18 July, 2024
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Nuova Giunta Carbonia 1 copia

«Come da impegno programmatico preso con i cittadini, dalle parole siamo passati ai fatti. Uno dei primi atti della giunta Massidda è stato quello di tagliare del 10% l’indennità degli assessori e destinare al fondo per il contrasto alla povertà la quota di riduzione (deliberazione di Giunta n° 117 del 29 luglio 2016, ndr).»

Lo scrive, in una nota, il Movimento 5 Stelle, gruppo di maggioranza nel Consiglio comunale di Carbonia che esprime il sindaco, Paola Massidda, e l’intera Giunta.

«Il sindaco inoltre ha già provveduto a rinunciare all’auto di rappresentanza, ai sei quotidiani giornalmente acquistati per il suo ufficio e ad ogni altro eventuale emolumento proveniente da incarichi derivanti dalla funzione svolta. Non sarà un gesto come questo a risolvere la piaga sociale della povertà che cresce giorno dopo giorno. Non sarà un gesto come questo a regalare la serenità alle famiglie sull’orlo del baratro. Ma saranno gesti come questo – conclude la nota del Movimento 5 Stelle – ad essere il faro della nostra azione politica.»

 

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Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 3Rino Barca, Roberto Forrsu e Daniela Piras

La situazione della vertenza ex Alcoa è di nuovo ad un punto di svolta. Per i “cultori” dei se e dei ma e per i “giudici” dell’ultima ora, sarebbe bene rammentare sempre le Leggi (e chi le ha fatte) poi impugnate e cassate dalla UE che portarono alla chiusura. Poi chi nei primi mesi del 2014, al termine della ingloriosa fase klesh, arrivava a sancire la fine dell’esperienza della produzione di alluminio nella nostra Terra. Cioè la pietra tombale sulla vertenza che poi, cambiato quel quadro di governo e convinto il nuovo con la mobilitazione e le buone ragioni, abbiamo invece ripreso con la speranza che il tutto non sia stato vano.

Ci permettiamo questo suggerimento perché crediamo sia preferibile guardare la realtà dei fatti, analizzarla e cercare di comprenderla per il bene della causa senza il vizio del tifo pro o contro, piuttosto che del dileggio da muretti a secco. Giusto per evitare equivoci ci pare il caso di ribadire che per noi, ancora oggi e come detto nella riunione al Ministero, la Glencore (che non è ne colpevole ne tantomeno nemica) era e rimane il miglior soggetto industriale per rilevare lo stabilimento. Le “nozze” si fanno in due e “non si fanno con i fichi secchi”. Problema decisamente superato per la corposa dote della fabbrica.

Abbiamo ottenuto il migliore prezzo europeo per l’energia, 25 € attraverso 3 strumenti: il contratto bilaterale a 37 € per 10 anni DIECI con Enel; la riduzione degli oneri per 5.50 € e il resto con la remunerazione del Servizio di Interrompibilità che non può che essere a bando triennale, come peraltro riconosciuto e sottoscritto dalle Parti nel Protocollo d’Intesa fra Governo, Regione, Glencore del 10/11/2014. Pratica che non può essere svolta altrimenti ed esattamente rispondente ai dettami delle Leggi e dei Trattati.

Poi a completamento di quel Protocollo: le infrastrutture sono avviate con la chiusura della gara per il dragaggio del porto e l’assegnazione dei lavori per la strada periportuale; si ha il “bollino della UE” sui 2 strumenti (escluso il Bilaterale perché contratto fra privati) e, infine, la disponibilità al corposo Contratto di Sviluppo, con finanziamento investimenti ovviamente su presentazione del Piano Industriale.

Il tutto riconosciuto persino dalla stessa Glencore, alla quale va paradossalmente riconosciuta una parte dei meriti per il raggiungimento di questi risultati, che però prova a rilanciare su garanzie assolute fino a proporre di mettere in capo ad altri soggetti eventuali e decisamente minimi rischi d’impresa, come eventuali vantaggi. La questione dei 10 anni è perciò un qualcosa che è ragionevolmente garantito dal fatto che in Sardegna e Sicilia si stabilisce una riserva sufficiente per non avere grosse sorprese come peraltro sa bene la Glencore perché la Portovesme srl partecipa da circa 13 anni ai bandi del sistema dell’Interrompibilità, così come a quelli per la Superinterrompibilità negli ultimi 7.

