23 November, 2024
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«Il Cagliari merita da anni uno stadio all’avanguardia, con un’opera in grado di riportare i tifosi e le famiglie ad assistere non solo ad una partita di calcio, ma anche agli eventi collaterali». Così il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI), già rappresentante dell’aula civica di Palazzo Bacaredda, si esprime sulla variante che nei prossimi giorni dovrebbe dare il via libera alla realizzazione dell’impianto nell’area del Sant’Elia. Un passaggio indispensabile per permettere al club di via Mameli di presentare il progetto sul nuovo stadio e aprire il cantiere per il complesso provvisorio.

«Purtroppo – sottolinea Edoardo Tocco – l’opera sarebbe dovuta essere già realizzata, ma gli intoppi burocratici hanno ostacolato la costruzione dell’impianto. Per questo auspico che la variante in discussione oggi rappresenti l’ultimo passaggio per dare un nuovo look allo stadio. Sin dall’inizio della discussione sul progetto ho pensato ad uno stadio che riportasse gli appassionati a vedere un vero e proprio spettacolo. Un impianto da vivere per tutta la domenica, con negozi, museo del Cagliari dedicato agli eroi dello scudetto, lo store con i prodotti del club. Insomma, un’arena in grado di ospitare anche grandi eventi. Le perplessità sono sorte attorno alla viabilità ed all’accesso esterno, ma è necessaria una corsia preferenziale per non perdere altro tempo sulla realizzazione dell’opera. La burocrazia che ha rallentato il progetto – conclude Edoardo Tocco -. Ora però si pensi ad accelerare l’iter per consegnare al Cagliari uno stadio stile Camp Nou di Barcellona o Juventus Stadium di Torino. Solo così potremo pensare di competere con altri club europei.»

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Il deputato del Partito Democratico Emanuele Cani ha presentato un ordine del giorno, approvato dalla Camera, con cui si impegna il Governo a valutare l’opportunità, d’intesa con la  Regione Sardegna e la competente “Film Commision”, di promuovere interventi che, attraverso le varie produzioni cinematografiche e/o audiovisive, possano innescare meccanismi economici virtuosi anche nell’ambito dei sistemi locali in relazione a possibili ricadute soprattutto nel settore turistico.

«Si tratta di un’iniziativa importante per la Sardegna – spiega Emanuele Cani -, come dimostrano anche alcune importanti produzioni cinematografiche che hanno scelto i territori della nostra isola per la loro attività facendo registrare successi e grande appeal. Si tratta di luoghi di straordinaria bellezza che hanno trovato anche una vocazione per tale attività  suscitando notevole interesse tra addetti ai lavori e pubblico. E poiché la filiera audiovisiva, come dimostrano anche gli ultimi dati resi noti sulla produzione cinematografica nel nostro paese, ha da sempre innescato importanti meccanismi di promozione territoriale e di valorizzazione di sistemi locali basti pensare a ciò che ha rappresentato per la Sicilia l’esperienza del “Commissario Montalbano” ritengo sia necessario proseguire sulla strada intrapresa per siglare  una vera e propria intesa istituzionale nell’ambito del suddetto settore finalizzata alla promozione e alla valorizzazione dell’intera Sardegna in tale segmento economico-culturale.»

La fabbrica del cinema

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Sabato 5 novembre, presso la Sala Conferenze Planetario dell’Unione Sarda, alle ore 17.00, ospiterà il convegno per promuovere la nuova legge n. 166/2016 contro lo spreco alimentare, promossa dall’on. Maria Chiara Gadda, organizzato dall’on. Piero Comandini, componente della V Commissione consiliare Attività Produttive.

La legge non disciplina solo la soddisfazione di un bisogno e la semplificazione burocratica delle donazioni dei prodotti alimentari e farmaceutici ma anche e soprattutto di responsabilità sociale d’impresa e degli effetti sociali e ambientali nelle realtà in cui ci si trova ad operare.

Un tema, questo, sempre più attuale in una società dove in parallelo assistiamo da un lato allo spreco ed al superfluo, dall’altro alla forte crisi caratterizzata da risorse economiche e naturali sempre più scarse. Proprio per questo da molto tempo si parla della riduzione dei rifiuti alimentari attraverso la prevenzione e la donazione, e dopo le prime strategie e direttive, anche a livello europeo, finalmente l’Italia si è dotata di una normativa che disciplina la donazione e promuove le buone pratiche che, per essere efficaci devono essere disciplinate, diffuse e condivise diventando modelli culturali esportabili. Da questa convinzione, da un’analisi quantitativa e qualitativa dell’eccedenza nonché dall’esigenza di creare una rete territoriale impegnata nella lotta agli sprechi che veda coinvolto, oltre al mondo del volontariato anche tutte le filiere agroalimentari, nasce la legge che presuppone uno scambio non economico di prodotti alimentari e farmaceutici.

