[bing_translator]
020802-N-3580W-001
Arabian Sea (Aug. 2, 2002) — Sailors from the U.S. Navy guided missile destroyer USS Hopper (DDG 70), homeported in Pearl Harbor, Hawaii, and members of the United States Coast Guard (USCG) Law Enforcement Detachment (LEDET) 106 homeported in San Diego, Calif., prepare to board a merchant vessel suspected of smuggling oil out of Iraq. LEDET-106 is currently assigned enforcement tasks aboard USS Hopper. Boarding teams have been conducting Maritime Interception Operations (MIO) searching for contraband cargo aboard merchant ships in the area to support UN sanctions against Iraq. MIO is a coalition effort that enforces United Nations Security Council Resolutions (UNSCR) imposed against the government of Iraq following the 1991 gulf war. The United Nations prohibits cargo originating from Iraq and any imports not accompanied by a U.N. authorization letter. USS Hopper is currently on a regularly scheduled deployment in support of Operation Enduring Freedom. U.S. Navy photo by Chief PhotographerÕs Mate Johnny R. Wilson. (RELEASED)
Il nostro Paese ha sempre rappresentato una penisola ricca di opportunità e, anche se in questo momento noi italiani tendiamo sempre a lamentarci di casa nostra, l’Italia è ancora oggi una meta molto ambita. In special modo per chi scappa da situazioni politiche molto complicate o, peggio ancora, da paesi segnati da conflitti che sterminano quotidianamente migliaia di persone. Questo è appunto il caso dei migranti, che giungono sempre più numerosi presso le nostre coste, un soprattutto se parliamo di regioni come la Sardegna. Da questo punto di vista, il supporto psicologico per queste persone non diventa solo atto dovuto, ma anche un elemento da curare con molta attenzione.
Via dalle difficoltà: la situazione dei migranti
Chi critica l’Italia per la sua benevolenza nei confronti dei migranti probabilmente ignora (volutamente o meno) la loro condizione: queste persone, infatti, non sbarcano sulle coste della Sardegna per vivere alle nostre spalle, ma per salvarsi da situazioni come ad esempio guerre civili o dittature particolarmente violente e crudeli. Per non parlare, poi, delle barriere che i migranti ed i rifugiati politici incontrano una volta giunti in Italia: barriere di carattere linguistico ma anche razziale, considerando tutti i pregiudizi degli italiani nei loro confronti. In questa situazione, dunque, il supporto di uno psicologo si rivela enormemente prezioso.
Lo psicologo dell’immigrazione: ruolo e formazione
Fra tutte le figure professionali destinate ad accogliere i migranti, e a facilitare lo sbarco senza traumi, quella dello psicologo dell’immigrazione è una delle più importanti: questo professionista, infatti, si occupa del supporto psicologico di persone che hanno affrontato traumi di eccezionale portata, ed anche del supporto al personale addetto all’accoglienza, che potrebbe vivere scene umanamente molto toccanti.
Ma quale percorso formativo deve intraprendere chi è interessato a svolgere questa professione? Solitamente, il primo passo per cominciare questa carriera è una laurea in psicologia con un’eventuale specializzazione post laurea in accoglienza rifugiati, tirocini e praticantati. Gli interessati della nostra provincia potrebbero prendere in considerazione il corso di laurea in psicologia fornito dall’ateneo telematico Unicusano: la comodità di questo corso consiste nel fatto che può essere frequentato anche da casa semplicemente attraverso una connessione a Internet e un computer, evitando lunghi spostamenti e permettendo di organizzare lo studio in modo autonomo e ad orari flessibili.
Migranti: quali sono i traumi più comuni?
La prima accoglienza è sempre importantissima per mettere a proprio agio i migranti: il motivo? Innanzitutto per cancellare i ricordi di un viaggio spesso terribile, legato a condizioni inumane e a compagni o familiari morti durante la traversata. Senza poi considerare i problemi psicologici relativi alle vittime di paesi dove imperversano guerre o dittature. Inoltre, da considerare l’importantissimo aspetto dei minori stranieri, spesso imbarcati da soli e dunque potenziali prede della malavita organizzata, come ad esempio accade per le giovani che spesso diventano vittime del giro della prostituzione. Ebbene, lo psicologo dell’immigrazione svolge un ruolo chiave per l’inserimento di queste persone nel tessuto sociale: anche per il fatto di fornire un supporto che sia tagliato su misura per le necessità di ogni singolo migrante.