In ogni caso sulla nuova richiesta della Glencore, la risposta del Ministro è stata netta: «Dopo aver fatto anche la più attenta valutazione tale ipotesi, non sta per niente nell’alveo delle disponibilità del Governo»; in più, che si immagina che la stessa Glencore chiederebbe la bollinatura europea; che ovviamente non si avrebbe e che nel caso metterebbe addirittura a rischio il provvedimento che vale per tutte le aziende energivore italiane, compresa la PV srl. Occorre dunque essere coscienti che la decisione sta ora in capo alla Glencore e che sarebbe imbarazzante, per quello che rappresenta nel territorio, il chiamarsi fuori raggiunte tali condizioni.

Per questo ribadiamo che siamo stra-convinti che la Glencore sia la migliore opzione per rilevare e riavviare lo stabilimento e per tutto ciò che comporterebbe anche industrialmente per noi e per il Paese.

Ora, per noi, ma il 3 agosto al MISE vi è stata una veduta unanime delle 5 OO.SS. presenti, vi sono le condizioni per dare avvio alla Due Diligence con l’Alcoa e per il Contratto di Sviluppo con il Governo.

D’altra parte se cosi non fosse, acclarato che si è raggiunto il meglio nel merito e nel metodo, nella misura, nella durata, cioè nella Sostanza e con la certificazione della sua inattaccabilità dalle regole comunitarie, non resterebbe altro che decretarne la fine e se cosi fosse, non solo per Alcoa in quanto quello è il sistema per abbattere i costi di tutte le produzioni energivore per il prossimo decennio.

Noi invece facciamo parte della schiera di chi pensa che con quelle condizioni la fabbrica può riprendere la produzione, meglio e auspichiamo con la Glencore, ma con altri se quella Multinazionale decidesse di cambiare idea davanti all’”altare”.

I segretari generali    

Roberto Puddu

Roberto Forresu

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«La Giunta regionale dia immediatamente attuazione alla L.R N° 9/2016, dando così corso alla stabilizzazione dei precari di Csl e Cesil e rendendo pienamente operativa l’agenzia Aspal (Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro). A distanza di tempo, e nonostante la tabella di marcia fosse stata delineata a suo tempo, la succitata legge non trova regolare applicazione a causa dell’inattivismo dell’assessore e degli uffici regionali competenti.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«In particolare non si capisce – aggiunge Ignazio Locci – per quali ragioni il superamento del precariato stia andando incontro a lungaggini inaccettabili. Non fosse altro perché il personale destinatario del provvedimento di stabilizzazione vedrà il proprio contratto di lavoro scadere il 18 agosto prossimo. E allo stato attuale non si vedono soluzioni all’orizzonte. Non vorremmo che le lotte intestine che pongono al centro di un braccio di ferro Pd e Sel – di cui abbiamo letto anche sulla stampa – stessero compromettendo la regolare applicazione della legge di cui sopra. Il punto è che se la ragione fosse questa, sarebbe doppiamente deprecabile, visto che incolpevoli lavoratori si troverebbero costretti a pagare il prezzo delle beghe interne alla maggioranza. Ma non solo: il regolare svolgimento dei servizi verrebbe compromesso dalla mancata continuità occupazionale.»

«Questa vicenda, per la quale i sindacati hanno espresso forti preoccupazioni reclamando chiarezza, deve essere accantonata al più presto. La Giunta regionale fornisca tutto il supporto necessario per chiudere definitivamente questa pagina – conclude Ignazio Locci – dando certezze ai lavoratori e, nel contempo, assicurando a tutti i sardi la possibilità di potersi affidare a un’agenzia regionale per il lavoro (Aspal) puntuale ed efficiente.»

Ignazio Locci 1 copia

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INCONTRO CAPIGRUPPO AIAS 1 Aias Cortoghiana

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, in una nota si dice «preoccupato per le lungaggini infinite della vertenza Aias che danneggiano i lavoratori, da ormai sei mesi senza stipendio». «E’ stato assicurato un tavolo di confronto coordinato dall’assessorato alla Sanità – aggiunge Gianluigi Rubiu – per raccogliere tutti gli elementi necessari, analizzando la situazione creditoria e debitoria fra l’Associazione italiana assistenza spastici della Sardegna e Asl, con l’obiettivo di sbloccare la vertenza riguardante i dipendenti. Non è stato invece compiuto alcun passo in avanti. Si tratta di un contenzioso da portare a termine – conclude Gianluigi Rubiu – soprattutto per assicurare un futuro certo ai lavoratori dell’Aias e a centinaia di persone disagiate accolte nelle strutture socio assistenziali sparse in ogni angolo della Sardegna. Non si può trascinare ancora a lungo una vertenza che avrebbe necessità di una soluzione immediata.»

