19 July, 2024
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E’ un periodo decisamente poco fortunato quello che sta attraversando la Dinamo Banco di Sardegna sia in campionato sia in Champions League. Martedì sera, ancora una volta, la squadra di Federico Pasquini ha perso di un solo punto, con una tripla di Tekele Cotton che, a fil di sirena, ha consegnato il successo al Ludwigsburg (80 a 79, primo tempo 39 a 33 per la Dinamo), al termine di un match combattutissimo.

Due gli attori protagonisti, entrambi a referto con oltre 20 punti: Mvp tra le file sassaresi Dusko Savanovic, a segno con 24 punti, 5 rimbalzi, 1 assist, 1 palla rubata e 8 falli subiti. Serata in grande spolvero anche per Josh Carter, per lui 21 punti, con 3/ 4 da due, 3 rimbalzi e 5 falli subiti. Importante l’apporto italiano in termini di energia e grinta: tanto lavoro sporco è spettato al capitano Jack Devecchi e Brian Sacchetti (8 punti). Ottimo ritorno sul parquet di Lorenzo D’Ercole, bravo a farsi trovare pronto alla chiamata di coach Pasquini: per lui due bombe a segno in un momento topico del match. in una partita non brillante dal punto di vista offensivo, l’apporto alla squadra di Darius Johnson Odom e Trevor Lacey è arrivato sotto altri numeri: 9 assist per il numero uno biancoblu mentre 6 assist e 5 rimbalzi a referto per l’ex Pesaro.

«Dobbiamo andare oltre, è una brutta botta alla nostra fiducia perché secondo me meritavamo di vincere – ha commentato Federico Pasquini -. Dobbiamo tenere duro, essere forti e andare avanti. Guardiamo a Cremona, dobbiamo fare in modo da toglierci la scimmia degli sfigati di dosso, perché quella è la cosa che può fare più male: i giocatori sono compatti, siamo tutti professionisti sappiamo che funziona così e che bisogna guardare con maturità e con il giusto distacco la cosa.»

L’imperativo ora è ritrovare fiducia e concretezza, archiviare le sconfitte e focalizzarsi sulla prossima sfida. Non c’è davvero tempo per buttarsi giù o piangersi addosso, sabato sera è in programma l’appuntamento per la quarta sfida consecutiva al PalaSerradimigni, in campionato, con la Vanoli Cremona. Inizio ore 20.30.

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Furto, ieri mattina, in un esercizio commerciale di Carloforte. La titolare di un negozio alimentare ha denunciato alla stazione dei carabinieri che, tra le 8.30 e le 9.00, approfittando di una sua momentanea assenza, una persona le rubava il portafoglio che aveva riposto sotto il bancone e nel quale era contenuta una discreta somma di danaro che le serviva per pagare una fornitura di generi alimentari. La vittima si è accorta dell’ammanco solo quando, all’arrivo di un corriere che doveva consegnarle della merce, non trovava più il portafoglio. La donna ha ricordato di essersi allontanata solo un attimo per prendere un bicchiere d’acqua per una persona che si trovava all’interno del negozio. Le successive indagini avviate dai carabinieri di Carloforte, non hanno permesso di risalire all’autore del furto, non coperto da assicurazione.

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Neoneli ricorda e rende omaggio al suo più illustre cittadino del passato: Bonaventura Licheri. Questo venerdì (25 novembre), il paese nel Barigadu, in provincia di Oristano, dedica una serata di interventi, riflessioni, letture e canti al poeta vissuto a cavallo tra Sei e Settecento, famoso per la sua vasta produzione di componimenti sacri, e in particolare di “No mi giamedas Maria” e “Sette ispadas de dolore”.

Al centro dell’appuntamento, in programma nella chiesa parrocchiale di San Pietro a partire dalle 17, la presentazione di “Gaudia. Gosos e lodi sacre”, una raccolta di settantaquattro testi di Bonaventura Licheri pubblicata di recente dalla editrice Ilisso di Nuoro, nella collana Bibliotheca Sarda, grazie all’impegno dell’amministrazione comunale neonelese. Intervengono il curatore dell’opera, Mario Cubeddu, insegnante e studioso di storia e tradizioni popolari della Sardegna, l’autore della prefazione Maurizio Virdis, professore di filologia romanza e lingua sarda, Graziano Fois, docente di lettere nei licei, e Giuliana Portas, archivista e operatore linguistico-culturale.

