23 November, 2024
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«Se si dovesse confermare il prezzo del latte ovino a 50 centesimi al litro, in Sardegna fallirebbero 9.000 aziende agricole ovicaprine. Come mai la Regione è completamente assente? L’assessorato dell’Agricoltura esiste ancora? Appare come un esterno e disinteressato al dibattito della problematica, figuriamoci  ad essere il risolutore dei problemi.»

A dirlo è Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Attiva Sardegna e componente dell’ufficio politico nazionale di Italia attiva.

«Con la legge regionale 15 del 2010 la Regione ha affidato all’Agenzia regionale Laore il compito di monitorare le produzioni del latte ovino dei formaggi e seguirne i prezzi sui mercati, perché conoscere questi dati diventa basiliare per impostare strategie per la soluzione delle problematiche che il comparto attraversa – aggiunge Tore Piana -. Come mai il lavoro dell’agenzia LAORE non viene preso in considerazione? LAORE sta svolgendo il compito affidatogli con la LR 15/2010?»

«Se Laore ha raccolto i dati certi, come è possibile che alcuni importanti attori della filiera affermano ipotetiche produzioni di latte stimate in 440 milioni di litri quando poi altri attori della stessa filiera non meno importanti affermano con certezza che le produzioni sono pari a 286 milioni di litri? Si capisce che dare numeri come questi risulta pericoloso e anche lesivo per il mercato. A chi conviene questo gioco? La Regione pur avendo lo strumento operativo, Laore perché non interviene e mette ordine alle notizie incontrollate?

La Regione deve mettere ad un unico tavolo l’intera filiera produttiva e commerciale (allevatori-trasformatori e anche commercianti) tutelando l’anello debole della filiera che è il Pastore/allevatore – aggiunge Tore Piana -. Deve fornire i dati certi sulle produzioni sia di latte che di formaggio e l’andamento dei prezzi, cosi come stabilito dalla L.R. 15/2010. Deve farsi da garante del patto di produzione proposto dal consorzio DOP pecorino romano per la quota massima di produzione quantificata in 225.000 quintali annui Deve riportare le OP (Organizzazioni di Produttori) previste da legge nazionale, dove la Regione può modificare i parametri e riportarli a 30 milioni anziché agli attuali 1,5 milioni attuali. Chiedere e farsi promotrice di interventi presso i ministeri delle Politiche Sociali e del Lavoro per estendere, attraverso bandi pubblici il ritiro, tramite acquisto di formaggio pecorino, come è stato fatto con il parmigiano Reggiano. Bandire dei progetti a bando che finanzino la promozione pubblicitaria alla vendita del pecorino romano in mercati esteri (Giappone). Bandire, attraverso la SIRS e Consorzi Fidi dei finanziamenti per finanziare/rifinanziare le scorte in eccedenza di formaggio accumulate sino alla campagna di produzione 2015/2016 pare quantificati in circa 100mila quintali. Promuovere azioni strutturali, che non siano a spot per coprire solamente le emergenze come sino ad adesso si è fatto, Per far riprendere il comparto considerato strategico per la Sardegna, la Regione del presidente Francesco Pigliaru dovrebbe contattare con il Governo nazionale strumenti e azioni strutturali seri e non di soli annunci come troppo spesso sta accadendo in questi mesi, dovrebbe: Chiedere con forza la diminuzione del costo dell’Energia Elettrica del 30% sia alle aziende agricole sia alle aziende di trasformazione.(immaginate il costo nelle stalle per i macchinari di mungitura che funzionano ad energia elettrica).»

Tore Piana propone, infine, una riduzione del 30% del costo dei carburanti attraverso le accise sia per le aziende agricole che per i mezzi di trasporto del latte dalle stalle ai caseifici.

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La VBA/Olimpia Sant’Antioco ha riscattato subito la prima sconfitta stagionale subita a Sant’Antioco dalla Pallavolo Saronno, espugnando con un perentorio 3-0 il campo della Silvio Pellico Sassari: 17-25, 10-25, 17-25. Il risultato e, soprattutto, i punteggi dei 3 set, fotografano il divario emerso tra le due squadre, nonostante il grande impegno profuso dalla compagine sassarese..

