26 July, 2024
Home2016 (Page 326)

[bing_translator]

Ponte x L'Isola di Caprera copia

Due giornate dedicate alla scienza per i bambini delle III e delle V elementari dell’Istituto comprensivo di Moneta. In occasione delle celebrazioni per la “Giornata europea dei Parchi” le classi sono state accompagnate alla scoperta delle diverse specie essenziere presenti nell’Arcipelago, delle malattie che colpiscono alcune piante sull’isola di Caprera ed hanno potuto scoprire il laboratorio degli oli essenziali all’interno del Cea di Stagnali. Un percorso didattico promosso dall’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena per celebrare la “Giornata europea dei Parchi” e realizzato grazie alla disponibilità ed alla collaborazione dei ricercatori del dipartimento di Patologia vegetale ed entomologia Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari guidato da professor Antonio Franceschini e da quelli del Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università degli Studi di Sassari di professor Giorgio Pintore.

I bambini hanno fatto visita all’area di saggio per il monitoraggio delle fitoterapie allestita dall’Ente Parco in una lecceta sull’isola di Caprera e hanno avuto modo di riconoscere e distinguere le piante malate, quelle sane e quelle in “terapia” intervenendo direttamente alla cura delle specie, assistiti dai dottori Benedetto Linaldeddu, Bruno Scanu e Lucia Maddau del gruppo di ricerca di Patologia forestale dell’Università. I “piccoli scienziati” hanno accolto con estremo entusiasmo l’iniziativa e, una volta trasferiti all’interno del CEA – Centro di educazione ambientale del Parco a Stagnali sull’isola di Caprera, hanno avuto modo di osservare al microscopio le diverse tipologie di funghi che colpiscono le piante sotto osservazione misurandosi direttamente con gli strumenti del laboratorio: i microscopi.

Proseguendo le attività i bambini hanno avuto la possibilità, guidati dai dottori Giacomo Petretto, Maria Luce Maldini e dalla ricercatrice Marzia Foddai: collaboratori del dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università di Sassari, di assistere al procedimento di estrazione degli oli essenziali a partire dalle specie essenziere tipiche dell’Arcipelago, imparando a riconoscere i profumi e le modalità di estrazione degli oli, un’occasione per scoprire da un lato le specie tipiche della macchia mediterranea dall’altro di capire come sfruttarne le enormi potenzialità a fini cosmetici e sanitari.

[bing_translator]

Venerdì 27 maggio, dalle 17.00, nella sala Mensa Impiegati di Montevecchio, si svolgerà il primo appuntamento di Ambiente e miniere 2.0, iniziativa organizzata da Filctem Cgil e comune di Guspini, con l’obiettivo di creare un momento di riflessione con cadenza annuale intorno ad un tema di importanza rilevante per il futuro del territorio. Le bonifiche rappresentano, infatti, una precondizione essenziale per qualsiasi modello di sviluppo si voglia perseguire, e l’impegno delle istituzioni, ciascuna per le proprie competenze, è restituire il territorio risanato alle popolazioni locali e dare nuova vita al patrimonio minerario, attraverso la condivisione dei progetti da portare avanti.

Al dibattito, moderato da Emanuele Madeddu della Filctem Medio Campidano, partecipano: Giuseppe De Fanti sindaco di Guspini, Michele Carrus, segretario generale Cgil; Maria Grazia Piras, assessore regionale dell’Industria; un rappresentante dell’assessorato regionale all’Ambiente; Michele Caria, amministratore unico Igea; Salvatore Cherchi, coordinatore Piano Sulcis (le cui competenze coinvolgono anche le bonifiche nel Medio Campidano); Emilio Gariazzo sindaco di Iglesias e presidente della Comunità del Parco Geominerario; Rossella Pinna consigliere regionale Pd; Antonello Ecca, sindaco di Arbus; Vincenzo Tiana, Legambiente.