Introdotto dal sindaco di Neoneli Salvatore Cau, l’incontro sarà arricchito dalle letture di versi di Bonaventura Licheri affidate all’attrice e cantante Simonetta Soro, e da un concerto del coro Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu.

La pubblicazione di “Gaudia. Gosos e lodi sacre” corona un percorso intrapreso nel 2011 dal comune di Neoneli, impegnato nella salvaguardia e nella valorizzazione dell’identità e della memoria storica del paese (anche con iniziative come Licanias de Barigadu, la manifestazione enogastronomica e culturale giunta alla settima edizione tra la fine di settembre e i primi di ottobre scorsi), che ha deciso di investire energie e fondi per fare chiarezza sulla figura e l’opera di Bonaventura Licheri: «Celebre, dotto e distintissimo poeta», come lo definì a metà dell’Ottocento il canonico Giovanni Spano in “Canzoni popolari della Sardegna”, dove scriveva altresì che «la maggior parte di lodi di santi che si cantano nel popolo sono composte da lui»; un poeta, ciononostante, poco studiato, e in modo frammentario quando non addirittura errato, sia sotto il profilo biografico che della produzione poetica. A gettare luce sull’uno e sull’altro aspetto, ecco ora le 321 pagine di “Gaudia. Gosos e lodi sacre”.

Nato il 18 gennaio 1668, Sebastiano Antonio Bonaventura Licheri «entra adolescente nel collegio gesuitico di San Michele a Cagliari e qui segue il corso di studi con buoni risultati, sino alla pronuncia dei voti nel 1687″, scrive Mario Cubeddu nelle note che accompagnano il libro. «Nel 1692 è nel Collegio di Sassari, quando decide di lasciare la Compagnia, di tornare a Neoneli e di sposare la giovane Cipriana Polla (…). All’origine dell’abbandono ci sono probabilmente ragioni familiari, dalla perdita della madre amata, nel 1684, alla morte del fratello. Il Licheri vivrà a Neoneli il resto della vita come notabile di paese, stimato e apprezzato come tutore degli orfani e proprietario benestante. Nell’anno 1700 trascrive in un quaderno tutti i testi poetici, gosos, letras, sequenze, litanie, composti sino a quella data. Dal 1714 al 1717, negli anni in cui anche la Sardegna è coinvolta nelle guerre di successione spagnola, ricopre la carica di Ufficiale di Giustizia e Giudice Ordinario del Barigadu de susu. Muore a Neoneli nel 1733». 

Bonaventura Licheri ebbe in vita ampia fama di poeta sacro e i suoi componimenti si diffusero presto in tutta la Sardegna. «Da Sinnai a Bitti, da Cabras a Sedilo, nel corso del Settecento le confraternite e le parrocchie adottano i testi composti dal Licheri per il canto paraliturgico, riconoscendone la superiorità sul piano della poesia, della morale, della teologia». Le sue composizioni «si pongono all’interno di una attività molto intensa, in Sardegna, in un settore della produzione letteraria di tematica e argomento religioso», sottolinea Maurizio Virdis nella sua prefazione: «Questo tipo di scrittura ha una consolidata tradizione dietro di sé, e la lingua sarda mostra una ormai acquisita capacità stilistica che, qui, Bonaventura Licheri mostra di usare in maniera certamente consumata ed esemplare». Le sue «sono composizioni poetico paraliturgiche che lodano il Signore o la Vergine o i Santi; ma il loro schema compositivo può variare di volta in volta, così come lo schema e il genere metrico, e la loro impostazione tesa alla ricezione da parte dei fruitori».  

