18 July, 2024
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Soffre, lotta ma alla fine vince ancora la Sulcispes Sant’Antioco, che al PalaGiacomoCabras riesce a regolare anche il Serramanna (78-66 il finale). Per gli antiochensi, com’era no  stato difficile prevedere, è stata una partita tutt’altro che semplice: i campidanesi, giunti in laguna imbattuti (due vittorie nelle due partite giocate, hanno dato filo da torcere a Massidda e compagni, arrendendosi solo nel finale dopo un primo tempo pressoché dominato.

A partire meglio, infatti, sono stati i serramannesi, trascinati dalla vena offensiva di Perra (alla fine top scorer della partita con 31 punti). Chiuso il primo quarto in vantaggio sul +6 (12-18), gli ospiti hanno aumentato il margine nel corso dei secondi dieci minuti di gioco, approfittando di una difesa sulcitana incerta. All’intervallo lungo, il tabellone luminoso del PalaGiacomoCabras recitava così 30-46 in favore del Serramanna, un vantaggio dalle dimensioni inattese, ma senz’altro meritato.

Negli spogliatoi, però, coach Andrea Masini ha suonato la carica e nel secondo tempo è scesa in campo un’altra Sulcispes. La zona 3-2 schierata dagli isolani, infatti, ha messo in seria difficoltà l’attacco degli uomini di Porcedda. Così, realizzando sia in contropiede che dal pitturato con i lunghi Cuccu e Righetti, la Sulcispes ha pian piano costruito la sua rimonta, 28 a 7 il parziale del 3° quarto, ripresa la testa della gara nelle battute conclusive del terzo quarto (58-53 al 30’),  ha poi mantenuto le redini nel finale, conducendo in porto il terzo successo stagionale.

«Il primo tempo non è stato certo positivo – ha detto Andrea Masini -, ancora dobbiamo capire che la difesa e l’intensità sono due fattori per noi imprescindibili. Quando si difende bene, anche l’attacco va in automatico. Viceversa, le partite si complicano. E non è detto che si riescano sempre a mettere in piedi delle rimonte come quella di oggi.»   

Sulcispes Sant’Antioco – Pol. Atletica Serramanna 78-66 (1° tempo 30-46).

Sulcispes: Piras, Cavassa, Basciu, Massidda 9, Markovic 7, Righetti 15, Fox Layne 18, Farci 13, Peloso, Cuccu 16. Allenatore: Masini.

Serramanna: Inconi 9, Secci 2, Carboni 2, Perra 31, Cadelano 9, Assorgia 3, Ortu, Pia 6, Frongia, Caredda 4. Allenatore: Porcedda.

Parziali dei 4 quarti: 12-18; 18-28; 28-7, 20-13.

Arbitri: Claudio Piras di Quartu Sant’Elena e Federica Aresu di Cagliari.

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Il Carbonia Calcio a 5 ospita il Carloforte nella prima giornata del nuovo campionato di serie C2 di calcio a 5 maschile. La partita avrà inizio alle ore 17.00 sul campo del Palazzetto dello sport di via delle Cernitrici.

Il campionato ha avuto ieri due anticipi che hanno registrato la vittoria della Kosmoto Monastir sulla South West Sport, con il punteggio di 6 a 3, ed il pareggio tra Virtus San Sperate e Calcio a 5 Gonnesa, terminata sul punteggio di 5 a 5. Questo pomeriggio, sempre con inizio alle 17.00, si gioca anche la quarta partita della prima giornata, tra Gonnosfanadiga e Norbio Futsal. Osserva un turno di riposo la Is Bonus Is Malus.

Palazzetto dello sport di Carbonia

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Magliona Omar-1 copiaSala Lepori Iglesias

E’ in programma questo pomeriggio, alle 17.00, nella Sala Lepori di Iglesias, un incontro dedicato a tutti i piloti, scuderie, commissari, giornalisti ed appassionati per la costituzione di un comitato che si impegni a far rinascere le gare in salita che ormai mancano da diversi anni dai nostri calendari sportivi regionali, in primis la nota Iglesias Sant’Angelo già in programma per il prossimo 14 maggio 2017. Relatore dell’incontro sarà Kikko Tornatore.

