18 July, 2024
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Oggi, lunedì 26 settembre, il rettore Maria Del Zompo, il pro rettore per la Ricerca scientifica, Micaela Morelli e l’assessore comunale alla Cultura, Paolo Frau, hanno presentato la Notte dei ricercatori. L’evento rientra nell’ambito della Settimana della scienza. Atenei e centri di ricerca presentano le proprie attività per contribuire alla crescita del tessuto produttivo, sociale e culturale.

La Settimana della scienza – 24/30 settembre – coinvolge 300 città europee e culmina venerdì 30 con la Notte europea dei ricercatori. In Italia il progetto coordinato da Frascati Scienza si snoda in 29 città con 350 tra spettacoli, workshop ed eventi di biologia, astrofisica, comunicazione, innovazione tecnologica e attualità. Il programma coordinato dal pro rettore si sviluppa giovedì 29 in Cittadella universitaria (Monserrato) e venerdì 30 in rettorato.   

«Con la Notte puntiamo ad avvicinare la città e i nostri giovani al mondo della ricerca umanistica, tecnologica e scientifica. Mi piace pensare a una interazione reciproca, una contaminazione che susciti curiosità e attenzioni: l’Università – ha sottolineato la professoressa Del Zompo – crede fortemente nel fare sistema. Un percorso che piace anche al Cagliari calcio: una delegazione di primo piano del club sarà con noi venerdì sera in rettorato. In bocca al lupo!.»

«La Notte ospita tavole rotonde, Caffè scienza e gazebo su temi quali coccodrilli, squali e tartarughe: fossili nell’area urbana di Cagliari, Esistenza degli dei, Il Ballu tundu fa bene al cuore, Infinito, arte filosofia e matematica, Identità a confronto: il linguaggio delle donne sarde e iraniane e Sai cosa mangi? Cibo e scienza si incontrano. Grazie al team della direzione Ricerca – ha detto la professoressa Morelli – proponiamo una scaletta di forte impatto. Siamo grati anche all’Arst (biglietti per la metro gratuiti), Fondazione di Sardegna e Comune di Cagliari (via Università sarà chiusa al traffico)». Il pro rettore ha segnalato anche il concorso per gli studenti con in palio 500 euro per il miglior reportage video di due minuti da postare su Youtube e unica.it.   

«Alla base della nostra politica c’è una forte intesa con l’Università, valore di enorme pregio per la nostra comunità. Abbiamo siglato diversi protocolli con varie facoltà, tra cui quello firmato dal rettore e dal sindaco Massimo Zedda sull’Orto botanico quale raccordo con l’Anfiteatro e primo passo per un parco storico che si apre da Buoncammino fino a piazza Yenne, che testimoniano – ha rimarcato Paolo Frau – la nostra vicinanza alla massima istituzione cittadina dei saperi».  Per l’assessore il più importante appuntamento europeo di comunicazione scientifica è un altro tassello «per la visibilità e la crescita di Cagliari e del suo contesto».

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«Non vorremmo che si creasse un vuoto nella normativa sull’edilizia, considerato che il 31 dicembre scadrà l’efficacia della legge 8, provvedimento che ha sostituito il piano casa». Lo ha rilevato il capogruppo Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu, che sull’argomento ha presentato una mozione urgente. «Un documento che dovrebbe approdare da subito nell’aula di via Roma – sottolinea l’esponente centrista – ma la maggioranza sta allungando i tempi, andando così a destare preoccupazioni nel comparto dell’edilizia». La mozione impegna la Giunta a portare all’interno del consiglio la legge urbanistica: «Una promessa sinora disattesa dall’esecutivo. Una normativa che avrebbe dovuto disciplinare in modo organico il governo del territorio. In tutti questi mesi, sono però state adottate delle finte riforme, in grado solo di accentrare il potere e finalizzate alla spartizione delle poltrone. La mozione vuole evitare che si crei un vuoto nella normativa, vista la prossima scadenza del 31 dicembre – conclude Gianluigi Rubiu – con una legge strutturata che ponga i pilastri per un rilancio del settore edilizio, dando ai Comuni la possibilità di venire incontro a imprese e privati che vorrebbero fare degli investimenti».

