[bing_translator]
Il presidente Ganau ha aperto la seduta e prima di procedere con il punto all’ordine del giorno Dl 382/A: “Variazione del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016-2018” ha letto un messaggio per la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids. «Credo sia doveroso, in apertura dei lavori di quest’Aula, ricordarlo anche per l’alto valore simbolico che questa giornata continua ad avere, nonostante negli ultimi trent’anni i risultati positivi hanno trasformato quella che era una condanna a morte in una malattia cronica gestibile – almeno per chi segue il trattamento e ha la fortuna di accedere alle cure. Eppure oggi più di ieri è necessario non abbassare la guardia. È di soli pochi giorni fa la stima del Centro Europeo di Controllo delle Malattie e dell’Oms Europa, secondo la quale nel nostro Continente ci sono almeno 122mila persone sieropositive che non sanno di esserlo, circa uno su sette del totale degli infetti. Secondo il rapporto – ha proseguito Ganau – nel 2015 ci sono state 30mila nuove notifiche di casi, ma nonostante il numero sia in linea con le cifre stimate negli ultimi anni, ciò che deve preoccupare è il tempo stimato fra l’infezione e la diagnosi, circa quattro anni, un lasso di tempo troppo alto con metà dei pazienti che scopre di essere sieropositivo quando l’infezione è in fase avanzata.
L’Hiv continua ad essere una minaccia considerato che una persona su sette non sa di essere infetta. Queste persone non hanno accesso alle terapie salvavita e possono continuare a trasmettere il virus agli altri. Da un’indagine condotta dalla Lila, la Lega italiana lotta contro l’Aids, il 20 per cento degli studenti delle scuole cagliaritane, soprattutto tra i 16 e i 18 anni, dichiara di non avere rapporti protetti. È necessario dunque continuare o forse addirittura riprendere a fare prevenzione, perché ci siamo dimenticati dell’esistenza di un’infezione che si trasmette per via sessuale e che andrebbe invece riconosciuta precocemente. Credo – ha concluso il presidente – sia anche questo il compito delle Istituzioni che rappresentiamo, informare e ricordare che di AIDS purtroppo si muore ancora troppo, a distanza di 33 anni dall’individuazione del virus».
L’Aula è quindi passata all’esame del Dl 382/A con la discussione dell’emendamento soppressivo parziale n.7=114=218.
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto favorevole per evitare la soppressione dell’organismo creato dalla Regione per la gestione dei fondi comunitari. Sulla stessa linea Marco Tedde secondo il quale è incomprensibile la cancellazione di un soggetto creato pochi mesi fa: «L’ Isola è sempre più povera, il 15% dei sardi vive sotto la soglia di sussistenza – ha detto Tedde – eppure si decide di cancellare un organismo che sarebbe servito a spendere meglio le risorse».
Per Alessandra Zedda (Forza Italia) la Giunta continua con la politica del gambero: «Registriamo che non avete fatto nulla in tema di fondi comunitari».
Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (Fdi): «Nel 2016 avete riservato lodi sperticate all’istituzione di un soggetto capace di gestire al meglio le risorse comunitarie e di separare i fondi europei da quelli statali e regionali – ha detto il consigliere di minoranza – ora si torna indietro mentre altre regioni vanno invece avanti. Si continua a procedere a tentoni e non si sfruttano le occasioni».
Paradossale, secondo Angelo Carta (Psd’Az), il fatto che la minoranza cerchi di salvare un organismo creato dalla maggioranza nel 2016. «Alla base sembra esserci una questione di risparmio di risorse pubbliche – ha rimarcato Carta – non è così. Perché non lasciare questo organismo e verificare se riesce ad accelerare procedure farraginose come quelle legate alla programmazione territoriale che sconta forti ritardi?».
Il consigliere Christian Solinas, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nessuna variazione può essere approvata dopo il 30 novembre secondo le disposizioni del decreto legislativo n. 118. «E’ legittimo procedere? – ha chiesto Solinas – è utile che gli Uffici si pronuncino».
A Solinas ha risposto il presidente Ganau: «Si può procedere – ha detto – perché il termine non è prescrittivo».
