abruzzo

137

28

20%

1

1

26

Toscana

229

42

18%

0

0

42

Veneto

222

37

17%

0

1

37

Valle d’Aosta

20

3

15%

0

1

2

Prov di Bolzano

34

2

6%

0

0

2

Emilia Romagna

207

10

5%

0

0

10

Lazio

196

8

4%

1

1

6

Prov di Tento

57

2

4%

0

0

2

Piemonte

171

4

2%

0

1

3

ITALIA

3159

1020

109

41

879

* Agglomerato: Comune o insieme di comuni interessati dallo stesso sistema di depurazione

 

Fonte: Unità di Missione del Governo “Italia Sicura” e Istat (Censimento acque giugno 2014 (dati 2012) – Elaborazione Legambiente. Nb: nella lettura dei dati si consideri che alcuni agglomerati sono coinvolti sia in una delle due condanne che nell’ultima procedura d’infrazione.

Le Regioni con più della metà degli agglomerati interessati dalle procedure europee sono la Campania con l’81% degli agglomerati a livello regionale condannati o interessati in procedure d’infrazione, la Sicilia, con il 73%, a Calabria con il 62% e le Marche con il 50,5%. Le Regioni costiere con il minor numero di agglomerati coinvolti sono il Veneto 17%, la Toscana 18% e il Friuli Venezia Giulia 24%.

Causa C 565/10 (dalla procedura d’infrazione 2004/2034): relativa agli agglomerati > 10.000 a.e. che scaricano in aree cosiddette “sensibili”. L’inadempienza dello Stato italiano è relativa agli obblighi di predisposizione dei sistemi di raccolta (Dir. 91/271/CEE, art. 3) e dei sistemi di trattamento (art. 4 e 10). La Sentenza della Corte di Giustizia è del 19 luglio.

Causa C-85/13 (dalla procedura d’infrazione 2009/2034): relativa allo stato di attuazione per gli agglomerati > 2.000 a.e.. L’inadempienza dello Stato italiano è relativa agli obblighi di predisposizione dei sistemi di raccolta (Dir. 91/271/CEE, art. 3) e dei sistemi di trattamento (art. 4 e 10). La Sentenza della Corte di Giustizia è del 10 aprile 2014.

Procedura d’infrazione 2014/2059, relativa agli agglomerati con carico generato superiore a 2.000 a.e.. La contestazione riguarda la non conformità agli articoli 3, 4 e 5 della direttiva 91/271/CEE.

 

Importo delle sanzioni da condanne UE per i ritardi sulla depurazione

(dal 1 gennaio 2016 fino a completamento degli interventi).

Regione

Milioni di Euro / anno

Sicilia

185

Lombardia

74

Friuli Venezia Giulia

66

Calabria

38

Campania

21

Puglia

19

Sardegna

19

Liguria

18

Marche

11

Abruzzo

8

Lazio

7

Valle d’Aosta

5

Veneto

5

ITALIA

476

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Rettilineo finale all’insegna della musica del diavolo a Nureci per la diciottesima edizione del Festival Dromos Da oggi a lunedì 15 agosto, il suggestivo borgo dell’Alta Marmilla accoglie la tre giorni di Mamma Blues: un appuntamento di rito per Dromos, quasi un festival nel festival che quest’anno spegne nove candeline.

Le tre serate si articolano secondo una formula consolidata: si parte alle 20 alla Corte Saba dove l’artista protagonista della serata incontra il pubblico; alle 22.00 al via la musica nell’Arena Mamma Blues; poi, intorno alla mezzanotte, conclusi i concerti principali, spazio dopofestival nei Giardini del Sottomonte.