«È il primo autore espresso dalla Sardegna moderna capace di ottenere l’apprezzamento del ceto colto e semicolto dell’isola, rappresentato in sostanza dal clero», scrive Cubeddu: «Perché i gosos del Licheri sono l’opera di un poeta colto (…) formatosi alla scuola di una poesia religiosa che aveva una lunga storia, strumento usato soprattutto dai Gesuiti nella loro attività missionaria». L’attività poetica di Bonaventura Licheri è quella di “un uomo di cultura il cui scopo è quello di avvicinare al popolo il messaggio evangelico. E il popolo fece proprio questo messaggio al punto da cancellarne l’autore”, mentre “le vicende della vita si confondono presto con elementi leggendari. Per questo è assente da tutti gli studi sulla letteratura della Sardegna, dalla Storia dell’Alziator (…) ai più recenti saggi di Pirodda (…) e Salvatore Tola (…)». Ecco perché «una raccolta organica di tutti i testi che, con sufficiente fondamento, gli possono essere attribuiti come autore, o traduttore, può aiutare a definire ancora meglio la sua figura e a inserire la sua opera nel suo tempo e nella vicenda della poesia in Sardegna”, sottolinea infine Mario Cubeddu nelle note introduttive di “Gaudia. Gosos e lodi sacre.» 

Ma a gettare luce sulla vita e l’opera del poeta neonelese contribuisce anche un’altra recente pubblicazione, “Bonaventura Licheri raccontato dalle fonti archivistiche”: un opuscolo che raccoglie in una settantina di pagine gli esiti del lavoro di un gruppo di esperti – Mariantonietta Piga, Giuliana Portas e Mario Antioco Sanna – con specifiche competenze in materia filologica, glottologica, paleografica e archivistica, appositamente incaricato dal comune di Neoneli, «per eseguire tutte le ricerche necessarie a chiarire i lati ancora misteriosi di questo personaggio», come scrive nella prefazione il sindaco Salvatore Cau. Il primo cittadino spiega bene anche il senso dell’operazione e i motivi che hanno spinto l’amministrazione comunale a investire energie e risorse finanziare nello studio della figura e dell’opera di Bonaventura Licheri: “Ogni paese, anche il più piccolo, anche quello che sembrerebbe il più insignificante, è unico e irripetibile grazie al proprio sostrato culturale e identitario, e acquisire la consapevolezza di essere tali è il primo atto di amore che bisogna avere verso noi stessi. (…) Una frase tratta da una famosa poesia di Martin Luther King recita: ‘Se non puoi essere una via maestra sii un sentiero, ma sii sempre il meglio di ciò che sei’: ecco, io sono consapevole che Neoneli non sia una via maestra, ma di certo è un sentiero dalle molte attrattive. Ognuno di noi dovrebbe essere consapevole di tale fascino, mantenerlo vivo e armonioso curando e coltivando tutti gli aspetti che contribuiscono a renderlo speciale, senza nessun complesso di inferiorità nei confronti di ciò che non ci appartiene».

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San Giovanni Suergiu è in festa per i 100 anni di Eraldo (Francesco all’anagrafe) Secchi. Sono arrivati in tanti, circa duecento, nella sala riunioni dell’agriturismo Agrifoglio, per condividere con lui questo grande traguardo, raggiunto in una condizione davvero invidiabile per la lucidità e le condizioni fisiche che non sono certamente quelle tipiche di un centenario. Al centro della sala una grande torta con il numero 100 di colore rosso, un coro per accompagnare la serata con i canti, presenti le due sorelle e tutti i parenti, tantissimi amici e conoscenti, il sindaco Elvira Usai con quasi tutti gli assessori e i consiglieri comunali, il parroco Antonino Bellu, il presidente dell’Auser Sergio Madeddu che ha letto un lungo messaggio in cui è stata ricostruita la sua lunghissima esperienza di vita, iniziata il 23 novembre 1916.

Questo il testo letto da Sergio Madeddu.

«Siamo in tanti qui riuniti, perché è un’occasione davvero speciale. E’ giusto far presente, che la paura più grande di un anziano è quella di non essere amato, non è il caso di Eraldo, perché questa nutrita presenza dimostra tutto l’affetto di cui gode tra la nostra comunità. 

