4 September, 2024
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È stato pubblicato ieri sul sito istituzionale della Regione l’Avviso Pubblico 2016 dell’azione di sistema finalizzata al reinserimento di “lavoratori svantaggiati” espulsi dal sistema produttivo sardo “Welfare to work 2016”. La misura, con una dotazione finanziaria di poco più di 2,8 milioni di euro, ha come destinatari gli ex dipendenti di una serie di realtà produttive isolane (individuati puntualmente in un elenco nominativo disponibile nei Centri per l’Impiego della Sardegna), che hanno terminato la loro attività in seguito alla crisi economica degli ultimi anni. Per gli imprenditori che li assumeranno con un contratto a tempo indeterminato è previsto un incentivo fino a 17.500 euro lordi composto da un bonus occupazionale e da una dote formativa. La procedura è a sportello: il finanziamento sarà concesso per le domande ritenute ammissibili secondo l’ordine cronologico di invio e fino all’esaurimento delle risorse disponibili. Le istanze possono essere trasmesse a partire da domani, 20 luglio, fino al 31 dicembre 2016.
«Welfare to Work è una misura che abbiamo già sperimentato in passato con ottimi risultati – spiega l’assessore del Lavoro Virginia Mura –. Siamo fiduciosi e ottimisti sulla risposta dei datori di lavoro, che hanno a loro disposizione un consistente incentivo per assumere questi lavoratori. Siamo di fronte, tra l’altro, a persone che hanno esperienza, competenze e qualità, e che potranno certamente essere utili alle imprese in cui saranno impiegati. E dato che si tratta di un bando a sportello – conclude la titolare del Lavoro -, voglio anche rassicurare fin da oggi sul fatto che, se avremo una risposta tale da esaurire la dotazione finanziaria prevista, saremo disponibili a reperire altre risorse:»
I destinatari di Welfare to Work sono, in particolare, gli ex addetti del settore tessile, e gli ex dipendenti di una serie di società individuate negli Accordi istituzionali stipulati dall’Assessorato del Lavoro con le Organizzazioni sindacali il 23 marzo 2016 e il 15 giugno 2016. L’elenco dei nominativi dei lavoratori destinatari dell’avviso è a disposizione dei datori di lavoro, presso i Centri per l’Impiego (CPI) della Sardegna. Beneficiari della misura sono i datori di lavoro che assumano a tempo indeterminato questi lavoratori.
Welfare to Work è una misura concepita per dare risposte concrete alla ripresa imprenditoriale della Sardegna, dopo la durissima crisi economica degli anni scorsi (che ancora fa sentire i suoi effetti), sollecitando la domanda di lavoro locale attraverso la promozione di un adeguato sistema di incentivi una tantum, rappresentati – come detto – da un cospicuo bonus assunzionale e da una dote formativa.
In particolare, per ciascuna assunzione a tempo pieno e indeterminato e a tempo pieno dei lavoratori a cui è destinata la misura, è previsto un incentivo una tantum dell’importo massimo erogabile di 12.500 euro lordi. In caso di assunzione a tempo indeterminato part time, tale importo sarà ridotto proporzionalmente al numero delle ore di lavoro.
Se risulta necessario un riallineamento delle competenze del lavoratore assunto, la misura prevede inoltre una dote formativa on the job, una tantum, dell’importo massimo erogabile di 5.000 euro lordi in favore dei datori di lavoro destinato a finanziare azioni formative di adattamento delle competenze (della durata minima di 60 ore e da erogare entro 6 mesi dalla data del contratto) a seguito dell’assunzione del lavoratore.
La domanda, oltre a tutti i documenti richiesti, dovrà essere inviata, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione dell’Avviso ed entro il 31 dicembre 2016 secondo le modalità di invio e la relativa documentazione indicate nell’Avviso. Per qualsiasi informazione gli interessati potranno contattare: l’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’Aspal (in Via Is Mirrionis, 195 a Cagliari, aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 13.00; martedì e mercoledì dalle 16.00 alle 17.00, esclusi i festivi; recapito telefonico 070 6067039).