La finalità dell’iniziativa è verificare, anno dopo anno, lo stato di attuazione dei progetti e il rispetto degli impegni assunti dai vari soggetti coinvolti, e insieme a questo, ragionare sulle difficoltà tecniche e procedurali per arrivare a superare gli ostacoli che spesso si frappongono alla concretizzazione dei progetti di bonifica.

Miniera di Montevecchio

[bing_translator]

NUOVO REGOLAMENTO PER IL MERCATO AMBULANTE DI PORTOSCUSO:

OTTIMO RISULTATO PER LA CONFESERCENTI

Si è svolto ieri un incontro tra il presidente dell’ANVA (Associazione che raggruppa gli operatori su area pubblica) della Provincia di Cagliari Marco Medda e gli uffici dell’Amministrazione comunale di Portoscuso per discutere la bozza del nuovo regolamento per il mercato su area pubblica del comune.

«L’incontro è stato estremamente produttivo – commenta soddisfatto Marco Medda – in quanto l’Amministrazione comunale di Portoscuso, nelle persone dei funzionari che si occupano del settore, ha recepito con molta attenzione tutte le osservazioni che la nostra categoria ha fatto, con il solo fine di agevolare i compiti degli operatori e del comune nello svolgimento del mercato. Non solo – conclude Medda – si sono messe le basi per una collaborazione futura su altri fronti, sempre mirata alla ricerca di soluzioni condivise che evitino qualsiasi tipo di problema nello svolgimento del servizio del mercato.»

Porticciolo e Municipio di Portoscuso

[bing_translator]

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla stabilizzazione degli LSU. In apertura di seduta, il relatore, on. Franco Sabatini (Pd) ha detto che «la Giunta regionale ha individuato la copertura finanziaria per la spesa prevista dal disegno di legge in questione».

Sulla discussione generale ha preso la parola l’on. Marco Tedde (Forza Italia), secondo il quale, «al di là di ogni considerazione sul disegno di legge, il codice degli appalti è appena entrato in vigore e lo si dovrebbe tenere in considerazione in questo caso. In realtà gli Lsu sono davvero abbandonati da questa Giunta, che è poco consapevole dei rischi e della crisi che la Regione sta affrontando».

Per l’on. Piero Comandini (Pd), invece, «il disegno di legge, anche se è composto da due articoli, è fondamentale e darà attuazione agli obiettivi manifestati anche da altri consiglieri regionali. Finalmente supereremo i problemi del Parco geominerario e un domani anche di altre realtà economiche e produttive della Sardegna».

Dello stesso avviso il capogruppo di Sel, l’on. Luca Pizzuto, che ha detto con riferimento all’imminente conclusione dell’affidamento della gara del Geoparco all’Ati Ifra: «Siamo tutti a disposizione affinché non ci siamo momenti di stacco nella programmazione dei lavori nel Parco».

Per l’assessore al Lavoro, Virginia Mura, «dobbiamo verificare la situazione di questa convenzione che da tanti anni opera nel Parco geominerario e da qui nasce il disegno di legge».

Dopo la discussione generale, il presidente Ganau ha messo in votazione gli articoli.

L’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha affermato che «è singolare che nella nostra Regione non sia stato possibile costituire una commissione interna per risolvere questi problemi legati alla valutazione e verifica della convenzione. Sarebbe bastato un comitato interno alla Regione».

Anche l’on. Ignazio Locci, per la stessa forza politica, ha messo l’accento sui problemi dei lavoratori del Geoparco e ha aggiunto: «Le difficoltà della Regione non devono finire per complicare la situazione di chi da tempo non riceve più lo stipendio, come gli Lsu del Geoparco».

Per l’Udc Sardegna l’on. Gianluigi Rubiu ha detto: «Siamo disponibili a ogni accelerazione che serva ad aiutare i lavoratori ma siamo preoccupati per il fatto che a fine anno i lavoratori potrebbero trovarsi senza lavoro. E’ necessario bandire al più presto la gara internazionale e affidare i lavori».

