19 November, 2024
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«Un’altra chiusura pesante che va a colpire il Servizio sanitario regionale e per giunta nel territorio che senza dubbio più di qualunque altro in Sardegna accusa i problemi di isolamento geografico e di collegamenti.»

Lo afferma Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori Sardi.

«Alte le proteste. Ma mentre in altri casi si tratta solo di rivendicazionismi locali di stampo prettamente campanilistico – aggiunge Michele Cossa – la chiusura dell’ospedale di La Maddalena mette a serio rischio vite umane, soprattutto vite di giovani donne e di bambine e bambini.»

«E tutto viene fatto senza alcuna spiegazione scientifica, senza nessuno sforzo di elaborazione culturale alternativa, senza numeri a supporto: la Giunta e la maggioranza sembrano guidati solo da una visione ragionieristica, tesa unicamente a un (presunto) risparmio. Almeno se ci dicessero quanto si risparmia avremmo un termine per valutare convenienza o meno dell’operazione. Ma niente – conclude Michele Cossa -, si chiude e basta. Tutto ciò è inaccettabile.»

Traghetti a La Maddalena 2 copia

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L’evento che si svolgerà la prossima settimana lungo le strade del centro/nord Sardegna rappresenta un appuntamento imperdibile per i tantissimi appassionati di motori nell’isola: le migliori auto da rally che hanno gareggiato negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta scenderanno sulle strade in perfetta tenuta, guidate da fortissimi piloti dell’epoca che gareggeranno insieme a collezionisti (e quindi proprietari di queste fantastiche auto) e altri appassionati di comprovata esperienza che hanno deciso di partecipare alla prima edizione dell’International Sardaigne Historic Rally organizzato dall’A.S. Bocche di Bonifacio Racing di Vittorio Carlino insieme all’ex pilota corso Yves Loubet. Stamattina il rally è stato presentato ufficialmente nell’aeroporto Costa Smeralda alla presenza degli organizzatori, del sindaco di Palau Francesco Pala e dell’assessore al Turismo di Palau Maria Piera Pes.

Si partirà martedì 18 ottobre da Palau: la cittadina costiera sarà il centro organizzativo della gara. Auto e piloti saranno impegnati in durissime corse in Gallura, Anglona, nel Sinis, in Barbagia e nel Monteacuto fino al 22 ottobre, giorno in cui si svolgeranno le ultime due prove speciali e, a seguire, il ritorno a Palau per la premiazione. In programma 4 tappe di cui le prime tre su terra e la quarta su asfalto per un totale di 20 prove speciali per oltre 300 chilometri cronometrati sui 1.350 chilometri complessivi. «Intendiamo privilegiare lo spettacolo – ha dichiarato stamattina l’organizzatore Vittorio Carlino – e fare in modo che si riviva il rally di un tempo, non solo tramite le auto e i piloti ma anche nel modo di correre e di rapportarsi col territorio: liberamente, senza eccessivi ostacoli con gli spettatori, e con la massima semplicità. Ci sembra anche l’approccio più efficace per riavvicinare il rally alle persone e viceversa.»

Le macchine in gara hanno fatto la storia dell’automobilismo nel Novecento, non solo a livello sportivo ma anche e soprattutto nel più ampio contesto sociale e culturale. Nomi come l’Alfetta, la Ford Escort, la R5, la Porsche 911, l’incredibile Renault Gordini richiamano immediatamente immagini in bianco e nero o in giallo Polaroid, scolpite nella memoria. E queste sono solo alcune delle auto che gli spettatori potranno ammirare, così come potranno applaudire alcuni velocissimi rallisti di quegli anni: tra gli iscritti, infatti, figurano ex campioni delle rispettive Nazioni, oltre a ex piloti di fama internazionale. Ci saranno, tra gli altri, i belgi Philipe Gache al volante di una Ford e Gregorie De Mevius, Nissan; l’argentino Jorge Perez su Ford, il tedesco Bernard Munster, Porsche e l’altro belga Chistophe Jacob su Madza RX7. Spiega  l’organizzatore Yves Loubet: «Tutti gli iscritti sono piloti molto veloci, la metà sono ex campioni, l’altra metà sono appassionati che, dopo una vita di lavoro, si possono permettere ora un’auto da rally d’epoca e vogliono sperimentare quel che si provava a gareggiare tanti anni fa. Sarà come stare in un museo, ma in movimento, non statico, e perciò molto più divertente e affascinante».