Posto in votazione l’emendamento n.7=114=218 è stato respinto con 22 voti contrari e 19 a favore. Disco rosso anche per l’emendamento soppressivo n 8=115=197=221 (28 votanti, 24 no e 3 sì). Sull’esito della votazione, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto la verifica del numero legale. Il presidente Ganau ha invitato i segretari a procedere alla verifica ricordando che il numero legale viene stabilito dal numero dei votanti più il richiedente.
Stabilita la presenza del numero legale, si è passati all’esame dell’emendamento soppressivo n. 9=116=224 con il quale si chiede di cancellare il comma 5 dell’articolo uno, disposizione che autorizza il ripiano del deficit del sistema sanitario con 120 milioni di euro per il 2016.
Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario: «Non capisco perché si debba intervenire ancora – ha detto Locci – la Sardegna continua a pagare i farmaci innovativi che lo Stato rimborsa a tutte le altre regioni. Il Patto della Salute vale solo per gli altri, noi non contiamo nulla».
Secondo Marco Tedde (Forza Italia) il comma in discussione rappresenta il cuore del provvedimento: «Il vostro programma elettorale diceva che il deficit della sanità sarebbe stato azzerato, così non è stato – ha detto Tedde – intanto la Commissione d’Inchiesta non riesce a funzionare perché le Asl non consegnano i documenti. Tutto questo è scandaloso. Nella sanità cresce il costo del personale del 53%, aumentano le consulenze, i Commissari fanno i ducetti, bandiscono concorsi dove si può fare mobilità e pongono in essere atti che meriterebbero ben altre attenzioni».
Per Paolo Truzzu (FdI), il comma 5 è la testimonianza del fallimento totale della Giunta: «Avremmo dovuto realizzare 60 milioni di risparmi e se ne spendono invece 120 milioni in più. E’ assurdo pagare i farmaci innovativi, i comuni intanto non hanno i vaccini e i genitori sono costretti a pagarli».
Giorgio Oppi (Udc) ha parlato di quadro desolante della sanità. «Il disavanzo è intorno ai 400 milioni di euro. Mi meraviglia che per i farmaci innovativi non sia stato chiesto il rimborso – ha detto Oppi – la spesa farmaceutica ospedaliera aumenta. La Sardegna è al primo posto nella classifica nazionale. Segnalo che se il Mater Olbia fosse entrato in funzione il deficit sarebbe stato ancora più consistente».
Edoardo Tocco (Forza Italia) ha segnalato la difficile situazione del Brotzu. «Le lamentele sono continue, ci sono medici facenti funzioni e infermieri con turni massacranti. La gente ci chiede cosa stiamo facendo – ha affermato Tocco – è il momento di rivalutare tutta la strategia sanitaria».
Per il capogruppo dell’Udc Gigi Rubiu lo stanziamento è una semplice anticipazione, il deficit sarà maggiore. Intanto si va avanti con concorsi, assunzioni e altre attività poco edificanti per la politica sarda. «La Asl 7 ha acquistato un’autoemoteca da 200mila euro senza i bagni per medici e pazienti. Si può continuare a fare queste cose? Dov’è finita la politica?».
Voto favorevole ha annunciato anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha criticato la gestione delle Asl sarde: «Risulta che da alcune Asl sono partiti carichi di materiali non utilizzati per essere smaltiti. In realtà sarebbero stati riciclati e rivenduti. Mi auguro che ci sia un’inchiesta della magistratura – ha tuonato Dedoni – non è vero che 90 dei 120milioni stanziati per coprire il disavanzo andranno all’elisoccorso, servono invece per coprire le porcherie che avete messo in campo. E’ ora di approfondire seriamente la questione».
Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha rilevato la difficoltà ad affrontare un argomento delicato come quello della sanità. «I commissari erano stati prorogati il 30 dicembre del 2015 per 3 mesi con l’obiettivo di procedere al risanamento del sistema. Alcuni sono andati fuori dalla tangente, non si riesce a contenere il deficit. La sanità sarda è uno schifo».