Anche il capogruppo Pd, on. Pietro Cocco, ha preso la parola per dire che «questi 550 lavoratori svolgono un lavoro prezioso per la Sardegna nei siti minerari dismessi. Ma per il futuro di questi lavoratori abbiamo già fatto qualcosa: nella Finanziaria scorsa abbiamo garantito 28 milioni di euro l’anno per queste opere. Insomma, le risorse sono già garantite e si tratta soltanto di indire la gara. E se la gara non sarà indetta per tempo si andrà a proroga di un altro anno per l’affidamento del servizio. Spero che l’assessore Mura convochi l’azienda e si faccia dire perché l’Ifras non è stata in grado di garantire il pagamento degli stipendi, pur nel rispetto delle decisioni di ogni impresa».

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 1 bis e gli altri articoli. A seguire, il Consiglio regionale ha approvato con voto finale il disegno di legge.

Successivamente, il Consiglio regionale ha iniziato l’esame del disegno di legge 326/A “Modifica della legge regionale 3 dicembre 2015, n. 31 (Adeguamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del decreto legislativo n. 118 del 2011, e successive modifiche ed integrazioni, e disposizioni varie)”. Il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Nella sua relazione Sabatini ha ricordato che, nel corso della seduta della commissione dedicata all’argomento, è intervenuto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci per chiarirne le motivazioni che «consistono nella necessità di correggere alcuni errori materiali, pur essendo iscritti correttamente a bilancio, per poi consentire alla Corte dei Conti di parificare nei termini di legge il rendiconto della Regione 2015. L’unico emendamento aggiuntivo presentato, ha concluso Sabatini, «riguarda infatti la decorrenza della norma, agganciata all’entrata in vigore della legge 31 del 2015».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha contestato in apertura la tesi dell’errore materiale, sostenendo che «in realtà sono in gioco centinaia di milioni di euro ed alcuni miliardi nel triennio, del resto lo stesso emendamento della maggioranza prova che c’è stato un errore grave nella valutazione dei residui». «Quindi – ha aggiunto – non si può fare finta di nulla, nascondendo una difficoltà oggettiva legata al bilancio armonizzato che ha determinato un problema che non si era mai verificato nella storia della Regione; oltretutto si tratta di problemi che hanno causato danni concreti alle categorie più deboli per le quali molti pagamenti si sono bruscamente interrotti a maggio». Anziché fare proclami, ha terminato la Zedda, «bisognerebbe prestare più attenzione alle procedure di spesa, evitando di prendere in giro i sardi».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci, dopo aver premesso che sarebbe stata opportuna la presenza in Aula dell’assessore di Paci, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sul fatto che «le cifre di cui stiamo parlando sono una parte consistente del bilancio della Regione, per cui è chiaro che c’è l’esigenza vera di mettere in ordine i conti ora per allora e non c’entra la Corte dei Conti». «Ciò che deve insegnare questa vicenda – ha concluso – è che bisogna smetterla di sbandierare risultati in materia di entrate quando poi non si riesce a gestire bene i processi di spesa delle risorse disponibili».

A nome della Giunta, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha ribadito che, ad avviso dell’Esecutivo, si è trattato in effetti di un errore materiale determinatosi, ha spiegato, «anche dagli interventi di adeguamento del sistema informativo alle nuove procedure del bilancio armonizzato».

Al termine della replica dell’assessore il Consiglio ha approvato in sequenza il passaggio agli articoli, gli articoli 1, 2 e 3 della legge con l’emendamento proposto dal relatore Sabatini e gli allegati. Subito dopo, il voto finale del provvedimento, approvato con 30 voti favorevoli e 16 contrari.

Concluso lo scrutinio, il presidente ha comunicato che in riferimento all’ultimo punto all’ordine del giorno, l’elezione di tre componenti del Consiglio di amministrazione dell’Istituto regionale etnografico (Isre) è stata rinviata e potrà essere effettuata entro il 21 giugno prossimo, prima dell’eventuale ricorso ai poteri sostitutivi.