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Si è tenuta ieri sera, a Villacidro, la cerimonia di proclamazione e premiazione del trentunesimo Premio letterario Giuseppe Dessì. Nel corso della serata, oltre alla proclamazione e premiazione dei vincitori delle due sezioni letterarie del premio, Edgardo Franzosini per la narrativa e Milo De Angelis per la poesia, sono stati consegnati tre riconoscimenti speciali.

Due i Premi Speciali della Fondazione di Sardegna, assegnati al giornalista Giacomo Mameli e al Coro di Neoneli. 

L’archeologo Salvatore Settis ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria del concorso letterario. 

Si riportano qui di seguito tre brevi dichiarazioni dei vincitori dei riconoscimenti speciali. 

Il giornalista Giacomo Mameli, che ha ricevuto il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, consegnato dal presidente della fondazione bancaria Antonello Cabras, commenta sulla figura dell’autore di “Paese d’Ombre”: «È uno dei fari della letteratura italiana che ci inorgoglisce». E sul mestiere di giornalista spiega: «Raccontare le testimonianze di chi non ha mai avuto voce è un dovere per i giornalisti con la schiena dritta».

Maria Sciola, figlia dello scultore Pinuccio Sciola, scomparso la scorsa primavera, ha consegnato un secondo premio speciale della Fondazione di Sardegna al Coro di Neoneli. Tonino Cau, leader del gruppo di canto a tenore, nei ringraziamenti spiega: «Il coro di Neoneli ha esordito il 25 settembre del 1976. Il destino ha fatto coincidere la data di oggi con quella del nostro debutto ed è un’emozione grandissima. L’arte per noi significa rischiare e se quarant’anni anni sono passati forse avevamo ragione».

L’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, premiato dalla presidente della giuria del Premio Dessì Anna Dolfi, afferma: «Ringrazio la giuria e la Fondazione del Premio e siccome non ho mai incontrato di persona Dessì. Ho preso il premio come un rimedio del destino. Tra Dessì e me c’è una città in comune che è Pisa». E ha letto dei inediti: una corrispondenza di Giuseppe Dessì a Elio Cantimori, professore a Cagliari e alla Normale di Pisa.   

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Assemblea dei sindaci questa mattina, a Carbonia per affrontare l’emergenza sanità. Dopo la burrascosa ultima riunione della conferenza socio-sanitaria, conclusasi con le dimissioni del presidente Antonello Pirosu (sindaco di Villaperuccio) e del segretario Marco Antonio Piras (sindaco di Tratalias), i sindaci si riuniscono alle 10.00 alla Torre Civica di Piazza Roma, per esaminare la situazione e decidere il da farsi. Nel mirino dei sindaci c’è la riorganizzazione della rete ospedaliera che, a loro avviso, fa fare un passo indietro alla sanità sarda, con una pesante penalizzazione delle strutture e dell’assistenza nelle aree periferiche.

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Si conclude questa sera, al Parco Villa Sulcis, a Carbonia, la Festa di Sinistra Ecologia Libertà – Di Sana e Robusta Costituzione. Alle 18.00 verrà presentato il libro “Il giudice delle donne”, di Maria Rosa Cutrufelli, a cura di Loriana Pitzalis. Sarà presente l’autrice. Alle 20.00 si terrà l’estrazione dei premi della lotteria, alle 20.30 cena al ristorante a km 0. Alle 21.30 spettacolo teatrale “Letture sotto la luna”, con Andrea Tedde e Marte Proietti. Chiuderà la serata e la festa, lo spettacolo del trasformista Gianni Dettori.

Ieri sera si è svolto un interessante dibattito sul tema del referendum costituzionale coordinato dal giornalista Ottavio Olita, al quale hanno partecipato i senatori Loredana De Petris (SEL) e Vincenzo Vita (PD), il giornalista de Il Manifesto Andrea Fabozzi, il segretario regionale della CGIL Michele Carrus, il segretario regionale Arci Sardegna Franco Uda ed il presidente provinciale dell’ANPI Ennio Meloni. Al termine, Marco Corrias ha intervistato il consigliere regionale e segretario regionale di SEL Luca Pizzuto, presentatore della legge sul reddito di inclusione sociale.

