Dopo il Pds, anche le opposizioni criticano il Piano di dimensionamento scolastico regionale.
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Critiche al Piano di dimensionamento scolastico regionale, dopo quelle di uno dei gruppi di maggioranza – Partito dei Sardi – arrivano anche dalle opposizioni. «Sosteniamo da tempo l’esigenza di modificare le linee guida del Piano di dimensionamento scolastico e ci fa piacer apprendere che alcune fette della maggioranza prendano posizione per combattere un progetto che, anziché contribuire ad assicurare un’offerta formativa varia e di qualità, affossa l’istruzione sarda – sostiene Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale, di Forza Italia Sardegna -. Senza considerare quelle porzioni del centrosinistra che, ancorché titubanti sulla bontà del Piano di dimensionamento, non prendono parola per non compromettere equilibri fin troppo fragili».
«Esattamente come sottolinea il Partito dei Sardi – aggiunge Ignazio Locci -, non possiamo applicare al nostro tessuto sociale le linee guida elaborate per altre zone d’Italia con cui non abbiamo niente in comune. È doveroso, invece, prevedere e adottare tipologie di intervento che siano confacenti alla nostra Isola, che è una realtà completamente differente dal resto d’Italia. Dobbiamo sforzarci di risolvere i problemi delle aree interne, salvaguardando i presidi scolastici dei piccoli Comuni. Perché non considerare lo strumento delle pluriclassi? In un’ottica di tagli generalizzati, è una delle poche strade percorribili per evitare che si cancellino le scuole dei piccoli centri della Sardegna. Ma possiamo anche ridefinire l’ipotesi di nuovi Istituti globali in ambiti territoriali omogenei, al fine di creare autonomie scolastiche su più livelli di istruzione: strutture proiettate verso il futuro e in grado di programmare nuovi indirizzi di studio.»
«Anche in riferimento alla questione Scuola, dunque, dobbiamo iniziare a ragionare in termini autonomistici considerando che non possiamo applicare alla nostra Terra regole studiate per altri contesti. Ne prendano atto, la Giunta e l’assessore Claudia Firino in particolare – conclude Ignazio Locci -, e riaprano il tavolo coinvolgendo tutte le forze in campo, visto che il problema è sentito dal Nord al Sud dell’Isola.»
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