Protagonisti della serata odiernasono i Songboy Blues, gruppo africano del Mali (terra di musicisti del calibro di Ali Farka Touré, Salif Keita, Rokia Traoré e band come i Tinariwen) che ha conquistato il pubblico internazionale con la sua miscela di ipnotiche voci del deserto, suoni tradizionali e spavaldo rock-blues. Il quartetto – formato da Aliou Touré (voce principale e chitarra), Oumar Touré (basso e voce), Garba Touré (chitarra e voce) e Nathaniel Dembélé (batteria) – incontra il pubblico alle 20.00, alla Corte Saba e alle 22.00 sale sul palco dell’Arena Mamma Blues. Costretti a fuggire dalle terre native nel nord del Mali nel 2012, dopo quasi due anni di guerra civile e jihad, i giovani musicisti della band si sono rifugiati nella capitale del paese, Bamako, dove hanno incontrato il manager francese Marc-Antoine Moreau che stava cercando talenti per “Africa Express”, il progetto ideato da Damon Albarn. Dall’incontro nacquero un’audizione e la registrazione di un brano, “Soubour”, con Nick Zinner degli Yeah Yeah Yeahs, che sarebbe poi entrato a far parte dell’album di Africa Express “Maison des Jeunes”. Nel novembre 2013, i Songhoy Blues approdano a Londra per esibirsi in occasione del lancio del disco, e dopo un grande successo come ospiti d’apertura del concerto di Damon Albarn alla Royal Albert Hall del 15 novembre 2014, l’anno scorso è uscito il loro primo album dal titolo emblematico, “Music In Exile”, prodotto da Nick Zinner e Marc-Antoine Moreau.

Prima dei Songboy Blues, la serata è aperta dalla giovane chitarrista e cantante oristanese Irene Loche: classe 1992, già parte del trio blues Sunsweet Blues Revenge, si presenta al Mamma Blues con il suo progetto solista in cui si incrociano sonorità folk e soul, assieme al basso di Gian Luca Canu.

Il dopo festival ai Giardini del Sottomonte è invece all’insegna del Rock’n’Roll e Rockabilly della band sarda The Wheelers Trio formata da Patrizio Atzori (voce e chitarra), Gianfranco Zucca (basso) e Pietro Staiano (batteria).

Domenica (14 agosto) atterra all’Arena Mamma Blues un pezzo da novanta della musica africana: il cantante ghanese Pat Thomas in concerto con la Kwashibu Area Band, ovvero Ben Abarbanel-Wolff al sax, Philip Sindy alla tromba, Kwame Yeboah alla chitarra e tastiere, Emmanuel Opoku Ware alle tastiere e chitarra, Emmanuel Ofori al basso, Prince Larbi alla batteria ed Eric Owusu alle percussioni. “Golden Voice Of Africa” e “prima rock star” del Ghana, Pat Thomas è una delle figure centrali di quella generazione di musicisti che negli anni Sessanta e Settanta diedero nuova linfa all’highlife, il genere musicale nato agli inizi degli anni Cinquanta, caratterizzato dal connubio tra ritmi tradizionali, influssi caraibici e strumenti occidentali. Fa da apripista alla serata il ventiseienne musicista sardo Moses Concas, vincitore quest’anno di Italia’s Got Talent, con la sua straordinaria combinazione di armonica a bocca e beatbox. Dopofestival nei Giardini del Sottomonte a base di rock e blues con i sardi Rubens Power Trio: Rubens Massidda alla voce e alla chitarra, Mauro Mulas all’organo hammond e Matteo Ledda alla batteria. 

Nella serata di Ferragosto, a suggellare Mamma Blues e l’edizione numero diciotto di Dromos sotto “Il segno di Eva”, è di scena una straordinaria interprete femminile, Sarah Jane Morris, accompagnata da Tony Remy alla chitarra, Alastair Gavin alle tastiere, Henry Thomas al basso e Liam Genockey alla batteria. Classe 1959, la cantante inglese si è affermata nel corso del tempo in generi molto diversi tra loro, dal jazz al pop, dal rock al R&B, con la sua voce sensuale e sofisticata, graffiante e raffinata, dall’ampia estensione e dalla forte carica emotiva, che sa unire intensità e energia soul. Apertura di serata e dopofestival con il blues, le sonorità funk e la black music dei Bad Blues Quartet, formazione cagliaritana che riunisce sotto la sua insegna la cantante Eleonora Usala, Federico Valenti alla chitarra, Simone “Speemo” Arca al basso e Francesco “Frank” Stara alla batteria.