Una vita lunga un secolo, 1916-2016, l’ambito traguardo dei cento anni. Una vita dura d intensa, povertà, guerra, il suo riscatto con l’assiduità nel lavoro. Tanto amore per la sua famiglia e per la comunità intera.

Francesco all’anagrafe, ma conosciuto e chiamato da tutti Eraldo. E’ nato a Tratalias, il 23 novembre del 1916, la mamma si chiamava Grazia Pinna, il padre Antonio, agente della Guardia di Finanza in servizio all’Isola d’Elba, poi impiegato come daziere nel comune di Narcao, finché non si trasferirono a San Giovanni Suergiu. Otto i figli da sfamare, oltre Eraldo altri due fratelli e cinque sorelle. Dario il più grande, sacerdote molto noto in paese, poi Delia, Anna, Bruna, Fausta, Mario e Maria.

Eraldo ha frequentato le scuole elementari in paese con ottimi voti, la scuola si trovava a fianco dell’ingresso attuale del Municipio che dà verso la piazza. Siamo a metà degli anni ’30, tempi difficili e duri per realtà disastrate come la nostra, segnata dalla povertà e dalla fame. Lui è fortunato, trova lavoro nello stabilimento Samis, in officina elettrica, lì conosce il signor Arturo Manca, maestro operaio elettromeccanico di quel periodo, che lo accompagnerà nel percorso, come lavoratore dipendente prima, poi come socio in diverse altre iniziative.

Nel 1938 la chiamata alle armi, un servizio militare molto lungo, durato sette anni, il congedo nel 1945. Eraldo viene arruolato nell’82° Reggimento Fanteria di Civitavecchia, partecipa all’occupazione lampo della Dalmazia, poi viene impegnato sul fronte occidentale, per contenere una temuta avanzata francese.

Ma la vera prova di guerra, il sergente maggiore Eraldo Secchi l’avrà sul fronte russo, 18 lunghi mesi, trascorsi in prima linea sulle rive del Don, impegnato al comando del Reggimento, al servizio carburanti delle auto carrette, poi come staffetta motociclista. Patisce fame e freddo, ci sono punte di 20-40 gradi sotto zero, i militari hanno una dotazione individuale insufficiente, i viveri sono scarsi, non hanno da ripararsi, sono partiti in giugno con la divisa estiva, la porteranno per tutto l’inverno. In quell’inferno del fronte russo, Eraldo sarà, con la sua classe di leva più fortunato di chi gli darà poi il cambio, ci sarà infatti la disfatta, molti non torneranno più, altri conosceranno la prigionia e la deportazione.

Rientrato in Italia nel 1943, Eraldo trascorrerà altri due anni da militare, nel Battaglione Costiero di Muravera, partecipando alla guerra di liberazione dai tedeschi svoltasi in Sardegna. Avrà il riconoscimento dallo Stato Italiano, sarà decorato con la Croce al Merito di Guerra.

Finito il periodo di ferma, al suo rientro, Eraldo apre una piccola officina con Arturo Manca, insieme mettono insieme il loro ingegno, la loro creatività nelle innovazioni di quel periodo, riparano biciclette, fondo metallo per creare pallini per cartucce, aggiustano motori a scoppio, macchine trebbiatrici ed altro.

Eraldo lavora poi in officina, alle dipendenze della Carbonifera Sarda per un anno, successivamente è alle dipendenze di Brai, fa il trasportatore ed il tassista a Cagliari, sino all’avvio del Mulino Pastificio Brai, dove sarà impiegato per dieci anni, dal 1950 al 1960, come collaboratore stretto, uomo di fiducia. Conosce bene l’impianto, è lui che interviene in tutte le situazioni difficili. Si interessa, inoltre, della distribuzione della farina e dell’approvvigionamento del grano per l’azienda.