[bing_translator]

I Gal/partenariati GAL che si candidano ad attuare un Piano di azione locale, potranno richiedere un incontro bilaterale con il Servizio sviluppo dei territori e delle comunità rurali. Ne dà comunicazione l’assessorato dell’Agricoltura.

Gli incontri saranno fissati tra il 15 giugno ed il 15 luglio 2016.

Lo sviluppo locale LEADER – CLLD ha il compito di sostenere le strategie di sviluppo locale attraverso il coinvolgimento e la partecipazione attiva del partenariato locale pubblico e privato, la programmazione dal basso, l’integrazione multisettoriale degli interventi, la messa in rete dei partenariati locali.

Per il raggiungimento di tali risultati si ritiene necessario garantire una corretta interpretazione dei meccanismi di animazione previsti dal bando di selezione dei GAL e sostenere i soggetti proponenti nelle fasi critiche dell’attuazione dei rispettivi Percorsi di Piano Partecipato (PPP) garantendo informazioni e assistenza uniforme in tutti i potenziali territori.

L’obiettivo degli incontri è pertanto quello di accompagnare i partenariati nelle fasi di costruzione e implementazione del Percorso di piano partecipato con l’obiettivo di garantire una corretta interpretazione della filosofia alla base dell’approccio previsto dal bando della misura 19 del Programma di sviluppo rurale 2014/2020.

I Gal/partenariati che presenteranno un Piano di azione locale potranno richiedere l’incontro bilaterale al Servizio sviluppo dei territori e delle comunità rurali inviando una e-mail tramite posta elettronica certificata al seguente indirizzo agricoltura@pec.regione.sardegna.it e per conoscenza all’indirizzo di posta elettronica agr.sviluppo.territori@regione.sardegna.it .

[bing_translator]

Mauro Pili 22 copia

Il piano di dismissione di una parte del patrimonio immobiliare, attualmente inutilizzato, di proprietà dell’Igea, avviato dalla Regione Sardegna, è criticata duramente dal deputato di Unidos Mauro Pili.

«Sostengono che si tratta di patrimonio di scarso pregio, ma nel bando hanno scritto terreni panorami unici ed esclusivi – scrive il deputato di Iglesias nel suo profilo facebook -. Leggo con stupore la dichiarazione anonima della Regione sulla vendita del patrimonio immobiliare. Prendo atto che dopo la mia denuncia sono stati costretti a pubblicare il bando che stavano tenendo nascosto con un malcostume che emerge ancora una volta nel governo della cosa pubblica. Affermare come fanno Pigliaru e compagni che si tratta di beni insignificanti e di scarso pregio significa confermare che abbiamo a che fare con un governo squallido e ignorante.»

«Sono talmente ignoranti che non sanno nemmeno di cosa stanno parlando e cercano di nascondere ancora una volta la realtà dei fatti -aggiunge Mauro Pili -. Sostenere che i terreni davanti al Pan di Zucchero sono di scarso pregio, significa ammettere di essere dei trogloditi, proprio perché dimostrano di ignorare anche i beni che stanno svendendo. Stiamo parlando di siti di importanza comunitaria, di un livello paesaggistico e naturalistico unici nel suo genere. Definirli di nessun pregio significa affermare che starebbero vendendo patacche e che nessuno li comprerà proprio perché di scarso pregio. Per quale motivo uno dovrebbe comprare un bene di scarso pregio?»

«Sono loro che hanno scritto nel bando che si tratta di beni unici, in posizioni spettacolari ed esclusive, con grandi panorami – sottolinea ancora Mauro Pili -. Definire di scarso pregio il villaggio Norman é roba da ignoranti e cialtroni da quattro soldi, pensare che Villa Pistis sia un bene insignificante conferma che abbiamo a che fare con gente senza scrupoli, insensibili e privi di qualsiasi onestà intellettuale.

Ed ora, solo perché colti con le mani nel sacco, arrivano a dire che la refurtiva che stavano vendendo non aveva nessun valore.