La Silvio Pellico è riuscita a restare in partita fino a metà del primo set, poi la VBA/Olimpia ha migliorato l’efficacia della battuta (in evidenza il capitano Luca Genna) e del contrattacco (Riccardo Muccione su tutti), e con un break pesante ha fatto suo il set con autorità: 25 a 17.

Il secondo set non ha avuto storia, dopo l’iniziale 8 a 6 per i lagunari che hanno allungato con un parziale di 10 a 0 ed hanno lasciato alla Silvio Pellico solo 10 punti.

Reazione d’orgoglio della squadra sassarese nella parte iniziale del terzo set, nella quale, sotto la spinta dei tifosi, hanno condotto fino all’11-9, ma è stato solo un fuoco di paglia, perché la squadra di Graziano Longu ha cambiato marcia ed ha chiuso set e partita con lo stesso punteggio del primo set: 25 a 17.

Con questi 3 punti la VBA/Olimpia risale al quarto posto in compagnia del Granaio Concorezzo (battuto 3 a 0 all’esordio), con 9 punti (frutto di 3 vittorie per 3 a 0 e di una sconfitta per 0 a 3), a 2 punti dai Diavoli Rosa Brugherio e a un solo punto dalla coppia formata da Tipiesse Mokamore Bergamo e Pallavolo Saronnno.

VBA Olimpia Sant’Antioco: Crusca 14, Muccione N. 12; Usai 11, Genna 7, Deserio 6, Muccione R. 2, Granara, Mocci (L). N.e.: Longu F., Longu A., Puggioni, Meleddu, Dalmonte.

Silvio Pellico Sassari: Andria E. 13, Andria A. 8, Bellumori 4, Enrico 2, Galleri 1, Loddo 1, Cuccureddu (L), Fancello, Russo, Gazale, Onesti. N.e.: Vargiu, D’elia, Ardagna.

Giornata nera per la Pol. Sarroch, sconfitta in casa dalla Tipiesse Mokamore Bergamo per 3 a 0 (19-25, 23.25, 12.25) ed amara sconfitta al tie-break per la Pallavolo Olbia sul campo della Ticomm&Promaco Gorgonzola, dove conduceva per 2 set a 0: 22-25, 22.25, 25-14, 25-22, 15-12.

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Il neo consigliere regionale Alfonso Marras (Udc), subentrato a Gianni Tatti, decaduto dal 31 ottobre 2016 per effetto di una decisione giudiziaria. ha giurato nell’Aula di via Roma, a norma dell’articolo 23 dello Statuto speciale.

L’Aula è poi passata all’esame del Regolamento sul Registro regionale dei tumori. Il regolamento è stato illustrato dall’on. Raimondo Perra, presidente della commissione Sanità, secondo cui «non si può prescindere, per la prevenzione, della valutazione dell’incidenza e della tipologia dei tumori. Il registro è un archivio volto a raccogliere, per finalità di studio e di ricerca, tutti i dati relativi ai tumori nel rispetto delle norme sulla tutela delle persone».

Il relatore ha riferito che «lo schema di regolamento della Giunta, trasmesso al garante per la protezione dei dati personali, è stato poi esaminato in commissione Sanità che ha sostanzialmente condiviso il testo del proponente».

Per la discussione generale è intervenuto l’on.Emilio Usula (Rossomori), che ha detto: «Il registro è uno strumento indispensabile di conoscenza, di cui si potranno avvalere gli operatori sanitari ma ancora prima i decisori politici in ordine a tutte le scelte che possono avere conseguenze sulla salute, come le decisioni in materia di ambiente e di industria. Sarà un ottimo strumento di guida: a oggi esistono in Sardegna soltanto il registro di Sassari e quello di Nuoro, con una copertura pari al 43 per cento della popolazione regionale».

Per l’on. Luca Pizzuto (Sel) «oggi c’è da essere orgogliosi perché il Registro è un grande strumento di crescita della nostra isola. Con questa legge stiamo realmente facendo qualcosa di concreto verso di chi oggi vive problemi di salute ed è questo un modo per testimoniare a queste persone la nostra concreta vicinanza».