Una missione questa che deve vederci tutti coinvolti ed impegnati con l’obiettivo di raccogliere quanti più consensi possibile così da garantire la donazione continuativa dei prodotti alimentari e farmaceutici invenduti; lo spreco alimentare costituisce prima di tutto una questione sociale e politica, con la prevenzione possiamo contribuire e favorire, oltre alla riduzione dello spreco, al sostentamento delle fasce più deboli, tenendo conto della natura dei prodotti e garantendo comunque l’idoneità degli stessi sul piano igienico-sanitario.

Interverranno, oltre all’on. Piero Comandini e all’on. Maria Chiara Gadda, don Marco Lai Caritas Diocesana di Cagliari; Efisio Perra, presidente della Coldiretti Cagliari; Alberto Bertolotti, presidente Confcommercio Sardegna; Michele Orlandi, responsabile Conad Tirreno Sardegna; Giorgio Frasconi, presidente del Banco Alimentare Sardegna e, infine, Maria Pia Orrù, presidente di Federfarma Cagliari.

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Pecore 2015 1

«Sono sorpresa dall’atteggiamento dei vertici di Coldiretti Sardegna nei confronti del percorso di riorganizzazione del comparto che la Regione sta accompagnando in questi mesi. Il senso di responsabilità, infatti, ci spinge a tener conto delle giuste istanze che provengono dal mondo degli allevatori ovini, in gran parte rappresentati proprio da Coldiretti, e che riguardano una maggiore trasparenza delle dinamiche produttive e commerciali del comparto.»

Lo ha detto ieri l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi.

«Sorprende ancora di più – aggiunge l’assessore Falchi – che oggi, quando il Gruppo di lavoro dell’Organismo interprofessionale (OI) ha valutato alcune iniziative che rispondono proprio all’esigenza di trasparenza dei dati produttivi, il rappresentante al tavolo di Coldiretti abbia deciso di non partecipare. Col tavolo abbiamo concordato sull’importanza di sollecitare il Ministero affinché estenda al latte ovino il decreto del 2015 che obbliga gli acquirenti di latte bovino a comunicare entro un mese la quantità di latte conferito dai produttori. Inoltre, consapevoli che ciò non è sufficiente, il tavolo ha anche approntato gli strumenti perché, già all’atto della costituzione formale dell’OI prevista per fine mese, gli aderenti debbano produrre anche i dati relativi alla produzioni di formaggio, distinti per tipologia. Insomma, il percorso di creazione dello strumento di verifica e trasparenza dei dati più richiesto da Coldiretti è giunto a conclusione.» 

«Dispiace che i vertici dell’associazione prendano le distanze proprio nel momento in cui il risultato è raggiunto. L’Organismo interprofessionale era stato evocato da Coldiretti come strumento indispensabile a risolvere i problemi di trasparenza del comparto già nell’aprile 2015. L’Assessorato ha atteso l’emanazione del decreto ministeriale che norma le OI e, appena due giorni dopo, nel mese di luglio aveva avviato il tavolo per la sua costituzione, tavolo che ha contestualmente monitorato l’andamento della campagna passata segnalando con tempismo i rischi di una eccessiva produzione di Pecorino romano rispetto alla domanda di mercato. Stiamo lavorando – spiega ancora l’assessore dell’Agricoltura – perché il prezzo del latte nella prossima campagna si stabilizzi a livelli superiori di quelli denunciati da Coldiretti. Decine di anni di disorganizzazione non si risolvono in un batter d’occhio. È curioso peraltro che Coldiretti si accorga della non trasparenza delle dinamiche della filiera solo oggi, mentre già dal 2014, quando tutto sembrava andare bene, i richiami dell’Assessorato a una riorganizzazione non ricevevano alcun riscontro e si festeggiava il ritrovato dinamismo del sistema cooperativo e industriale. Tra l’altro è proprio l’attacco alla cooperazione che lascia stupiti. Il sistema cooperativo governa oggi circa il 60% del latte ovino e le decisioni vengono assunte con l’approvazione dei soci, i quali per larga parte sono aderenti a Coldiretti. Insomma, Coldiretti bastona i suoi allevatori associati al sistema cooperativo, che forse ha lasciato senza il necessario supporto.» 