Peccato che se non avessi denunciato il misfatto tutto sarebbe rimasto segreto, così come appare singolare che alcuni altri beni previsti nella delibera della Regione siano fuori dal bando. Siccome esistono esempi noti di dirigenti politici della loro area politica che hanno acquistato quei beni sottobanco a quattro lire per poi farne ville a cinque stelle occorre vigilare e non solo.»

«Per quanto mi riguarda farebbero bene a bloccare il bando per manifesta illogicità e per un chiaro tentativo di fare cassa per coprire debiti svendendo il patrimonio minerario. È ovvio – conclude Mauro Pili – che metterò in campo ogni azione per smascherare questa ennesima truffa ai danni della storia mineraria.»

[bing_translator]

E’ stato avviato il piano di dismissione di una parte del patrimonio immobiliare, attualmente inutilizzato, di proprietà dell’Igea, società in house della Regione. Si tratta di terreni e di immobili di scarso pregio e non strategici per la società. Gli avvisi di vendita all’asta sono comparsi oggi, con la massima trasparenza e pubblicità, e come previsto dalla legge, sui due quotidiani regionali e su due quotidiani nazionali. L’avviso è anche on line sul sito dell’Igea nella sezione “cessioni e vendite”.

I 55 lotti, su un totale di beni Igea superiore a 3.500 unità, saranno venduti tramite gara e le domande di partecipazione, insieme alle relative offerte economiche, dovranno essere presentate all’Igea e pervenire entro e non oltre il 25 luglio prossimo. Si tratta di beni “non strategici” e non funzionali all’attività caratteristica della società, in quanto Igea si occupa del mantenimento degli obblighi di legge legati ai siti minerari e di bonifica dei territori. La società procede dunque nel percorso di risanamento avviato dall’attuale Giunta, anche grazie all’azione dell’Assessorato dell’Industria, e punta a raggiungere l’equilibrio economico e finanziario.

La vendita del patrimonio è considerata, da questo punto di vista, uno strumento importante nel riassetto patrimoniale stabilito nel Piano Industriale 2015-2017 approvato dalla Giunta con la Deliberazione n. 34/19 del 7 luglio 2015. Non esiste alcun rischio di speculazione, assicurano la Regione e l’Igea, perché il sistema di autorizzazione urbanistica e paesaggistica è molto rigido e, di conseguenza, costituisce una garanzia per tutti, sia sotto l’aspetto della corretta tutela del territorio che per la salvaguardia degli ecosistemi.

Miniera Monteponi 1 copia

[bing_translator]

Elisabetta Falchi 2

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha approvato una delibera che fissa le nuove direttive regionali in materia di organizzazioni di produttori (OP) non ortofrutticoli. L’obiettivo è favorire le aggregazioni dei produttori per rafforzare il tessuto economico e migliorare la competitività delle filiere agroalimentari.
«Con questa delibera – spiega l’assessore Falchi – stiamo dando attuazione al decreto ministeriale dello scorso marzo, che a sua volta ha recepito il Regolamento comunitario 1308/2013 in materia. In Sardegna le organizzazioni di produttori riconosciute attualmente a livello regionale in tutti i settori, ad eccezione di quello ortofrutticolo e olivicolo, sono in totale 28».