La Giunta ha espresso un parere favorevole con l’assessore Luigi Arru, che ha detto: «Il garante della privacy Antonello Soro ha detto con orgoglio che la Sardegna è la prima regione ad adottare il registro nel rispetto delle norme sulla tutela dei dati personali. E’ un motivo in più di orgoglio questo nostro regolamento che ha regole chiare, anche organizzative, e che terrà conto delle positive esperienze di Sassari e poi di Nuoro». L’assessore ha aggiunto: «Potremo finalmente monitorare i dati delle cartelle cliniche e incrociarli per studiare i fenomeni epidemiologici. I dati saranno raccolti su base aziendale».

L’Aula ha approvato gli articoli 1, 2, 3, 4. L’on. Lorenzo Cozzolino (Pd) ha presentato un emendamento e ha ricordato che «anche Cagliari ha inviato all’Osservatorio epidemiologico i suoi dati. Tutti i dati dovrebbero essere inviati a Sassari e poi da Sassari a Cagliari. Vorrei capire perché il coordinamento regionale del registro tumori non è all’Ospedale Oncologico di Cagliari. Dite con chiarezza se il coordinamento sarà a Cagliari o a Sassari».

L’assessore Arru ha detto in replica: «L’Oncologico di Cagliari sarà il punto di riferimento della rete oncologica sarda ma non possiamo non tenere conto che negli ’90 la Asl 1 di Sassari ha iniziato a occuparsi per prima del problema. La funzione di coordinamento sarà a Sassari ma non ci saranno problemi di dislocazione fisica perché l’informatica mette a disposizione i dati in tempo reale. Non verrà meno il ruolo dell’area sociosanitaria di Cagliari, con il suo 57 per cento della demografia e della casistica dei tumori sardi».

L’on. Lorenzo Cozzolino ha ritirato l’emendamento e l’articolo è stato approvato.

Così anche l’articolo 5 e poi il 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15 e l’allegato A. Il Regolamento che istituisce il Registro dei tumori è stato approvato in via definitiva.

L’Aula è quindi passata all’esame della mozione n. 267 presentata da tutti i capigruppo sulla paventata chiusura degli uffici postali nelle zone più disagiate della Sardegna a seguito del nuovo piano di privatizzazione e riassetto di Poste Italiane Spa.

Il primo firmatario, Daniele Cocco (Sel) ha illustrato il documento scaturito da un incontro con i sindacati in occasione della manifestazione di protesta tenuta nei giorni scorsi a Cagliari dai dipendenti di Poste Italiane. «Si va verso la privatizzazione della società con la cessione di un ulteriore 30% del pacchetto azionario – ha ricordato Cocco – la procedura potrebbe avere effetti devastanti per la Sardegna con decine di posti di lavoro a rischio e la probabile chiusura di molti uffici postali nei piccoli paesi dell’Isola».

Il documento impegna la Giunta a intervenire con urgenza nei confronti del Governo: «La maggioranza ha sottoscritto un progetto per il rilancio delle zone interne, la Giunta ha presentato un Master Plan per i comuni minori – ha affermato Cocco – le Poste in alcuni centri hanno la stessa importanza degli uffici comunali e delle stazioni dei carabinieri. La procedura di privatizzazione non deve andare avanti, porterebbe ulteriori criticità alla Sardegna, siamo certi che il Presidente Pigliaru interverrà perché venga scongiurato questo rischio».

Antonio Solinas (Pd) ha ricordato che da tempo di sparla di adottare misure finalizzate a bloccare, o almeno attenuare, il fenomeno dello spopolamento delle zone interne. «Giunta e maggioranza, ma credo anche l’opposizione, vogliono dedicare la seconda parte della legislatura al problema dello spopolamento dei piccoli comuni – ha detto Solinas – credo che sia importante che il Consiglio nella sua interezza chieda al Governo nazionale, vista la particolarità orografica della Sardegna, di evitare i tagli ipotizzati da Poste Italiane». Secondo Solinas, gli sforzi della Regione a favore dei piccoli comuni rischiano dei essere vanificati dalla cancellazione di servizi importanti per i cittadini. «La scorsa settimana ad Aritzo abbiamo discusso di zone interne – ha detto il consigliere di maggioranza – il sindaco di quel paese ci ha ricordato che è inutile parlare di lotta allo spopolamento se poi vengono a mancare servizi come la scuola e i trasporti. Sono convinto che i giovani possano continuare a vivere nei piccoli comuni ma servono servizi essenziali per garantire a tutti un vivere dignitoso, tra questi servizi ci sono quelli svolti da Poste Italiane». Solinas ha quindi concluso il suo intervento chiedendo che eventuali provvedimenti di razionalizzazione vengano preventivamente discussi e concordati con la Giunta regionale.