Virginia Mura 4

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L’assessorato regionale dell’Agricoltura ha pubblicato il bando per l’attuazione della sottomisura 4.2 “Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli” del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020.
La sottomisura prevede un aiuto per realizzare, ammodernare e razionalizzare le strutture produttive dedicate alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli.
L’obiettivo è quello di migliorare gli standard qualitativi, sviluppare nuovi prodotti e affrontare nuovi segmenti di mercato.
Beneficiari della sottomisura sono le imprese agroindustriali e le imprese agricole singole o associate.
Le risorse disponibili per il bando ammontano a € 20.000.000.
Le domande di sostegno potranno essere compilate on line utilizzando il Sian, disponibile all’indirizzo www.sian.it dal 15 settembre 2016 al 16 gennaio 2017.

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L’assessorato regionale dell’Agricoltura ha pubblicato due bandi per l’attuazione della sottomisura 6.1 del Programma di Sviluppo Rurale:
“Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori” per l’ammissione ai finanziamenti previsti dal “Pacchetto giovani”;
“Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori” non attuata nell’ambito del “Pacchetto giovani”.
La sottomisura, è finalizzata a promuovere il ricambio generazionale sostenendo, attraverso un premio forfettario di insediamento, l’avvio di nuove imprese gestite da giovani agricoltori che si insediano per la prima volta nell’azienda agricola in qualità di capo azienda.
Le risorse disponibili per il bando relativo al “Pacchetto giovani” ammontano a 20.000.000 euro.
Le risorse disponibili per il bando non attuato nell’ambito del “Pacchetto giovani” ammontano a 20.020.000 euro.
Le domande di sostegno, per entrambi gli interventi, potranno essere compilate on line utilizzando il Sian, disponibile all’indirizzo www.sian.it dal 15 settembre 2016 al 16 gennaio 2017.

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Il 21 luglio 2016 proseguono le tappe in Sardegna de Le Voci del Tempo con Mario Congiu e Marco Peroni, porteranno in scena DESTINO, il nuovo spettacolo dedicato a Fabrizio De Andrè e avrà come sfondo i magnifici scenari di Riola Sardo, Sant’Antioco e Carloforte. Le canzoni saranno accostate alla lettura del romanzo scritto a quattro mani proprio da De Andrè con Alessandro Gennari, “Un destino ridicolo“, pubblicato da Einaudi nel 1996 (curiosamente, poco tempo prima della scomparsa di entrambi).

Un concerto fatto di canzoni e parole, dunque, intrecciate e unite in un unico viaggio.

“ (…) I giorni le settimane e gli anni erano diventati la misura di una solitudine accettata come un destino, ma non mai di un abbandono che fosse sinonimo di isolamento, perché anzi aveva trovato modo di conoscere, di apprendere, di meditare e confrontarsi, di raccontare il suo passato alle bocche incantate degli altri, che a loro volta lo tenevano attento con la memoria delle loro vite.”

da Un destino ridicolo, di Fabrizio De Andrè e Alessandro Gennari.

Il programma

Riola Sardo – Giovedì 21 luglio

presso la sede estiva della Fondazione Daga – Incrocio SP 292 / SP 10, incrocio per Putzu Idu – Riola Sardo (Or)

Dalle ore 20.00 – cena con grigliata mista

Alle ore 21.45 – concerto con Le Voci del Tempo

Sant’Antioco – Venerdì 22 luglio

presso il Museo del mare e dei maestri d’ascia, Lungomare Colombo, 25

Alle 21.45 – concerto con Le Voci del Tempo

Carloforte – Sabato 23 luglio

Oasi Lipu Carloforte, Cala Fico

Alle 21.45 – concerto con Le Voci del Tempo,

con la partecipazione speciale del musicista Mario Brai.

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Sono oltre 40 le imprese birrarie di tutta la Sardegna che sono state invitate all’incontro in programma oggi a Cagliari, con inizio alle ore 16.30, presso la sala riunioni di Confartigianato Sud Sardegna in via Riva Villasanta 241.

Il confronto pubblico, promosso da Confartigianato Imprese Sardegna, servirà ad ascoltare le necessità del mondo imprenditoriale della birra in Sardegna e proporre interventi per sviluppare azioni forti e immediate a sostegno del “sistema”.

Argomenti saranno la legge nazionale di settore, la recente proposta di legge regionale, gli incentivi, le opportunità offerte dal mercato e la fiscalità.