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Giuseppe Dessì - Roma nello studioPremio Dessì 2013 - Cerimonia premiazioni (2) (foto Mariano Casti)

Serata clou, oggi a Villacidro, per il Premio “Giuseppe Dessì”: la consueta cerimonia di presentazione e premiazione dei vincitori, in programma a partire dalle 18.00 nella Palestra in via Stazione, suggella l’edizione numero trentuno del concorso letterario intitolato allo scrittore sardo (1909-1977), che nella cittadina campidanese, a una cinquantina di chilometri da Cagliari, aveva le sue radici.

Come di consueto, e come da regolamento, sono tre i finalisti per ciascuna delle due sezioni in cui si articola il premio: in lizza per la Narrativa Emanuela E. Abbadessa con Fiammetta (Rizzoli), Edgardo Franzosini con Questa vita tuttavia mi pesa molto(Adelphi) e Christian Mannu con Maria di Isili (Giunti); a contendersi la palma della vittoria per la Poesia, invece, Milo De Angelis con Incontri e agguati (Mondadori), Vivian Lamarque con Madre d’inverno (Mondadori) e Franco Marcoaldi con Il mondo sia lodato (Einaudi).

Le due terne di finalisti sono state selezionate tra i 212 titoli pervenuti per la sezione Narrativa e i 133 per la Poesia, dalla giuria di esperti cui ora spetterà anche il compito di emettere i verdetti finali: fanno parte della commissione giudicatrice, presieduta da Anna Dolfi (tra i più autorevoli studiosi dell’opera di Giuseppe Dessì), Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis, Giuseppe Lupo e l’ex presidente della Fondazione Dessì, Christian Balloi, di recente avvicendato nella carica da Paolo Lusci.

I vincitori delle due sezioni letterarie andranno a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Premio: un elenco che annovera scrittori del calibro di Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Giuseppe Lupo, Antonio Pascale, Maurizio Torchio e poeti come Elio Pecora, Patrizia Cavalli, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati e Mariagiorgia Ulbar.

Oltre al prestigioso riconoscimento, i vincitori si aggiudicheranno ciascuno cinquemila euro; 1.500 euro andranno invece agli altri finalisti.

Nel corso della cerimonia verranno incoronati anche i vincitori dei due riconoscimenti speciali che affiancano quelli più strettamente letterari. Come già annunciato, il Premio Speciale della Giuria (assegnato a personalità di spicco della vita pubblica o culturale nazionale, nel suo albo d’oro conta i nomi di Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo e Piera Degli Esposti) va a uno degli intellettuali più impegnati del panorama culturale italiano: l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis; un maestro del giornalismo sardo, Giacomo Mameli, e uno dei gruppi più rappresentativi della tradizione musicale isolana, il Coro di Neoneli, sono invece i vincitori del Premio Speciale “Fondazione di Sardegna”, novità di questa edizione, attribuito dalla Fondazione Dessì in collaborazione con l’omonima fondazione bancaria.

Affidata anche quest’anno alla conduzione della giornalista Natascha Lusenti, la cerimonia, che verrà trasmessa in diretta dall’emittente televisiva Videolina, sarà arricchita dagli intermezzi musicali del gruppo Sikitikis (Alessandro Spedicati “Diablo”: voce; Gianmarco Diana “Jimi”: basso e cori; Enrico Trudu “Zico”: tastiere; Sergio Lasi “Lazy”: batteria) e della cantautrice Chiara Effe, e da letture degli attori Jacopo Cullin, Rita Atzeri e Cristina Maccioni. 

In mattinata, intanto, a far da preludio alla cerimonia, torna l’immancabile appuntamento con “Quelli che il Premio…”: giurati e autori finalisti, con la conduzione del giornalista Gianni Zanata, incontrano il pubblico alle 10.30 al Mulino Cadoni.