Anche per Gigi Ruggeri (Pd) questa vicenda non può trovare la Sardegna come spettatore passivo. «Non va trascurato che siamo di fronte alla più importante azienda in Sardegna in termini di capitale umano e di presenza nei piccoli centri – ha detto Ruggeri – noi siamo attenti ai processi di razionalizzazione dei servizi, a questo miravano le riforme della sanità e il dimensionamento della rete scolastica. In questo caso non si parla di razionalizzare per offrire un servizio migliore ma si ragiona secondo logiche economiche. Siamo in presenza di un rischio grosso. Le Poste nei piccoli paesi hanno una funzione centrale di riferimento, non hanno solo una declinazione economica ma anche sociale. Nei piccoli comuni i servizi devono avere la stessa qualità garantita nei centri maggiori».

L’esponente del Pd ha poi invitato la Giunta a far valere le prerogative contenute nello Statuto: «La Provincia di Bolzano ha ottenuto da Poste Italiane un particolare trattamento per i propri comuni. C’è bisogno di una evidente mobilitazione da parte della Giunta. Il nostro territorio non è come quello di Roma o Milano».

Giudizio condiviso da Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori. «Non capisco se la controparte siano le Poste o il governo centrale – ha esordito Dedoni – è ora di finirla di parlare dei problemi della Sardegna bisogna risolverli alla fonte. La questione riguarda molti lavoratori che da domani potrebbero essere espulsi dal mercato del lavoro ma riguarda anche un importante servizio che potrebbe mancare nei piccoli centri. Il piano di razionalizzazione di Poste Italiane deve tener conto dell’orografia della Sardegna, della sua viabilità e del problema dei trasporti. Già oggi in alcuni centri gli uffici postali aprono per due giorni alla settimana, sembra di essere nel Far West. E’ ora di dire basta».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che si parla di un’operazione finanziaria multiforme che modifica gli assetti societari di Poste Italiane. «C’è da preoccuparsi sugli effetti diretti e indiretti dell’operazione – ha sottolineato Congiu – . La Cassa Depositi e Prestiti continuerà ad assolvere il suo compito originario di assistenza degli enti locali o diventerà un soggetto con un ruolo importante nel sistema della finanza pubblica italiana? Il presidente Francesco Pigliaru ponga il tema della tenuta finanziaria della Cassa e del suo ruolo. Occorrono rassicurazioni sul fatto che non cambi la sua mission».

Per Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, le Poste sono un simbolo della presenza dello Stato italiano nell’Isola. «La società ha un fatturato di 30 miliardi di euro con utili di 500 milioni – ha ricordato Rubiu – in Sardegna ha 3500 dipendenti. Il Consiglio ha il potere di condizionare il Governo chiedendo che Cassa Depositi e Prestiti mantenga solo il 35% della quota azionaria. E’ necessario l’impegno del presidente affinché il contenzioso venga risolto. Non ci si può permettere di perdere un servizio così importante per i cittadini sardi. Siamo  con i lavoratori».

Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha detto di condividere le preoccupazioni per la situazione di Poste Italiane in Sardegna. «Abbiamo presentato in passato un’interrogazione sulla vicenda – ha ricordato Cocco – il tema dello spopolamento delle piccole comunità è un tema ricorrente su cui concentrare la nostra attenzione. Questa è una risposta che può scontrarsi con le logiche economiche ma è un tema decisivo per il futuro delle comunità che sono il cuore e l’anima dell’Isola».

Secondo Cocco, quella del Consiglio non è una battaglia di retroguardia: «Siamo pronti alla sfida della globalizzazione, ma questa talvolta non coincide con la necessità di salvaguardare le proprie comunità – ha detto il capogruppo del Pd – occorre valorizzare la nostra autonomia, bisogna avere la capacità di scrivere regole nuove per tutelare i nostri diritti. Saremo vigili e metteremo in piedi tutte le iniziative necessarie e i nostri buoni uffici nei confronti del governo nazionale».

