La Giunta regionale ha ripartito 700.000 euro tra gli enti gestori dei centri antiviolenza.
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La Giunta regionale ha deliberato, oggi, su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, la ripartizione di un milione di euro (700.000 a valere sul Fondo Nazionale delle Politiche Sociali e 300 mila a valere sul Bilancio regionale), come contributo a copertura delle spese per il 2016 sostenute dagli enti gestori degli otto Centri antiviolenza e delle cinque Case di accoglienza.
Il 70% delle risorse andrà alle case di accoglienza e il restante 30%, pari a euro 300.000, ai Centri antiviolenza. L’importo sarà lo stesso per tutti i Centri, ma è prevista una maggiorazione del 50% per quelli titolari di ulteriori sedi operative. L’erogazione avverrà in un’unica soluzione per garantire continuità nell’attività svolta.
I Centri antiviolenza svolgono attività di tutela legale, di affiancamento e di consulenza psicologica e sociale, offrono aiuti pratici e immediati per sottrarre le donne vittime di violenza alle situazioni di pericolo e per ricreare condizioni di vita autonoma e serena. Le Case di accoglienza sono strutture di ospitalità temporanea che accolgono e sostengono donne in condizione di disagio a causa di violenza sessuale o maltrattamenti in famiglia, assieme ai loro figli minori.
Per quanto riguarda i Centri antiviolenza del Medio Campidano e del Sulcis Iglesiente, le risorse saranno trasferite alla Provincia del Sud Sardegna.
«I Centri antiviolenza e le Case di accoglienza – ha detto l’assessore Arru – costituiscono un riferimento ormai consolidato per il contrasto della violenza di genere e hanno maturato modalità di intervento coerenti agli obiettivi e alle azioni del Piano nazionale, approvato a luglio dello scorso anno. Riteniamo fondamentale rafforzare la rete strutturata di relazioni tra i Centri e le Case di accoglienza presenti nel territorio regionale consolidando le relazioni con le istituzioni. Per realizzare e monitorare le azioni del Piano nazionale – ha concluso l’assessore della Sanità –, costituiremo a breve un coordinamento regionale sulle politiche contro la violenza di genere.»