Via libera del Parlamento europeo alle nuove regole su costi e finanziamenti pubblici per i servizi portuali.
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I contributi che le linee di trasporto pagano per i servizi portuali dovrebbero diventare più trasparenti grazie alle nuove norme approvate oggi dal Parlamento europeo. Tali norme dovrebbero rendere più trasparenti anche i fondi pubblici destinati ai porti e contribuire ad attrarre maggiori investimenti privati.
La risoluzione legislativa è stata approvata con 546 voti a favore, 140 contrari e 22 astensioni.
«Dopo 15 anni di discussione sulla politica europea dei porti, abbiamo finalmente trovato un accordo: i modelli di gestione dei porti esistenti possono essere mantenuti e per la prima volta vi è un’enfasi sulle buone condizioni di lavoro, che sono una parte importante della competitività dei porti e un punto per noi non negoziabile», ha affermato il relatore Knut Fleckenstein (S&D, DE).
«La trasparenza finanziaria è al centro dell’accordo, che dovrebbe facilitare il lavoro della Commissione su un regime di aiuti di Stato coerente e favorire gli investimenti nei porti», ha aggiunto.
Secondo la Commissione, la mancanza di regole chiare sulle sovvenzioni pubblici destinati alle infrastrutture portuali e gli oneri richiesti alle compagnie di trasporto per il loro utilizzo frenano l’investimento nei porti.
Queste norme si applicheranno agli oltre 300 porti europei che fanno parte della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) e introducono l’obbligo per le autorità portuali di mostrare in odo chiaro nei loro sistemi di contabilità i fondi pubblici che hanno ricevuto, oltre a altre disposizioni per migliorare la trasparenza sui metodi di definizione dei costi dell’uso delle infrastrutture. Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che sia introdotta una procedura efficace per gestire i reclami dei passeggeri.
Dai porti dell’UE transitano, in totale, il 96% di tutte le merci e il 93% di tutto il transito di passeggeri delle navi. I tre quarti dei beni importati e il 37% del traffico merci all’interno dell’Unione passano dai porti.
Per garantire servizi di alta qualità, le norme prevedono una formazione su salute e sicurezza per i fornitori di servizi portuali. Questi requisiti di formazione dovrebbero essere regolarmente aggiornati per rispondere alle sfide dell’innovazione tecnologica.
Il regolamento non impone un modello specifico di gestione dei porti marittimi. Tuttavia, si prevedono alcune condizioni qualora si intenda stabilire dei requisiti minimi per i fornitori dei servizi di rimorchio, ormeggio, bunkeraggio e raccolta dei rifiuti navali, o per limitare il numero dei prestatori di tali servizi. Ad esempio, i porti potrebbero limitare il numero di fornitori di servizi al fine di garantire la sicurezza e la sostenibilità ambientale.
Anche i servizi di movimentazione merci e i passeggeri potranno essere soggetti a norme sulla trasparenza finanziaria, ma saranno esentati da quelle sull’organizzazione dei servizi portuali.
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