Per Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, le Poste italiane hanno rappresentato un presidio pubblico nell’interesse della collettività e hanno esercitato un ruolo sostitutivo degli istituti di credito in alcuni piccoli centri per la raccolta del denaro e per i servizi agli anziani. La responsabilità della vicenda deve però essere chiara: «Se non si dà nome e cognome a chi sta mettendo in piedi questa operazione si rischia di abbaiare alla luna – ha detto Pittalis – non si può tollerare il silenzio della Giunta di fronte allo smantellamento di servizi importanti. Pigliaru non deve aspettare una mozione o un ordine del giorno del Consiglio. La Giunta deve esercitare le prerogative che lo Statuto le attribuisce pretendendo di essere sentita dal Consiglio dei Ministri, non dobbiamo chiedere nulla ma far valere i nostri diritti. La mozione è importante, da sola però non è sufficiente se non c’è una presa di coscienza da parte della Giunta».

Pietro Pittalis ha poi ribadito che il collocamento del restante 30% di azioni di Poste Italiane è stato deciso dal Governo italiano. «Se è in atto un processo di privatizzazione questo può essere accompagnato da direttive nazionali che tengano conto della specificità della Sardegna. Non parliamo di razionalizzazione ma di smantellamento di servizi. La Giunta faccia pressione sul governo Renzi».

A nome della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha recepito le preoccupazioni espresse dal Consiglio sottolineando che «sono anche quelle della Giunta ed assicurando il massimo impegno dell’Esecutivo regionale e del presidente Pigliaru». «Piuttosto – ha osservato – la mozione non deve essere considerata contro il governo Renzi o contro la privatizzazione di Poste Italiane, perché allora sarebbe inutile chiedere la riduzione delle tasse o misure più incisive per sostenere il rilancio dell’economia; è vero invece che il processo di razionalizzazione di una grande azienda come Poste Italiane non può avere le stesse connotazioni in una Regione a bassissima densità di popolazione come la Sardegna ed è evidente che ci deve essere riconosciuta quella peculiarità che le stesse Poste hanno rappresentato come presidio sociale e bancario». «Il nostro impegno – ha proseguito Paci – è continuare il dialogo fra istituzioni ciascuna con la propria autonomia, superando la politica dei ricorsi che non ha prodotto risultati; con la nostra azione, al contrario, abbiamo dimostrato a partire dal problema delle entrate che siamo sulla strada giusta». Quanto alle aree interne – ha concluso – va ricordato che la Sardegna è pienamente inserita nella strategia nazionale per le aree interne con le zone dell’Alta Marmilla e del Mandrolisai, una strategia che mette al centro proprio il mantenimento ed il potenziamento dei servizi di pubblica utilità come sanità, trasporti ed istruzione».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha valutato positivamente che «il Consiglio abbia manifestato una forte coesione anche se il punto dolente di questo momento unitario è quello dell’assessore Paci che ha fatto un pistolotto giustificazionista nei confronti di Renzi ma le cose non stanno così perché le responsabilità devono emergere e deve essere riconosciuto che chi governa ha la piena responsabilità dell’arretramento dello Stato in Sardegna». «La soppressione di tribunali, uffici del giudice di pace, scuole e perfino della motorizzazione civile – ha concluso Tedde – sono scelte che in un’Isola come la nostra hanno effetti devastanti, soprattutto perché nel caso specifico delle Poste si stanno mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro, ecco perché il presidente Pigliaru deve alzare la voce nei confronti dell’azienda ma anche di Renzi».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco, primo firmatario della mozione, ha ricordato che «non capita troppe volte che il Consiglio regionale si trovi unito sulle stesse posizioni e, in particolare, su una mozione con un contenuto molto chiaro e concreto». «Nella nostra Regione – ha aggiunto – ci sono 400.000 cittadini che vivono sotto la soglia di povertà e quindi non ci possiamo permettere non di perdere ma nemmeno di mettere a rischio un solo posto di lavoro; piuttosto deve essere riconosciuta la specificità della nostra Regione e su questo non abbiamo dubbi sull’impegno della Giunta».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha annunciato il voto favorevole esprimendo però alcune perplessità, a cominciare da «alcuni precedenti come quello di Tossilo in cui la volontà dell’Aula è stata ignorata». «Si parla tanto di zone interne – ha lamentato Carta – ma poi non ci preoccupiamo quando si chiudono le scuole, una decisione che non ha preso il Governo Renzi ma la Regione, ultima di una serie di inadempienze che ci metterebbero in difficoltà nel caso di un confronto serrato con lo Stato».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), favorevole, ha messo però l’accento sul fatto che «lo spirito della mozione è quello di unire le forze politiche in una azione forte nei confronti di Poste italiane, un obiettivo che non può essere offuscato da accuse strumentali contro il Governo Renzi, con cui si dimentica troppo in fretta che i processi di razionalizzazione del sistema pubblico hanno attraversato centro destra e centro sinistra e non si possono concentrare le accuse su una sola parte». «Sulle scuole – ha detto infine – non è vero che le ha chiuse la Regione ma ha dato seguito agli indirizzi del Governo; resto peraltro convinto che le pluriclassi debbano essere chiuse mentre invece è necessario potenziare i collegamenti fra i diversi centri».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato con 47 voti. Successivamente ha tolto la seduta aggiornando i lavori dell’Aula a domani alle 16.00, mentre per le 15.30 è stata convocata la conferenza dei capigruppo. Per le 12.00 infine è prevista la riunione della commissione Autonomia.

