Lo spettacolo “Voglio farvi piangere – una tragedia artigianale” andrà in scena all’Exart di Cagliari dal 21 al 25 e dal 27 al 30 settembre.
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“Voglio farvi piangere – una tragedia artigianale” è il titolo del nuovo spettacolo scritto e diretto da Elio Turno Arthemalle, che andrà in scena da mercoledì 21 a domenica 25 e da mercoledì 27 a venerdì 30 settembre all’Exart, in piazzetta Dettori 9 a Cagliari, con inizio alle ore 21.00 (ingresso 10 euro).
La produzione, firmata dalla compagnia Teatro Impossibile, si avvale dei costumi di Salvatore Aresu, gli allestimenti di Luca Carta, la scenotecnica di Pietro Rais, il suono di Francesco Medda, la direzione tecnica e la consulenza drammaturgica di Felice Colucci e la direzione organizzativa di Emanuela Lai.
Nel centro storico della nostra città di provincia, uno sconosciuto ferma le persone che incontra per strada e inizia a parlare. Racconta la sua vita, trancia giudizi su tutto e tutti: è torrenziale, inarrestabile, insopportabile. Sta male, e non lo nasconde. Qualcuno, tra i passanti, dice di averlo conosciuto da giovane. Un tempo era un artista dicono. Ora, a cinquant’anni, è un barbone.
Più in là, tre amici nel pieno della rituale bevuta settimanale. E poi un uomo che vive una situazione ai limiti della sopportazione umana, e aspetta un aiuto che potrebbe salvarlo da una morte quasi sicura. Per lui è questione di secondi.
In “Voglio farvi piangere – una tragedia artigianale” Elio Turno Arthemalle torna al monologo e i personaggi che individua nella folla festante prendono corpo e vita in un teatro vuoto, senza luci, senza impianti. Il pubblico non vedrà altri che lui, dal momento in cui metterà piede in teatro sino a quando uscirà. Perché Arthemalle gestirà la biglietteria, accoglierà il pubblico, lo riaccompagnerà all’uscita. Non chiede e non vuole collaborazioni, concentrato sull’unico obiettivo di questo lavoro: riuscire a far piangere il pubblico.
«È, forse, la cosa più cruda, sgradevole e aggressiva che abbia mai scritto – spiega l’artista -. E sicuramente è la più sincera, quella in cui rabbia e amore vero cercano un linguaggio, non si nascondono dietro i segni.»
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