Quest’anno il cartellone di Mamma Blues riserva una novità per chi si trattiene un giorno in più nel centro dell’Alta Marmilla: è un appuntamento extra, in programma martedì 16 agosto (ad ingresso gratuito), con protagonisti la band romana Fleurs du Mal, in concerto alle 19 nella piscina dell’Arena Mamma Blues.

Ulteriori iniziative collaterali coordinate dall’associazione Genadas arricchiscono il menù della tre giorni: gli “Itinerari blues” in mountain bike (il 14 agosto) e nordic walking (con pranzo e biglietto omaggio per la sera; info ai numeri 349 4007548 e 331 3650965) organizzati dall’associazione sportiva Andalas e Breccas; “Piccoli bluesman crescono” (dal 13 al 15 agosto), con i rudimenti del blues impartiti dai maestri della Music Academy di Isili; “Blues Museum”, visite guidate al museo del fossile che ospita una sezione dedicata alla Storia del Mamma Blues e il noleggio di mountain bike per escursioni nell’ambito del progetto di rete ciclabile della Marmilla “Myland” dell’agenzia di sviluppo locale Consorzio Due Giare. Ancora in tema di due ruote, da segnalare “Blues bike”, ovvero il noleggio di bici nei giorni del festival e, a cura dell’Associazione La Volantina, una mostra di biciclette d’epoca.

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Al via la campagna promozionale delle strutture ricettive e di ristorazione che hanno aderito al progetto Isole Amiche del Clima dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. Nei giorni scorsi infatti, è stata attivata sul sito isoleamichedelclima.it la pagina degli associati con un profilo dedicato, da cui è possibile accedere alle informazioni, alle foto e alle mappe di tutte le attività che hanno sposato la filosofia del progetto di sostenibilità ambientale.

Al momento i 9 pionieri che espongono il Marchio IAC sono l’Hotel Ma&Ma e l’Hotel Nido d’Aquila, il Bed and breakfast Chez Cocò, l’Osteria Chez Cocò, il Bar Fiume, Bar Zi Antò, chiosco I Mille a Caprera, Chiosco Poldo Beach alla spiaggia del Relitto e Chioco Eolo a Bassa Trinita. 

Il progetto, in continua evoluzione, mira a proporre un’offerta integrata di tutte le strutture ricettive e di ristorazione di La Maddalena e del Nord Sardegna che presentano un servizio di qualità, compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali.

La capacità di controllare e ridurre gli impatti ambientali, di valorizzare e promuovere il territorio è un obiettivo essenziale per garantire all’attività stessa un futuro all’interno del marchio, attraverso il quale l’Ente Parco vorrebbe lanciare un modello di economia sostenibile sull’isola di La Maddalena coinvolgendo non solo le strutture di accoglienza ma, in una seconda fase, anche le società di servizi al turismo. Durante la stagione estiva, oltre alla campagna di promozione sui social e sito web, sono state avviate anche le prime azioni concrete: i bar e i chioschi bar hanno servito alla loro clientela le bevande o i pasti con i bicchieri, piatti e posate biodegradabili e compostabili logati IAC, da differenziare nell’umido: un piccolo passo tangibile verso un turismo sostenibile.

Bar Fiume PET(1)

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E’ stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sala riunioni della Torre Civica, in piazza Roma, a Carbonia, il 3° Festival Internazionale Corale “Al sole della Sardegna“, organizzato dal comune di Carbonia, in collaborazione col “Festival Internazionale Corale Verona Garda Estate”, i comuni del Sulcis e i cori locali. Parteciperano numerosi cori internazionali provenienti dalla Francia, dalla Germania, dagli USA e dal Belgio, oltre che dalla penisola.