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Rifiuti sulla SP 2 - 2Rifiuti sulla SP 2 - 3 Rifiuti sulla SP 2 - 1

L’on. Mario Tendas (PD) ha presentato una proposta di legge per contrastare l’abbandono dei rifiuti nelle strade del territorio regionale. La Regione Sardegna ha investito, negli anni, svariati milioni di euro per finanziare campagne di sensibilizzazione e rimozione dei rifiuti dalle aree prossime alla viabilità, ma, nonostante ciò, l’inciviltà di taluni  cittadini impedisce di mantenere nel tempo gli effetti di tali attività, arrecando ingenti danni all’immagine turistica del nostro territorio.

Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti sulle strade da parte di ignoti, si riscontra all’ordine del giorno in varie parti della Regione sardegna, suscitando il disappunto e la riprovazione di cittadini ed abitanti delle zone interessate, che segnalano tempestivamente situazioni simili auspicando che chi di dovere, dal canto suo, adotti le misure necessarie per reprimere questi fenomeni di inciviltà, e si adoperi per ripristinare lo stato dei luoghi.

Le ripercussioni e le conseguenze sono  pesanti e gravose : inquinamento ambientale, degrado e danno estetico, effetti sulla qualità di vita, incremento del rischio di incendio nonché elevati costi diretti di igiene urbana.

«Benché la legislazione statale contenga già divieti e sanzioni per l’abbandono dei rifiuti – spiega l’on. Mario Tendas – con questa proposta, simile a provvedimenti analoghi adottati in altre regioni, si propone un inasprimento normativo per contrastare con  forza questo fenomeno.»

Oltre al dispendio di denaro pubblico questo malcostume comporta anche dei rischi per gli operatori addetti alla rimozione e al ripristino dei luoghi e alla sicurezza stradale, per questo si propongono sanzioni più elevate e per la prima volta i trasgressori potranno in alternativa alla pena pecuniaria effettuare lavoro di pubblica utilità ripristinando i luoghi nei quali è stata commessa la violazione, inoltre si prevede che si possa utilizzare materiale audiovisivo che testimoni la violazione e aiuti ad identificare i coloro che commettono tale infrazione.

«La presente proposta di legge – dichiara infine Mario Tendas -, devolve ai comuni  i proventi delle relative sanzioni, allo scopo di rendere maggiormente stringente la normativa e di salvaguardare il decoro del nostro territorio  dal malcostume di alcuni cittadini, oltre che di tutelare l’ambiente e l’igiene pubblica.»

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Il falso “made in” e il mercato della contraffazione minacciano oltre 900 imprese artigiane della Sardegna, l’11,4% del manifatturiero regionale. Cosmetici, gioielli, occhiali, giocattoli ma soprattutto è l’area della “moda” quella più a rischio, con le imprese dell’abbigliamento e degli accessori, delle calzature, del tessile e della maglieria che vedono quotidianamente compromessa la propria esistenza.

Parla chiaro il report di Confartigianato Sardegna, su dati Istat e Unioncamere di fine 2015, che ha analizzato l’“Artigianato esposto alla contraffazione nell’isola”: su 7.997 imprese manifatturiere sarde, ben 908 (l’11,4%) subiscono danni dalle “imitazioni”.

Nella classifica stilata dall’Associazione Artigiana, la nostra regione si classifica al 14esimo posto. Al primo la Toscana con il 42,9% delle imprese “sotto attacco” mentre all’ultimo la Sicilia con solo l’8,4% delle imprese interessate, contro una media italiana del 19,8%.

Molto al di sotto della media nazionale sono i dati provinciali sardi. Il più alto indice di artigianato manifatturiero sotto minaccia di concorrenza sleale viene rilevato a Cagliari con il 12,4%, seguito da Sassari con l’11,4%, Nuoro con il 10,7% e Oristano con solo l’8,3%.

I beni più contraffatti rimangono sempre i capi di abbigliamento, gli accessori, le cinte, borse, calzature.

«Un esercito di falsi che invade i mercati e minaccia seriamente la tenuta economica delle micro e piccole imprese – afferma la presidente regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – prodotti venduti a basso prezzo, ma assolutamente inaccettabili dal punto di vista qualitativo e senza garanzie di sicurezza per il consumatore”. “Un inganno che – continua la presidente – lede l’acquirente ed intacca i fatturati delle imprese. In Sardegna, dal 2008 al 2015, sono stati circa 28 i milioni di merce falsa sequestrata.»

