Il Partito dei Sardi ha presentato alcune proposte per la soluzione dei problemi del precariato in Sardegna.
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Questa mattina il Partito dei Sardi ha presentato nella saletta delle conferenze stampa del Consiglio regionale, le sue proposte per risolvere la situazione del precariato in Sardegna, attraverso specifiche iniziative consiliari.
Quanto pesa il precariato nelle amministrazioni pubbliche della Sardegna? Come procedere alle stabilizzazioni senza conoscere le dimensioni del fenomeno? Domanda alla quale cerca di rispondere il Gruppo consiliare del Partito dei Sardi che ha avviato da alcuni mesi un’indagine conoscitiva.
«A giugno abbiamo inviato una richiesta le Asl della Sardegna, all’Azienda Brotzu e alle due Aou di Cagliari e Sassari – ha spiegato il capogruppo del PdS in Consiglio regionale Gianfranco Congiu – finora abbiamo ottenuto risposta solo da 5 aziende con dati peraltro parziali e difformi. Solo tre strutture hanno fornito dati esaustivi. Noi vogliamo risolvere il problema del precariato ma per farlo occorre avere un quadro generale della situazione. Eliminando il precariato si alza il livello di qualità dei servizi, presupposto per ridurre i costi fuori controllo del sistema sanitario isolano.»
«Alle Asl abbiamo chiesto i dati del lavoro interinale – ha aggiunto il consigliere Augusto Cherchi – dopo 5 mesi abbiamo a disposizione dati parziali e disomogenei. Noi non pretendiamo di decidere come e quali dati devono essere forniti. Una volta individuate le modalità i dati devono però essere omogenei. Altrimenti non si potrà mai mettere mano al fenomeno.»
L’indagine del PdS riguarderà nei prossimi mesi anche il precariato nelle altre amministrazioni pubbliche: «Siamo partiti dalla Sanità perché è lì che il fenomeno assume proporzioni allarmanti – ha detto Roberto Desini – le Asl ricorrono ai precari per carenza di personale o per assicurare l’erogazione dei servizi. Di fatto si reggono sul precariato. Eppure esistono graduatorie di concorsi e selezioni pubbliche che vengono sistematicamente ignorate. Questo conferma ciò che denunciamo da tempo: la politica ha interesse a mantenere una situazione di instabilità».
L’indagine non è una caccia alle streghe – assicurano i consiglieri regionali del PdS – alla Sanità viene destinato il 50% del bilancio regionale, l’obiettivo è garantire servizi commisurati alle risorse impegnate. «Noi affrontiamo la questione globalmente, non siamo alla ricerca di un capro espiatorio – ha detto il consigliere Pier Mario Manca – da due anni chiediamo i dati di tutte le Asl e non di una in particolare. Questo deve essere l’approccio, non vogliamo innescare una guerra tra bande».
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