 

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«Grenaches du Monde 2017 non sarà soltanto un concorso enologico dedicato ai vitigni Cannonau, ma il primo momento di un percorso comune tra i consorzi sardi, italiani, francesi e spagnoli per una crescita reciproca e la promozione comune di quello che è uno dei vini più rappresentativi del Mediterraneo». Lo ha detto oggi a Jerzu l’assessoredell’Agricoltura Elisabetta Falchi durante la presentazione della manifestazione che si terrà in Sardegna nel febbraio 2017.
La quinta edizione del concorso, che sarà organizzato dall’agenzia regionale LAORE in collaborazione con il Conseille interprofessionel des Vins du Roussillon (CIVR) detentore del marchio, si svolgerà dall’8 all’11 febbraio 2017 e toccherà diverse zone dell’Isola. «Sarà un evento articolato su più territori – ha spiegato l’assessioe Falchi – perché riteniamo che la Sardegna sia una terra da scoprire e il Cannonau abbia molte aree di produzione diverse da far conoscere: Grenaches è davvero un’opportunità da non perdere, non solo per i Cannonau ma per presentare al mondo anche le altre produzioni».
Alghero ospiterà il momento del concorso vero e proprio, che il 10 febbraio metterà a confronto i campioni di vino provenienti dai produttori italiani, francesi e spagnoli. Inoltre, commissari, partecipanti e stampa saranno accompagnati anche a conoscere gli areali vitivinicoli del Nuorese, degustare i vini dei produttori e entrare in contatto con l’identità culturale sarda grazie alla visita del Museo etnografico di Nuoro e del sito nuragico di Barumini. Infine l’11 febbraio, Cagliari ospiterà la festa finale di commiato all’ex Manifattura Tabacchi. Tante le iniziative culturali correlate al Grenaches e ancora in corso di definizione.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche la direttrice di LAORE Maria Ibba, il presidente del Consorzio di tutela del Cannonau Marcello Usala, il presidente di Unioncamere Agostino Cicalò, il sindaco di Jerzu Roberto Congiu e quello di Alghero Mario Bruno, l’assessora delle attività produttive del Comune di Cagliari Marzia Cilloccu, insieme ai rappresentanti di CIVR e dei Consorzi di tutela dei vini sardi. «Auspichiamo che questa sia la prima di una lunga serie di edizioni di Grenaches du Monde ospitate in Sardegna: siamo al centro del Mediterraneo e vogliamo essere sempre più al centro delle rotte mondiali del vino», ha concluso Elisabetta Falchi.

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La prevenzione come principale azione per la tutela della salute e come chiave di volta per la sostenibilità del sistema sanitario. Sono i principi alla base dell’accordo quadro firmato oggi dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, dal presidente dell’Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, dal Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani, e dal presidente dell’Uisp (Unione italiana sport per tutti), Tore Farina.

«E’ un momento importante – ha detto l’assessore Luigi Arru – perché parliamo troppo di sanità legata all’ospedale, ai posti letto, alle polemiche, mentre poco si punta sulla prevenzione e sui corretti stili di vita. Questo protocollo interistituzionale dà attuazione al nostro piano di prevenzione, per il quale la Giunta ha messo a disposizione 42 milioni.»