Nel corso della conferenza, è stato illustrato il programma che si svilupperà in 15 comuni del Sulcis tra il 24 e il 27 agosto.

Il concerto di Carbonia si terrà il 24 agosto, dalle 21.15, presso la chiesa di San Ponziano, con la partecipazione dei cori Parents and Friends (D), Europa Cantat (I), Polifonica Santa Cecilia di Carbonia e Chorodìa di Decimomannu.

Carbonia

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Tutto esaurito a bordo piscina dell’hotel Cala di Volpe di Porto Cervo per l’evento dell’estate: Kylie Minogue, domani, sabato 13 agosto, si esibirà sul palcoscenico del prestigioso albergo gestito dalla Starwood Costa Smeralda per conto del Qatar.

L’artista australiana porterà in scena uno spettacolo esclusivo che prevede grandi sorprese per il pubblico, ma al centro della scena ci sarà la musica con le canzoni più celebri del suo inimitabile repertorio: da “Can’t Get You Out Of My Head” a “Love At First Sight”, da “In Your Eyes” a “Kiss Me Once”.

La Starwood, che gestisce gli alberghi della Costa Smeralda per conto della proprietà del Qatar, prosegue nella strategia legata a un intrattenimento di altissimo livello, con artisti di fama internazionale. «I concerti del Cala di Volpe rappresentano un fondamentale strumento di promozione della Costa Smeralda e dell’intera Sardegna nel mondo», spiega Franco Mulas, Area manager della Starwood Costa Smeralda.
Kylie Minogue ha raggiunto la fama internazionale già nel 1988, appena ventenne, con il suo primo disco intitolato “Kylie”, che la rese molto popolare soprattutto in Europa; ma è nel 2001 che la Minogue ottenne la fama planetaria con l’album “Fever”. La cantante ha pubblicato dodici album in studio, tre dal vivo, dodici raccolte e due colonne sonore. È la prima artista ad avere avuto almeno un album primo in classifica nel Regno Unito in quattro differenti decadi: negli anni Ottanta, Novanta, nel 2000 e, infine, nel 2010.

Dimostrazione di straordinaria longevità artistica: la Minogue a Porto Cervo porterà la sua bravura e completezza artistica nel concerto che segna l’apice della stagione negli alberghi della catena Starwood in Costa Smeralda.

L’evento sarà preceduto da una coreografica cena di gala firmata dall’Executive chef Maurizio Locatelli e, come di consueto, sarà lo spettacolo pirotecnico a chiudere la serata esclusiva alla quale parteciperanno ospiti provenienti da ogni parte del mondo.

Il concerto della Minogue è il secondo grande evento organizzato dalla Starwood: a luglio, sempre sul palco del Cala di Volpe, si esibì il re del pop latinoamericano Ricky Martin.

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Questa mattina i Riformatori sardi hanno presentato in Consiglio regionale una proposta di legge che punti sul golf per allungare la stagione estiva. Il testo, primo firmatario Michele Cossa,auspica che in Sardegna vengano realizzati soprattutto campi da 18 buche sui terreni dei privati ma anche su quelli della Regione dati in concessione attraverso un bando a evidenza pubblica. La dotazione finanziaria prevista è di 7,5 milioni di euro/anno per sei anni.

«Il nostro sogno da molto tempo – ha detto Cossa – è fare della Sardegna l’isola dei campi da golf creando un circuito che possa attirare i turisti medio alti nei mesi di “spalla”. Nella scorsa legislatura approvammo la legge dei Riformatori, della quale si occupò particolarmente Franco Meloni, ma questa maggioranza l’ha abrogata con un comma, sbagliando. Oggi scopriamo con piacere che la stessa maggioranza sta rivedendo questa posizione e dunque abbiamo pensato di portare un testo organico di legge nell’agenda politica.»

In Sardegna ci sono quattro campi di 18 buche  (Is Molas, Is Arenas Golf e Country Club, a Narbolia, Tanka Golf Club, a Villasimius) più due campi da nove buche (“Sa Tanca” a Flumini e un campo stagionale a 9 buche a San Teodoro).

