22 December, 2024
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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci critica la norma sull’Ati Ifras approvata dal centrosinistra il 21 dicembre scorso.

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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale, critica pesantemente la norma sull’Ati Ifras approvata dal centrosinistra il 21 dicembre scorso.

«Avrebbe dovuto salvare i lavoratori di Ati-Ifras ma non salva un bel niente – attacca Ignazio Locci -. È solo fumo negli occhi, una beffa bella e buona ordita da chi ha ben altri obiettivi: far finire 520 lavoratori nel girone perverso delle politiche attive del lavoro di cui l’Assessorato va molto fiero, ma senza alcun motivo, visto che quando mette mano nel comparto Lavoro crea solo disoccupazione e precariato. Di sicuro, dal primo gennaio avremo altri 520 disoccupati. È questa l’unica certezza che la Giunta dei professori con la sua maggioranza è riuscita a garantire per chiudere una vertenza di straordinaria importanza. Nessuno crede alla favoletta che ci hanno propinato, fatta di Naspi, assunzioni in società in house della Regione o altri Enti, come i Comuni, con l’unico obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro.»

«Il regalo di Natale consegnato a 520 famiglie sarde prevede due mesi di indennità di disoccupazione (Naspi); successivamente i lavoratori dovranno essere presi in carico dall’Aspal attraverso i Centri dell’impiego (Csl), che provvederanno alla loro profilazione – aggiunge Ignazio Locci -. Infine, dovranno essere assorbiti dalle società in house della Regione o da altri Enti pubblici. Una bufala colossale, perché la realtà è ben diversa, a partire dal fatto che nella norma succitata mancano i riferimenti concreti.»

«I Centri dell’impiego, intanto, sono chiusi fino al 9 gennaio. Tuttavia, una volta che verranno profilati dai Csl che passerà il “pacco” all’Aspal, occorrerà capire quali sono le società in house della Regione che possono prenderli in carico. Forse l’Igea? E dove sta il piano industriale? Quali sono le società in house, ammesso esistano quelle in grado di accogliere i lavoratori, che faranno il piano industriale? E concesso esistano, quanti mesi trascorreranno prima della loro assunzione? Perché la Regione, che come noto non è molto brava a far di conto, assicura la Naspi per soli due mesi. E di sicuro non potranno essere gli enti pubblici, come i comuni, ad assorbire questi lavoratori, per i limiti di spesa che ben conoscono anche gli illuminati del centrosinistra. E mentre la Giunta racconta le favole, avremo altri disoccupati e resteranno fermi i progetti portati avanti da Ati-Ifras in ben 80 Comuni. La verità è che non esiste nessun progetto concreto per creare lavoro e salvare 520 posti di lavoro. Qualcuno probabilmente già pregusta un nuovo business, mentre aspetta l’arrivo delle grandi centrali operative emiliane. Adesso – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale – attendiamo le direttive di attuazione della norma, che seguiremo passo passo con la speranza che le nostre paure non si traducano in realtà.»

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