L’assessore Arru ha ricordato che la Sardegna ha un alto indice di invecchiamento e, al contempo, è una delle cinque blue zone, con concentrazione di centenari: «E’ dimostrato – ha spiegato – che avevano uno stile di vita corretto, facevano attività fisica costante, evitavano l’abuso di alcol e di fumo. Noi dobbiamo puntare su questi fattori, per gli anziani ma anche per i nostri ragazzi e per i bambini. Ci sono studi internazionali che certificano anche il risparmio in sanità grazie alla prevenzione e alla vita che facciamo fare a giovani e meno giovani».

Il presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano, ha sottolineato come i Comuni siano disponibili a fare la loro parte, sensibilizzando i cittadini, mentre il direttore dell’Ufficio scolastico, Francesco Feliziani ha rimarcato come sia fondamentale l’attività fisica nelle scuole per i ragazzi. Farina, per la Uisp, ha puntato l’attenzione sul fatto che si tratta del primo Protocollo che coinvolge anche il mondo della scuola.

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E’ slittata alle 17.30 la seduta del Consiglio regionale inizialmente convocata per questo pomeriggio alle 16.00.

L’aggiornamento dei lavori è stato deciso dalla conferenza dei capigruppo per consentire alle forze politiche un confronto interno su alcuni provvedimenti da portare in Aula con la procedura d’urgenza prevista dall’art. 102 del Regolamento.

La seduta di questo pomeriggio si aprirà con il giuramento del nuovo consigliere Alfonso Marras in sostituzione dell’on. Gianni Tatti.

All’ordine del giorno figura anche il regolamento sul registro regionale dei tumori e la mozione unitaria sulla paventata chiusura degli uffici postali nelle zone più disagiate della Sardegna.

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«Le strade abbandonate, piene di buche, prive di segnaletica, franate, con asfalto ormai distrutto, rappresentano plasticamente il livello di attenzione che la Regione pone verso le zone interne e verso la Provincia di Nuoro tutta». Così Angelo Carta, presidente del Gruppo consiliare del Partito Sardo d’Azione, nell’interrogazione che informa di aver inoltrato al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore Paolo Maninchedda con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle strade della Provincia di Nuoro e le iniziative che si intendono attuare. «Appare incredibile questa situazione laddove, se a ciò si somma il caos totale venutosi a creare a seguito dell’approvazione della confusa riforma degli locali, la quale lascia i Comuni senza alcun punto di riferimento e, di fatto, ha svuotate ciò che resta delle Province». Angelo Carta continua citando i «proclami del presidente Francesco Pigliaru sulla presunta valenza strategica delle zone interne e sull’ipotetico Master Plan con obbiettivo questa zona depressa e dimenticata della Sardegna». E conclude chiedendo al presidente e all’assessore «se sono a conoscenza del degrado nel quale versano le strade del Nuorese; se hanno ben presente l’emergenza alla quale devono quotidianamente far fronte i cittadini obbligati a percorrere strade diventate ormai mulattiere e di conoscere gli interventi che ritengono di dover adottare subito per sanare una situazione ormai insostenibile».

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«La Giunta regionale sta rovinando gli allevatori». Lo dice il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, intervenendo sull’ultimo scontro con alcune rappresentanze degli agricoltori, con la Coldiretti che ha disertato l’incontro del gruppo ristretto per la costituzione dell’organismo interprofessionale del settore lattiero caseario ovicaprino. «Un malcontento che parte da lontano – sottolinea Gianluigi Rubiu – con le difficoltà a rinnovare gli accordi sul prezzo del latte, in quanto i trasformatori stanno proponendo delle remunerazioni vergognose e impronunciabili». D

a una parte le industrie che non vogliono saperne di andare oltre cifre irrisorie, dall’altra gli allevatori forti di un mercato in tensione e con costi di produzione che si aggirano attorno ai 90 centesimi. Per Gianluigi Rubiu è chiaro il segnale di debolezza della Regione.