Cambia ancora lavoro, gli viene offerta la possibilità di gestire la stazione Agip, un’opportunità che Eraldo non si lascia sfuggire. Gestire l’ìmpianto di rifornimento per quasi trent’anni. E’ proprio lì che mette a frutto le sue potenzialità imprenditoriali. Si lavora dalla mattina presto fino a notte inoltrata, senza interruzioni. Per gestire questa nuova impresa occorrono diverse braccia, si fanno i turni, riesce ad avere 5/6 dipendenti contemporaneamente. Passeranno di lì, alle sue dipendenze, decine di ragazzi e ragazze che si avvicenderanno in questo lavoro. Non si rifornivano solo macchine, si facevano piccole riparazioni, manutenzioni, cambi olio, gomme, c’era l’impianto di lavaggio ed altro.

Ora bisogna però ritornare indietro nel tempo, ai primi anni ’50, per scoprire un’avventura ancora più coinvolgente che ha segnato la vita di Eraldo Secchi. Il fatto è accaduto durante un’escursione nei poderi agricoli, alla ricerca del grano, quando lavorava con Benigno Brai (l’imprenditore agricolo rapito il 19 settembre 1979 e mai tornato a casa, n.d.r.). E’ lì, a Santadi, che conosce Maria Langiu, giovane ragazza del posto, che diventerà sua moglie nel 1955 e dalla quale avrà quattro figli, tre femmine ed un maschio: Valeria, Marta, Marcella ed Antonello. Eraldo e Maria oggi hanno otto nipoti, il più grande è Luca, 34 anni, la più giovane Greta, 21 anni; e tre pronipoti.

Una bellissima storia, per tutta la comunità di San Giovanni Suergiu. Nonno Eraldo è un grande esempio per le nuove generazioni, di forza, coraggio e capacità di affrontare le avversità della vita.

Grazie Eraldo! Grazie per il tuo esempio, grazie per aver voluto festeggiare il tuo centesimo compleanno con gli amici e le persone che ti sono state sempre vicino. Tanti, tanti auguri per continuare a vivere ancora tanti e tanti anni, con l’aiuto di Dio e l’affetto e l’amicizia di tutti noi.»

Pubblichiamo il breve intervento fatto da Eraldo Secchi per ringraziare tutti per l’affetto ricevuto, l’album fotografico completo ed altri tre filmati registrati nel corso della serata: una parte della benedizione di don Antonino Bellu, una parte dell’intervento del sindaco Elvira Usai ed una canzone cantata dal coro e da tutti i presenti.

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La Quinta Commissione del Consiglio regionale ha incontrato i sindacati sulla vertenza Vesuvius, esprimendo «piena solidarietà ai lavoratori e sostegno alla Giunta e al Governo per scongiurare la chiusura dello stabilimento».

I segretari di Cgil, Cisl e Uil Giampiero Manca, Efisio Ibba e Tore Sini hanno illustrato le ultime novità della vertenza che vede a rischio circa 200 posti di lavoro. La multinazionale inglese ha finora respinto la richiesta, avanzata da Regione e Mise, di sospendere la procedura di licenziamento collettivo attivata nelle scorse settimane per i lavoratori dei siti produttivi di Macchiareddu e Avezzano. «L’unico modo per impedire alla multinazionale di delocalizzare la produzione – hanno detto i sindacalisti – è bloccare le commesse italiane. Vesuvius ha, infatti, un contratto con l’Ilva di Taranto per 90 milioni di euro. E’ inaccettabile che una società in attivo decida di mandare a casa i lavoratori e continui a sfruttare il mercato italiano».

La Commissione attenderà l’esito della riunione convocata per il prossimo 1 dicembre al Mise alla quale prenderà parte anche un imprenditore interessato all’acquisizione degli impianti sardi e abruzzesi. «Siamo vicini ai lavoratori – ha detto il presidente Luigi Lotto – la Commissione è pronta ad assumere tutte le iniziative a sostegno della loto vertenza». In caso di esito negativo dell’incontro il parlamentino delle attività produttive potrebbe adottare una risoluzione ad hoc o, in alternativa, presentare un ordine del giorno unitario da far votare in Consiglio.