In serata, invece, sipario finale alle 22.30 in piazza Lavatoio, con “Setterane e tutti i gradi di un passaggio”, spettacolo “multidisciplinare e multisensoriale” di Alessio Ninu. Basato su testi tratti dal racconto “Setterane” (1999) e dal libro “Tutti i gradi di un passaggio” (2005) dello stesso Ninu, che firma anche le musiche e la regia, vede in scena l’eclettico artista sardo insieme a Chiara Maccioni e Eleonora Alice Ninu, con Alessio De Vita al violino, Enrico Piredda alla chitarra classica e Alessandro Atzori alle percussioni.

L’ingresso a tutti gli appuntamenti è libero e gratuito.

 

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Sant’Antioco ha dato l’estremo saluto, ieri pomeriggio, a Pietro Tardini, commerciante nel settore bar-ristorazione, ex dirigente dell’Olimpia ai tempi della serie A, stroncato all’età di 59 anni da un male incurabile. Pietro Tardini era molto conosciuto nell’Isola. Dopo aver gestito per moltissimi anni il Cafè Italia, all’inizio del centralissimo Corso Vittorio Emanuele, all’angolo con Piazza Umberto, si era trasferito a Cagliari, per lavorare nello stesso settore, all’Hotel Mediterraneo. E’ poi rientrato nella sua città d’origine, per gestire, fino allo scorso anno, la struttura del porticciolo turistico.

Grande appassionato di pallavolo, Pietro Tardini era entrato nel consiglio direttivo dell’Olimpia alla fine degli anni ’80, all’inizio della grande favola sportiva che ha visto la squadra antiochense arrivare ai vertici del movimento nazionale, fino alla serie A1. In quegli anni il Cafè Italia era un ritrovo abituale della squadra biancoblu, nella quale sono passati campioni di caratura internazionale assoluta. Le gioie più grandi le ha vissute con la squadra, la società e i tifosi, nella stagione della promozione in A1 con Radames Lattari in panchina e il grandissimo Rafael Pascual, che a Sant’Antioco ha iniziato una carriera che lo ha portato a diventare, con le maglie dell’Alpitour Cuneo e della Nazionale spagnola, il miglior giocatore al mondo.

Dopo la conclusione del ciclo d’oro dell’Olimpia, Pietro Tardini non si è più interessato direttamente di sport, dedicandosi esclusivamente al lavoro.

Personalmente ho conosciuto Pietro Tardini ai tempi della grande Olimpia e, per diversi anni, abbiamo condiviso grandi emozioni sportive.

Ciao Pietro.

Giampaolo Cirronis

Pietro Tardini in una foto recente.

Pietro Tardini in una foto recente.

Pietro Tardini nei primi anni '90.

Pietro Tardini nei primi anni ’90.

Pietro Tardini con il coach Radames Lattari e il direttore sportivo Nereo Baliello.

Pietro Tardini con il coach Radames Lattari e il direttore sportivo Nereo Baliello.

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Dopo l’apprezzato spettacolo di ieri sera, sul palco di piazza De Gasperi, a Sant’Antioco, la ballerina spagnola Yolanda Osuna, accompagnata dal cantante Bernardo Miranda e da Rafael Montilla alla chitarra concederà il bis questa sera al Lazzaretto di Cagliari, al centro culturale in via dei Navigatori, a Sant’Elia. Le due serate di musica e ballo del flamenco sono state organizzate dalla cooperativa Forma e Poesia nel Jazz.

La tappa nel capoluogo fa parte di Encuentros, gli appuntamenti tra Sardegna e Spagna proposti da Forma e Poesia nel Jazz e vedrà la partecipazione straordinaria, in alcuni brani, del suonatore di launeddas Nicola Agus.

Classe 1981, Yolanda Osuna ha avuto maestri del calibro di Javier Latorre, Matilde Coral, Milagros Mengíbar, El Mimbre, Blanca del Rey, Rocío Molina, Pastora Galván, Manuela Carrasco, Antonio Canales, La Farruca, Faraona, La Lupi. Nel suo curriculum tante collaborazioni ed esibizioni con artisti come Miguel Poveda, Mayte Martín, Arcángel, Esperanza Fernández, Mariana Cornejo, Terremoto de Jerez, Miguel Ángel Cortés, El Pele, Manuel Silveria, Antonio Reyes, El Cabrero, Juan Villar, Juana la del Revuelo, Curro Malena, Chaquetón, Chocolate e con le compagnie di Inmaculada Aguilar, Javier Latorre, Paco Peña, la Compañía Flamenca de Córdoba, oltre che spettacoli propri.

