In Sardegna per Natale crescono i consumi dei prodotti alimentari.
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Pane, pasta, dolci, vini, birre, carni, formaggi, pesci e conserve sono alcuni dei prodotti dell’agroalimentare della Sardegna che registreranno una crescita delle vendite in questo mese di dicembre.
Secondo Confartigianato Imprese Sardegna, infatti, le famiglie sarde spenderanno circa 410 milioni di euro, 81 in più rispetto al consumo medio mensile. Dall’esame della distribuzione della spesa media mensile familiare sarda per prodotto, si stima che il 38,2% degli acquisti alimentari, pari per il mese di dicembre a 157 milioni di euro, è intercettabile dal sistema di offerta delle imprese artigiane sarde del settore.
Questi numeri sono contenuti nel dossier dedicato all’“Artigianato Alimentare-Speciale Natale 2016”, elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha incrociato i dati della contabilità regionale con la distribuzione mensile delle vendite, e analizzato i numeri del terzo trimestre 2016 del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari e dell’ISTAT.
«Negli ultimi 5 anni, durante il periodo legato alle festività legate al Natale – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – in modo specifico per i prodotti agroalimentari, registriamo un incremento delle vendite al dettaglio del 24,8% superiore alla media mensile degli altri 11 mesi dell’anno e del 22,2% superiore alla media mensile annua.»
A livello provinciale in questo dicembre, 138 verranno spesi in provincia di Cagliari, 83 a Sassari, 43 a Olbia-Tempio, 39 a Oristano, 38 a Nuoro, 31 a Carbonia-Iglesias, 23 nel Medio Campidano e 15 in Ogliastra. Di questi, le imprese artigiane alimentari ne intercetteranno 53 in provincia di Cagliari, 32 a Sassari, 16 Olbia Tempio, 15 a Nuoro e Oristano, 12 a Carbonia Iglesias, 9 nel Medio Campidano e 6 in Ogliastra.
Confartigianato Sardegna ricorda come siano ben 3.629 le imprese artigiane agroalimentari, laboratori e botteghe, che offrono produzioni straordinarie per qualità, gusto, tradizione e genuinità. I numeri dicono anche che 1.473 imprese agroalimentari operano in provincia di Cagliari, 1.145 in quella di Sassari, 720 a Nuoro e 301 a Oristano.
Le eccellenze del food made in Sardegna, quelle garantite dai marchi europei DOP, IGP e STG, sono diventate 8. All’Agnello di Sardegna, al Carciofo spinoso di Sardegna, al Fiore Sardo, al Pecorino Romano e quello Sardo, all’Olio Extra Vergine di Sardegna e allo Zafferano di Sardegna si sono aggiunti i Culurgionis d’Ogliastra, che pongono la nostra isola al 16esimo posto tra tutte le regioni italiane che, tutte insieme, annoverano ben 288 prodotti agroalimentari di qualità.
Proprio sui culurgionis d’Ogliastra, la Folchetti ricorda la recente assegnazione del marchio IGP. «Sono stati anni di durissimo lavoro ma l’Europa ha premiato l’impegno, i sacrifici e la serietà degli artigiani ogliastrini. Come Confartigianato siamo molto soddisfatti del risultato perché la certificazione, tra l’altro, tutelerà i consumatori dai preoccupanti fenomeni di frodi, poiché sarà garantita la tracciabilità su tutta la filiera produttiva. L’Igp aiuterà a rendere anche più agevoli i percorsi che ci saranno da fare nelle produzioni ma dovrà essere considerato come il passo iniziale per la costruzione di un “sistema dei culurgionis” in quei territori. C’è la quantità e il marchio Igp. Ora è il momento di trasformare realmente la produzione in uno degli asset più redditizi del sistema agroalimentare ogliastrino».
Tra le province sarde Cagliari è in testa con 7 prodotti a marchio riconosciuto; seguono il Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra e Sassari con 6; chiudono Carbonia-Iglesias, Olbia-Tempio e Oristano con 5.
Sono invece ben 4.965 i prodotti agroalimentari tradizionali italiani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, censiti e caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo; la Sardegna ne conta ben 189, ponendosi al 12esimo posto tra le regioni. Al primo posto troviamo la Campania con 486 prodotti, seguita dalla (9,8%), la Toscana con 460.
«Tale straordinario patrimonio di conoscenze e competenze – continua la Folchetti – è la dimostrazione di quanto sia forte il collegamento della popolazione sarda con le sue tradizioni più profonde. Legame che si deve sempre più tradurre in un sistema integrato e sinergico tra prodotti di qualità, territorio e percorsi turistici enogastronomici».
Sono tantissime anche le produzioni dell’artigianato agroalimentare sardo a “chilometro zero” Grazie a questi prodotti sani e genuini, il tasso di obesità degli italiani è il più basso di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. «Quindi possiamo dire che – sottolinea la Presidente – se mangiamo con moderazione e con equilibrio, i nostri prodotti agroalimentari sono anche molto salutari».
In conclusione, la Folchetti lancia il consueto appello ai consumatori: «In un momento come il Natale, seppure difficile economicamente, crediamo sia giusto affidarsi alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazione. Anche un solo acquisto di questo genere è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi».
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