«Si registra, ancora una volta la mancanza di strategie e programmazione che non aiuta un settore in forte difficoltà – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Gli allevatori isolani sono stati lasciati in balia degli industriali, senza nessun intervento dell’esecutivo. La mancanza di liquidità finanziaria non consente alle aziende di avviare alcun progetto, visti i contributi comunitari che non arrivano, i bandi che non partono, l’assenza degli applicativi e per ultima una stagione che si preannuncia siccitosa e a rischio. Riflessi negativi che stanno portando il mondo agricolo al tracollo economico. Occorrerebbe invece tenere conto – conclude Gianluigi Rubiu – che l’agricoltura rappresenta per la Sardegna il simbolo del lavoro, del reddito, della cultura e delle tradizioni isolane con i diversi comparti che vanno dunque salvaguardati.»

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Come aiutare le persone in difficoltà a rialzarsi e a non entrare in una spirale che rischia di renderle “povere per sempre”? Come evitare che il sistema di aiuti non finisca per rendere la povertà “istituzionale”? A queste domande risponde la ricerca “Le trappole della povertà in Sardegna: soluzioni e strategie”, realizzata dalla Fondazione Zancan e che verrà presentata giovedì 10 novembre a partire dalle ore 16.00 presso l’Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, in via Sanjust 13. Commissionata da Sardegna Solidale, la ricerca è stata condotta mettendo a confronto nei vari territori dell’isola amministratori, volontari ma anche persone e famiglie in difficoltà, per poter capire direttamente quali solo gli strumenti maggiormente efficaci e quali invece quelli che non aiutano a risolvere le criticità.

Affrontare il tema della povertà è infatti una sfida che chiama in causa tutti gli attori del territorio: istituzioni, imprese, realtà associative, cittadini. Il Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale ha molto investito negli ultimi anni nella conoscenza e nel supporto alle iniziative di contrasto alla povertà in Sardegna, cogliendone la complessità e le molteplici sfaccettature in chiave multidimensionale. Le indagini realizzate nel 2011 e nel 2014 hanno consentito di approfondire le caratteristiche “epidemiologiche” e territoriali della povertà nell’Isola, in modo integrato con le azioni regionali e locali a sostegno della popolazione in difficoltà. Ora aver chiesto ad un osservatore esterno ma “prossimo” (come la Fondazione Emanuela Zancan di Padova, impegnata da anni nello studio della povertà e delle politiche sociali) di leggere le storie e le esperienze di aiuto vissute dalle famiglie e dagli attori istituzionali e sociali attivi nel territorio regionale, è stata un’opportunità per capire come meglio orientare la nostra azione di volontari e di cittadini.

Alla presentazione interverranno il direttore del Centro studi e ricerca sociale Fondazione Emanuela Zancan Onlus di Padova Tiziano Vecchiato, il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, il presidente del Comitato promotore del Csv Sardegna Solidale don Angelo Pittau, il  direttore regionale della Caritas don Marco Lai, il presidente del Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli, il consigliere regionale Luca Pizzuto e il responsabile del Servizio Studi e Ricerche di Caritas Sardegna Raffaele Callia.

All’incontro, che sarà coordinato dal giornalista Vito Biolchini, sono stati invitati il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e il Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo.

Alla presentazione della ricerca seguirà la premiazione del concorso di idee “Poveri per sempre? Proposte e percorsi per uscire dalla povertà”, lanciato da Sardegna Solidale e rivolto alle associazioni di volontariato, le quali sono state chiamate a presentare le idee progettuali e le loro esperienze in atto, rivolte al contrasto della povertà di lunga durata di persone e famiglie. Alla premiazione interverranno Vittorio Pelligra (docente di Politica Economica Università di Cagliari), Gianni Concas (volontario Mensa del Viandante) e Linda Migliaccio (Presidente del Gruppo Volontariato Vincenziano Sardegna).

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Costa Crociere è da oltre 60 anni sinonimo di vacanza. Negli anni è diventata prima la più grande flotta italiana e poi europea ed è stata acquistata in seguito dal gruppo americano Carnival, cioè il più grande gruppo crocieristico al mondo. Per offrire il massimo comfort ai suoi clienti Costa Crociere è alla costante ricerca di personale sia a tempo indeterminato che determinato per le sue navi ma anche per gli uffici.

Le figure professionali ricercate in Italia sono tantissime: dagli addetti negli uffici agli addetti…

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