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Ha da poco compiuto vent’anni la legge 109 che consente la confisca alla criminalità di beni che possono essere poi riaffidati alla collettività. Uno di questi beni, ora trasformato in un centro propulsivo per il volontariato isolano, si trova a Gergei in località Su Piroi, ed è qui che in questi giorni si sta svolgendo il campo di volontariato e di formazione sulla legalità e l’antimafia “E!state Liberi!”. Tema del campo, organizzato da Libera Sardegna insieme a Sardegna Solidale, è “La memoria diventa impegno”.

Il campo, che ospita circa venti ragazzi provenienti da tutt’Italia, prevede fino a venerdì attività laboratoriali e sul territorio, insieme a incontri e dibattiti. Uno di questi, in programma mercoledì 20 a partire dalle ore 16.00, riguarda proprio la legge 109 e i beni confiscati restituiti alla collettività All’incontro interverranno il vicepresidente nazionale di Libera e responsabile del settore beni confiscati Davide Pati, il magistrato Guido Pani, il vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna Eugenio Lai, il sindaco di Gergei Rossano Zedda, il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru e Gianni Concas dell’associazione La Strada,

Al dibattito seguirà un momento conviviale a cura dei Volontari Senza Frontiere e Anpas Sardegna con la pasta “Venti liberi”, e il concerto del gruppo musicale “Almamediterranea”.

Il programma di giovedì 21 prevede invece di mattina un momento di formazione guidato da Pino Tilocca dell’associazione dei familiari delle vittime delle mafie. Tilocca sarà anche protagonista nel pomeriggio di un incontro sul tema degli attentati agli amministratori pubblici. La giornata si chiuderà alle ore 19.00 con l’incontro “We Coop: per una nuova cultura economica”, con docente universitario e ideatore del gioco We Coop Vittorio Pelligra, e Giampiero Farru, referente di Libera Sardegna.

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Negli ultimi anni il ruolo del gioco in Italia per finanziare le regioni con statuto autonomo ha assunto livelli sempre più popolari, per via anche di trasmissioni televisive dedicate a casinò e poker. Non solo i media tradizionali e il boom del settore del gioco, ma anche l’interesse culturale di cinema, musica e libri che hanno studiato, analizzato e discusso il tema del gioco. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati anche dal binomio gioco online vs gioco offline, che è anche il tema di questo nostro articolo.

Per quelle regioni a statuto speciale come Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli e Trentino, che godono di forme e condizioni particolari di autonomia, il gioco online potrebbe essere una risposta in termini finanziari da non sottovalutare.

Vi sono senza dubbio differenze oggettive tra gioco online e gioco offline, e queste riguardano principalmente una discrepanza di metodologie che vengono applicate. Sicuramente non ha incontrato grandi favori all’interno delle comunità di vecchi giocatori e nostalgici dell’old school, che hanno sempre lamentato la mancanza del “guardare negli occhi” il proprio avversario, come sintesi del concetto di sfida che rende da sempre il gioco ancora più avvincente e competitivo. Questa è certamente una cosa vera, ma d’altra parte c’è una cosa da specificare. Il gioco, prendiamo ad esempio il blackjack, necessita anche di grande calma, concentrazione e metodo. Per chi gioco online, tutto questo si riassume bene come nel caso di Voglia di Vincere giochi casinò che è stato capace di riportare in maniera fedele e credibile in versione web tutto quello che riguarda una sala da gioco live. Per i giocatori di nuova generazione, il gioco online ha dei vantaggi indiscussi che riguardano anche la possibilità di gestire il proprio conto in maniera ottimale e con una strategia vincente, che un casinò live difficilmente è in grado di replicare. Un altro motivo che spiega il successo del gioco online in Italia è la possibilità di accedere e giocare da qualsiasi posizione e postazione, anche tramite tablet o smartphone. Nonostante questo, il successo del gioco online è andato oltre il discorso generazionale, visto che sono sempre più gli utenti che scelgono il gioco online anche nelle fasce d’età più alte. Il gioco online, oltretutto garantisce maggiore trasparenza e sicurezza per chi vi accede, tramite l’ente AAMS che gestisce la modalità di gioco in Italia. Questo è avvenuto dopo un primo momento di ostracismo verso il gioco online, che veniva visto con sospetto come per ogni tipo di attività nuova. Le leggi della Comunità europea però hanno dato il via libera verso questo tipo di attività che in tempi brevi si è diffusa rapidamente. Un’opportunità in più che in Italia oggi rappresenta un contributo significativo per l’economia locale e per il sostegno del pagamento dei tributi a carattere nazionale.