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L’ing. Giuseppe Baghino è ufficialmente da oggi il nuovo amministratore unico di Somica, la società in house del comune di Carbonia che ha un organico di 33 dipendenti. Prima la firma del contratto davanti ad un notaio, poi la presentazione ufficiale nella sala polifunzionale di piazza Roma, presenti il sindaco Paola Massidda, alcuni assessori e consiglieri, nonché alcuni dipendenti ed una rappresentanza sindacale, con Massimo Cara della Cisl e Aldo Manca della Cgil.

Al vertice della Somica, l’ing. Giuseppe Baghino succede all’ing. Giacomo Guadagnini. Con la figura dell’amministratore unico, scelto con l’affidamento di un incarico fiduciario, Somica cambia radicalmente assetto societario. Spariscono, infatti, sia il consiglio d’amministrazione sia il direttore. Nel suo intervento di presentazione, Giuseppe Baghino ha rassicurato i lavoratori che da alcune settimane manifestano per chiedere garanzie sul loro futuro, di avere avuto mandato di guidare la Somica con l’impegno di mantenere i livelli occupativi e magari, qualora si creassero le condizioni giuste, persino di accrescerli. Ha riconosciuto che la società, per quanto ha avuto modo di verificare in questi primi giorni di presa di contatto con il nuovo incarico, è stata fin qui sostanzialmente ben guidata e che il suo impegno sarà orientato a ottimizzarne la gestione, migliorandola dove ci sono ancora margini di miglioramento, consapevole che non sarà facile, con la collaborazione dei lavoratori, nell’interesse esclusivo della città di Carbonia.

I sindacalisti Massimo Cara e Aldo Manca hanno spiegato che oggi speravano di conoscere, oltreché il nuovo amministratore unico, il nuovo piano industriale, per capire quale sarà il futuro della Somica e quindi dei 33 lavoratori, considerato che, dopo la manifestazione organizzata nella stessa sala polifunzionale due settimane fa, avevano ricevuto assicurazione che l’incontro chiesto ci sarebbe stato appunto dopo due settimane. Sia il sindaco sia il nuovo amministratore unico hanno assicurato che a breve il confronto ci sarà e in quella occasione verranno fornite tutte le informazioni richieste.

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Gli Stati Generali Delle Donne della Sardegna ed il centro Anti Violenza “Io non ho paura”, in preparazione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne fissata per il 25 novembre, sabato 5 novembre realizzeranno la Panchina Rossa nella Piazza Sella di Iglesias. L’inizio della manifestazione che servirà a sensibilizzare i cittadini a questa grave piaga sociale, avrà inizio alle ore 10.00. Una panchina verrà dipinta di rosso per ricordare tutte le vittime del femminicidio.

Questa mattina abbiamo intervistato Francesca Ena, coordinatrice regionale degli Stati Generali Delle Donne della Sardegna, da anni impegnata, tra mille difficoltà, nel sostegno delle donne vittime di questa grave piaga sociale, in allarmante crescita anche nel Sulcis Iglesiente.

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E’ ormai tutto pronto, a Olbia, per i Campionati Italiani di Taekwondo Cadetti 2016. organizzati dalla Federazione Italiana Taekwondo, in programma sabato 5 e domenica 6 novembre, presso il Geopalace, situato all’interno del Resort Sportivo del Geovillage.

Per la prima volta i Campionati approdano in Sardegna, grazie al lavoro del Comitato Regionale F.I.TA. Sardegna, presieduto dalla prof.ssa Ornella Zucca che dal 2013 gestisce tutte le attività federali periferiche.

E’ prevista la partecipazione di 355 atleti in rappresentanza di 118 società provenienti da tutta Italia, tra ragazzi e ragazze dei gradi di cinture rosse e nere della classe Cadetti, nati dal 2002 al 2004 e delle categorie di peso, 10 maschili (-33,-37,-41,-45,-49,-53,-57,-61,-65,+65 kg) e 10 femminili (-29,-33,-37,41,-44,-47,-51,-55,-59,+59 kg), seguiti da circa 200 coach e 250 accompagnatori, con un movimento giornaliero che si prevede di circa 2.000 persone, destinato a dare un ritorno significativo in termini economici alla città e al territorio.

Gli incontri (al mattino dalle 9.00 alle 13.00, al pomeriggio dalle 15.00 fino ad esaurimento) si svolgeranno su 6 campi di forma ottagonale, nei quali verranno allestiti 12 monitor per la visualizzazione immediata dei punti. Gli atleti, infatti, saranno muniti di corazze e caschetti elettronici per il rilevamento dei punti, oltre che di tutte le protezioni regolamentari e in ogni campo di gara verranno predisposte anche le telecamere per il video replay.