I numeri del settore in Europa sono stati illustrati – anche alla presenza dei vertici della rappresentanza sarda della Federazione golf – da Roberto Frongia, presidente del partito: «Sette milioni di giocatori nei paesi dell’Unione europea, 80 nel mondo e circa 100mila in Italia. Un giro di affari in Europa di 50 miliardi di euro. Ma il dato più interessante è rappresentato dalla spesa pro capite: un turista mediamente lascia ogni giorno 53 euro alla terra che lo ospita mente un golfista mediamente spende 90 euro».

Di “sfida culturale” hanno parlato espressamente Pietrino Fois (a lungo consigliere regionale e assessore) e il deputato Pierpaolo Vargiu: «C’è un pezzo di Sardegna, del quale si deve tenere conto, che non capisce questa potenzialità rappresentata dal golf e dai soggiorni negli alberghi e nelle club house del golf. Non si tratta di uno sport solo per miliardari e dunque non ha ragione di essere questa ostilità preconcetta, anche sotto il profilo delle risorse ambientali. Per irrigare un campo da diciotto buche bastano i reflui irrigui di un paese di tremila abitanti».

Per il consigliere regionale Attilio Dedoni e Franco Meloni, protagonista della prima legge sul golf, abrogata all’inizio della legislatura in corso, infine, «questa scalcagnata maggioranza ha perso due anni e mezzo sulla materia e ora vorrebbe tornare a legiferare ripristinando la vecchia norma ma senza le cubature. E’ chiaro che i campi da golf non servono a nulla e nessuno ci va se non sono legati alle strutture ricettive. Ed è anche chiaro che il golf è una potenzialità grandiosa per allungare la stagione, specie in autunno e in inverno, quando i costi dei trasporti verso la nostra isola sono molto inferiori».

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E’ tutto pronto per l’edizione 2016 di Estarte, musica e arte nella suggestiva cornice del MAB, Museo archeologico di Sant’Antioco. manifestazione culturale inserita nel cartellone degli eventi estivi promosso dall’Amministrazione comunale di Sant’Antioco. Appuntamento venerdì 19 agosto 2016, alle 21.00, al Museo Ferruccio Barreca (situato in via Sabatino Moscati) per la serata di esordio dell’evento. In programma l’inaugurazione di una mostra fotografica e pittorica ed una estemporanea d’arte con creazioni di pittura, scultura e body painting. Il tutto, accompagnato dalle note musicali del quartetto “The Italian Mood Project” e dalla degustazione dei vini della cantina Sardus Pater di Sant’Antioco. La manifestazione è organizzata dall’assessorato della Cultura del comune di Sant’Antioco, dal Circolo fotografico F/7.1 Isola di Sant’Antioco e da alcuni giovani artisti antiochensi, con la collaborazione della cooperativa Archeotur. Partecipano all’estemporanea: Nicola Obino, Luca Lauria, Faida Art, Marco Corongiu, Marco Capicciola e Giorgio Secci. La mostra pittorica propone le opere degli artisti: Nicola Obino, Fabio, Luca Lindiri, Irene Porcu, Ielmo Cara e Valerio Cau. La mostra fotografica è allestita dal Circolo Fotografico F/7.1 Isola di Sant’Antioco. Le mostre pittorica e fotografica resteranno in esposizione fino al 12 settembre 2016 secondo gli orari di apertura del Museo Ferruccio Barreca.

Museo Sant'Antioco

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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci lancia un appello alla Provincia del Sud Sardegna, perché si impegni per rendere navigabile, in sicurezza, il canale della laguna di Sant’Antioco.