I lavoratori della Vesuvius di Macchiareddu hanno interrotto la protesta davanti ai cancelli dello stabilimento dopo l’incontro di questa mattina con l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, che si è recata nel sito produttivo per illustrare i prossimi passi che la Regione e il MISE attueranno nella gestione della vicenda.

«Stiamo lavorando quotidianamente accanto al MISE e alle organizzazioni sindacali per scongiurare la chiusura degli impianti e convincere la multinazionale a recedere dalle proprie decisioni e revocare i licenziamenti – ha detto l’assessore Piras -. Proprio ieri è stata avviata anche un’azione di scouting con il ministero dello Sviluppo economico per valutare l’interesse di imprenditori che siano in grado di acquisire gli stabilimenti e proseguire le produzioni. Il primo dicembre, insieme al MISE e alla Regione Abruzzo, incontreremo un primo interlocutore.»

Al termine dell’incontro con i lavoratori e i sindacati, che hanno apprezzato l’intervento dell’assessore e riconosciuto un plauso per il lavoro svolto, il presidio è stato sciolto.

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CGIL, CISL e UIL territoriali di categoria rilanciano la vertenza delle fasce dei dipendenti della Asl 7 di Carbonia. «Nonostante le rassicurazioni ricevute nel corso dell’incontro con il capo di gabinetto della presidenza della Giunta regionale il 6 ottobre a Villa Devoto – si legge in una nota firmata dal segretario generale della Funzione Pubblica CGIL Antonio Congiu, dal segretario generale della CISL funzione pubblica Roberto Fallo e dal segretario generale della UIL funzione pubblica Efisio Aresti – ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna convocazione o notizia circa la soluzione dell’ormai improcrastinabile problema fasce e all’applicazione della legge regionale n° 5/2015.»

CGIL, CISL e UIL territoriali di categoria, per queste ragioni, hanno organizzato una manifestazione sit-in che si terrà lunedì 28 novembre sotto il Palazzo della Giunta regionale, in viale Trento, a Cagliari, per chiedere il rispetto degli impegni assunti e, soprattutto, risposte sulla mancata applicazione della legge regionale n° 5/2015 (normativa contenuta nella finanziaria regionale sul riconoscimento delle fasce).

Per consentire ai lavoratori di raggiungere Cagliari, CGIL, CISL e UIL metteranno a disposizione degli autobus.

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La commissione Sanità ha approvato con i soli voti della maggioranza la manovra di assestamento di bilancio (per la parte relativa al sistema sanitario regionale) contenuta nel disegno di legge n. 382 della Giunta che a breve passerà all’esame del Consiglio.

L’opposizione, attraverso i consiglieri Giorgio Oppi dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori ed Edoardo Tocco di Forza Italia, è intervenuta ad inizio seduta sull’ordine dei lavori annunciando di non voler prendere parte alla seduta e segnalando che, a suo avviso, il mancato rinnovo delle commissioni entro la scadenza fissata dall’art. 9 del Regolamento costituisce “un’anomalia senza precedenti” che, di conseguenza, «determina l’illegittimità degli atti compiuti dagli organismi consiliari». Sul punto, il presidente Raimondo Perra ha replicato ricordando che il presidente del Consiglio, unico organo cui è attribuita la decisione finale sull’interpretazione del Regolamento, ha autorizzato la prosecuzione dei lavori delle commissioni.

Per quanto riguarda il contenuto della manovra di assestamento relativa alla Sanità, il provvedimento è stato illustrato dall’assessore Luigi Arru.

Luigi Arru ha affermato che «l’intervento più consistente prevede la copertura del disavanzo 2015 di oltre 340 milioni attraverso un intervento aggiuntivo di 120 milioni rispetto a quanto già stabilito dalla finanziaria 2016». «Tale intervento – ha spiegato – si rende necessario per rientrare nei parametri del Ministero della Salute, che la Regione deve rispettare essendo sottoposta ad un piano di rientro, che ammettono uno scostamento massimo del 10% fra costi ed entrate». «Inoltre – ha proseguito – la maggiore disponibilità di risorse consentirà al sistema di rispettare i tempi medi dei pagamenti ai fornitori».