Settanta auto iscritte, centoquaranta tra piloti ed equipaggi, più un team di sei persone in media per ciascuna vettura: il Sardaigne historic rally sta portando nell’isola circa 500 persone, a ottobre. La pianificazione in bassa stagione turistica di una manifestazione internazionale di grande prestigio rappresenta ovviamente una ottima occasione per generare ulteriori flussi economici nelle strutture ricettive interessate. I partecipanti all’International Sardaigne Historic Rally hanno altissime (per qualcuno, infinite) capacità di spesa e l’isola quindi potrà giovarsi di un evento sportivo che crea notevoli opportunità turistiche.

Martedì 18 ottobre, prologo a La Prugnola, di 9,34 km, con la prima vettura che partirà alle 14,54. A seguire la speciale di San Giacomo, di 18,46 km, e il riordino ad Arzachena.

Mercoledì 19 ottobre, seconda giornata di gara: in programma le speciali di Osilo-Tergu, Sa Ruinosa, di 14,11 km (con lo start della prima vettura alle 9,25), la Erula-Tula (Fiorani) di 12,66, quindi la seconda speciale sulla Osilo-Tergu, sempre di 14,11. Il riordino è fissato a Erula. nel pomeriggio nuovo giro di lancette e altre due speciali, con la Erula-Tula, e la terza speciale sulla Osilo-Tergu. Il parco chiuso sarà sistemato a Castelsardo.

Giovedì le gare si spostano nell’Oristanese: alle 9,56 parte la Sinis 1, di 14,99 km, nel territorio di Mogorella, dove spesso Petter Solberg testava la sua Subaru Impreza WRC. A seguire la Grighine 1 di 21,64 km e il riordino di Cabras. Nel pomeriggio Sinis 2, Grighine 2 e parco chiuso a Oliena.

Venerdì si torna al nord, nel Monteacuto. In programma la Bitti-Buddusò, Pedru Pintu, di 14,12 km, la Sos Nurattolos, Nuraghe Ruiu, di 14,85, e la Sa Conchedda-Monte Lerno, la speciale più lunga del rally, tutta da guidare con i suoi 22,36 km. Dopo il riordino di Pattada, nel pomeriggio si replica sempre con la Bitti-Buddusò, la Sos Nurattolos, e la Sa Conchedda-Monte Lerno. Il parco chiuso è a Palau.

Sabato ultimo giorno di corsa, tutta in Gallura. In programma le ultime due speciali di Prugnola e San Giacomo, e l’arrivo di Palau.

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Domani, venerdì 14 ottobre, dalle 17.30 alle 18.00 il Parco delle emozioni a Molentargius ospita la performance “Gap generation” di Margherita Margarita e Margherita Delitala. A seguire, “Andromaca da Racine” di Marion Constantin e, alle 18.30, la performance di Camilla Soru. Un trittico di alto profilo artistico e scenico, ricco di suggestioni e perfettamente integrato con l’idea di un’area di pregio naturalistico unica e capace di attrarre i cittadini. Gli eventi rientrano nell’edizione 2016 del Performing Art Festival. La manifestazione – 1/16 ottobre – coinvolge Cagliari, Assemini, Quartu, Selargius, Assemini, Elmas e Capoterra.

Comica e attraente la performance scritta e interpretata da Margherita Margarita e Margherita Delitala, con Carla Puggioni e Carlo Onnis, e Valentina Cuomo, coglie nel segno. “Gap generation” si basa sul famoso format americano Futurama in cui si racconta l’evoluzione della emancipazione femminile nel corso dei secoli.