Ma, in virtù dei parametri fissati a marzo dal ministero delle Politiche agricole e forestali, «l’obiettivo è quello di favorire il percorso di aggregazione, che può avere conseguenze favorevoli su molte filiere agroalimentari regionali». «L’elevata frammentazione del nostro tessuto imprenditoriale, infatti, verrebbe assimilata nell’aggregazione commerciale di diversi soggetti aziendali che riescono meglio a governare il mercato, tutelare il reddito delle imprese agricole, e al contempo, garantire prodotti rispettosi dell’ambiente e sicuri per il consumatore».
Parametri bassi per creazione nuove OP. Il decreto del Mipaaf ha previsto per i vari settori una serie di parametri base molto bassi per quanto attiene al numero di soci e al valore della produzione commercializzata (VPC), «in modo da non penalizzare particolari aree territoriali con tessuti produttivi deboli e pregiudicare la loro costituzione in OP», aggiunge Elisabetta Falchi. Alle Regioni è però lasciata «la facoltà di fissare parametri diversi». E questo ha fatto la Sardegna, che «si è attenuta ai valori fissati dal Mipaaf per i settori nei quali non si sono ancora costituite Op, in modo da favorire la loro nascita e per altri in cui i percorsi di concentrazione dell’offerta sono ancora in fase di avvio».
«Per altri settori, come il lattiero caseario ovino e quello bovino da latte – sottolinea ancora Elisabetta Falchi – i parametri sono stati innalzati per spingere le imprese nella direzione dell’aggregazione: per esempio, per il comparto ovino abbiamo voluto stabilire criteri che favoriscano il raggruppamento delle organizzazioni di produttori esistenti in soggetti più forti». In questo momento, le organizzazioni di produttori riconosciute nel settore del lattiero caseario sono 11: 1 con un VPC dichiarato tra i 2 e i 3 milioni, 8 con VPC tra 3 e 11 milioni e solo 1 oltre i 25 milioni. «Strutture produttive con valori di fatturato tali – dice ancora Elisabetta Falchi – non sono in grado di dotarsi di strutture commerciali e di marketing abbastanza forti da posizionare i loro prodotti sui mercati esteri, primaria destinazione di vendita dei nostri formaggi.»
Inoltre, «un maggior numero di organizzazioni di produttori renderebbe più facile la programmazione e la diversificazione dei prodotti mediante l’ottimizzazione delle linee di produzione esistenti». «Per fare un esempio, infatti, le cooperative che adesso producono esclusivamente pecorino romano e non hanno possibilità di produrre altri tipi di formaggio, potrebbero allargare la propria gamma di produzioni grazie al lavoro congiunto con altri caseifici». L’adeguamento delle organizzazioni già riconosciute alle nuove direttive sarà possibile entro il febbraio 2017. Per le nuove organizzazioni di produttori, le attività di accertamento e riconoscimento verranno compiute dall’Agenzia LAORE, mentre i controlli successivi sulla permanenza dei requisiti previsti saranno effettuati come in passato dall’Agenzia Argea.

[bing_translator]

Claudia Firino 3

L’assessore regionale della Pubblica Istruzione, Claudia Firino, ha espresso nel corso dell’audizione nella II commissione consiliare «soddisfazione e pieno sostegno» all’iniziativa tendente a predisporre un testo unificato per il varo di norme ad hoc per l’insegnamento della lingua sarda nelle scuole. Il compito di fare sintesi delle proposte di legge presentate sul tema (la proposta di legge 36 “Legge regionale per l’insegnamento della storia, della cultura e della Sardegna nelle scuole”; la proposta di legge 167 “Norme volte a incentivare l’insegnamento della lingua sarda nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione. Modifiche e integrazioni alla legge 15 ottobre 1997 n. 26”; la proposta di legge 228 “Norme per la tutela, ufficializzazione e promozione della lingua sarda e delle altre varietà linguistiche della Sardegna”) è affidato alla sottocommissione composta dai consiglieri Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia), Stefano Tunis (Fi) e Mario Tendas (Pd) che ha come testo “base” quello sottoscritto da 33 consiglieri, appartenenti a tutti i gruppi presenti nell’assemblea sarda e di cui è primo firmatario il consigliere Paolo Zedda (proposta di legge n. 167).  Lo stesso Zedda ha sommariamente illustrato i principi e gli obiettivi della proposta di legge che modifica la normativa regionale (legge n. 26 del 1997) e tiene conto della legge quadro nazionale (legge n. 482 del 1999) prevedendo l’inserimento della lingua sarda nelle scuole di ogni ordine e grado, anche come strumento veicolare in tutte le discipline del curricolo. La proposta di legge 126 punta inoltre, nel rispetto dell’autonomia scolastica, ad un efficace strumento di coordinamento delle attività e pone in capo all’istituendo osservatorio funzioni di supervisione e monitoraggio delle azioni intraprese. Ai commi 6 e 9 dell’articolo 5 della proposta di legge 167 si definisce in quale forma la lingua sarda debba essere impiegata nell’insegnamento, nella sua forma orale e scritta. Si prevede, quindi, che l’insegnamento avvenga «a cominciare dalla lingua parlata nella comunità di appartenenza e la Regione definisca un indirizzo in riferimento alla produzione dei testi scritti in lingua sarda da destinare alle scuole, promuovendo la standardizzazione grafica delle lingua».