Venerdì sera, gli atleti in gara sabato effettueranno la registrazione e le operazioni di peso dalle 17.30 alle 20.00, al Palazzetto. Sabato saranno in gara gli atleti delle seguenti categorie: -33,-37,-41,-45,-49 M e -29,-33,-37,41,-44 F. Dalle 16.00 alle 18.30 verranno effettuate le operazioni di peso per gli atleti in gara domenica, sempre al Palazzetto. Domenica, infine, saranno in gara gli atleti delle categorie -53,-57,-61,-65,+65 M e -47,-51,-55,-59,+59 F.

I Campionati Italiani Cadetti vedranno la presenza di tutto lo staff tecnico Federale e Politico, guidato dal Presidente Federale dott. Angelo Cito e dal Segretario Generale Massimiliano Campo, con tutti i Tecnici federali che visioneranno attentamente gli atleti nel corso di tutte le gare, alla ricerca di nuovi talenti in prospettiva olimpica.

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La Regione metterà in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per scongiurare la chiusura dello stabilimento Vesuvius di Macchiareddu. Lo ha ribadito l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, sentita questa mattina dalla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale.

«La multinazionale inglese, presente nei siti industriali di Assemini, Genova e Avezzano, ha deciso di delocalizzare la produzione nell’Europa dell’est – ha detto Maria Grazia Piras – l’interlocuzione avuta il 18 ottobre scorso al Mise con i rappresentanti di Vesuvius Italia non ha prodotto risultati apprezzabili. Nei prossimi giorni si terrà un ulteriore incontro al Ministero, questa volta con i massimi rappresentanti della società che produce materiali refrattari per l’industria siderurgica mondiale.»

La vertenza, esplosa alcune settimane fa dopo la decisione del gruppo Vesuvius di chiudere gli stabilimenti di Assemini e Avezzano, riguarda circa 200 lavoratori, 105 dei quali impiegati in Sardegna. Se non interverranno novità, dal prossimo 31 dicembre scatteranno i licenziamenti. «Finora Vesuvius ha respinto sia le proposte della Regione, disponibile ad intervenire per abbattere i costi dell’energia e dei trasporti, che dei lavoratori, pronti ad affrontare tagli sul costo del lavoro – ha spiegato Maria Grazia Piras – la questione è ora in mano al Governo».

La produzione italiana della multinazionale, che nel nostro Paese ha un giro d’affari di 80 milioni di euro su un fatturato complessivo di 1,7 miliardi, è in gran parte destinata all’Ilva di Taranto. Anche in caso di delocalizzazione dell’impresa continuerà a vendere alle industrie italiane. Un aspetto su cui si sono soffermati i componenti della Commissione, in particolare il consigliere del Pd Piero Comandini: «E’ impensabile – ha detto – che un’azienda con una forza lavoro giovane e  professionale, produttiva e forte sul mercato decida improvvisamente di chiudere e di trasferirsi altrove. Il Governo può intervenire almeno per rendere più difficoltosa la vendita del prodotto ad un’azienda come l’Ilva di Taranto, oggi commissariata. Altra questione da affrontare è quella delle bonifiche. Chi inquina deve pagare».

«Sono due dei punti discussi con il Governo – ha assicurato Piras – che verranno posti sul tavolo al prossimo incontro con i vertici di Vesuvius». Nel dibattito sono poi intervenuti i consiglieri Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda), Gianmario Tendas (Pd), Antonio Gaia (Upc), Piermario Manca (Pds), Marco Tedde (Forza Italia) e Gianluigi Rubiu (Udc).

I rappresentanti della minoranza (Tedde e Rubiu) hanno espresso forti dubbi sul fatto che Vesuvius possa ritornare sui suoi passi e hanno invitato l’assessore a lavorare su una normativa più stringente che imponga alle aziende che svolgono attività utilizzando il suolo sardo la presentazione di fideiussioni a copertura di eventuali danni all’ambiente.

L’assessora ha chiarito che per il momento in Sardegna solo l’attività di cava prevede un obbligo di ripristino dei suoli, in virtù di una legge del 1986. Piras si è infine impegnata a verificare, su sollecitazione del consigliere Pier Mario Manca, la percentuale della materia prima prodotta in Sardegna (bentonite e caulino) e utilizzata nello stabilimento di Assemini. Un passaggio importante per capire l’impatto dell’eventuale chiusura dello stabilimento sull’indotto e dell’attività estrattiva sul suolo sardo.

