Approvato il piano di politiche di Flexicurity per l’area di crisi industriale complessa di Portovesme
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Il provvedimento porta a compimento l’azione politica del presidente Pigliaru e della Giunta, per il riconoscimento del Polo Industriale di Portovesme quale Area di crisi industriale complessa, portata a termine con successo con l’emanazione del decreto del ministro dello Sviluppo economico del 13 settembre 2016. Il Piano, che verrà avviato entro la fine dell’anno, è complementare all’estensione degli ammortizzatori sociali in deroga per le annualità 2016 e 2017, resa possibile dal Governo con il decreto correttivo del Jobs Act (D.Lgs. n. 185/2016), che ha previsto l’ampliamento del potere della Regione di autorizzare tali trattamenti oltre i limiti precedentemente posti dal legislatore nazionale.
Con l’approvazione di ieri vengono messe in sicurezza le risorse ministeriali destinate alla Regione Sardegna per l’annualità 2016 per politiche attive del lavoro. Non solo: a seguito degli impegni assunti dal ministro Carlo Calenda in occasione della visita in Sardegna del 1° dicembre scorso e delle successive interlocuzioni intervenute tra l’Assessorato del Lavoro ed i vertici di INVITALIA, è imminente la sottoscrizione di un Accordo di programma con il Ministero dello Sviluppo economico per il finanziamento di specifiche misure a sostegno della ricollocazione dei lavoratori della filiera dell’alluminio dell’Area di Crisi Complessa di Portovesme. In particolare il MISE, nel rispetto della vigente normativa comunitaria, riconoscerà una addizionalità agevolativa alle imprese che realizzeranno una percentuale del loro incremento occupazionale tramite ricollocazione dei lavoratori della filiera dell’alluminio.
Il Piano è funzionale al riavvio delle produzioni ed all’accesso alle opportunità occupazionali che deriveranno dal concreto avvio delle azioni del Piano Sulcis, e punterà alla qualificazione dell’offerta ed a ridurre il più possibile gli effetti della lunga permanenza fuori dal mercato del lavoro dei destinatari. Le misure saranno coerenti con il nuovo approccio dell’assessorato del Lavoro che, negli ultimi anni, ha introdotto politiche ispirate ai principi della flexicurity, secondo la logica della personalizzazione degli interventi, in coerenza con la riforma nazionale del lavoro.
I lavoratori destinatari del Piano saranno accompagnati al reingresso nel mondo del lavoro attraverso percorsi strutturati di inserimento lavorativo o indirizzati ad un percorso di auto impiego e creazione d’impresa o inseriti in attività di social work experience. L’intervento sarà in più fasi e si comporrà di varie misure. Accanto agli strumenti di tipo formativo (voucher formazione di massimo 3.500 euro, tirocinio di sei mesi per un massimale di 6.000 euro), si farà ricorso a bonus occupazionali, graduati a seconda della distanza del soggetto dal mercato del lavoro, in favore delle imprese che assumono a tempo determinato o indeterminato; al ‘voucher impresa’ di 3.000 euro per i costi del tutoraggio, al ‘mentoring d’impresa’ rivolto alle start-up, con un massimale di 6.000 euro. Un ulteriore elemento di novità è costituito dall’affidamento dei soggetti meno distanti dal mercato del lavoro (e quindi con un alto livello di occupabilità) ad operatori o agenzie accreditati, mediante la stipula di un Contratto di ricollocazione, facendo tesoro della sperimentazione attualmente in corso dello strumento con il progetto regionale CRIS.