Alessandra Zedda (Forza Italia) ha definito “schizofrenico e poco rispettoso” il modo di legiferare adottato dalla maggioranza. «Occorre capire prima ciò che si vuole fare senza procedere a cambiamenti in corsa – ha detto Zedda – quando si fanno le leggi la fretta è sempre una cattiva consigliera».
Secondo Oscar Cherchi (Forza Italia) il disavanzo certifica il fallimento della Giunta. «Stamattina sono stato all’ospedale di Oristano – ha detto Cherchi – i direttori parlano sotto voce. Le critiche sono fortissime e riguardano il sistema di gestione della sanità che guarda solo al personale medico e paramedico e non ai pazienti».
Per Michele Cossa (Riformatori) si è sottostimato il fabbisogno. «Le spese della sanità sono difficilmente comprimibili. In questi anni di commissariamento la spesa non è diminuita e i servizi sono enormemente peggiorati. Gli ospedali sono pieni di amministrativi e carenti di infermieri, vengono conferiti incarichi e consulenze, si fanno concorsi di dubbia utilità. Tutti i giorni assistiamo a provvedimenti di sapore clientelare. La Giunta è connivente».
Mario Floris (Uds) ha lamentato l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità richiamando l’articolo 60 del Regolamento. «Gli assessori possono e devono partecipare alle sedute dell’Assemblea – ha detto Mario Floris – è ora di far rispettare il Regolamento».
Secondo Christian Solinas (Psd’Az) «sarebbe stato utile leggere la relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri finanziari. Il problema è che aumenta la spesa sanitaria e diminuiscono le prestazioni. La percezione è quella di una sanità peggiore: i dati certificati da Agenas ci dicono che il risultato di gestione della sanità, arrivato nel 2012 a un attivo di 14 milioni di euro, è impazzito nel 2015 con 212 milioni di deficit. Se oggi chiudessimo il conto saremmo a quasi 400 milioni di disavanzo e i conti peggioreranno con l’istituzione dell’Azienda Unica».
Posto in votazione l’emendamento n.9=116=224 è stato bocciato con 27 voti contrari e 19 a favore.
Sull’emendamento 227 è intervenuto l’on. Angelo Carta (Psdaz), che ha detto: «Dobbiamo mettere i piedi per terra ed evitare pezze di fine anno sulla Sanità. Per questo esprimo il voto favorevole».
Anche l’on. Paolo Truzzu (Fli) si è espresso a favore dell’emendamento e ha detto: «E’ vero che la spesa sanitaria è sostanzialmente incomprimibile, come ha ricordato l’on. Cossa. Ma un po’ di compressione si può fare, evitando gli sprechi. In ogni caso ci vogliono scelte diverse e non atteggiamenti schizofrenici come quelli della Regione».
Per l’on. Ignazio Locci (Forza Italia) «ci troveremo un disavanzo sanitario per il primo semestre 2016 di 184 milioni. I conti dell’assessorato alla Sanità sono solo operazioni ma non danno nessun risultato positivo. Noi teniamo sotto controllo i numeri, anche per una ragione: voi eravate i maghi della riduzione della spesa sanitaria. Si è visto quanto siete bravi».
L’on. Marco Tedde (Forza Italia) ha espressamente parlato di «sistema fuori controllo, in una sorta di piano inclinato sul quale la sanità sarda sta scivolando in un deficit strutturale e con commissari che non rispettano le direttive politiche dell’assessore».
Per l’on. Michele Cossa (Riformatori), presentatore dell’emendamento, «lo spirito della nostra iniziativa è chiaro: vogliamo capire perché come mai la spesa sanitaria vale la metà del bilancio regionale nonostante ciò mediamente la qualità del servizio sanitario continua a calare. Dobbiamo spostare verso i servizi le risorse finanziarie che attualmente vengono destinate, sbagliando, ad altri fini. C’è una Tac inutilizzata al Brtozu? Verificatelo, per piacere. Chi ha disposto quell’acquisto? Scopritelo e fatelo sapere non solo al Consiglio regionale».