Sabato 15, al Parco delle emozioni di Molentargius, dalle 15.00 alle 16.30, appuntamento per “Vivere il Parco-Sartiglia in bicicletta”. Alle 17.00 si tiene lo spettacolo dell’associazione Amenoché dal titolo “Andare a teatro”, con regia di Anna Lussu, interpretato da Caterina Anna Melis e Massimo Steri, racconta le dinamiche di coppia di coniugi durante i preparativi per andare a teatro. In luce aspetti sociali ed epocali che colpiscono lo spettatore.

Dalle 17.30 si svolge la festa africana “Guney Africa” con Giorgio Delrio: ritmi e danze dell’Africa dell’ovest per trasmettere la conoscenza della cultura tradizionale dell’area. Il gruppo coglie nel segno. A seguire, alle 18.20, una degustazione africana.

Domenica 16, a Elmas, con partenza da via Gili Acquas, alle 9.00 prende il via l’escursione di Birdwatching nella laguna di Santa Gilla. L’evento è organizzato da Legambiente, Cagliari.

Performing art festival si chiude con gli eventi concorso Cosplay, premiazioni e degustazione asiatica.

L’arte di interpretare gli atteggiamenti di un personaggio noto indossandone il costume è il Cosplay (da costum-costume e play-recitare, interpretare). Per la maggior parte adotta personaggi tratti da manga, film, fumetti, tv. L’Akròama propone Cosplayer che si esibiscono in micro-scene teatrali da loro stessi ideate e concorreranno per la migliora Performance attoriale. I vincitori di questi premi speciali avranno diritto ad un anno alla Scuola d’arte drammatica di Cagliari.

Territorio e cittadini per un festival stellare. Il Performing Art Festival è l’elegante cornice del Parco Metropolitano. Un mosaico che unisce Cagliari, Quartu, Quartucciu, Capoterra, Assemini, Elmas e Selargius. Una storia in comune, legata alle saline e ai paesaggi. Molentargius e Santa Gilla, oasi di protezione faunistica, zone umide tutelate, siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale. Il Parco è un’opportunità di sviluppo e rafforzamento dell’area metropolitana di Cagliari, sostenuta dalla Regione, con al centro il Teatro delle Saline. Da qui, l’idea del Performing Art Festival: un contenitore di un programma artistico che avvicina il teatro alla natura, ed entrambi ai cittadini. Con l’area di Molentargius sede di spettacoli, danze e canzoni. Performances ed esibizioni che catturano. Emozioni che approdano seguendo i valori naturalistici e l’eco-sostenibilità anche nei Comuni dell’area vasta metropolitana.

Gap Generation1 guneyafrica Camilla Soru 2 Marion Constantin 1 -Photographe Melanie Lagavardan

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InvitaS 2016

La pentola della seconda edizione dell’evento che racchiude in un sol colpo una larghissima fetta della promozione della Sardegna continua a bollire. Dal 29 ottobre al 2 novembre i 7mila metri quadri dell’area portuale si trasformano in un villaggio dai mille colori e sapori. E proprio la prima giornata, in agenda c’è un tanto particolare quanto indimenticabile taglio del nastro. Tutti, ma proprio tutti i protagonisti presenti – espositori, uomini e donne vestiti con i costumi e le maschere tipiche sarde – danno vita a una parata inaugurale in grande stile. Divisi per gruppi e settori specifici, in una maxi sfilata di presentazione lungo tutto il percorso, vista mare, dell’appuntamento imbastito dall’associazione Primavera Sulcitana. La mattinata dello start inizia alle 11.00. Gli espositori, muniti di un cestino con dentro i loro prodotti esclusivi, mettono in mostra loro stessi e le loro unicità. Poi, spazio ai saluti delle istituzioni e a seguire il grande momento, caratterizzante, di InvitaS: “Su cumbidu”. Le donne, vestite rigorosamente con gli abiti della tradizione della Sardegna, offrono a tutti i presenti dei dolcetti. Un vero e proprio rito di benvenuto all’appuntamento che riesce a far brillare tutta la Sardegna, offrendo una ricca presenza di tutti i territori. Dal “re dei funghi e dei fornelli” di Nuxis, Manuele Fanutza, alle maschere della tradizione barbaricina. Ancora, le janas, minatrici e tessitrici di Maria Lai, così come le associazioni Sant’Efis di Monserrato e Le fruste del Campidano, e ancora i gruppi folk di Teulada, Settimo San Pietro e Sinnai. La lista è lunga, ed è in fase di ultimazione. Tante singole impronte di identità in mostra, che si uniscono e formano un “percorso continuo”, destinato a durare lungo tutto il fittissimo calendario di appuntamenti a cavallo tra ottobre e novembre.