«Altri interventi – ha aggiunto ancora Arru – riguarderanno lo stanziamento di 3.370 milioni a favore della Asl 1 di Sassari per i maggiori costi sostenuti a seguito dell’estinzione della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe e relativo trasferimento di funzioni, beni mobili ed immobili e rapporti giuridici attivi e passivi all’azienda sanitaria, e la rimodulazione dell’intervento delle politiche sociali attraverso le leggi di settore, in modo da poter utilizzare anche risorse europee oltre i fondi regionali e nazionali (complessivamente 18 milioni).»|

L’assessore della Sanità si è poi soffermato sul bando europeo istitutivo del servizio di Elisoccorso, annunciando la presentazione di uno specifico emendamento in sede di assestamento di bilancio per accelerare le procedure e perfezionare un accordo con la Regione Lombardia. «Abbiamo fatto questa scelta in condizioni di emergenza – ha precisato Arru – perché rischiavamo uno slittamento del bando di altri 6 mesi, un bando molto complesso e ricco di tecnicalità dal cui buon esito dipende il successo della riforma che abbiamo impostato». «Lo schema di contratto per 9 anni ad un costo complessivo di 90 milioni – ha aggiunto – prevede la dislocazione dei mezzi nelle basi di Alghero, Cagliari ed Olbia (di cui Olbia H24) per assicurare interventi di primo soccorso nel tempo massimo di 20 minuti all’interno di un raggio di copertura di 50 miglia; si tratta di uno schema che potrà essere verificato e migliorato dopo una valutazione dei risultati sul campo».

Nel successivo dibattito hanno preso la parola le consigliere regionali Daniela Forma e Rossella Pinna del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Lorenzo Cozzolino e Luigi Ruggeri ancora del Pd, Fabrizio Anedda del Misto, Emilio Usula dei Rossonori e Luca Pizzuto di Sel.

Le audizioni della commissione proseguiranno domani, alle 9.30, con gli interventi programmati di Anci, Associazioni e Tribunale di Cagliari sulla proposta di legge relativa ad “Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”.

