19 November, 2024
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Tore Piana (Italia Attiva Sardegna): «Se si dovesse confermare il prezzo del latte ovino a 50 centesimi al litro, in Sardegna fallirebbero 9.000 aziende agricole ovicaprine».

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«Se si dovesse confermare il prezzo del latte ovino a 50 centesimi al litro, in Sardegna fallirebbero 9.000 aziende agricole ovicaprine. Come mai la Regione è completamente assente? L’assessorato dell’Agricoltura esiste ancora? Appare come un esterno e disinteressato al dibattito della problematica, figuriamoci  ad essere il risolutore dei problemi.»

A dirlo è Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Attiva Sardegna e componente dell’ufficio politico nazionale di Italia attiva.

«Con la legge regionale 15 del 2010 la Regione ha affidato all’Agenzia regionale Laore il compito di monitorare le produzioni del latte ovino dei formaggi e seguirne i prezzi sui mercati, perché conoscere questi dati diventa basiliare per impostare strategie per la soluzione delle problematiche che il comparto attraversa – aggiunge Tore Piana -. Come mai il lavoro dell’agenzia LAORE non viene preso in considerazione? LAORE sta svolgendo il compito affidatogli con la LR 15/2010?»

«Se Laore ha raccolto i dati certi, come è possibile che alcuni importanti attori della filiera affermano ipotetiche produzioni di latte stimate in 440 milioni di litri quando poi altri attori della stessa filiera non meno importanti affermano con certezza che le produzioni sono pari a 286 milioni di litri? Si capisce che dare numeri come questi risulta pericoloso e anche lesivo per il mercato. A chi conviene questo gioco? La Regione pur avendo lo strumento operativo, Laore perché non interviene e mette ordine alle notizie incontrollate?

La Regione deve mettere ad un unico tavolo l’intera filiera produttiva e commerciale (allevatori-trasformatori e anche commercianti) tutelando l’anello debole della filiera che è il Pastore/allevatore – aggiunge Tore Piana -. Deve fornire i dati certi sulle produzioni sia di latte che di formaggio e l’andamento dei prezzi, cosi come stabilito dalla L.R. 15/2010. Deve farsi da garante del patto di produzione proposto dal consorzio DOP pecorino romano per la quota massima di produzione quantificata in 225.000 quintali annui Deve riportare le OP (Organizzazioni di Produttori) previste da legge nazionale, dove la Regione può modificare i parametri e riportarli a 30 milioni anziché agli attuali 1,5 milioni attuali. Chiedere e farsi promotrice di interventi presso i ministeri delle Politiche Sociali e del Lavoro per estendere, attraverso bandi pubblici il ritiro, tramite acquisto di formaggio pecorino, come è stato fatto con il parmigiano Reggiano. Bandire dei progetti a bando che finanzino la promozione pubblicitaria alla vendita del pecorino romano in mercati esteri (Giappone). Bandire, attraverso la SIRS e Consorzi Fidi dei finanziamenti per finanziare/rifinanziare le scorte in eccedenza di formaggio accumulate sino alla campagna di produzione 2015/2016 pare quantificati in circa 100mila quintali. Promuovere azioni strutturali, che non siano a spot per coprire solamente le emergenze come sino ad adesso si è fatto, Per far riprendere il comparto considerato strategico per la Sardegna, la Regione del presidente Francesco Pigliaru dovrebbe contattare con il Governo nazionale strumenti e azioni strutturali seri e non di soli annunci come troppo spesso sta accadendo in questi mesi, dovrebbe: Chiedere con forza la diminuzione del costo dell’Energia Elettrica del 30% sia alle aziende agricole sia alle aziende di trasformazione.(immaginate il costo nelle stalle per i macchinari di mungitura che funzionano ad energia elettrica).»

Tore Piana propone, infine, una riduzione del 30% del costo dei carburanti attraverso le accise sia per le aziende agricole che per i mezzi di trasporto del latte dalle stalle ai caseifici.

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La VBA/Olimpia Sant'
Al via sabato 12 nov

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