La bacheca della bailoara di Cordoba, che ha calcato i palchi di teatri prestigiosi come il Teatro Real di Madrid, la Catedrale del Cante a La Union, il Teatro Lope de Vega di Siviglia, conta diversi riconoscimenti e allori come il primo premio “Antonio Hidalgo” al Concurso Nacional de Fandangos di Lucena (nel 2000), al “Jóvenes Flamencos” organizzato dalla Diputación Provincial di Cordoba (nel 2001) e alla Perla de Cádiz, e due secondi premi (nel 2007 e nel 2014) al Festival Internacional del Cante de las Minas di La Unión.

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Serata memorabile alla comunità La Collina in occasione della 35a giornata Internazionale per la Pace. Richiamato da un incontro di dialogo interreligioso e interculturale organizzato dalla Collina insieme al gruppo Interazione, recentemente costituito per divulgare messaggi di tolleranza, rispetto e pace, oltre un centinaio di persone si è riunito nella sala conferenze della Comunità per partecipare a una serata in cui, messi da parte pregiudizi e incomprensioni, si è lasciato spazio alla comprensione, alla voglia di conoscere le differenze culturali al fine di crescere attraverso le esperienze di chi ha vissuto situazioni diverse.

Dopo un’introduzione di don Ettore Cannavera, che ha arricchito la serata con argute osservazioni su come la pace sia semplice da ottenere se si accoglie il concetto di fratellanza, si sono susseguiti esponenti di religioni e culture tra loro molto differenti ma le cui voci hanno fatto comprendere chiaramente che la pace è raggiungibile, che i popoli non vogliono altro che questo, che le barriere sono solo nelle nostre teste e che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948 è lo strumento più efficace di cui l’umanità è in possesso per ottenere la pace che desidera.

Gli approfondimenti hanno preso avvio con l’intervento di un fedele Hare Krishna, Yudhishtira Das, il quale, esponendo concetti provenienti dagli inni vedici, ha spiegato come l’ottenimento della pace abbia a fondamento una crescita interiore che, attraverso un cammino di fede, porta l’individuo a scoprire prima di tutto in sé la pace e successivamente sarà naturale esportarla perché tutti ne diventino beneficiari.

A seguire Genet Woldu, responsabile regionale dell’Associazione degli Immigrati del Corno d’Africa, ha messo in luce come la pace sia raggiungibile se l’uomo ha fede nell’uomo e basa le proprie scelte e azioni in primo luogo sulla comprensione che esistono situazioni sconosciute e tragiche che alcuni vivono. Commovente il momento in cui Genet Woldu ha espresso una preghiera affinché l’illuminazione e la voglia di pace rendano il Mediterraneo un mare di salvezza.

L’intervento successivo è stato di Mohamed Doreid, presidente dell’Associazione Sardegna Libano, il quale ha osservato la stretta relazione tra l’accettazione della diversità e il raggiungimento della pace. Doreid ha poi fatto notare come le guerre siano il frutto di decisioni mirate all’arricchimento di questa o quella nazione, prese da folli incoscienti e sempre a discapito delle popolazioni. E raccontando le situazioni che vivono i musulmani, ha osservato come la sua sia una cultura che è stata rovinata dalla politica, che nel Medio Oriente ha provocato una scissione tra popolazioni tra loro molto vicine usando pretesti religiosi che non si riscontrano nelle scritture del profeta Maometto.

Partendo dal concetto di L. Ron Hubbard, fondatore della religione di Scientology, secondo cui l’uomo è fondamentalmente buono, Ignazio Deriu, funzionario delle Relazioni Pubbliche della Chiesa di Scientology, ha interagito con il pubblico mostrando che la strada per la pace passa per la scoperta di ciò che c’è di buono nelle persone. Ed è stato uno shock per la sala scoprire dalla voce di Deriu che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha effetto di legge solamente in uno stato nel mondo, il Messico, mentre nel resto del globo non è che un foglio di carta.