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Arrivano buone notizie sul fronte dell’indebitamento regionale che si riduce di 300 milioni grazie all’estinzione anticipata dei mutui che non prevedono penali ed alla contrazione di un nuovo mutuo a tiraggio con Cassa depositi e prestiti a tassi d’interesse molto bassi. Utilizzato solo quando e se necessario, quest’ultimo consentirà di continuare a pagare le perenzioni, ovvero i vecchi debiti risalenti alle precedenti legislature con Comuni e imprese che potranno così ricevere vere e proprie boccate di ossigeno. Lo prevedono due delibere con un obiettivo comune approvate dall’esecutivo, su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci. Rispetto al 2014, la Giunta è riuscita a ridurre il debito pubblico della Sardegna di 300 milioni, passando dai 1.400 ai 1.100 milioni stimati per il 2016.
Le norme di attuazione dell’articolo 8 dello Statuto, definitivamente approvate dal Consiglio dei ministri a maggio scorso, contengono un grande risultato per la Sardegna: lo Stato non potrà tenere per sé le riserve erariali della nostra regione. Un passaggio che di fatto supera le disposizioni contenute nella Legge di stabilità 2015 che disponeva che le riserve erariali (circa 200 milioni) dovessero essere destinate per 50 milioni alle spese in conto capitale della Regione e per il restante importo alla riduzione del debito regionale e degli Enti locali. La Giunta ha deciso di destinare, comunque, una quota delle riserve erariali 2016 all’estinzione anticipata di mutui regionali particolarmente onerosi (circa 60 milioni) ma che non prevedono penali in caso di recesso anticipato. I rimanenti 90 milioni sono destinati a pagare la quota capitale delle rate di ammortamento del debito regionale in scadenza nel 2016. «È un’operazione molto vantaggiosa per i sardi e per le casse regionali perché riusciamo a liberarci da debiti che hanno tassi d’interesse molto elevati e, nello stesso tempo, a ridurre parte della quota capitale dei mutui che ancora paghiamo», dice l’assessore Paci.
La seconda delibera approvata dalla Giunta autorizza la contrazione del mutuo a tiraggio con Cassa Depositi e Prestiti, consentendo così il completamento della procedura. Nella scorsa Finanziaria era stata inserita l’autorizzazione a contrarre un mutuo “a tiraggio” per un massimo di 500 milioni, del quale potranno essere utilizzate, man mano, solo le quote necessarie a coprire il fondo perenzioni, per poter procedere con i pagamenti. Alle attuali condizioni di mercato, la formula del mutuo a tiraggio si dimostra essere la più conveniente, sia per gli interessi ormai vicini allo zero sia per la formula a tiraggio che permette di attingere al mutuo solo se necessario e senza costi fissi. D’ora in poi il bilancio armonizzato impedirà finalmente la formazione di nuovi debiti perenti perché tutto quello che viene impegnato potrà essere speso. «Abbiamo trovato un Bilancio gravato da 2 miliardi e 700 milioni di euro di perenzioni, ne abbiamo pagate per quasi 200 milioni solo nel 2016 e 773 milioni dall’inizio della legislatura, con l’impegno di cancellare altri vecchi debiti entro la fine dell’anno – spiega l’assessore Paci -. Ricordo che le perenzioni sono debiti vecchi, che risalgono a molti anni fa e che non sono mai stati pagati a Comuni e imprese, lasciando che la situazione peggiorasse anno dopo anno: noi stiamo finalmente facendo ordine e pagando, dando ossigeno alle amministrazioni locali e alle imprese sarde che per anni hanno atteso invano e finanziando infrastrutture».
«Razionalizzazione del debito regionale, eliminazione dei mutui più onerosi e sostituzione con strumenti finanziari a tiraggio più flessibili e convenienti – conclude il vicepresidente della giunta Pigliaru -. É questa la strada più conveniente e vantaggiosa per i sardi, perché alleggeriamo il peso finanziario che grava sulle loro spalle e allo stesso tempo rimettiamo in ordine i conti della Regione, pagando i vecchi debiti. Non un obbligo dunque ma una scelta ponderata, responsabile e consapevole che aiuta i cittadini, le imprese e i comuni sardi».

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Come sarebbe la Sardegna indipendente? E chi la può rendere indipendente? A chi conviene? A chi non conviene? Come si può fare? Di chi bisogna fidarsi e di chi no? Quando si potrà fare? Perché le sarde ed i sardi non votano in massa i partiti indipendentisti?

Di questi temi si parlerà durante la presentazione del libro di Carlo Pala “Idee di Sardegna – Autonomisti, sovranisti, indipendentisti oggi” che si terrà giovedì 24 novembre, dalle ore 18.30 presso la sede del circolo Me-Ti di via Mandrolisai 60. Carlo Pala, studioso dell’Università di Sassari, si confronterà con Amos Cardia (studioso di lingua e cultura sarda) e Gianfranco Bitti (vice presidente del circolo Me-Ti) e con tutti coloro che vorranno partecipare.

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Sabato 26 aprile, alle 19.30, al Teatro Electra di Iglesias, il giovanissimo pianista Niccolò Cafaro terrà un concerto con finalità benefiche. Già vincitore di diversi concorsi pianistici italiani e primo degli italiani alla  prestigiosa “Vladimir Krainev Moscow International Piano Competition“, il musicista ha vinto quest’anno il Primo Concorso nazionale pianistico Città di Iglesias sbaragliando la concorrenza. Il sedicenne pianista suonerà musiche di Brahms, Chopin, Blacher e Bartok.

Il concerto è organizzato dall’Ente Concerti Città di Iglesias in collaborazione con il Rotary Club di Iglesias ed il relativo incasso sarà destinato ad incrementare la somma destinata alle Borse di Studio a favore di ragazzi meritevoli di famiglie disagiate del Concorso Solidarnosu bandito dal Rotary Club di Iglesias.

Il costo del biglietto di ingresso è stato stabilito in 5 euro per favorire la massima partecipazione di pubblico.

Teatro Electra esterno 1concerto