Per il leader dell’Udc, on. Giorgio Oppi, «le frottole hanno vita breve. Ai primi del 2018 vedremo conseguenze di questo vostro atteggiamento con i licenziamenti nella sanità privata. E ancora: che senso ha fare i concorsi dei primari al Brotzu se è vero, come dite, che al Brotzu ci sono 64 primari in più? E che senso ha eliminare il Cup sempre del Brotzu, per una vendetta personale, quando quel servizio è fondamentale?».
Per l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) «il voto all’emendamento è favorevole perché i tagliatori di teste e di servizi non fanno altro che creare nei territori una pessima gestione della Sanità. Ci viene da pensare che questi commissari, che non rispondono alla politica, rispondano ad altri. Questa è la vostra sanità, alla quale non basteranno mai i denari».
Per l’on. Roberto Deriu (Pd) «la comprimibilità della spesa è un tema interessante ma la giunta regionale non deve arrendersi in nessun modo al pensiero che la spesa sanitaria sia davvero incomprimibile, già oggi. Una politica di bilancio rigorosa deve prevedere la revisione della spesa attuale».
L’emendamento 227 è stato respinto.
A seguire, sull’emendamento 10 (Pittalis e più), soppressivo totale dell’articolo 1 comma 6, il sardista Angelo Carta ha preso la parola: «Quale ricerca e innovazione tecnologica si sta producendo con i 700 mila euro che state destinando all’Istituto zoo profilattico? Da qui il mio voto favorevole». Stessa opinione per l’on. Ignazio Locci (Forza Italia): «Non bastano le azioni di riqualificazione della spesa, bisogna anche valutare il merito dell’amministrazione delle risorse».
L’emendamento 10 è stato respinto.
Sull’emendamento 11, soppressivo del comma 7 dell’articolo 1 (primo firmatario l’on. Pittalis, Forza Italia), è intervenuto l’on. Truzzu (Fli), che ha detto: «Leggo che è il Consiglio regionale chiamato ad attivare il servizio di elisoccorso, nelle more della attivazione dell’Agenzia dell’emergenza urgenza?. Ma che senso ha? Così si combinano i pasticci e con tre basi si lascia comunque scoperta la Sardegna centrale. Chi state garantendo buttando questi soldi dalla finestra?».
Sulle stesse note l’on. Locci (FI), che si è augurato «che gli elicotteri volino in Sardegna, visto che il futuro sistema sanitario sarà basato sulle reti di cura. Non vorrei che tutto questo fosse uno spot per qualificare questa legge di variazione di bilancio».
Per il sardista Angelo Carta «il comma 7, che parla dell’elisoccorso, non ha una corrispondenza nella relazione della Giunta. Questo a dimostrazione che la fretta non è mai una buona consigliera». Contrario anche l’on. Marco Tedde (Forza Italia) secondo cui «è chiaro che la gestione della Sanità sarda è alla stregua di un piccolo staterello di Bananas. Qualcuno ha già deciso per il direttore generale dell’Areu. Questo treno della Sanità sta deragliando, colleghi: accendete i fari».
L’on. Giorgio Oppi (Udc) ha detto: «I tempi dell’elisoccorso sono molto lunghi di quelli preventivati, anche perché il personale deve essere formato per quel tipo di servizio. Occhio a seconda di come viene impostata la gara».
L’emendamento 11 è stato respinto.
L’on. Angelo Carta (Psd’Az) ha chiesto il voto segreto sugli emendamenti 12, 119 e 230. Il Consiglio ha respinto gli emendamenti e poi a seguire ha respinto anche gli emendamenti 13, 14, 48, 49, 122.
Successivamente il Consiglio ha esaminato l’emendamento 122, che è stato respinto.