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Non è necessario mettersi in viaggio per scoprire la Sardegna, nel ponte di inizio novembre. Anche perché, a Cagliari, sono ben 5 le giornate dedicate alle ricette e all’artigianato della millenaria tradizione sarda. Dal 29 ottobre al 2 novembre c’è il bis di InvitaS, il porto di Cagliari si trasforma in un’imponente “galleria dell’Isola” all’aperto. Oltre 700 persone impegnate nell’organizzazione, 150 gli espositori da tutte le Province e ben 7 aree food con cucina a vista e 500 posti a sedere. Dal pane ai dolci, passando per piatti di mare, funghi, carne e formaggio arrosto del “re dei funghi” del Letizia di Nuxis, Manuele Fanutza. C’è spazio per le preferenze alimentari di tutti, inclusi i vegani. Sono già particolarità della cucina sarda, alle quali si aggiungono di diritto su mazzamurru con porchettone a cura di Damiano Basciu, il pilau di Calasetta dello chef Tony Porseo e il pesce fritto di Angelo Ibba e Gianfranco Piras, la purpuzza alla barbarcina, su pani lentu e il pecorino arrosto di Mario Dessolis, oltre all’olio, il miele e i croccantini della sposa, il cascà di Carloforte e le birre artigianali.

Anche l’occhio vuole la sua parte: l’associazione Primavera Sulcitana lo sa bene, ecco perché nella porta-cartolina di Cagliari stanno già scaldando i motori molti progagonisti della Sardegna, pronti a far trionfare il folklore. Nicola Agus e le sue launeddas, lo sport nuragico di Daniele Manca, i bronzetti di Andrea Loddo. Ancora: i mamuthones e issohadores di Mamoiada e i boes e merdules di Ottana, tutte unicità sarde pronte a stregare i tantissimi visitatori attesi. Le sfilate di abiti tipici, grazie all’impegno dell’associazione Sant’Efis e Le Fruste del Campidano, entrambe di Monserrato. Le minatrici, le janas e le tessitrici a cura dell’associazione Libera, le rappresentazioni sul Rinascimento con in prima linea il Marchesato di Villasor. Lungo tutte le 5 giornate garantita anche la musica dal vivo e le dimostrazioni, negli stand, della lavorazione di pane, pasta, fomaggio e ricotta, oltre all’impagliatura delle sedie e lo sconfinato artigianato sardo.

Ogni giorno è una festa continua, al porto di Cagliari.Lo start, in grande stile, è sabato 29 ottobre, alle 11.00, con la parata composta da una rappresentanza di ogni settore presente a InvitaS. Dopo il discorso delle autorità, spazio a “su cumbidu”, con l’offerta di dolcetti a tutti i presenti. Per gli eventi speciali, proprio in  occasione della festa-ricordo dei morti, “Is Animeddas e su mortu mortu”: il 31 ottobre e 1 novembre festa per bambini – aperta a tutti – con dolcetti, noci, melograni e mandarini offerti per onorare quella che è una tra le tante tradizioni della terra dei 4 mori. Il “villaggio sardo” chiude i battenti la sera del 2 novembre.

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Arrigo Miglio copia

Sono stati numerosi gli argomenti all’ordine del giorno della Conferenza Episcopale Sarda riunita sotto la presidenza di S.E. Mons. Arrigo Miglio presso il Seminario Regionale a Cagliari, nei giorni 17-18 ottobre scorsi.

“Orientamenti generali sul ruolo dei Padrini e delle Madrine” e l’introduzione dei “testimoni” nei sacramenti del Battesimo e della Cresima. E’ stato uno degli argomenti trattati dalla Conferenza, sfociato poi in un documento a firma di tutti i Vescovi, rivolto ai sacerdoti e alle comunità parrocchiali della Sardegna. E’ un tema molto sentito, e spesso fonte di malumori e malintesi nelle parrocchie e nelle relazioni tra parroci e fedeli. Gli orientamenti contengono alcune considerazioni di carattere generale sul significato e l’importanza di queste figure, nel contesto di una “formazione permanente dei cristiani”, in una pastorale non più finalizzata soltanto «all’amministrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana» dentro una Chiesa fatta di “cristiani autentici, non solo di battezzati”. Tale funzione nel tempo si è appannata, perdendo significato e finalità originali, per ridursi a mera tradizione sociale e parentale. Il documento, lungi dall’assecondare tale tendenza, vuole riaffermarne la portata e l’importanza «quale segno efficace della partecipazione del popolo di Dio alla crescita spirituale dei fedeli».

«Per questo – aggiungono i Vescovi – la scelta del padrino e della madrina va fatta curando che sia persona matura nella fede, rappresentativa della comunità, approvata dal parroco, capace di accompagnare il candidato nel cammino verso i sacramenti e di seguirlo nel resto della vita con il sostegno e l’esempio.»