L’assessore, nel corso dell’audizione, ha inoltre illustrato le proposte di modifica della Giunta al P/130 “Fondi di capitale di rischio (venture capital) per investimenti in equità per la creazione e lo sviluppo di imprese innovative”. La Commissione ha espresso parere favorevole con la sola astensione del consigliere di Forza Italia Marco Tedde.

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Un week end all’insegna di un radio dramma con protagonisti attori non professionisti non vedenti e dell’Imbuteatro, due imbuti per sentirsi raccontare una storia scelta da un mazzo di carte

Un radio dramma con protagonisti attori non vedenti e poesie ascoltate da un imbuto, scelte pescando a caso da un mazzo di carte. Entra nel vivo il ricco programma di “Approdi, festa d’arte e comunità”, che quest’anno giunge alla quarta edizione. Sabato 5 novembre, alle 19.00, il festival organizzato dall’associazione Carovana SMI, partner del progetto 10 nodi-Festival d’autunno, propone lo spettacolo “Tenue Radio dramma” della compagnia toscana Fosca.

Negli spazi del Lazzaretto di Cagliari (con una differita su RadioX il 18 novembre, alle 18.00), lo spettacolo “Tenue Radio Dramma”, presentato in prima internazionale a Firenze il 7 novembre 2015, vede protagonisti attori non professionisti non vedenti. Lo spettacolo è la risultante di un periodo di indagine in forma di laboratorio, con costruzione collettiva dell’opera. Il testo (testimonianze autobiografiche tradotte in braille per l’esecuzione scenica) è una riscrittura originale di materiale poetico, dove la parola si fa senso, significato, ma anche solo paesaggio sonoro. La parola si mescola nella partitura sonora, nei margini tra la narrazione e la composizione musicale. Il gesto vocale si genera dalla tattilità degli oggetti utilizzati e dalla stessa lettura del copione in Braille. In apertura dello spettacolo, saranno messi in scena i risultati del laboratorio di teatro fisico e vocale rivolto a persone non vedenti, tenuto nei giorni scorsi nel quartiere di Sant’Elia da Cristina Abati, della compagnia Fosca, partner progetto di rete “Silence in the Dance Landscape” di cui Carovana SMI è capofila.

Domenica 6 novembre alle 10.00, nel piazzale del Lazzaretto di Sant’Elia, durante il mercato all’aperto, Approdi propone invece “L’Imbuteatro”, un’idea dell’attrice Cinzia Morandi, grazie alla rete FinEstateFestival e al Swiss project, sostenuto dalla Fondazione ProHelvetia.

L’Imbuteatro (che ha già entusiasmato il pubblico di numerosi paesi europei come Spagna, Svizzera, Germania, Cecoslovacchia, oltre che l’Italia) è una performance di narrazione orale per un solo spettatore della durata massima di due minuti. Le due attrici incantano per un momento lo spettatore prescelto narrando piccole storie arricchite da un sorprendente universo sonoro. L’Imbutofono è uno strumento realizzato con imbuti collegati tra di loro da tubi flessibili. L’ascoltatore applica gli imbuti alle orecchie; l’altra estremità dei tubi farà da microfono per le narratrici. Lo spettatore può scegliere la storia che vuole ascoltare da un mazzo di carte.attilio-motzo francesca-floris

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Dieci consiglieri regionali di diversi partiti, di maggioranza e opposizione, Daniele Secondo Cocco (SEL), Pietro Cocco (PD), Fabrizio Anedda (Misto), Emilio Usula, Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari Socialisti), Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), Gianluigi Rubiu (UDC), Angelo Carta (PSd’Az), Pietro Pittalis (Forza Italia) e Attilio Dedoni (Riformatori sardi), hanno presentato una mozione sulla paventata chiusura degli Uffici Postali nelle zone più disagiate della Sardegna a seguito del nuovo piano di privatizzazione e riassetto di Poste Italiane spa.

La mozione impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad intervenire con estrema urgenza nei confronti del Governo, anche in vista del nuovo processo di privatizzazione e riorganizzazione, al fine di evitare la chiusura di ulteriori uffici postali nel territorio regionale e scongiurare il conseguente taglio di servizi e posti di lavoro. Inoltre, come spiega il capogruppo SEL Daniele Cocco, la mozione impegna il Presidente della Regione a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti necessari nei confronti dei vertici di Poste Italiane spa al fine di porre particolare attenzione nella riorganizzazione delle sedi e dei servizi postali delle aree svantaggiate della Sardegna.

Poste Cortoghiana