Le opposizioni esultano per il clamoroso successo del NO al referendum costituzionale in Sardegna.
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Le opposizioni esultano per il clamoroso successo del NO al referendum costituzionale in Sardegna.
«Il risultato referendario del 4 dicembre pone la Sardegna come la più anti-renziana d’Italia, e rappresenta una bocciatura politica netta, chiara e lampante dell’attuale Giunta regionale» dice Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Attiva Sardegna. Secondo Tore Piana, è in particolare una sconfitta dell’operato politico del presidente Pigliaru che, con le sue scelte di appiattimento al governo nazionale, ha accettato di mortificare la Sardegna: «È una sconfitta a doppio binario: da una parte è stata determinante la modifica del Titolo V, che intendeva negare il valore di autonomia della nostra Regione; dall’altro un risultato che è da interpretare come un No deciso all’inadempienza dimostrata a tutto campo sulla Vertenza entrate, sui trasporti e la continuità territoriale, sulle servitù militari e in particolare, sulle politiche di immigrazione e accoglienza».
«Ora si dovrà aprire quanto prima un tavolo regionale per creare un programma alternativo alla mala politica intrapresa finora dal Pd – afferma Piana – un programma semplice, chiaro e incisivo per riaprire subito la Vertenza entrate, rivedere la legge sul turismo, alleggerire il Ppr e fare una politica seria dei trasporti interni ed esterni». Infine, il segretario punta il dito contro le anomalie nell’avviamento del bando Psr in agricoltura, di cui nei giorni scorsi Italia Attiva aveva denunciato la presenza di anomalie, e propone la modifica integrale del Piano di rimodulazione della rete ospedaliera proposta da Pigliaru. Italia Attiva Sardegna si colloca con decisione nel centro-destra, alleata con Forza Italia e Fratelli d’Italia.
«La Sardegna conquista finalmente il titolo di campione d’Italia dimostrando con la scelta sul referendum una forte impronta identitaria e autonomistica – sottolinea il capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu – con una valanga di no, pari al 72,22 per cento, che porta gli elettori sardi a primeggiare nella classifica contro la riforma costituzionale. Il rappresentante dei centristi analizza i riflessi politici sulla Sardegna. Il risultato indica chiaramente che gli elettori hanno manifestato il loro disappunto per un governo distante rispetto ai reali problemi della nostra Isola e sordo riguardo i disagi sociali ed economici. Con questo responso si boccia inoltre la politica della giunta Pigliaru, che sinora ha smontato i servizi sanitari sui territori, devastato il settore dei trasporti, contribuito a smantellare il sistema scolastico e portato all’epilogo finale dei grandi poli industriali.»
Il capogruppo Udc conclude con un auspicio: «Concluso il periodo delle promesse elettorali la speranza è che le risorse destinate per la Sardegna non si rivelino il solito bluff a fini elettorali, ma abbiano subito concreta attuazione».
«Il verdetto delle urne come la riscossa della Sardegna – dice il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) -. Non ci sono dubbi che il risultato sia una svolta epocale per Cagliari, con una grande dimostrazione di democrazia, e per la Sardegna. Uno scatto d’orgoglio dei cittadini contro lo stravolgimento dell’architettura istituzionale, con una riforma che avrebbe prodotto l’indebolimento delle prerogative speciali dell’Isola. In Sardegna il verdetto certifica come il governo non abbia saputo dare risposte adeguate ai problemi dell’Isola e deve senza dubbio mettere in discussione l’attività della giunta Pigliaru, incapace sinora di attuare dei provvedimenti risolutivi alla crisi economica che attanaglia la Sardegna – conclude Tocco -. E’ un segnale chiaro che i cittadini isolani chiedano all’esecutivo un cambio di passo.»
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