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Biblioteca comunale Carbonia copia

Giovedì 21 luglio 2016, alle ore 18.00, la Biblioteca comunale di Carbonia, in viale Arsia (Parco Villa Sulcis), ospiterà la presentazione dei libri “Sardegna: Pagine di Archeologia Negata” e “L’Alfabeto Ogham nell’Antica Civiltà Sarda”. Sarà presente l’autore Fabio Garuti.

«Un viaggio incredibile, in una realtà del tutto sconosciuta, ignorata quasi completamente dall’archeologia ufficiale, che appassionerà lettrici e lettori con la medesima intensità con cui ha appassionato anche l’autore, con, alla fine, la sempre più indubitabile convinzione che quella sarda antica sia stata davvero una civiltà straordinaria, i cui lasciti caratterizzano ancora oggi la nostra quotidianità, le nostre abitudini, il nostro modo di scrivere e di parlare.»

La presentazione dei due libri è organizzata dal comune di Carbonia, lo SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e l’Associazione culturale Sa Nuraxìa.

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Venerdì 22 luglio 2016, alle ore 20.00, nel Museo Diocesano di Iglesias, il vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, inaugurerà la nuova mostra dal titolo “Ad maiorem Dei gloriam”, dedicata agli arredi sacri del Tesoro della Cattedrale di Santa Chiara. Il nuovo allestimento sarà poi visitabile ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 18.00 alle 21.00. 

