22 December, 2024
HomeRegioneImmigrazioneA Sant’Elia va in scena il dramma dei migranti, la performance “Poseidonia” a cura di Rosaria Straffalaci e Pietrina Atzori.

A Sant’Elia va in scena il dramma dei migranti, la performance “Poseidonia” a cura di Rosaria Straffalaci e Pietrina Atzori.

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Si chiama Poseidonia la perfomance costruita da Rosaria Straffalaci (Assemini) e Pietrina Atzori (San Sperate) con l’attrice Mixa Fortuna andata in scena domenica 23 ottobre alle 7.30 del mattino al mercato di Sant’Elia. Si tratta di un progetto dotato di diverse sfaccettature che vanno dall’aspetto sociale a quello etico-morale passando da quello nutrizionale, toccando anche delle punte di spiritualità, verrà presentato interamente il 12 novembre ad Alig’Art – Lazzaretto di Sant’Elia,  evento organizzato da Susteneble Happynes.Performance

La profuga arriva con il peschereccio, si alza, lacerata dalle ferite, consumata dal mare e gravida. La profuga inizia a dimenarsi, a piangere, a ridere istericamente. Raccoglie tutti i detriti che sono davanti a lei, portati dal mare. Se li strofina addosso fino a che alcuni di questi diventano parte integrante del suo abbigliamento. Sicinge il capo con una corona di fil di ferro arrugginito. Trova un bicchierino di plastica dove era stato consumato un caffè e se ne nutre leccando lo zucchero rimasto sul fondo. A questo punto è di nuovo a terra svenuta. Il pescatore la raccoglie, la carica nel bagagliaio dell’auto insieme al pescatore del giorno e la portano al mercato rionale del pesce della domenica a Sant’Elia. La profuga viene dunque adagiata sopra una bancarella del pesce in vendita con un cartello “offerta 35 euro”.

La maggior parte degli spettatori, comuni passanti, sono ignari, non sanno che si tratta di una perfomance. Le reazioni sono molteplici: dalla paura al pianto all’allarmismo (qualcuno ha persino chiamato l’ambulanza) alla presa di coscienza – ecco, questa è la realtà di oggi – esclama una donna del pubblico incuriosito.

La profuga rimasta per almeno tre quarti d’ora immobile, sembrava morta. I pesci freschi agonizzanti strisciano sul suo corpo fino all’emissione di un forte urlo, cui seguono alcuni passi della donna verso la ruota del mezzo che l’aveva condotta fino a lì, raggiunta la quale sviene di nuovo.

Come nasce l’idea? Perché Poseidonia?

«L’idea – dichiara l’artista Rosaria Straffalaci – nasce da Mimma, la mia mamma che vedendo le continue immagini di sbarchi di migranti una sera mi disse: “Ma ti rendi conto di come è cambiato il mondo? Oggi gli animali mangiano gli uomini. Non mangerò più pesci”. Le sue affermazioni, il suo rifiuto di non voler mangiare più i pesci, hanno fatto scattare nella mia mente un’immagine precisa. Ho visto la scena e l’ho sentita forte. Ne ho dunque parlato con Pietrina Atzori, artista tessile di San Sperate, e da lì abbiamo insieme costruito la perfomance “Poseidonia”. Poseidonia, l’alga che è nutrimento e ossigeno del mare e anche donna. È anche Poseidon, al maschile, il Dio del mare. Abbiamo scelto di mettere sotto gli occhi di tutti – aggiunge l’artista Straffalaci – la realtà così com’è, abbiamo voluto scuotere gli animi ma, anche gridare. Lo abbiamo fatto raccogliendo attraverso immagini e filmati le reazioni più svariate del pubblico. Ovviamente, ci tengo a menzionarlo – conclude Rosaria Straffalaci – senza il contributo del pescatore Orlando Masala e la Cooperativa Pescatori Porticciolo di Sant’Elia, questa perfomance sarebbe rimasta un’utopia.»

L’abito della migrante è stato realizzato da Pietrina Atzori, il trucco da Rosaria Straffalaci. Hanno collaborato al progetto i fotografi Ivan Bravi e Donatello Tore; riprese video a cura di Maura Angioi.

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Nel ponte del 1° no

giampaolo.cirronis@gmail.com

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