E, tra food e tradizioni, le cinque giornate di InvitaS continuano ad ingrossarsi di presenze di alto livello. Dalle Janas dell’associazione “Libera” all’associazione Castello Siviller Marchesato di Villasor, ai Mamuthones e Issohadores di Mamoiada ai Boes e Merdules di Ottana, dai teatranti della compagnia “La Clessidra di Carbonia”, ai balestrieri e sbandieratori che sono pronti a far piombare il pubblico nella magica atmosfera del Medioevo. Tutto nella stupenda cornice del porto del capoluogo sardo, tutto a costo zero. Piena conferma anche per un’altra novità del bis di InvitaS, ovvero la festa per bambini (ma aperta anche agli adulti) di “Is Animeddas e su mortu mortu”: il 31 ottobre e 1 novembre il fulcro della tradizione sarda del culto dei morti è l’occasione per una scorpacciata di noci, mandarini, melograni e dolcetti locali. Ogni giorno è possibile “perdersi” tra i tanti stand presenti ed assaporare tantissimi prodotti sardi, con dimostrazioni gratuite della lavorazione della pasta e della semola, del formaggio e della ricotta, del pane, oltre all’impagliatura delle sedie, la lavorazione della pelle ed il blasonatissimo artigianato isolano. E l’area dedicata alla “cura del palato”, con molti posti a sedere a disposizione. Un panorama da sogno tanto di giorno quanto di sera, in un’area esclusiva e che viene valorizzata al massimo, con la piena garanzia di comodità e relax per i visitatori.

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gruppo convegno sacerdoti 2016 relazione sigismondi

Il profilo del “prete normale” e le regole di vita per rimanere tale sono stati delineati oggi, durante la seconda giornata del Convegno regionale dei sacerdoti, in corso di svolgimento a Orosei. Non martiri ma “servi premurosi”, che si lasceranno guidare dalla vita semplice, umile e libera. «Uno solo deve essere l’obiettivo sacerdotale – secondo il vescovo di Foligno Gualtiero Sigismondi, primo relatore dei lavori – la salvezza delle anime a lui affidate, e in quest’opera mettere tutta la sua santità». Il “primatista” dell’attenzione al prossimo è il prete che «ha il coraggio di discutere con Dio e di intercedere per la salvezza del suo popolo ha aggiunto monsignor Sigismondi di fronte a una platea di oltre 200 sacerdoti e “teologi” del seminario regionale sardo.

Anche i preti, come tutti, hanno bisogno di una regola per rimanere nel “seminato pastorale” e per fare della comunione con Dio l’essenza del ministero sacerdotale.

Sono sette i punti programmatici e gli impegni quotidiani del “buon prete” indicati da monsignor Mauro Morfino ai sacerdoti sardi. Al primo posto l’eucaristia, fonte e culmine della vita del sacerdote. A seguire il ministero della parola, del perdono nel sacramento della penitenza, la preghiera liturgica e personale, il celibato, l’organizzazione del tempo e l’uso dei beni secondo le esigenze della povertà evangelica.

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Luigi Arru 2

La commissione Sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha ascoltato i rappresentanti regionali dei laboratori di analisi chimico-cliniche e l’assessore Luigi Arru per un esame “incrociato” delle problematiche del settore, alla luce dei nuovi indirizzi predisposti dalla Giunta regionale.