Le operazioni effettuate per la confisca dei prodotti, infatti, sono state circa 3.000 (1milione 700mila pezzi) vedono più colpiti i settori della cosmesi (11 milioni di euro), delle apparecchiature elettriche (8 milioni circa), dell’abbigliamento (4,5 milioni) e della gioielleria-orologeria (4,2 milioni).

A livello nazionale, in un anno, vengono sequestrati 23.122.367 articoli di abbigliamento e accessori, calzature e occhiali, al ritmo di 2.640 articoli all’ora. Nel solo comparto moda, abbigliamento, accessori e calzature, gioielleria e orologi, borse e valigie, la contraffazione determina minori vendite per le imprese italiane regolari pari a 9.888 milioni di euro e una perdita di 88 mila posti di lavoro.

La contraffazione “viaggia” anche online: in soli quattro anni, infatti, triplica la quota di sequestri nell’Unione europea relativi a merci trasportate con corriere espresso e posta, passando dal 5,7% del 2010 al 16,3% del 2014.

«La contraffazione, l’abusivismo, il lavoro nero – riprende la presidente Folchetti – sono tante facce di “una filiera” che colpisce l’economia, i consumatori e mina alle radici il “made in Italy” e il “made in Sardegna””.

Confartigianato Imprese Sardegna, da sempre opera per legalità e per tutelare le imprese che operano alla luce del sole. Inoltre, da un anno a questa parte, soprattutto per contrastare le attività in nero, l’associazione artigiana, ha dato il via a “Tutelami”, una azione di sensibilizzazione verso la pubblica opinione e di denuncia contro chi opera abusivamente. Infatti, dopo un confronto con gli organi competenti, anche in attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto a settembre con la Prefettura, l’associazione artigiana ha istituito la mail tutelami@confartigianato-imprese.com, tutt’ora attiva, per consentire la segnalazione, in forma anonima e protetta, di tutte quelle “attività irregolari” che danneggiano il tessuto imprenditoriale e, in casi sempre più crescenti, anche la salute delle persone.

«Intendiamo continuare in questa battaglia per la legalità – conclude Maria Carmela Folchetti – perché intendiamo contrastare con ogni mezzo il fenomeno della contraffazione, collaborando con le Forze dell’Ordine, sensibilizzando consumatori e opinione pubblica.»

Maria Carmela Folchetti-02

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Il 9 e 10 luglio scorsi si è svolta a Iglesias, come è ormai consuetudine secolare una festa cara agli iglesienti d.o.c.., quella di Nostra Signora della Grazie. Per l’occasione si è tenuta, nella stessa aula ecclesiale una conferenza, i cui relatori. Celestina Sanna, già direttrice dell’Archivio storico comunale, Maria Dolores Dessì e il dottor Poletti hanno tenuto alcune dotte relazioni riguardanti, la storia della Chiesa, del monastero di monache, che alla chiesa stessa era annesso e il voto che la città fece alla Madonna delle Grazie, Santa Maria de las grasias nell’anno 1735, affinché la liberasse dall’invasione di locuste che imperversava ormai da tempo nelle campagne limitrofe, distruggendo i raccolti e riducendo alla fame centinaia di contadini e insieme le loro famiglie, portando quindi a rischio di una grave carestia, l’intera comunità iglesiente che a quel tempo vedeva nell’agricoltura la sua principale fonte di reddito e di sussistenza.

La ricerca storica sulla città, che da tempo vede impegnati attivamente numerosi appassionati ricercatori, ha potuto chiarire alcuni punti oscuri sull’origine della chiesa, un tempo sotto il titolo di san Saturno e su quella del monastero che ospitava, nell’edificio attiguo alla chiesa stessa, il monastero delle Clarisse. Il ricercatore Francesco Cherchi, ha potuto infatti affermare, in base ad un atto di morte da lui rintracciato nel “liber mortuorm” custodito nell’archivio diocesano, in cui è documentato, nel 1617, il decesso della prima priora del convento, tale Leonor Picasso o Picassa, come viene citata in altri documenti, che il monastero era certamente preesistente alla data del 1620, riportata sull’epigrafe presente sul portale di ingresso della chiesa. Si deve inoltre al compianto padre Filippo Pili, già provinciale dei Cappuccini, canonico della Cattedrale di Iglesias e curatore pro tempore dell’Archivio Diocesano, e Capitolare, la pubblicazione della vista pastorale dell’arcivescovo di Cagliari e vescovo di Iglesias mons. Falletti, in cui si parlava anche della visita, da lui fatta al monastero, svelando così diversi aspetti fino ad allora sconosciuti della vita nel convento, in parte messi in luce dall’articolo pubblicato sulla Nuova Sardegna del 30 ottobre 2003, redatto dalla sua allieva e collaboratrice Ombretta Desogus.