I Vescovi richiamano anche le norme del Codice di diritto Canonico dove è previsto che «i padrini e le madrine vengono assegnati al battezzando e al cresimando solo quando ciò sia possibile».

Tuttavia, fatte tali dovute precisazioni, i Vescovi aggiungono: «Quando la persona che si desidera designare come padrino o madrina manca di qualcuno dei requisiti necessari, tale persona può essere designata come testimone, secondo una prassi già in atto in molte Chiese locali, e prevista dal documento CEI sulla catechesi e l’annuncio» (CEI, (Incontriamo Gesù, n. 70). Anche i testimoni, tuttavia, «pur non avendo i requisiti prescritti esprimono pur sempre una positiva vicinanza parentale, affettiva ed educativa». Ogni Vescovo per la propria diocesi accompagnerà questo documento con un decreto in cui vengono le fissate modalità concrete con cui inserire, quando necessario, il testimone nel contesto della celebrazione.

Con il nuovo Preside della Facoltà Teologica della Sardegna, Padre Francesco Maceri, ci si è soffermati sulle principali questioni riguardanti la vita e l’attività dell’Ateneo, tracciando le linee portanti del prossimo futuro, relativamente sia al corpo docente interessato da diversi avvicendamenti, sia al percorso accademico. In particolare si è voluto sottolineare il ruolo della stessa Facoltà nel tessuto ecclesiale e culturale dell’intera Regione, tenendo anche conto che alla stessa Facoltà sono legati gli Istituti Superiori di Scienze Religiose di Cagliari con l’“Euromediterraneo” di Tempio e Sassari.

Con il Rettore, don Antonio Mura, e l’equipe educativa del Seminario Regionale Sardo sono stati toccati i punti salienti del progetto formativo e il programma di massima del nuovo anno.

La 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Cagliari. Si è parlato anche di questo importante evento nazionale che si terrà a Cagliari nei giorni 26-29 ottobre 2017, dal titolo “quale lavoro vogliamo?”, con particolare attenzione ai giovani a precarietà sia occupazionale che culturale e sociale.

E’ la seconda volta che l’assise nazionale si terrà in Sardegna, dopo il 1957. A cura del Coordinamento Regionale per la pastorale sociale e del lavoro, con il coordinamento di don Giulio Madeddu, si terranno sei laboratori seminariali su altrettanti temi, nelle diverse zone della Sardegna: Cagliari, per la diocesi di Cagliari, Oristano, per la diocesi di Oristano e Ales-Terralba, Iglesias, Nuoro per Nuoro e Lanusei, Sassari per Sassari e Alghero, Olbia per Tempio-Ampurias e Ozieri.

Infine, la Conferenza, su proposta dell’arcivescovo di Cagliari, Monsignor Arrigo Miglio, che ha presentato anche un profilo biografico, ha dato il proprio nulla osta all’introduzione del processo canonico diocesano per la beatificazione del sacerdote don Antonio LOI, della Diocesi di Iglesias, ma nativo di Decimoputzu, dove morì giovanissimo, dopo dolorosa malattia, nel 1964.

+ Sebastiano Sanguinetti

Segretario C.E.S.

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E’ in programma il 28 ottobre il secondo appuntamento della rassegna dell’Associazione Figli D’Arte Medas “Storytelling 2016 – anno secondo”, a Cagliari nella sede della Fondazione di Sardegna. Si racconterà “Canale 16 – La tragedia del Moby Prince”, alla presenza di Luchino Chessa, in rappresentanza dell’Associazione “10 Aprile – Familiari Vittime Moby Prince”.

L’Associazione Figli D’Arte Medas lancia una sfida e con “Storytelling 2016- anno secondo” si assume il compito e la responsabilità di liberare dalla comunicazione tradizionale quattro fatti di cronaca importanti, sviscerandoli davanti agli occhi degli spettatori tramite immagini, video, brani giornalistici, brani letterali, narrazioni da vivo, interviste ai protagonisti (reali o interpretati) delle storie.
L’intento di Storytelling 2016 è quello di celebrare l’informazione indipendente senza fare teatro, senza fare televisione, senza fare narrazione ma giocando con queste “grammatiche” per realizzare qualcosa di nuovo.
È un esperimento, una sorta di sincretismo tra le varie forme di comunicazione per offrire un’informazione alternativa che porti al cuore pulsante dei fatti.

Sono 4 date, 4 fatti di cronaca caratterizzati da punti oscuri e misteri irrisolti, in cui il comune denominatore è sempre la Sardegna.