Cattedrale di Santa Chiara Iglesias

Locandina

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Il Consiglio regionale nella seduta di questa sera ha approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge n° 321/A della Giunta regionale sull’“Istituzione dell’Azienda sanitaria unica regionale (ASUR) e disposizioni di adeguamento dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2006, n. 10 (Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5)”.
La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Sull’andamento dei lavori, il presidente ha comunicato che, in base alla decisione dei capigruppo, la seduta del Consiglio si concluderà con il voto sul passaggio agli articoli della legge mentre, per gli emendamenti, è stato fissato il termine di domattina, alle 10.00, per la presentazione e di giovedì, alle 10.00, per l’esame della commissione competente. Il Consiglio, infine, riprenderà l’esame della legge martedì prossimo alle 10.00.
Successivamente, il presidente ha dato la parola al primo dei capigruppo iscritti a parlare, il consigliere Fabrizio Anedda del gruppo Misto. Dopo un cenno sintetico alla difficile situazione economica della Sardegna, Fabrizio Anedda ha sostenuto che «le riforme sono necessarie per rendere più efficiente il sistema e per risparmiare ed in questo contesto la riforma della sanità viene fortemente sollecitata dalla comunità». Il consigliere ha espresso però perplessità «sul manager unico che gestirà circa un budget di circa 2 miliardi lasciando aperto il problema dei controlli che, invece, va esteso a tutti gli aspetti della gestione delle aziende sanitarie, ragione di più per un bilanciamento adeguato dei poteri del manager». La nomina spetta alla Giunta, ha concluso Anedda, che deve privilegiare la competenza ed agire «senza condizionamenti».
Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha ricordato che «quando si parlò di azienda unica sembrava possibile cambiare in profondo la sanità sarda, con i costi fuori controllo e con un passato in cui fu usata per costruire carriere e clientele di vario genere; se queste finalità fossero vere sarei favorevole ma stiamo invece assistendo ad una deriva di segno diverso con la concentrazione di potere su un unico soggetto». “Vedremo – ha aggiunto Carta – su cosa si è concretamente compattata la maggioranza, certo è che restano aperte alcune domande sull’aumento dei costi su voci strategiche della spesa rispetto ai tetti fissati dalla legge per le aziende di Nuoro ed Oristano, tanto per soffermarsi agli esempi più evidenti; in generale, il testo riporta bruscamente alla realtà e dice che la Asl unica in realtà non lo è perché ha cinque diramazioni e prevede una serie di soggetti che polverizzeranno la gestione senza far diminuire i costi, forse si voleva cambiare ma con questa impostazione i cambiamenti certamente non arriveranno”. Ciò di cui si è avvertita maggiormente la mancanza, ad avviso di Carta, «è un testo organico che proceda anche alle necessarie abrogazione di tante norme succedutesi nel tempo, così è una riforma senza coraggio con pareri di maggioranza dati a denti stretti, senza una visione forte e di prospettiva, una riforma che probabilmente sarà anche di difficile applicazione».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha affermato che «la legge dovrebbe occuparsi in prima istanza dei malati ma questa riforma, in concreto, non contiene innovazioni e non lascia ben sperare per il futuro, come dimostra la scarsa attenzione del Consiglio». E’ fin troppo facile, ha osservato Dedoni, «dire che non c’è una Asl unica nonostante la propaganda del centro sinistra, dentro c’è di tutto e di più per motivazioni opache ed incomprensibili, il contrario della nostra proposta che prevedeva la gestione unitaria  di personale ed acquisti». La riforma non inciderà sulla sanità sarda, ha continuato l’esponente dei Riformatori, «dove lo stesso assessore non sa cosa faceva ciascuna azienda prima e dopo la gestione commissariale e in quest’ultima fase con una disinvoltura allarmante; sono cose che la gente ricorda e ricorderà al momento del voto». La politica, ad avviso di Dedoni, «deve stare fuori dall’amministrazione mantenendo solo il suo ruolo di indirizzo e di controllo e ciò dovrebbe spingere la maggioranza a mettersi una mano sulla coscienza; voterete questa riforma ma non nel nostro nome, l’assessore è solo un capro espiatorio delle vostre dialettiche interne, al massimo con questa legge cambierà qualche primariato e si soddisferà qualche interesse particolare di piccolissima entità, c’è bisogno invece di una ulteriore riflessione».