Paolo Zedda ha inoltre auspicato integrazioni con altre proposte di legge, in particolare quelle sul canto a tenores, le launeddas, la tradizione orale e le televisioni locali, mentre l’assessore Claudia Firino, nel corso del suo intervento, ha posto l’accento sull’istituzione di un registro per docenti e operatori al fine di garantire le relative certificazioni linguistiche sulla base di precisi standard europei.   

[bing_translator]

Maria Grazia Piras 1

Il primo metano potrebbe essere distribuito nelle case dei sardi entro due anni. Ne è convinta l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras che nel pomeriggio ha illustrato il Piano energetico regionale alla commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale. «E’ più di una possibilità – ha spiegato Maria Grazia Piras – ma occorre che Governo e Regione firmino al più presto il Patto per la Sardegna e, a livello nazionale, venga fatta chiarezza sulle norme per la costruzione dei depositi costieri di GNL».

Maria Grazia Piras, accompagnata dal coordinatore del Piano energetico regionale Alfonso Damiano e dai funzionari dell’assessorato, ha confermato l’importanza strategica del metano per lo sviluppo dell’Isola. «La scelta dei depositi costieri di Gas naturale liquido ha un obiettivo preciso: dare il metano ai sardi in tempi rapidi e a prezzi uguali rispetto a quelli praticati in altre regioni – ha affermato l’assessore dell’Industria – il metano, inoltre, è  uno strumento imprescindibile per arrivare all’obiettivo della riduzione del 50% delle emissioni di Co2 entro il 2030».

L’assessore ha poi illustrato i termini della contrattazione in atto con il Governo Renzi: «Chiederemo di creare una dorsale sarda per la distribuzione del metano, un rete nazionale che applichi le tariffe standard. Alla Sardegna, però, considerato il sistema di approvvigionamento, chiediamo che venga riconosciuto un bonus nel caso di oscillazione dei prezzi».

Rispondendo alle domande di alcuni consiglieri, Maria Grazia Piras ha ricordato che la Regione ha appaltato da alcuni anni 38 reti di bacino per la distribuzione del metano. «Alcune sono a buon punto, in altri casi c’è stato un rallentamento dovuto alle difficoltà per il rilascio delle autorizzazioni».

L’assessore si è poi soffermata sugli altri obiettivi strategici del Piano energetico regionale che è stato illustrato nei dettagli dal coordinatore Alfonso Damiano. «Uno dei pilastri è rappresentato dagli interventi di efficientamento energetico per il settore pubblico, un investimento di 69 milioni di euro che innesterà processi virtuosi».

«Il Piano, in linea con gli indirizzi nazionali ed europei, persegue obiettivi ambiziosi – ha detto Alfonso Damiano – tra questi l’abbattimento, entro il 2030, delle emissioni di Co2 associate ai consumi del 50% rispetto ai valori registrati nel 1990; la sicurezza energetica; la creazione di un sistema integrato “intelligente”; l’aumento dell’efficienza e del risparmio energetico e la promozione della ricerca. «Abbiamo elaborato il Piano con un proiezione sino al 2030 – ha concluso Alfonso Damiano – questo ci consente di individuare le azioni prioritarie. In ogni caso ci sarà un costante monitoraggio. Se le azioni scelte dovessero fallire andranno adeguate. Il Piano avrà bisogno di un ceck up continuo».  

La Commissione, nelle prossime settimane trasmetterà alla Giunta il proprio parere di competenza.