Data la natura sperimentale dell’evento, è stata scelta una location che ne rispecchiasse lo spirito alternativo. E’, dunque, la Fondazione di Sardegna ad ospitare l’iniziativa nell’atrio della propria sede di Cagliari, alle ore 21.00,
La rassegna è iniziata il 14 ottobre con  “Il rapimento di De André”; dopo l’appuntamento del 28 ottobre con “Canale 16: la tragedia del Moby Prince”, gli altri due sono in programma  venerdì 11 novembre “Pagina bianca: Feltrinelli, la Sardegna e Simon Mossa” e venerdì 25 novembre, “Gisella Orrù: il mistero”.
Il palazzo della Fondazione è situato nel centro storico di Cagliari a ridosso del quartiere di Castello. All’interno dell’edificio è presente una collezione di opere d’arte contemporanea dei maggiori esponenti del Novecento sardo.
La sede è in Via San Salvatore da Horta, 2, Cagliari.

Gianluca Medas.

Gianluca Medas.

 

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Conservatorio 

Triplo appuntamento lunedì 24 ottobre con la programmazione del Conservatorio di Cagliari. Per il “Festival degli strumenti antichi”, organizzato dal Dipartimento di musica antica, alle 18.30 nell’aula magna dell’istituzione musicale cagliaritana (in piazza Porrino) la musicologa Myriam Quaquero illustrerà i misteri e le meraviglie delle Variazioni Goldberg di J.S. Bach. La conferenza sarà seguita alle 21.00, nella chiesa di San Michele, nel quartiere Stampace, da un concerto del clavicembalista Fernando De Luca, che omaggerà il grande musicista tedesco Johann Jacob Froberger nel 400° anniversario della nascita.

Prosegue anche il “VI Festival pianistico del Conservatorio”, quest’anno dedicato alla figura di Ferruccio Busoni nel 150° anniversario della nascita: sempre alle 18.30, ma negli spazi dell’Auditorium, il pianista Marcello Calabrò sarà protagonista di un concerto incentrato su musiche di Bach/Busoni e Fryderik Chopin.

Il “Festival pianistico” è organizzato dai dipartimenti “Strumenti a Tastiera” e “Teoria e Analisi, Composizione, Direzione e Musicologia”, in collaborazione col dipartimento di “Musiche d’insieme”.

L’ingresso agli appuntamenti è libero e gratuito.

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La ferma presa di posizione del Consiglio comunale di Carbonia contro la chiusura del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Sirai ha provocato altrettanto ferme reazioni da parte degli amministratori comunali di Iglesias.

Mauro Usai, presidente del Consiglio comunale di Iglesias, ha preso posizione pubblicando un post nel suo profilo facebook.

«Dal 2003 ad oggi sono stati spesi milioni di euro per la ristrutturazione dell’ospedale CTO – scrive Mauro Usai -. Parliamo di investimenti mirati alla realizzazione di reparti specifici e non di una scatola vuota pronta ad accogliere qualsiasi reparto. Quando parliamo di ospedali, infatti, parliamo di strutture progettate con criterio. Ai finanziamenti per la ristrutturazione corrispondono dei piani sanitari.
In questo caso parliamo di una fetta importante di soldi e servizi destinati all’ospedale CTO per la realizzazione del polo materno infantile: dall’assistenza della mamma in gravidanza alla pediatria.»
«Un anno fa – aggiunge Mauro Usai – fu trasferito tutto a Carbonia per via del fatto che il CTO ancora non fosse pronto ad accogliere i reparti. Oggi i lavori sono conclusi e finalmente quei finanziamenti pubblici trovano la loro naturale giustificazione. Non solo per quanto riguarda il polo materno infantile, ma per tutti gli altri reparti destinati al nuovo CTO. Se così non fosse, ci troveremmo davanti ad un evidente spreco di denaro pubblico. Per questo il Consiglio Comunale di Iglesias all’unanimità ha espresso una posizione lucida, consapevole, ed equilibrata, scrivendo all’assessore Arru.»
«Oggi avere i doppioni non serve a nessuno. Avere un’offerta sanitaria equilibrata nel territorio significa migliorare la qualità dei servizi e fare rete tra i territori attraendo le migliori professionalità. La posizione di Carbonia è comprensibile ma evidentemente poco razionale.
Mi auguro che il Commissario, l’assessore Luigi Arru e il presidente Francesco Pigliaru mantengano gli impegni presi un anno fa con tutti noi.
In caso contrario ci troveremmo davanti al chiaro esempio di come, se si alza la voce e si fa casino, si ottengono i risultati.
Questo non è accettabile – conclude Mauro Usai – per chi ricopre incarichi nelle istituzioni ed è eletto dal popolo per rappresentare le nostre comunità.»