Il capogruppo dei Rossomori Emilio Usula, ha parlato di «una riforma molto attesa dai sardi e dai circa 24.000 operatori della sanità, che vivono da lungo tempo una grave situazione di incertezza, una riforma che purtroppo viene percepita come un intervento tecnocratico che incide solo sulla organizzazione gerarchica ma questo messaggio non deve passare ed è un impegno che deve prendere in primis la maggioranza ma è un impegno dal quale non può sottrarsi tutto il Consiglio». Partiamo, ha ricordato Usula, «da una situazione in cui hanno operato 11 repubbliche indipendenti che non si parlano e spesso in competizione fra loro, che ha prodotto lo spreco di risorse ingenti e, rispetto a questo, la nostra non è una posizione ostile alla proposta della maggioranza, chiediamo però che la legge porti ad un migliore livello di servizi per i cittadini ed i territori, soprattutto di quelli più disagiati e delle isole minori». Quello del risparmio, inoltre, secondo Usula, «pur importante non può essere l’unico criterio guida e peraltro molti studi dicono che nel passaggio fra un sistema all’altro si determina addirittura un aumento di spesa, fatto che non ci deve spaventare, perché il faro della nostra attenzione deve essere rivolto ai bisogni di salute dei sardi». Soffermandosi infine sui problemi del personale, il consigliere dei Rossomori ha auspicato una condivisione più forte della riforma che «deve dare risposte anche al clima di disaffezione molto diffuso nelle nostre strutture sanitarie; dobbiamo far capire che si vuole investire molto sulle risorse umane e non sono d’accordo sull’idea che i buoni medici debbano lavorare nei grandi ospedali, è un messaggio che deve essere corretto, altrimenti tanto vale dire che i cittadini che si rivolgono ai piccoli ospedali si devono arrangiare».
Dopo l’on. Usula ha preso la parola l’on. Daniele Cocco (Sel), che ha parlato della necessità di “una terapia dolorosa per provare a guarire il sistema sanitario della Sardegna.  E questa riforma è coraggiosa e importante: se andrà in porto sarà una svolta epocale. Daremo uguale accessibilità a tutti i pazienti del territorio sardo. Non dovrà più ripetersi un tradimento di fiducia come quello operato da alcuni commissari”. L’esponente di Sel ha garantito che “la massima vigilanza perché la domanda di salute trovi ovunque una risposta precisa, a fronte di 400 mila sardi che sono sotto la soglia della povertà. Sosterremo sino in fondo questa riforma ma mi aspetto che la disponibilità mostrata all’assessore sia tradotta in atti concreti, come concreti sono gli emendamenti della maggioranza”.
Ha preso poi la parola l’on. Gianluigi Rubiu capogruppo dell’Udc: “Confesso imbarazzo perché siamo consapevoli che questa bozza sarà totalmente stravolta dagli emendamenti della maggioranza. Altro che cura dimagrante dei costi: avremo giusto i tagli nelle periferie della sanità sarda, dove avremo ospedaletti che chiuderanno nel fine settimana. Si salveranno giusto gli ospedali cagliaritani e si consoliderà la sanità privata, viste le future ulteriori debolezze del pubblico. E’ tutto da chiarire poi cosa saranno i distretti sanitari e vanno indagati anche i poteri del direttore generale della futura azienda unica”.
Per il Centro Democratico è intervenuto l’on. Roberto Desini, che ha detto: “Partiamo da un punto: la politica continua a ingerirsi nella Sanità sarda ma non si occupa di quei medici che chiedono con imbarazzo ai pazienti di portarsi i farmaci da casa. L’ho visto con i miei occhi al Santissima Annunziata di Sassari. Ecco, abbiamo il dovere morale di questa riforma, mettendo da parte una volta per tutte le bandierine di parte”. Alcuni rilievi di merito sono giunti dal Centro Democratico: “Sull’Areus, per cominciare. Mi interessa sapere se i cittadini saranno soccorsi subito, non chi sarà il direttore generale”.
Per l’Upc è intervenuto il capogruppo l’onorevole Pierfranco Zanchetta: “In parte il presidente della Regione è stato convincente sulla riforma ma vorrei che anche l’assessore alla Sanità facesse altrettanto. Universalità, integrazione sociosanitaria e umanità: vorrei che fossero questi i pilastri della riforma, la direzione da prendere nel segno del rigore della spesa ma anche dell’aumento della qualità dei servizi”. Anche l’on. Zanchetta è entrato nel merito del testo di legge, esponendo alcune perplessità, “non dico su un uomo solo al comando ma su un supermanager che deve comunque essere messo sotto controllo dalla politica. Perché la politica ha il dovere di controllare. Mi attendo risposte su questo ma su tanto altro”.
Per il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, “tutti diciamo che la sanità è fuori controllo, oggi lo dicono anche i quotidiani sardi presentando i numeri della Corte dei conti rispetto alla gestione sanitaria sarda nel 2013 e 2014. Non si capisce, dunque, perché non dovremmo presentare una seria proposta di riforma. L’azienda unica potrà consentire agli ospedali di dialogare tra loro e un solo 118, nuovi modelli organizzativi per garantire i diritti dei cittadini. Perché la Sanità è un diritto e va garantito.
Nel 2014 abbiamo già scritto una prima legge sulla Sanità e questa è l’occasione per garantire che la Sardegna abbia un elisoccorso stabile”.
Il portavoce del partito di maggioranza relativa ha aggiunto: “Ci sono momenti come questo in cui dobbiamo stare tutti quanti uniti, perché il tema è complicato e fuori da qui non capirebbero il perché di una divisione. Solo così avremo contenimento dei costi ed efficienza”.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, in apertura del suo intervento si è rivolto al suo omologo del Partito democratico per affermare: «Fa bene il capogruppo del Pd a richiamare la maggioranza a seguire le indicazioni della Giunta, soprattutto, dopo aver sentito il dibattito in Aula, ma non vorremmo che questa riforma risenta troppo dei problemi che attraversano i partiti del centrosinistra ad incominciare dal Pd a cui manca ancora un segretario regionale».