Dopo di lui Dolores Zoraida, rappresentante regionale degli immigrati dalla Repubblica Dominicana, ha rimarcato come la voglia di conoscere chi viene da altre terre, scoprire nuove usanze e stili di vita, sia una strada che conduce a maggior comprensione della vita e quindi conduce inevitabilmente alla pace perché tutti siamo cittadini del mondo.

A conclusione della conferenza è stato proiettato il video “La Storia dei Diritti Umani” e ogni partecipante ha ricevuto una copia del relativo dvd prodotto dalla fondazione “Uniti per i Diritti Umani” contenente, oltre al video, altri trenta brevi filmati ognuno dedicato a uno dei diritti riconosciuti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Conclusi gli interventi, la serata è proseguita nella cappella della comunità per un momento di raccoglimento spirituale. Qui ognuno dei relatori ha portato al pubblico un pezzo dell’esperienza religiosa della propria cultura di provenienza. Inutile a dirsi: la voce sembrava essere sempre la stessa, a parlare era la voglia di umanità, di rispetto, di fratellanza e di chi è consapevole che l’uomo è un essere spirituale immortale, che in quella dimensione può raggiungere la libertà totale e nel suo cammino terreno, può infondere realmente pace.

Dulcis in fundo, tutti assieme, relatori e pubblico, hanno condiviso una cena a base di piatti delle diverse terre rappresentante in questa conferenza. Il gruppo Interazione, ancora una volta – e non avrebbe potuto esserci occasione migliore di questa – ha potuto dare il suo saluto col motto: la pace sia con voi.

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CARA MICHELE  - LA SOCIETA' DEI PESCI ROSSI - Pennarello e matite su carta - cm 73x51 MAZZOLI pittura0150 

Sino al 1° ottobre le opere finaliste del Premio Marchionni saranno esposte nella prestigiosa sede dell’Archivio Lazzaro di Milano. E’ questa la seconda tappa, dopo la prima nel Museo Ca’ La Ghironda di Bologna, della mostra itinerante che si propone di far conoscere in giro per l’Italia i lavori dei vincitori dell’importante concorso organizzato dal Museo Magmma di Villacidro e dalla Fondazione di Sardegna.

L’inaugurazione della nuova esposizione è avvenuta giovedì 22 settembre: la serata, condotta dalla giornalista e critica Alessandra Radaelli (che è anche curatrice del catalogo della mostra), è stata anche l’occasione per premiare Juan Eugenio Ochoa e Francesco Altomare,  i due vincitori rispettivamente per la sezione pittura e grafica, che a giugno non hanno potuto essere presenti alla proclamazione.

L’esposizione allestita a Milano propone i lavori dei primi 30 selezionati (15 per ciascuna sezione) al  Premio Marchionni 2016. Oltre alle opere di Ochoa e Altomare, si tratta dei lavori di: Liliana Cecchin, Doria Sharra e Lutfie Bejko (vincitori anche di una residenza d’artista), Dario Maglionico, Francesco Zefferino, Andrea Ciresola, Tiziana Marzialetti e Giancarlo De Gennaro (vincitori di una menzione speciale), Morgan Zangrossi, Andrea Savazzi, Max Mazzoli, Luca Dalmazio, Giuseppe Cacciatore, Francesco Tromba, Simone Prudente, Tonino Mattu e Davide Prevosto, per la sezione Pittura.  Per la sezione grafica saranno invece in mostra le opere di: Giovanni Timpani, Daniela Savini, Massimiliano Kornmuller, Peppe Denaro, Sergey Bunkov, Enza Viceconte, Sabato Panico, Fernando Di Stefano e Michele Cara.

Il Premio Marchionni è stato istituito per ricordare la figura di Dino Marchionni, sopraffino incisore che nel 1954 lasciò la sua Urbino per insegnare a Villacidro, dove rimase fino alla fine della sua vita.