Nuovo patto tra Regione e mondo dell’agricoltura per il governo dei territori rurali della Sardegna.
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L’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu nel corso dell’incontro che si è tenuto a Stintino su ‘Agricoltura 2.0: il cambiamento degli scenari nazionali e internazionali come piattaforma della nuova Coldiretti 2.0’, promosso dall’associazione di categoria, ha annunciato che è stato avviato il lavoro per individuare le norme per un corretto governo del territorio, con particolare riferimento alle zone rurali vocate allo sviluppo delle imprese agricole.
Cristiano Erriu ha citato alcuni esempi di criticità legati a disposizioni normative di tutela «che tendono a cristallizzare alcune aree particolarmente vocate per la produzione agricola, legandole indissolubilmente al passato, senza possibilità di guardare al presente e al futuro. Penso, per esempio, a vasti territori che furono oggetto di bonifiche, i quali sono molto fertili ma dove non è consentita la realizzazione di investimenti destinati a sviluppare quella stessa agricoltura che si prefiggono di tutelare. Una contraddizione che cercheremo di risolvere attraverso la nuova legge di governo del territorio».
L’assessore Erriu ha sottolineato l’esigenza di «dover far convivere la tutela del paesaggio con le esigenze di sviluppo anche economico del territorio, naturalmente con le dovute cautele. Ecco perché abbiamo avviato il confronto e la discussione con il mondo della produzione: la realtà delle imprese agricole in Sardegna è importante e addirittura strategica. Dobbiamo passare dalla logica del lotto minimo fisso a quella del lotto minimo funzionale, legato al tipo di utilizzo del suolo e delle finalità agricole ad esso legate. È una sfida culturale decisiva che può consentire alla Sardegna di fare un enorme passo avanti, se le nuove norme sono scritte bene. Vogliamo scriverle con tutti i soggetti che partecipano ai processi di sviluppo».
«Dopo l’approvazione della legge sugli enti locali – ha detto ancora Cristiano Erriu – stiamo mettendo a punto un piano di riordino degli enti intermedi fortemente centrato sulle Unioni di Comuni, che d’ora in poi saranno dotati di pianta organica e chiamati a gestire nuovi servizi e nuove funzioni. Tra questi figurano anche molti spazi di lavoro comune nei quali sperimentare un nuovo rapporto di collaborazione tra enti locali e mondo dell’agricoltura, come l’agricoltura sociale, la manutenzione del territorio, lo sfalcio della viabilità provinciale e rurale. Insomma, cambiano gli scenari e si prospetta la crescita di un nuovo contesto fecondo di opportunità.»
L’assessore Erriu ha poi posto l’accento sulle potenzialità di sviluppo degli ambiti rurali. «È fondamentale una stretta collaborazione tra Comuni, Regione (attraverso Forestas) e privati: penso a un progetto serio sulle aree boscate destinate alle attività agro-silvo-pastorale. Dobbiamo superare le contrapposizioni e ragionare insieme, con un confronto anche forte purché sia costruttivo nell’interesse della collettività. Ritengo che sia importante anche il completamento della Carta d’uso dei suoli, che consentirà di sfruttare al meglio le aree agricole».
Cristiano Erriu ha citato alcuni esempi di criticità legati a disposizioni normative di tutela «che tendono a cristallizzare alcune aree particolarmente vocate per la produzione agricola, legandole indissolubilmente al passato, senza possibilità di guardare al presente e al futuro. Penso, per esempio, a vasti territori che furono oggetto di bonifiche, i quali sono molto fertili ma dove non è consentita la realizzazione di investimenti destinati a sviluppare quella stessa agricoltura che si prefiggono di tutelare. Una contraddizione che cercheremo di risolvere attraverso la nuova legge di governo del territorio».
L’assessore Erriu ha sottolineato l’esigenza di «dover far convivere la tutela del paesaggio con le esigenze di sviluppo anche economico del territorio, naturalmente con le dovute cautele. Ecco perché abbiamo avviato il confronto e la discussione con il mondo della produzione: la realtà delle imprese agricole in Sardegna è importante e addirittura strategica. Dobbiamo passare dalla logica del lotto minimo fisso a quella del lotto minimo funzionale, legato al tipo di utilizzo del suolo e delle finalità agricole ad esso legate. È una sfida culturale decisiva che può consentire alla Sardegna di fare un enorme passo avanti, se le nuove norme sono scritte bene. Vogliamo scriverle con tutti i soggetti che partecipano ai processi di sviluppo».
«Dopo l’approvazione della legge sugli enti locali – ha detto ancora Cristiano Erriu – stiamo mettendo a punto un piano di riordino degli enti intermedi fortemente centrato sulle Unioni di Comuni, che d’ora in poi saranno dotati di pianta organica e chiamati a gestire nuovi servizi e nuove funzioni. Tra questi figurano anche molti spazi di lavoro comune nei quali sperimentare un nuovo rapporto di collaborazione tra enti locali e mondo dell’agricoltura, come l’agricoltura sociale, la manutenzione del territorio, lo sfalcio della viabilità provinciale e rurale. Insomma, cambiano gli scenari e si prospetta la crescita di un nuovo contesto fecondo di opportunità.»
L’assessore Erriu ha poi posto l’accento sulle potenzialità di sviluppo degli ambiti rurali. «È fondamentale una stretta collaborazione tra Comuni, Regione (attraverso Forestas) e privati: penso a un progetto serio sulle aree boscate destinate alle attività agro-silvo-pastorale. Dobbiamo superare le contrapposizioni e ragionare insieme, con un confronto anche forte purché sia costruttivo nell’interesse della collettività. Ritengo che sia importante anche il completamento della Carta d’uso dei suoli, che consentirà di sfruttare al meglio le aree agricole».
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