L’esponente della minoranza ha ricordato i commissariamenti delle Asl, promossi, così ha detto – per garantire risparmi e controllo nella spesa però – ha proseguito Pietro Pittalis – i commissari dovevano restare in carica qualche mese e vi accingete ad approvare l’ennesima proroga senza che siano stati conseguiti i risultati e gli obiettivi attesi.
Pietro Pittalis ha quindi criticato il metodo con il quale si procede per il varo della riforma («il testo all’esame dell’Aula è superato e tutti attendiamo di conoscere le sostanziali proposte di modifica che avanzerà la giunta») ed ha dichiarato, rivolgendosi all’assessore della Sanità: «Le riforme non si fanno con un’interlocuzione solo tra le forze della maggioranza, a voi spetta la responsabilità della proposta ma noi vogliamo partecipare alla stesura della legge per garantire ai territori e ai cittadini più svantaggiati identiche possibilità di accesso alla sanità rispetto a quelle garantite a chi abita nei grandi centri. Vogliamo cioè uguali opportunità tra i sardi per vedere riconosciuto il diritto alla salute».
Il capogruppo dell’opposizione ha infine ribadito che per ciò che attiene i modelli organizzativi si deve tener conto delle specificità della Sardegna («non si può applicare nei nostri territori ciò che va bene in Lombardia»).
Terminati gli interventi dei capigruppo il presidente del Consiglio ha sospeso i lavori per cinque minuti ed alla ripresa ha concesso la parola all’assessore della Sanità, Luigi Arru. 
Nella replica a nome della Giunta, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, dopo aver premesso di volersi ispirare alla sobrietà senza parlare di rivoluzioni, ha sostenuto che obiettivo dell’Esecutivo è quello di un «confronto sulle cose concrete della sanità sarda e sotto questo profilo la scelta della Asl unica deriva da analisi su modelli nazionali ed internazionali fondati su dati precisi: in Occidente si prevede il raddoppio dei costi della sanità entro 30 40 anni, (in Italia arriveranno a 228 miliardi) aprendo un grande problema di sostenibilità derivante anche dall’andamento di alcune dinamiche demografiche». “In Sardegna – ha spiegato Arru – assistiamo dal 2001 al saldo invertito fra decessi e natalità, che ci spinge ad impostare politiche di medio e lungo termine, tenendo presente che, entro i prossimi 10 anni, avremo il 25% della popolazione con più di 65 anni, concentrandoci quindi non solo sui farmaci ma sugli stili di vita, come in qualche modo ci insegnano le vicende dell’Ogliastra”.
Quanto alle dinamiche macro-economiche analizzate dalla Corte dei conti, secondo l’assessore della Sanità, «si certifica ciò che Giunta evidenziava già nel 2015 chiedendo l’inserimento della Sardegna nel piano di rientro, cioè che la Regione è impegnata in un grande progetto di riforma ispirato non tanto a criteri meramente economici, perché anzi garantiamo a tutti i sardi i farmaci contro epatite (52 milioni) e quelli per la cura di malattie particolari rispetto al territorio nazionale, quanto a criteri di buona sanità, perché chiudere una sala operatoria che non ha standard non è un taglio ma buona sanità». Rispondendo ad una osservazione del consigliere Usula, Arru ha poi precisato di non aver mai detto che «i buoni medici lavorano nei grandi ospedali ma che occorre un equilibrio fra il numero dei casi trattati e gli esiti degli stessi». “Per la prima volta – ha aggiunto – tutti i chirurghi della Sardegna lavoreranno in una rete separata dai livelli di complessità in ambiti di massima tutela”. Concentriamoci, ha detto ancora Arru rivolgendoci al Consiglio, «su un sistema universale che garantisce la territorialità, aggregando solo funzioni su cui si possono fare economie di scala (come ha fatto recentemente la Asl 1 con una gara unica con risparmio del 50%,) senza fermarci ad un modello standard vincente che non c’è, restiamo attenti a farmaci innovativi e nuove tecnologie ed ai problemi delle isole minori come delle zone disagiate di montagna; così garantiremo un diritto uniforme alla salute per tutti i sardi».
Per dichiarazione di voto. Il consigliere Piermario Manca (Sdl) ha affermato che «la riforma della sanità è una legge che caratterizza tutta la legislatura non può essere quindi una riforma banale, anzi ci coinvolge tutti anche dal punto di vista morale, perché non sono più rinviabili sia la garanzia del diritto alla salute anche ai sardi che vivono nelle periferie, che la lotta agli sprechi, sulla quale si è soffermata anche la Corte dei conti con valutazioni non certo tenere anche su questa Giunta». «Il sistema ha grosse falle che vanno ancora colmate» ha aggiunto Manca, precisando di non votare mai per spirito di appartenenza. “Rispetto i cittadini – ha concluso – e sento di avere un debito verso di loro, questa legge ha grossi limiti e non mi basta che sia solo una prima stesura”.
Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che il Consiglio ha approvato.
Il presidente Ganau, prima di dichiarare conclusi i lavori, ha quindi comunicato la convocazione del Consiglio per martedì 26 luglio, alle 10.00, ed il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge 321 (mercoledì 20 luglio, alle 11.00) mentre la commissione Sanità è convocata, per il previsto parere, giovedì 21 luglio, alle 10.00.

Consiglio regionale A1