Silvio Lai (Pd): «Per la Sardegna l’accorpamento delle sedi regionali Rai in macro aree è anacronistico».
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«La riorganizzazione delle sedi regionali Rai in macro aree così come è stata proposta appare per la Sardegna fuori dai tempi, inadeguata e totalmente non conforme alla realtà attuale.»
Lo scrive il senatore del PD Silvio Lai in una lettera inviata al presidente della commissione di vigilanza della Rai.
«Pensare nel 2016 di ripristinare una suddivisione che ricorda il Regno di Sardegna significa non avere ben chiaro che dal 1800 ad oggi molte cose sono cambiate e a nessuno verrebbe in mente oggi di accorpare la nostra Regione con Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – scrive Silvio Lai -. Tutto questo semplicemente perché con quelle regioni non ci sono elementi che inducano a individuare una programmazione strategica e di interventi omogenea. È molto più normale oggi vedere la Sardegna insieme a regioni del centro come ad esempio il Lazio. La proposta che è stata sottoposta al CdA la riteniamo inaccoglibile e chiediamo che possa immediatamente essere rivista perché se si dovesse andare nella strada indicata dalla Direzione editoriale si creerebbero le condizioni per una gestione lontana dalle esigenze degli utenti. Come si può pensare, infatti, che le decisioni relative all’informazione regionale della Sardegna possano essere assunte da un dirigente responsabile che avrà sede operativa a Torino. È vero che rimarrebbero le attuali sedi regionali ma facciamo fatica a capire come ogni tipo di problema o questione organizzativa possa essere affrontata partendo da una suddivisione per macro aree come quella prospettata. Voglio far rilevare come la nostra isola non sia un jolly che può essere inserito o accorpato a caso, ma proprio a causa della sua particolare condizione deve essere destinataria di ragionamenti e riflessioni approfondite. Se, dunque, si deve procedere per macro aree è evidente che per la Sardegna si debba guardare al centro sud Italia e non al Nord – conclude Silvio Lai –, altrimenti si rischia solo di assumere decisioni anacronistiche e del tutto sbagliate.»