A nome della Federlab Enrico Tinti ha ricordato che, a seguito del recente accordo Stato-Regioni, la Giunta ha emanato una delibera «che modifica profondamente i requisiti per l’accreditamento delle strutture e pone significativi paletti sul volume delle prestazioni». «Ciò comporta  – ha spiegato – soglie molto alte delle stesse prestazioni (200.000 l’anno) che per la Sardegna non sono sostenibili, anche per rapporto fra popolazione e strutture di analisi che è il più elevato d’Italia». «Inoltre – ha sottolineato – non è realistico pensare che in un solo anno si possano portare a termine processi di aggregazione in un tessuto di imprese medio-piccole, molto diversificato sul territorio; chiediamo sia il ridimensionamento delle soglie che una tempistica adeguata alla creazione di nuove reti di impresa». Tinti, in conclusione, ha messo in guardia la commissione dalla nuova tendenza nazionale ed europea di dare vita ai cosiddetti supermarket delle analisi: «Forse ci sarebbero vantaggi sui costi, ma danni altrettanto certi all’indotto e, soprattutto, al rapporto col paziente».

Francesco Cogoni, della Assolab, ha ribadito l’importanza del rapporto fra strutture di analisi e territorio segnalando alla commissione che «i laboratori operano in molte realtà medio-piccole della Sardegna dove non c’è la presenza delle Asl, un dato di specificità di cui la programmazione sanitaria regionale deve tener conto».

E’sbagliato, secondo Paolo Loddo della Sapmi, «associare i laboratori di analisi ad un generico concetto di malasanità, anzi bisogna ricordare che il settore ha subito negli anni tagli del 60% sulle prestazioni e che spesso i budget assegnati vengono esauriti nei primi 15 giorni del mese, segno che bisogna ridiscutere con urgenza il tariffario regionale».

Francesco Spissu della Mednet, infine, ha annunciato che a breve scadenza sarà consegnato alla commissione un documento comune della categoria, rilanciando poi la preoccupazione diffusa delle imprese del settore per gli accorpamenti in vista »che metterebbero a rischio il mantenimento dei requisiti di accreditamento per le singola strutture».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Luca Pizzuto (Sel), Fabrizio Anedda (Misto), Augusto Cherchi (Pds), Giorgio Oppi (Udc), Rosella Pinna e Luigi Ruggeri (Pd), Alessandra Zedda (Forza Italia) e Michele Cossa (Riformatori).

Nella seconda parte della seduta si è sviluppato un serrato confronto fra la commissione e l’assessore della sanità Luigi Arru.

Lorenzo Cozzolino, del Pd, ha messo l’accento sulla insostenibilità della soglia di 200.000 prestazioni per la Sardegna «dove i laboratori effettuano una media annuale inferiore alle 60.000 prestazioni». Il consigliere del Pd ha quindi auspicato una profonda revisione della delibera della Giunta, «sia perché lo stesso accordo con lo Stato lascia autonomia decisionale alle singole Regioni e, nel nostro caso, dobbiamo usarla fino in fondo, sia perché le stesse direttive nazionali del Ministero della Salute privilegiano la strada del miglioramento dei processi organizzativi rispetto a quella dei tagli lineari».

Considerazioni analoghe a quelle di Cozzolino sono state espresse, con diverse sottolineature, dai consiglieri Alessandra Zedda ed Edoardo Tocco (Forza Italia), Augusto Cherchi (Pds), Luca Pizzuto (Sel) e Fabrizio Anedda (Misto).

Nella sua replica l’assessore Arru ha manifestato apertura per una “rimodulazione intelligente” della libera, anche nell’ambito della definizione della nuova rete ospedaliera, purché «si mantenga l’obiettivo di fondo di migliorare la qualità del servizio e l’efficienza delle strutture». «Non dimentichiamo – ha ricordato – che in questi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante anche nella diagnostica e la stessa soglia delle 200.000 prestazioni emerge dalla letteratura scientifica». Detto questo, ha concluso, «nessuno vuole chiudere niente però dobbiamo essere consapevoli, tenendo conto anche che le stesse prestazioni in Sardegna costano il doppio rispetto al resto d’Italia e che siamo in piano di rientro, siamo al centro di un processo di cambiamento che, pur nella sua gradualità, è irreversibile».