Un pubblico di devoti e appassionati ha seguito la conferenza dimostrando così grande interesse da sempre dimostrato dai cittadini iglesienti per la stori a e le tradizioni della propria città.

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Palazzo della Regione 3 copia

«Quello di oggi è il primo di una serie di incontri di approfondimento sui singoli punti del Patto che abbiamo firmato con il Governo e che porterà in Sardegna quasi 3 miliardi di euro. Cominciamo con le infrastrutture e proseguiremo con gli altri temi. Vogliamo spiegare in modo molto chiaro quali risorse sono destinate a realizzare cosa e con quali tempi.»

Con queste parole il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha aperto stamattina a Villa Devoto la conferenza stampa condivisa con l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, e dedicata agli interventi infrastrutturali.
«Il Patto, al quale si è lavorato con grande impegno e in stretta collaborazione con il Governo, è un passaggio fondamentale per la legislatura e per la Sardegna – ha spiegato il presidente Pigliaru -. Come si è detto, conta due componenti: le risorse statali ordinarie, ma programmate in modo da rispondere alle reali esigenze dei territori, e fondi straordinari, aggiuntivi, destinati a mitigare gli svantaggi dati dalla condizione di insularità. Per la prima volta ne abbiamo calcolato i costi e, nello stesso tempo, individuato soluzioni. Il Patto contiene le risposte alle nostre richieste, il riconoscimento operativo completo da parte del Governo, e mette in campo risorse importanti che dobbiamo spendere bene, ottenendo risultati concreti nei tempi stabiliti. Tra noi e Palazzo Chigi è stato costituito il comitato di gestione del Patto: Regione e Governo si controlleranno a vicenda e ci sarà un monitoraggio costante.»

Presentando il tema della giornata, Francesco Pigliaru, infine, ha ricordato come la mobilità interna, insieme a continuità territoriale e metano, sia uno dei pilastri dell’accordo. «La discontinuità geografica ha tenuto la Sardegna fuori da ogni network. Per questo è sempre stata trattata con meno attenzione rispetto ad altri territori, accumulando un gap infrastrutturale non più sostenibile. Il Patto dà risposte anche a questo».
Per strade, porti, sistemi idrici e mitigazione del rischio idrogeologico, sommando le risorse del Patto a quelle dei contratti ANAS e della Cabina di Regia, si arriva a oltre 2 miliardi di euro. Per colmare lo storico deficit infrastrutturale, la Sardegna può contare su 1 miliardo e 443 milioni di euro in più a carico dello Stato e su 557 milioni 920mila euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione, previsti nella quota del 12,6% del Fondo assegnato alla Regione. «Abbiamo tre portafogli diversi, uno della Sardegna, uno dell’Anas e l’altro del Governo con la cabina di regia – spiega l’assessore Maninchedda -. Con questi tre diversi portafogli lo Stato finanzia le grandi opere di competenza dello Stato e noi finanziamo le nostre. Prima non accadeva così, basta pensare alla Sassari-Olbia, che con i suoi oltre 900 milioni ha quasi consumato l’intero importo del Fsc regionale disponibile. La Sardegna finora è stata molto trascurata e penalizzata finanziariamente. Noi, con questo accordo, iniziamo a rimettere ordine. Ora serve una gara di efficienza, dovranno essere accelerati progettazione e appalto delle opere. Sono sicuro che la Sardegna, riuscirà a spendere tutte le risorse che le sono state assegnate».
Per le strade ci sono 162 milioni di euro del Fsc, 512 della Cabina di regia più 931 milioni 26mila euro inseriti nel contratto di programma dell’Anas fino al 2020, per un totale di 1 miliardo e 700mila euro. 345 milioni 920mila euro vanno ai sistemi idrici e agli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico: sono previsti per esempio interventi di messa in sicurezza di una cinquantina di dighe per aumentare la capacità d’invaso e per il collegamento Tirso-Flumendosa 4° lotto per la connessione col Sulcis Iglesiente (59 milioni). 50 milioni, infine, serviranno a riqualificare e ampliare i porti principali della Sardegna compresi i porti turistici, a cominciare da quelli del Sulcis fino ad Alghero e La Maddalena. Fra gli interventi sulle strade ci sono il tratto nord della circonvallazione di Olbia per collegare la Sassari-Olbia con la SS 125-133 bis Olbia-Palau (90 milioni di cui 11,8 del Fsc); l’eliminazione degli svincoli a raso sulla SS 554, 30 milioni più 80 a carico dello Stato per il collegamento fra l’attuale e la nuova 554, mentre a carico dell’Anas ci sono 128 milioni 400mila euro per l’adeguamento del secondo lotto; la messa in sicurezza della Sassari-Olbia (dal km 192,500 al km 209,5) con 20 milioni del Fsc a cui si aggiungono 280 milioni per completare l’ultimo tratto della Statale 131 tra l’innesto della nuova strada e l’abitato di Sassari.

