22 November, 2024
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Nell’Unione europea i deputati chiedono maggiore cooperazione e creazione di forze multinazionali per una difesa comune.

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Nella risoluzione approvata martedì, i deputati propongono di destinare il 2% del PIL alla difesa, di creare forze multinazionali e un quartiere generale operativo UE per pianificare il comando e il controllo delle operazioni comuni e per consentire all’UE di agire laddove la NATO non sia disposta a farlo.

Secondo il Parlamento europeo, il terrorismo e le minacce ibride, l’insicurezza informatica ed energetica, costringono i Paesi UE a intensificare i loro sforzi nel campo della sicurezza e della difesa, aprendo così la strada a un’Unione europea della difesa.

«La nostra Unione non è in grado di affrontare le travolgenti sfide della difesa. Per quasi 30 anni, la maggior parte dei suoi Stati membri ha tagliato i propri bilanci per la difesa, riducendo di fatto le forze armate. La cooperazione tra gli Stati membri è occasionale e l’Europa continua ad affidarsi pesantemente sulle capacità della NATO e sulla solidarietà degli Stati Uniti», ha affermato il relatore Urmas Paet (ALDE, ET), nel dibattito il lunedì. Ha quindi sottolineato che «è arrivato il momento di muoversi verso una politica europea di difesa che funzioni».

La risoluzione sull’Unione europea della difesa, approvata con 369 voti in favore, 255 voti contrari e 70 astensioni, ricorda che negli ultimi anni la situazione della sicurezza all’interno e attorno all’Europa è considerevolmente peggiorata e che nessun Paese è in grado di affrontare da solo. «La solidarietà e la resilienza richiedono all’UE l’adozione di posizioni e azioni comuni e sistematiche».

I deputati desiderano che l’UE risponda più celermente ed efficacemente alle minacce reali e che le forze armate europee lavorino meglio insieme. Le duplicazioni, le sovracapacità e gli ostacoli nel settore degli appalti pubblici conducono a uno spreco stimato in 26,4 miliardi di euro.

I deputati invitano gli Stati membri a effettuare acquisti congiunti per le risorse necessarie alla difesa e a mettere in comune i materiali non letali, come i veicoli e i velivoli per il trasporto. Suggeriscono inoltre l’introduzione di un «Semestre europeo per la difesa, in cui gli Stati membri si consultino circa i reciproci cicli di pianificazione e piani di appalti» e sostengono il rafforzamento del ruolo di coordinamento dell’Agenzia europea per la difesa.

La risoluzione invita il Consiglio europeo a promuovere la creazione di «una politica di difesa comune a livello dell’Unione e a fornire ulteriori risorse finanziarie per assicurarne l’attuazione». 

I deputati incoraggiano la creazione di un quartier generale per la pianificazione, il comando e il controllo efficaci delle operazioni comuni. Gli Stati membri dovrebbero, inoltre, puntare all’obiettivo di destinare alla difesa il 2% del PIL e creare «forze multinazionali all’interno della cooperazione strutturata permanente e a mettere tali forze a disposizione della politica di sicurezza e di difesa comune».

La risoluzione appoggia gli investimenti comunitari proposti in progetti per la difesa «di almeno 90 milioni di euro per il prossimo triennio», suggerendo in seguito un programma europeo di ricerca sulla difesa con una dotazione di 500 milioni di euro all’anno.

I deputati sottolineano che l’UE e la NATO dovrebbero cooperare di più, soprattutto a est e a sud, per fronteggiare le minacce ibride e informatiche, per migliorare la sicurezza marittima e sviluppare le capacità di difesa. Tuttavia, l’UE dovrebbe anche essere pronta ad agire in modo autonomo nei casi in cui la NATO non sia disposta a prendere l’iniziativa.

I deputati discuteranno martedì sera anche un risoluzione distinta sulla sicurezza comune e la politica di difesa comune (PSDC) che sarà poi posta in votazione mercoledì. Il progetto di testo suggerisce una radicale revisione della PSDC e il lancio di un’operazione di addestramento in Iraq per sostenere gli Stati membri coinvolti nella coalizione contro Daesh.

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