L’assessore, come annunciato nella precedente riunione, ha fornito un rapporto dettagliato sulla situazione dei laboratori di analisi in Sardegna. In base ai dati riferiti al 2015, i laboratori privati attivi che forniscono prestazioni al servizio sanitario regionale sono 53, per un volume complessivo di oltre 3,6 milioni di prestazioni ed una media di circa 68.000 esami per struttura (nessuno laboratorio ha raggiunto la soglia di 200.000). I lavoratori occupati sono circa 450, principalmente biologi (119) e tecnici di laboratorio (57), più altre figure professionali come infermieri, medici, ausiliari ed amministrativi.

Su questi ed altri dati, compresa una mappa articolata delle strutture sul territorio regionale, si svilupperà il lavoro della commissione nelle prossime sedute.

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Tre giornate intense e proficue. Foriere di eccellenti opzioni per l’intera popolazione universitaria e per le eccellenze dell’ateneo di Cagliari a confronto con alcune delle massime istituzione della Bielorussia. Da giovedì 6 a sabato 9 ottobre, meeting, seminari, lezioni hanno coniugato ricerca applicata e di base, relazioni internazionali, collaborazione con vaste opportunità adeguate alle politiche di sviluppo dell’Università del capoluogo. Di fatto, si è trattato del primo incontro con una delegazione bielorussa della governance d’ateneo guidata dalla rettrice Maria Del Zompo. Nello specifico, si è dibattuto di linee, collaborazioni e strategie di ricerca da svolgere assieme tra Unica e le istituzioni straniere. Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, anche le pro rettrici Annalisa Bonfiglio (Innovazione) e Alessandra Carucci (Internazionalizzazione).

La Bielorussia è stata rappresentata in città da una delegazione di altissimo profilo. Hanno infatti preso parte ai lavori Vladimir Alekseevich Saechnikov (cattedra Fisica e tecnologie aerospaziali – Belarusian State University), Aleksandr Vladimirovich Kilchevskij (segretario generale Accademia delle Scienze), Sergey Anatolevich Zolotoy (direttore Impresa sistemi georeferenziazione – Accademia delle scienze), Raul Alberto Abreu Mant’iyel (ingegnere capo Impresa Sistemi georeferenziazione – Accademia delle scienze), Aleksandr Samuilich (direttore Centro relazioni internazionali – ministero Istruzione) e Valery Tsepkalo (direttore Belarus High Technologies Park – Minsk). All’incontro in Regione, Micaela Morelli (pro rettrice Ricerca scientifica) e Massimo Vanzi (delegato su tematiche aerospaziale – Diee, Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica) hanno rappresentato l’ateneo. Sul tema “Incontro di sviluppo della collaborazione nel settore dell’aerospazio tra Sardegna e Bielorussia”, per il Dass (Distretto aerospaziale della Sardegna) ha preso parte ai lavori il presidente Giacomo Cao. L’incontro ha avuto per protagonisti anche il console onorario della Bielorussia a Cagliari, Giuseppe Carboni, e il segretario della presidenza della Giunta regionale, Marco Sechi.

«La collaborazione in ambito aerospaziale avviata dal nostro ateneo con l’Accademia delle scienze e l’Università statale della Bielorussia è nata con una serie di proposte maturate nei mesi scorsi. L’intesa – spiega il professor Vanzi – si è rivelata da subito molto interessante e appetibile su diversi punti di vista. In particolare su telerilevamento delle risorse idriche, vele solari magnetiche legate alla navigazione nel cosmo, sistemi satellitari di telecomunicazione e fotonica». Gli scienziati bielorussi hanno apprezzato studi e ricerche condotte al Diee dal team di Massimo Vanzi con in prima fila Giovanna Mura, docente di Elettronica. «La collaborazione verte sui sistemi di telecomunicazioni e di geolocalizzazione (Gis), ambiti in cui sono molto competitivi grazie alle infrastrutture terrestri aeree e satellitari. Inoltre, c’è la possibilità per i nostri studenti di prendere parte al lancio di micro satelliti al centro controllo missioni dell’Università di Minsk. La Bielorussia ha eccellenti infrastrutture aerospaziali». Per la professoressa Morelli «si apre con le massime istituzioni bielorusse un’esplorazione di valore nella ricerca di base e applicata. Abbiamo per la prima volta un accordo di rilievo con un canale preferenziale di scambio scientifico tra Sardegna e Bielorussia. Peraltro, siamo all’opera per fare nel 2018 a Minsk la conferenza internazionale sull’affidabilità della fotonica per lo spazio». 