CTO Iglesias 1 copiaMauro Usai x Facebook copia

 

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Può iniziare il processo canonico diocesano per la beatificazione di don Antonio Loi, sacerdote originario di Decimoputzu, morto nel 1965. Lo ha stabilito la Conferenza episcopale sarda, su proposta dell’arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio, nel corso dell’ultima assemblea, svoltasi il 17 e 18 ottobre scorsi.

Promotore della causa è il Seminario regionale sardo, di cui don Loi fu alunno nella seconda metà degli anni ’50. L’iter è affidato al Tribunale ecclesiastico di Cagliari, presieduto da don Luca Venturelli, e il ruolo di postulatore per la fase diocesana sarà ricoperto da don Fabrizio Deidda.

«Che io sia, o Gesù, sacerdote secondo il tuo Cuore». L’aveva scritto don Antonio Loi, ancora giovanissimo, tra i suoi appunti. Poche parole, ma forti e significative, che avrebbero segnato la sua vita, interamente dedicata al sacerdozio e alla santità.

Antonio Loi nacque a Decimoputzu il 6 dicembre 1936. Ancora alle elementari, espresse chiaramente la sua vocazione di diventare sacerdote. A tredici anni entrò nel Seminario di Iglesias e nel 1954 nel Seminario regionale di Cuglieri dove proseguì gli studi e si impegnò in numerose attività, ponendosi sempre a servizio degli altri. Sette anni dopo, era il mese di febbraio, ebbe inizio il suo calvario. Operato alle tonsille e più volte ricoverato, solo due anni più tardi gli fu diagnosticato il male che lo affliggeva: linfogranuloma maligno, incurabile, mortale. Antonio si affidò completamente a Dio ed il suo desiderio più grande, nonostante le difficoltà nel proseguire gli studi, rimase il diventare sacerdote. Giovanni Pirastru, suo vescovo, inoltrò la richiesta a Roma per la dispensa da parte della competente Congregazione vaticana. La risposta di Paolo VI si fece attendere solo qualche settimana: il 21 settembre 1963, Antonio Loi divenne sacerdote e due giorni dopo celebrò la sua prima messa nel suo paese natale.

La sua missione e l’offerta di se stesso, tra continue sofferenze e ricoveri, durarono venti mesi. «Sento il desiderio prepotente – scrisse nel suo diario – di saltare giù dal letto per correre a salvare tante anime, devo lavorare fino all’esaurimento di me stesso». E così avvenne, arrivando a celebrare messa stando seduto sul letto.

Una mattina di fine maggio del 1965 chiamò attorno al letto i suoi cari e li confortò, parlando loro di ciò che sarebbe avvenuto di lì a breve. Gli fu amministrata l’Unzione degli Infermi. A mezzogiorno esclamò: «Cantiamo insieme». E don Antonio, sul letto di morte, distrutto dal tumore, a 28 anni, intonò il canto del Te Deum. Benedisse tutti i presenti, che recitavano il rosario. Al «Gloria» dell’ultimo mistero glorioso, don Antonio tornò alla casa del Padre. Erano le 17.00 del 29 maggio 1965.

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La Asl 7 ha chiuso le iscrizioni al corso sulla farmacovigilanza che si terrà in due moduli, il 27 ottobre e il 17 novembre 2016, presso l’Aula didattica “G. Fiorentino”  dell’ospedale Sirai di Carbonia, per raggiunto numero di partecipanti.

Alla luce delle nuove normative in materia di farmacovigilanza, si è resa indispensabile la sensibilizzazione di tutti gli operatori sanitari, ospedalieri e territoriali, con un evento formativo articolato su due moduli che si pone come obiettivo quello di incentivare e promuovere il concetto del buon uso del farmaco anche attraverso la segnalazione delle sospette reazioni avverse.

Il Buon uso del Farmaco e l’individuazione dell’evento avverso si traduce, infatti, in termini di safety del paziente e si ripercuote sulle valutazioni farmaco-economiche.
 Mettendo a confronto le varie figure professionali sanitarie, è possibile creare una vera e propria rete aziendale di Farmacovigilanza, generando un corretto percorso di attività in grado di raggiungere e superare il Gold Standard delle segnalazioni di sospetta reazione avverse.

Il Corso ECM (15 crediti) organizzato dal Centro Regionale FarmacoVigilanza in collaborazione con l’Ufficio Formazione a Qualità della ASL di Carbonia, è destinato a Medici, Farmacisti e Infermieri.

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