Sull’emendamento 191, riguardante i lavoratori dei beni culturali il sardista Angelo Carta ha parlato di un «argomento importante per decine di giovani impegnati nella gestione di beni archeologici che negli anni hanno acquisito significative professionalità, tuttavia è necessario sostenere i Comuni che bandiscono gare senza nessuna copertura per effetto delle continue proroghe dal 2004; il Consiglio e la Giunta devono farsi carico di questo problema».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha anch’egli sollecitato «una soluzione definitiva per i lavoratori (circa 850) del sistema archeologico e dei beni culturali in modo da inserirli stabilmente in questo circuito e superare la logica delle proroghe annuali; è un tema da riprendere utilizzando una delibera della commissione Cultura votata all’unanimità nella XII legislatura»
Il relatore della legge Franco Sabatini (Pd) ha condiviso la preoccupazione dei consiglieri, affermando che «il problema va affrontato ho proposta di legge quasi pronta per trovare una soluzione definitiva ed auspico che ne arrivino altre, l’importante è superare un lungo periodo di incertezza».
Il consigliere Paolo Zedda dei Rossomori ha definito «giuste e fondate le osservazioni dei consiglieri intervenuti in precedenza, perché la questione dei beni culturali è per la Sardegna un tema centrale, dall’organizzazione del settore che è molto frammentato all’inquadramento dei lavoratori». «Anche il nostro gruppo – ha concluso – presenterà a breve una proposta di legge».
Messo ai voti l’emendamento è stato respinto dall’Aula, insieme ad altri presentati dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento soppressivo parziale n. 104 (Paolo Zedda e più) con parere favorevole della Giunta che limita al 2017 lo stanziamento di 1.6 milioni per il sistema scolastico, a fronte della previsione originaria che estendeva l’intervento anche alle annualità 2018 e 2019.
Subito dopo il Consiglio ha esaminato un’altra serie di emendamenti presentati dalla minoranza, che sono stati respinti.
Sugli emendamenti n. 41, 160 e 298 riguardanti i debiti fuori bilancio il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato che «in parte sono dovuti all’applicazione del Dlgs n.118 che obbliga tutto il sistema Regione a farli emergere ma in molti casi si tratta di scelte dei dirigenti che cercao di schivare le loro responsabilità, inoltre mancano molte relazioni per cui siamo contrari ad un intervento».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha parlato di un problema «molto particolare», annunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto «non solo per motivi politici ma anche tecnico-amministrativi».
Anche Christian Solinas, sardista, ha annunciato la sua decisione di non partecipare al voto, sottolineando che «una norma nazionale del 2012 ha definitivamente stabilito che il parere del collegio sindacale sui debiti fuori bilancio è obbligatorio, mentre nella documentazione che ci è stata sottoposta noi non abbiamo né pareri nè istruttorie».
Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha condiviso le tesi dei consiglieri intervenuti, precisando che «il collegio sindacale è indispensabile per la Regione e per lo stesso Consiglio che deve poter votare in modo consapevole e informato e, in ogni caso, sono emersi debiti anche per fattispecie espressamente vietate».
A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto che quello dei debiti fuori bilancio è «argomento delicato che richiede chiarimenti». «E’ la prima volta – ha detto – che il Consiglio è chiamato a pronunciarsi su questa materia sia per effetto del bilancio armonizzato che del Dlgs 118 che giustamente prevede più trasparenza e controlli; nel nostro caso tuttavia la certificazione è data dai nostri uffici che ne assumono la responsabilità, che invece non ricade sul Consiglio che vota il provvedimento». «Nel merito – ha concluso – si tratta in parte di questioni sono vecchie e in parte recenti, tutte comunque situazioni legittime; per quanto riguarda l’istituzione del collegio sindacale la Sardegna non è obbligata essendo una regione speciale ma lo istituirà ugualmente con le norme di attuazione».
Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che le dichiarazioni dell’assessore Paci «hanno confermato le preoccupazioni dell’opposizione perché e non c’è il dubbio che il voto del Consiglio copra in qualche modo attività illegittime o irregolari, ma il Consiglio non può essere l’ombrello per queste situazioni, anche perché non ha nemmeno gli strumenti per poterle valutare; peraltro il voto legislativo potrebbe essere non esente da responsabilità». «Per noi – ha concluso – è meglio rinviare, altrimenti usciamo dall’Aula».
Successivamente il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta.
Alla ripresa dei lavori l’emendamento è stato messo in votazione ma è mancato il numero legale. Il presidente ha quindi tolto la seduta. I lavori del Consiglio sono ripresi nel pomeriggio.