Curato dai docenti del Diee, Fabrizio Pilo, Daniele Giusto e Massimo Barbaro, l’aula multifunzionale “Lidia” – ha ospitato una lettura magistrale di Valery Tsepkalo. Il direttore del Belarus High technologies park – già ministro Affari Esteri e ambasciatore della Bielorussia negli Stati Uniti – ha illustrato agli studenti dell’ateneo di Cagliari il tema “Futuro e prospettive dell’Ict a livello mondiale”. L’High tech park di Minsk è realtà all’avanguardia in Europa. Visitato di recente anche da Vladimir Putin e Angela Merkel, dal  2005 sviluppa l’industria del software e fornisce, anche con un sistema di agevolazioni fiscali, uno speciale ambiente business alle compagnie del settore. Il Parco ospita 152 aziende (per metà straniere, tra queste Google, Microsoft, Coca Cola, British Telecom, Mitzubishi, Peugeot, Vodafone, Nokia, Sony), occupa dodicimila programmatori, ha clienti in 61 Paesi, fattura oltre un miliardo di dollari ogni anno e ha una quota di esportazione del 91,5 per cento. Le Apps prodotte nel Parco (tra cui Viaden Media di Apple) hanno oltre 7 milioni di utenti.

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E’ stata inaugurata questa mattina, sul piazzale antistante la sede della Direzione della ASL, la nuova unità mobile di raccolta sangue della Asl 7 di Carbonia.
Il mezzo, è dotato delle più moderne tecnologie; sarà in grado di garantire – insieme ai centri trasfusionali di Carbonia e Iglesias e al prezioso sostegno delle Associazioni – la copertura su tutto il territorio provinciale, rispondendo così a qualsiasi esigenza di raccolta.
L’autoemoteca, acquistata con fondi regionali per un costo totale di circa 200mila euro, è lunga circa 12 metri; è composto da una stanza visite completa, una sala d’aspetto per la compilazione dei moduli da parte dei donatori, una sala prelievo e una sala ristoro.
Sono presenti tre poltrone prelievo che possono ruotare per permettere di prelevare nel punto migliore: ogni postazione è dotata di una bilancia interfacciata con il sistema gestionale.
La stanza-ambulatorio è fornita di elettrocardiografo e defibrillatore.
Il veicolo è completamente informatizzato per cui comunica direttamente con la struttura trasfusionale. La dotazione organica destinata all’autoemoteca è composta da dirigenti medici e Infermieri qualificati dal Direttore della Struttura trasfusionale.
Il progetto è stato presentato nella sala riunioni del Centro direzionale di via Dalmazia, dal commissario straordinario della Asl 7 Antonio Onnis, il direttore sanitario Silvio Maggetti ed il direttore dell’UO Medicina trasfusionale Angelo Zuccarelli. Presenti i rappresentanti delle associazioni di volontariato coinvolte: AVIS, VDS Iglesias e FIDAS Domusnovas, con le quali la Asl 7 collabora intensamente per le attività di raccolta sangue.
L’inaugurazione è stata anche l’occasione per rinnovare l’appello ai nostri cittadini a compiere un gesto di generosa solidarietà.
Nella Asl 7 si raccolgono oltre 7.000 unità di sangue all’anno, In alcuni periodi dell’anno, in linea con ciò che avviene in tutta Italia, le scorte diminuiscono per cui non si riesce a far fronte alle numerose richieste che aumentano di anno in anno.
La patologia thalassemica è quella che richiede il maggior numero di unità (oltre la metà delle emazie raccolte è destinata a questi pazienti che per la maggior parte sono persone adulte).
Un momento di tregua alla frequente carenza di sangue nel nostro territorio è avvenuto qualche mese fa grazie – oltre che ai donatori abituali della provincia e all’iniziativa congiunta Asl 7 – Comando della Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias. Grazie alla disponibilità di questi giovani la ASL 7 riuscì per un periodo a far fronte alle esigenze interne e a inviare scorte di sangue ad altre strutture trasfusionali dell’isola.
Nel corso della presentazione è stato sottolineato inoltre che la donazione di sangue non comporta alcun rischio per il donatore che oltretutto esegue gratuitamente tanti esami utili per verificare il proprio stato di salute.
Le donazioni possono essere effettuate presso le strutture trasfusionali di Carbonia (tel. 0781 6683457) e Iglesias (tel. 0781 3922854) tutti i giorni feriali dalle ore 8.00 alle ore 12,30.
Per donare il sangue bisogna essere maggiorenni, pesare almeno 50 kg e essere in buono stato di salute. Prima della donazione il donatore verrà valutato da un medico esperto in Medicina trasfusionale. Tutti i donatori riceveranno adeguato ristoro.