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Il Centro regionale di Programmazione ha pubblicato un avviso con il quale comunica che l’attività istruttoria relativa alle domande pervenute in merito al bando “Aiuti alle imprese per la competitività” e “Aiuti alle imprese in fase di avviamento e sviluppo” del Piano Sulcis, Area di intervento incentivi, sarà sospesa dal giorno 8 agosto al giorno 19 agosto 2016.

Miniera Monteponi 1 copia

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Summer Is Mine 2015 3

Comincia venerdì 5 agosto, a Carbonia, la quarta edizione del Summer Is Mine Festival.  

Due giorni di musica che vedranno alternarsi sul palco Lee Van Cleef, dieci tra le band più interessanti del panorama musicale italiano e isolano. Si parte con il concerto dei Safir Nòu, progetto di Antonio Firinu che oscilla tra il jazz e il post-rock; proprio al SIM presenteranno il disco Groundless, registrato tra Leon e Amsterdam nel 2015.

I locali Fujima, saranno i protagonisti del secondo set della serata: originari di Oristano ma di base a Cagliari, i Fujima sono ispirati tanto dai Jesus And Mary Chain quanto dai Pixies e sul palco riversano tutte queste influenze in un incendiario live.

Terza band della serata sono i milanesi DAGS!, che sono uno spasso a partire dal nome che hanno scelto. “Ti piacciono i coni?”: chi ha visto The Snatch, non può non ricordare lo zingaro Mickey e il suo strampalato dialetto gypsy-irlandese. Che c’entrano i coni con la terza band che suonerà al Summer Is Mine? Semplice: il loro nome è una citazione presa dritta-dritta dal famoso film dell’ex sig. Ciccone, Guy Ritchie. Quartetto ispirato da American Football, Mineral e Penfold, i cui componenti hanno saltellato tra le band più interessanti italiane dagli ultimi anni (Minnie’s, Satan is my brother e Verme), amano i coni, pardon i cani e si sono accasati su un’etichetta che ci piace molto che si chiama To Lose La Track. Sì, come il pittore (o quasi).

Quarta formazione della serata saranno gli Ottone Pesante. Power Trio atipicissimo (vorrei vedere voi ad essere tipici con una tromba, un trombone e una batteria), suonano come se gli Slayer (sì, quelli di Reign in Blood) avessero deciso di trascrivere tutte le loro partiture per una brass band. Non è tanto chiaro, vero? Allora facciamo così: piazzatevi sotto il palco e poi ne riparliamo.

La quinta band della serata, non avrebbe bisogno di presentazioni: avevamo il nome dei Fuzz Orchestranel taccuino dei sogni dalla primissima edizione, quella del 2013 ed è con una certa emozione che ne parliamo. Nel 2016 ci siamo riusciti. Hanno suonato con Afterhours, Calibro 35, Zeus!, girano in lungo e in largo per tutta l’Europa e sono apprezzati in ogni angolo del globo terracqueo. Mischiano apache-beat (grazie Klaus Dinger per la memorabile definizione), Tony Iommi e Morricone e dal 2006 mettono a ferro e fuoco i palchi e i locali di tutta la penisola. Cut-up cine-musicale. Heavy-kraut e Documentari Luce. E indossano pure degli abiti eleganti.

Summer Is Mine Festival è ideato e realizzato dall’Associazione Culturale Lee Van Cleef con il patrocinio del comune di Carbonia, con il contributo di Euralcoop, della Pro Loco, della Cooperativa Mediterranea e con la collaborazione di: Soundset Festival, SENTIREASCOLTARE, DIYSCO, Le Officine, Loud!Sound Press Office, MUMBLE, Fireone Skate Park.