«Quanto tempo ancora dovremo attendere affinché venga creata una “strada” del mare percorribile da chiunque, e non solo da esperti conoscitori delle secche che abbondano nella laguna? – chiede Ignazio Locci -. Parliamo della realizzazione di un’infrastruttura fondamentale per il diporto e per il futuro turistico dell’intero bacino del Sulcis, dato che la laguna lambisce il territorio di diversi Comuni, tra Sant’Antioco, Portoscuso, San Giovanni Suergiu. E quelle acque, peraltro, sono delle vere e proprie palestre naturali adatte agli sport acquatici che da qualche anno a questa parte stanno conducendo non pochi appassionati, provenienti da tutto il mondo, nel nostro territorio.»

«Attualmente, gli unici che possono addentrarsi in laguna sono coloro che conoscono perfettamente il tracciato che si snoda tra le secche – sottolinea ancora il consigliere regionale di Sant’Antioco -. E tra l’altro anche gli esperti possono affrontare il percorso solo di giorno, perché di notte diventa difficile per tutti. Il Comune di Sant’Antioco, non troppo tempo fa, aveva investito 80 mila euro dei contribuenti per l’acquisto di boe di segnalazione, poi posizionate nel canale. Si pensava che l’investimento avesse risolto definitivamente il problema, invece siamo alle solite: boe spiaggiate negli isolotti, affondate, o andate semplicemente perdute. Risultato: non si può percorrere il canale in sicurezza, benché siano stati spesi parecchi soldi pubblici. Senza la laguna navigabile non raggiungeremo nessun tipo di obiettivo che garantisca crescita al Sulcis. Per questo – conclude Ignazio Locci – diciamo basta alle attese e pretendiamo che si risolva definitivamente questo annoso problema.»

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La riscoperta delle tradizioni che si abbina alla pietà popolare e agli eventi di richiamo turistico. E’ la festa dell’Assunta a Guasila – patrona del paese – che si svolgerà da oggi sino al 22 agosto nel centro della Trexenta. Si comincia stasera, alle 17.30, con la vestizione del simulacro della vergine Maria nel santuario dedicato alla patrona. La festa entrerà nel vivo domani, con una tradizione che riporta indietro nel tempo il paese: dopo quasi mezzo secolo infatti si rievocherà l’invito de “Is obrieris” alla popolazione, con una sorta di bando «Seusu passendi cumenti si usada e costumada a si fai sciri ca crasi ammengianu a Su Pranu Paudu si curridi s’acchixedda, chi beneisi si fadeidi presceri a nosusu e onori a Sa Santa». E’ l’annuncio per la Corsa alla Giovenca, in programma domenica, a partire dalle 6.30, nelle campagne di Guasila, che vedrà coinvolti i cavalieri scapoli del paese con la collaborazione dell’Associazione Cavalieri dell’Assunta. Sarà premiato chi riuscirà ad agguantare la giovenca – s’acchixedda – prendendola per le due corna. Il riconoscimento sarà, come consuetudine, un foulard di seta, ma si aggiungerà anche un cavallo. Dopo l’invito a casa del priore, la giovenca sarà portata in processione per finire poi con un rinfresco a casa del vincitore. Alle 20.00, la suggestiva processione per le vie del paese, con il simulacro dell’Assunta trainato da un giogo di buoi offerto dall’allevatore Salvatore Melis, si proseguirà con i fuochi artificiali e, alle 22.00, la gara poetica dialettale con Dionigi Bitti, Celestino Mureddu e Salvatore Senes, accompagnati dai Tenore di Orgosolo.

Gli eventi, promossi dal comitato composto da un gruppo di 60enni, andranno avanti la giornata di Ferragosto: alle 16.30, nel galoppatoio comunale, l’attesissimo Palio dell’Assunta, giunto alla 31esima edizione. Alle 22.30, il concerto con Pago, Francesco Tricarico e Benito Urgu. Martedì alle 22.30 il live, nella piazza al centro del paese, dei Tazenda. La conclusione della festa nell’ottavo giorno dopo la ricorrenza: lunedì 22 agosto, alle 20.00, con la processione del simulacro per le vie del paese, poi l’esibizione del gruppo Boghes e Ballus.