Vediamo ora le interviste realizzate al termine dell’inaugurazione, con il commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, e il direttore dell’UO Medicina trasfusionale della Asl 7, Angelo Zuccarelli.

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E’ in programma il prossimo 27 ottobre, dalle ore 16.00 alle ore 19.00, a Nuxis, l’inaugurazione della nuova Comunità psichiatrica ad alta intensità di Codess Sociale, denominata: ‘Sa Nuxi’. Si tratta di una residenza terapeutica riabilitativa per persone adulte in trattamento psichiatrico destinata ad accogliere pazienti per i quali il Centro di Salute Mentale valuta indispensabile l’inserimento residenziale, ed è articolata in due moduli da 8 posti letto ciascuno (per un totale di 16 posti letto residenziali). La comunità, già attiva, si trova a Nuxis in località Su Guventu, all’interno del complesso della già attiva RSA per anziani Sant’Elia; è stata autorizzata al funzionamento il 24 marzo 2014 con determina regionale n. 294 ed è inoltre accreditata dal 31 marzo scorso con determina regionale n. 266. 

Interverranno rappresentanti della Asl 7 e della Regione Sardegna, oltre al sindaco di Nuxis, Roberto Lallai.

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Ancora un presidio organizzato dalla RSU Eurallumina questa mattina, a Cagliari, presso il Servizio valutazioni ambientali dell’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna.

«La RSU, le lavoratrici e i lavoratori Eurallumina – si legge in una nota della RSU, nella quale viene ricostruito il lungo iter della vertenza per il rilancio produttivo dello stabilimento di Portovesme – esprimono l’auspicio per la positiva e celere risoluzione della vertenza ex Alcoa, per i lavoratori, per le loro famiglie, per il consolidamento della filiera dell’alluminio e per il rilancio del comparto industriale tutto, nel suo complesso, situazione che la RSU Eurallumina ha sempre ribadito, in occasione degli incontri svolti a tutti i livelli istituzionali. RSU e lavoratori hanno sempre sollecitato e aderito ad un fronte unitario di azione di rivendicazione territoriale, per tutti i settori produttivi e dei servizi  e nel momento in cui sarà  promossa tale iniziativa, saranno pronti “come sempre” a fare attivamente la loro parte. Non ci siamo mai fermati.»

«Il 15 settembre l’azienda ha consegnato le risposte alle integrazioni richieste, la procedura istruttoria del loro esame, è partita ufficialmente il 29 settembre, e da quel momento è ripartito il conto alla rovescia per l’esito conclusivo e definitivo. La RSU continuerà a monitorare il proseguo della vertenza attraverso interlocuzioni costanti con il Governo, la Regione e gli enti locali, sostenendo a nome di tutti i lavoratori la conclusione positiva dell’iter autorizzativo e per questo verranno messe in campo le appropriate iniziative di mobilitazione. Siamo pronti a dare una ulteriore spinta affinché il verdetto non ci veda penalizzati. Il livello della “Mobilitazione Permanente” verrà adeguata a seconda del risultato che ne scaturirà, come proporzionata sarà la nostra reazione, come sempre fatto, a testa alta, con la determinazione di chi è certo del diritto per cui si batte – conclude la nota della RSU Eurallumina -, senza mai recedere dal raggiungimento dell’obiettivo prefissato: IL LAVORO

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